alexander 1986
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domenica 15 febbraio 2015
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atene senza ombre né mistero
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Atene, 1962. Chester (Viggo Mortensen) e la giovane moglie Colette (Kirsten Dunst) sembrano una coppia più europea che americana: ricchi e colti, fanno della Grecia la prima tappa di un tour nel Vecchio Continente. Ma il loro benessere poggia su basi poco solide e i due ne dovranno pagare le conseguenze. Con il coinvolgimento inaspettato di Rydal (Oscar Isaac), giovane americano che si guadagna da vivere con lavoretti e piccoli espedienti.
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ma non si direbbe. L'esordiente regista Amini sembra preoccupato dal conferire alla sua pellicola più un'aura (ben riuscita) di eleganza retrò che gli elementi basilari del thriller. E manca del tutto di valorizzare alcune delle chiavi di lettura offerte dalla sua fonte: fra tutte, il malcelato conflitto edipico fra i protagonisti maschili; il quale avrebbe dovuto essere la colonna portante della storia e dare significato a tanti degli eventi narrati.
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Atene, 1962. Chester (Viggo Mortensen) e la giovane moglie Colette (Kirsten Dunst) sembrano una coppia più europea che americana: ricchi e colti, fanno della Grecia la prima tappa di un tour nel Vecchio Continente. Ma il loro benessere poggia su basi poco solide e i due ne dovranno pagare le conseguenze. Con il coinvolgimento inaspettato di Rydal (Oscar Isaac), giovane americano che si guadagna da vivere con lavoretti e piccoli espedienti.
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ma non si direbbe. L'esordiente regista Amini sembra preoccupato dal conferire alla sua pellicola più un'aura (ben riuscita) di eleganza retrò che gli elementi basilari del thriller. E manca del tutto di valorizzare alcune delle chiavi di lettura offerte dalla sua fonte: fra tutte, il malcelato conflitto edipico fra i protagonisti maschili; il quale avrebbe dovuto essere la colonna portante della storia e dare significato a tanti degli eventi narrati. Mortensen decisamente bravo, riesce a dare al suo personaggio una profondità di sfaccettature impossibile per i suoi più giovani colleghi. E il contrasto si sente sin troppo.
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l'imbecille
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martedì 18 novembre 2014
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una scenografia distonica che migliora il film
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Non credo sia mancata una cura nel tentativo di evitare errori scenografici e/o di montaggio. Ma mi chiedo: è stato davvero tutto voluto? Certo che sarebbe stato difficile mostrare gli attori con abbigliamento immutato nei giorni in cui dormivano per strada, non si potevano lavare e (i maschietti) farsi la barba.
Però nella visione di un bel film, con una bella storia ciò stride un po' per un attento spettatore!!
E che dire di quelle due valigette che, a conti fatti, dovevano essere più capienti di autentici bauli??
Sarà pur vero che il film è tratto dal romanzo di P. Highsmith, ma non nascondo che per chi non ha letto il romanzo al termine del tutto qualche domanda rimane senza risposta.
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Non credo sia mancata una cura nel tentativo di evitare errori scenografici e/o di montaggio. Ma mi chiedo: è stato davvero tutto voluto? Certo che sarebbe stato difficile mostrare gli attori con abbigliamento immutato nei giorni in cui dormivano per strada, non si potevano lavare e (i maschietti) farsi la barba.
Però nella visione di un bel film, con una bella storia ciò stride un po' per un attento spettatore!!
E che dire di quelle due valigette che, a conti fatti, dovevano essere più capienti di autentici bauli??
Sarà pur vero che il film è tratto dal romanzo di P. Highsmith, ma non nascondo che per chi non ha letto il romanzo al termine del tutto qualche domanda rimane senza risposta. Domande di certo insignificanti, ma vale la pena esporle:
1) che cosa c'entra <<GENNAIO>>??
2) i << DUE VOLTI>> di chi sarebbero: sono dei due attori o di un attore e dell'attrice??
3) cui prodest ambientarlo nel 1962 (o giù di lì)??
4) e poi, per non lasciare nulla di intentato, ma quanti dollari cash portava con sé Chester??
Ai posteri l'ardua sentenza.
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veritasxxx
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martedì 4 novembre 2014
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kirsten e il lifting facciale: scelta o necessità?
