luigi chierico
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lunedì 13 ottobre 2014
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come una tragedia greca
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E’appena uscito ad ottobre nelle nostre sale,forse un po’ in anticipo!, “I due volti di Gennaio”, ovvero i due volti di Giano, il Giano bifronte, uno rivolto al passato e l’altro al futuro. Non peraltro la vicenda si svolge in Grecia e a Creta, partendo dagli antichi monumenti, dall’antica civiltà, ricca di tanta mitologia arrivata ai nostri giorni ancora viva e fresca. Rydal (Oscar Isaac) fa il cicerone e così subito vediamo il Partenone, poi sentiamo raccontare la storia del Minotauro che vive nel labirinto di Cnosso, di Teseo ed il filo datogli da Arianna per uscire dal labirinto. Ma la Grecia è anche la patria della Tragedia con Eschilo,Sofocle ed Euripide.Questi pochi minuti con le belle immagini mostrate anche a Chesrter MacFarlamd (Viggo Mortensen) ed alla moglie Colette (Kirsten Dunst) sono sufficienti a far intuire che ci si appresta ad assistere ad un dramma, ad una tragedia.
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E’appena uscito ad ottobre nelle nostre sale,forse un po’ in anticipo!, “I due volti di Gennaio”, ovvero i due volti di Giano, il Giano bifronte, uno rivolto al passato e l’altro al futuro. Non peraltro la vicenda si svolge in Grecia e a Creta, partendo dagli antichi monumenti, dall’antica civiltà, ricca di tanta mitologia arrivata ai nostri giorni ancora viva e fresca. Rydal (Oscar Isaac) fa il cicerone e così subito vediamo il Partenone, poi sentiamo raccontare la storia del Minotauro che vive nel labirinto di Cnosso, di Teseo ed il filo datogli da Arianna per uscire dal labirinto. Ma la Grecia è anche la patria della Tragedia con Eschilo,Sofocle ed Euripide.Questi pochi minuti con le belle immagini mostrate anche a Chesrter MacFarlamd (Viggo Mortensen) ed alla moglie Colette (Kirsten Dunst) sono sufficienti a far intuire che ci si appresta ad assistere ad un dramma, ad una tragedia. Il labirinto entro cui si aggira il bravissimo Viggo Montersen è la gelosia, e questa pure è un filo che una volta penetrato nel cuore e nella mente umana diventa corda da cui non ci si può liberare. Alla gelosia si aggiunge la paura, è il volto di Giano rivolto al passato,un passato torbido che mostra l’altra faccia di Giano rivolta ad un futuro incerto e pieno di insidie, un futuro che appare come il labirinto di Cnosso,lo stesso dove Chester, nel tentativo di liberarsi dai suoi incubi,commette due fatali errori, da cui non ne verrà più fuori. A corredo di questo bel film, la cui lettura è lasciata anche allo spettatore meno preparato ad abbinare una storia possibilmente vera del 1962, ad una fantastica collegabile alla mitologia, vi è un oggetto antico: un bracciale a due teste di serpente, che rimane al polso senza cingerlo perché le due teste non si toccano, il bracciale simbolo dell’immortalità. Tutti dichiarano eterno amore, non ti lascerò mai, sarai mia per sempre ecc. ma cosa resta poi di immortale? Così come si dimenticano le promesse d’amore, si dimenticano anche i bracciali dell’immortalità. Altro segno funesto in terra greca. Alla coppia americana MacFarlan si unisce subito Rydal, pure americano (novello Edipo che ha ucciso il padre negli affetti senza andare al suo funerale). Ancora un richiamo alla famosa tragedia di Sofocle “Edipo re”. Rydal ricorda spesso il suo passato (Giano bifronte del 20° secolo), il fato lo legherà alla coppia nel bene e nel male, nella vita e nella morte: se soltanto non avesse fatto acquistare il bracciale divenuto il pomo della discordia! Il regista ci mostra splendidamente una Grecia e Creta moderna accanto a quella antica, le strade ed i panorami sembrano appartenere ancora al passato. Interessante le riprese fotografiche quasi tutte con