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Chester MacFarland (Viggo Mortensen) è un uomo di non ben identificati affari in vacanza in Grecia, accompagnato dalla giovane moglie Colette (Kirsten Dunst). Incontrano per caso il giovane Rydal (Oscar Isaac, visto recentemente in versione barbuta in "A proposito di Davis"), americano come loro ma poliglotta e traffichino, che si offre di accompagnarli nel loro viaggio. Fino a che non arriva un investigatore privato che reclama un rimborso da parte dei clienti truffati da Chester con investimenti sbagliati. I due finiscono alle mani e ci scappa il morto e Rydal diventa, senza volerlo, complice di Chester nell'omicidio.
Nulla sarà come prima: i destini dei due saranno legati a doppio filo da una forzata convivenza perchè nessuno potrà sopravvivere senza l'altro nonostante ognuno dei due sia pronto a tradire il compare senza troppi ripensamenti.
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Chester MacFarland (Viggo Mortensen) è un uomo di non ben identificati affari in vacanza in Grecia, accompagnato dalla giovane moglie Colette (Kirsten Dunst). Incontrano per caso il giovane Rydal (Oscar Isaac, visto recentemente in versione barbuta in "A proposito di Davis"), americano come loro ma poliglotta e traffichino, che si offre di accompagnarli nel loro viaggio. Fino a che non arriva un investigatore privato che reclama un rimborso da parte dei clienti truffati da Chester con investimenti sbagliati. I due finiscono alle mani e ci scappa il morto e Rydal diventa, senza volerlo, complice di Chester nell'omicidio.
Nulla sarà come prima: i destini dei due saranno legati a doppio filo da una forzata convivenza perchè nessuno potrà sopravvivere senza l'altro nonostante ognuno dei due sia pronto a tradire il compare senza troppi ripensamenti. L'idea di base è interessante ma la presenza di Kirsten Dunst, conteso oggetto del desiderio stando alla sceneggiatura (ma della quale nessuno dei due protagonisti sembra davvero importare nulla), rende il triangolo criminale/amoroso davvero poco credibile. Per di più lei sembra non avere il controllo della situazione e non è bella abbastanza da rischiare la galera. Sorry Kirsten, ma avere il doppio mento a 32 anni ed essere una sex symbol sono cose incompatibili nel 2014. E allora è giusto che tu muoia prima della fine del primo tempo.
Da quel momento il film decolla: senza la zavorra isterica i due sono pronti a tirare fuori conigli dal cappello per salvarsi le penne e assistiamo al miglior quarto d'ora della pellicola, a tratti persino entusiasmante. Viggo è furbo ma Oscar pure non scherza, e senza esclusione di colpi e con la complicità della polizia la sfida tra i due giungerà al verdetto finale.
Un thriller senza pretese questo I due volti di gennaio, che ci conferma che in America c'è davvero carenza di buone idee e di validi sceneggiatori e che ci spinge a riscoprire e rivalutare il cinema nostrano o almeno quello europeo. Possibile che gli unici soggetti che hanno mercato in Italia siano la mafia, le inchieste sul malgoverno e le commedie leggere confuse e infelici che sono come la peperonata, vanno giù mentre sei in compagnia ma poi si ripropongono spietate sulla tua autostima e ti svegliano nel pieno della notte sudato, angosciato, urlando "ma che cag*** sono andato a vedere?"
E poi perchè i due volti di gennaio? Perchè non febbraio? Troppi quesiti, poche risposte. America, non sei più quella di una volta.
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andreafalci
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martedì 4 novembre 2014
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un bel film retrò alla hitchcock.
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Bel film retrò ambientato in Grecia (1962) e che per i meno giovani fa ricordare la "guerra fredda" per le circostanze e sicuramente ispirato allo stile alla Hitchcock. Ottima la fotografia, l' ambientazione e l' interpretazione. La sceneggiatura ed il soggetto è particolare, originale, ben equilibrata e intrecciata. Tutti abbiamo qualche "scheletro nell' armadio" .
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sherkat
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martedì 28 ottobre 2014
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noir grigio
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La prevedibilità é la parola chiave di questo film.
Tutto quello che potrebbe succedere a una coppia in fuga, accompagnata da un giovane bohemien, avviene puntualmente, senza colpi di scena degni di nota nè novitá stilistiche meritevoli di essere ricordate.
Lentezza è un'altra parola che dovrebbe sostituire la raffinatezza che questo fil pretende di avere.
La confessione in articulo mortis di uno dei protagonisti, risolve in modo frettoloso anche la suspence creata dal possibile coinvolgimento di un altro personaggio della vicenda.
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barone di firenze
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lunedì 27 ottobre 2014
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trhiller soft
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Erano ani che non assistevo a un trhiller con la cadenza di una commedia, con i tempi necessari a far capire allo spettatore la storia nata con un omidicio prereintenzionale e un altro addirittura colposo, nati comunque da un precedente delinquere la truffa. Virgo Mortresen è un attore molto bravo a mio parere sottostimato, il ragazzo lo avevamo già in uno strampalato cantautore pop, ma credo che la sua recitazione asciutta lo faccia apprezzare sempre di più. Daysi Bevan è la prima volta che la vedo la sua interpretazione è buona anche se in questo film è molto comprimaria. L'unico dubbio finale il ragazzo lo ha avuto o no il rapporto con la moglie del truffatore oppure è stata solo una provocazione effettuata per farlo c
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Erano ani che non assistevo a un trhiller con la cadenza di una commedia, con i tempi necessari a far capire allo spettatore la storia nata con un omidicio prereintenzionale e un altro addirittura colposo, nati comunque da un precedente delinquere la truffa. Virgo Mortresen è un attore molto bravo a mio parere sottostimato, il ragazzo lo avevamo già in uno strampalato cantautore pop, ma credo che la sua recitazione asciutta lo faccia apprezzare sempre di più. Daysi Bevan è la prima volta che la vedo la sua interpretazione è buona anche se in questo film è molto comprimaria. L'unico dubbio finale il ragazzo lo ha avuto o no il rapporto con la moglie del truffatore oppure è stata solo una provocazione effettuata per farlo cadere nella trappola mortale? (per me no)
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gianleo67
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sabato 25 ottobre 2014
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noir melodrammatico yankee in trasferta europea
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Coppia di coniugi americani in viaggio ad Atene, viene avvicinata da un giovane connazionale che fa la guida turistica e che si propone di accompagnarli in un tour per le vie della città. Inseguiti e braccati dallo spietato emissario di pericolosi clienti che l'uomo aveva truffato con spericolate operazioni finaziarie, sono costretti alla fuga, aiutati dalla giovane guida interessata tanto alle grazie della signora che alla disponibilità economica dell'uomo. Riparati a Creta e ricercati dalla polizia per l'uccisione dell'emissario, dovranno fare i conti tanto con le minacce esterne quanto con le tensioni e le rivalità sentimentali tra i due uomini, alimentati dall'atteggiamento ambiguo della bella signora.
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Coppia di coniugi americani in viaggio ad Atene, viene avvicinata da un giovane connazionale che fa la guida turistica e che si propone di accompagnarli in un tour per le vie della città. Inseguiti e braccati dallo spietato emissario di pericolosi clienti che l'uomo aveva truffato con spericolate operazioni finaziarie, sono costretti alla fuga, aiutati dalla giovane guida interessata tanto alle grazie della signora che alla disponibilità economica dell'uomo. Riparati a Creta e ricercati dalla polizia per l'uccisione dell'emissario, dovranno fare i conti tanto con le minacce esterne quanto con le tensioni e le rivalità sentimentali tra i due uomini, alimentati dall'atteggiamento ambiguo della bella signora. Finale tragico.