immagini in primo piano, non soltanto i volti, gli occhi, le labbra, ma anche un bicchiere,un cappello. Veramente originale, richiama Hitchcock. I tre interpreti sono all’altezza della loro fama, poco presente Kirsten Dunst.Il bel film appartiene al genere thriller, non è un giallo. Non è privo di sorprese, i numerosi eventi si susseguono inattesi, le ammissioni e confessioni servono ad alimentare la suspense fino al classico colpo di pistola che, come dire, accompagna Chesrter MacFarlamd e Rydal al cimitero dove verrà sepolto il bracciale dell’immortalità causa di tutti i mali,a ricordare che nulla su questa terra è immortale. Tralasciando i riferimenti del tutto personali con la mitologia,il film merita l’ottimo.chibar22@libero.it
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cristina t. chiochia
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mercoledì 1 ottobre 2014
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un trhiller letterario che diventa film
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In uscita il 9 ottobre, il film esordio di Hossein Amini (sceneggiatore di Drive) pare il sogno di un regista innamorato della storia da molti anni. E di sicuro, averlo tratto dal bel romanzo di Patricia Highsmith ( suo “Il talento di Mr Ripley”) tanto amato in gioventù, l’ha aiutato molto: la cura della fotografia, la passione per le belle inquadrature, rendono l’incontro fatale tra i tre americani, Chester (interpretato da un bravo Viggo Mortensen) e la moglie Colette (una seduttiva ma monocorde Kirsten Dunst che riprende tono recitativo attraverso il bel doppiaggio) in viaggio in un’Atene dei primi anni ’60 (quando il Partenone era ancora nella zona della classe operaia, dove le case non erano ristrutturate e le stradine erano solo sentieri di terra arida) ed il giovane americano Rydal, guida turistica improvvisata e non del tutto corretta (un Oscar Isaac all’altezza del ruolo di filibustriere che interpreta) ed amante dello scrivere, quasi un quadro del Caravaggio dove i personaggi costantemente dipendenti l’uno dall’altro, con belle luci di taglio, portano o all’inferno o al (finto) paradiso della storia.
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In uscita il 9 ottobre, il film esordio di Hossein Amini (sceneggiatore di Drive) pare il sogno di un regista innamorato della storia da molti anni. E di sicuro, averlo tratto dal bel romanzo di Patricia Highsmith ( suo “Il talento di Mr Ripley”) tanto amato in gioventù, l’ha aiutato molto: la cura della fotografia, la passione per le belle inquadrature, rendono l’incontro fatale tra i tre americani, Chester (interpretato da un bravo Viggo Mortensen) e la moglie Colette (una seduttiva ma monocorde Kirsten Dunst che riprende tono recitativo attraverso il bel doppiaggio) in viaggio in un’Atene dei primi anni ’60 (quando il Partenone era ancora nella zona della classe operaia, dove le case non erano ristrutturate e le stradine erano solo sentieri di terra arida) ed il giovane americano Rydal, guida turistica improvvisata e non del tutto corretta (un Oscar Isaac all’altezza del ruolo di filibustriere che interpreta) ed amante dello scrivere, quasi un quadro del Caravaggio dove i personaggi costantemente dipendenti l’uno dall’altro, con belle luci di taglio, portano o all’inferno o al (finto) paradiso della storia. Complice lo splendore del paesaggio, in primis il Partenone (con splendide inquadrature dal basso verso l’alto) ed il palazzo di Cnosso (con inquadrature dall’alto verso il basso).Una storia fatta di morte, tensione ed emozioni istintive, riemergendone con tutta la bellezza e la solarità dei paesaggi della Grecia, Creta e della Turchia. Da segnalare il lavoro del dress designer Steven Noble che risente un pò del fascino felliniano per la creazione dei suoi costumi: essi non vestono solo gli attori ma ne costruiscono il carattere.