Come già per il remake di Minghella (da lui sceneggiato) del film di Clement e tratto dal 'Il talento di Mr. Ripley' di Patricia Highsmith, ritornano le atmosfere torbide e patinate del noir melodrammatico yankee in trasferta europea in questo 'I due volti di gennaio' che lo sceneggiatore Hossein Amini adatta, sempre dalla Highsmith, nel suo film d'esordio e già portato sul grande schermo dai tedeschi Wolfgang Storch e Gabriela Zerhau nel 1986. Se la doppia ripetizione con la comune ispirazione agli intrecci da romanzo d'appendice della celeberrima scrittrice texana dovrebbe mettere in allarme più di uno spettatore, ciò che rende l'operazione del talentuoso iraniano Hosseini particolarmente prevedibile sembra piuttosto l'approccio filologico alla scrittura cinematografica che ne ricalchi da un lato le pretestuose metafore di una ispirazione neoclassicistica al genere (il mito di Teseo, il rapporto conflittuale col padre, la concupiscenza taurina della bella 'Arianna') e dall'altro un disegno dei personaggi che resta inspiegabilmente sulla superfice delle cose, alimentando una dialettica dei sentimenti e delle pulsioni umane che si accontenta di farci fare nè più nè meno che un giretto turistico tra le rovine dell'acropoli greca o della necropoli cretese, suggerendo là che ci sono tutte le premesse per un dramma epico da 'menage a trois' e quà che queste premesse precipitano rovinosamente nell'inellutabile e tragico finale da melodramma telefonato. Se è vero che la cura per locations (tutte rigorosamente originali, perchè non si dica che si badi a spese!), la straordinaria fotografia di Marcel Zyskind, le belle musiche di Alberto Iglesias e la costruzione dell'atmosfera sembrano rispondere ad una confezione di tutto rispetto, ciò che fà difetto al film sono le sue peculiari qualità cinematografiche in cui l'ambivalenza di un registro, ironico e drammatico insieme, fa da contraltare ad uno sviluppo narrativo scontato e lacunoso e dove la costruzione della tensione è più frutto di una estemporanea abilità tecnica del regista (carrellate, stacchi, dettagli) o affidato alla presenza scenica ed alla professionalità dei suoi bravi protagonisti (Viggo Mortensen su tutti) che all'incombenza di un passato che riannoda i fili del destino sulle colpe e le debolezze dei suoi tormentati personaggi, in balia della capricciosa e insindacabile volontà di misteriose Parche tessitrici. Produce Max Minghella, figlio dell'altro Minghella cui, insieme al compianto Pollack, il regista tributa un doveroso omaggio nei titoli di coda. Gli americani,si sa, son sempre'giovani e belli'.
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drumtaps
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mercoledì 22 ottobre 2014
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godibile ma senza slancio
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Intrigante l'ambientazione e di buon livello gli attori, in un film però abbastanza piatto e privo di punte emotive.
Dialoghi per lo più scontati all'interno di una trama prevedibile.
Resta comunque un film discreto.
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pressa catozzo
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martedì 21 ottobre 2014
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i due volti della vergogna
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Ma? film confuso diretto da cani che se ne sentivano gli ululati. Montaggio pessimo . Hitchcock lasciatelo riposare in pace se lo destate prende a randellate il regista e i critici che passati al buffet hanno lodato questa indegna opera. I giudizi vanno dati da sobri . Seguito a invitare a W IL CINEMA SEMPRE anche se di certi film se ne farebbe volentieri a meno. Questo regista ha battuto il BARBA...schi nazionale.
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filippo catani
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martedì 21 ottobre 2014
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sbadigli e poco più
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Atene 1962. Una guida turistica americana trasferitosi ormai da tempo in Grecia conosce una coppia di connazionali apparentemente in vacanza. In realtà l'uomo è un truffatore inseguito da poliziotti e criminali di mezzo mondo. L'uccisione di un investigatore privato sotto gli occhi della guida avrà conseguenze imprevedibili per tutti.
Un thriller d'atmosfera tratto dall'omonimo romanzo che però non convince appieno. Una buona metà della pellicola infatti se ne va con pochi sussulti e un'azione praticamente ingessata. Nella seconda parte invece si sviluppa una storia che ha un po' dell'assurdo e sfocia in una conclusione un po' approssimativa.
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Atene 1962. Una guida turistica americana trasferitosi ormai da tempo in Grecia conosce una coppia di connazionali apparentemente in vacanza. In realtà l'uomo è un truffatore inseguito da poliziotti e criminali di mezzo mondo. L'uccisione di un investigatore privato sotto gli occhi della guida avrà conseguenze imprevedibili per tutti.
Un thriller d'atmosfera tratto dall'omonimo romanzo che però non convince appieno. Una buona metà della pellicola infatti se ne va con pochi sussulti e un'azione praticamente ingessata. Nella seconda parte invece si sviluppa una storia che ha un po' dell'assurdo e sfocia in una conclusione un po' approssimativa. Peccato perchè l'ambientazione è suggestiva e i costumi sono ottimi. Un Mortesen in grande forma non può nulla contro un Isaac decisamente fuori ruolo e una Dunst inespressiva come raramente le era capitato. Peccato perchè gli elementi per fare un bel giallo c'erano davvero tutti ma sviluppandoli così non possiamo che rimpiangere i vecchi classici di Hitchcock e Agatha Christie.
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