Quasto viaggio tra inferno e paradiso passa attraverso la recitazione interessante e la bella presenza scenica di Viggo Mortensen e la storia del suo personaggio: truffatore incallito in fuga dall’America con la giovane moglie che si trova invischiato in un omicidio; è lui che guida questo passaggio costante tra la vita e la morte, tra la notte ed il giorno ed attraverso cui il giovane personaggio di Rydal ritrova, forse, la riappacificazione con i suoi fantasmi del passato personali. Da guardare, anche solo per curiosità
Cristina T. Chiochia
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filippo catani
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martedì 21 ottobre 2014
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sbadigli e poco più
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Atene 1962. Una guida turistica americana trasferitosi ormai da tempo in Grecia conosce una coppia di connazionali apparentemente in vacanza. In realtà l'uomo è un truffatore inseguito da poliziotti e criminali di mezzo mondo. L'uccisione di un investigatore privato sotto gli occhi della guida avrà conseguenze imprevedibili per tutti.
Un thriller d'atmosfera tratto dall'omonimo romanzo che però non convince appieno. Una buona metà della pellicola infatti se ne va con pochi sussulti e un'azione praticamente ingessata. Nella seconda parte invece si sviluppa una storia che ha un po' dell'assurdo e sfocia in una conclusione un po' approssimativa.
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Atene 1962. Una guida turistica americana trasferitosi ormai da tempo in Grecia conosce una coppia di connazionali apparentemente in vacanza. In realtà l'uomo è un truffatore inseguito da poliziotti e criminali di mezzo mondo. L'uccisione di un investigatore privato sotto gli occhi della guida avrà conseguenze imprevedibili per tutti.
Un thriller d'atmosfera tratto dall'omonimo romanzo che però non convince appieno. Una buona metà della pellicola infatti se ne va con pochi sussulti e un'azione praticamente ingessata. Nella seconda parte invece si sviluppa una storia che ha un po' dell'assurdo e sfocia in una conclusione un po' approssimativa. Peccato perchè l'ambientazione è suggestiva e i costumi sono ottimi. Un Mortesen in grande forma non può nulla contro un Isaac decisamente fuori ruolo e una Dunst inespressiva come raramente le era capitato. Peccato perchè gli elementi per fare un bel giallo c'erano davvero tutti ma sviluppandoli così non possiamo che rimpiangere i vecchi classici di Hitchcock e Agatha Christie.
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ashtray_bliss
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domenica 12 ottobre 2014
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raffinato ma debole noir per l'esordio di amini.
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The two faces of January e' probabilmente una scelta infelice per l'esordio alla regia di H. Amini, anche se e' stata una scelta indubbiamente studiata in modo che non fosse troppo "complicata" e che potesse essere realizzata in modo concreto, lucido e solido senza inciampare in lacune, come spesso accade ai neofiti registi. Purtroppo pero', anche se lodevole la scelta di realizzare un film da un'opera letteraria, che magari poteva essere una spelndida occasione per avvicinare il pubblico al romanzo della Highsmith, il risultato lascia piuttosto l'amaro in bocca, apparendo piuttosto debole e deludente.
La storia descritta infatti, sia nelle pagine della Highsmith, che nelle sequenze di Amini, appaiono piuttosto ricilate per il pubblico cinefilo di oggi.
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The two faces of January e' probabilmente una scelta infelice per l'esordio alla regia di H. Amini, anche se e' stata una scelta indubbiamente studiata in modo che non fosse troppo "complicata" e che potesse essere realizzata in modo concreto, lucido e solido senza inciampare in lacune, come spesso accade ai neofiti registi. Purtroppo pero', anche se lodevole la scelta di realizzare un film da un'opera letteraria, che magari poteva essere una spelndida occasione per avvicinare il pubblico al romanzo della Highsmith, il risultato lascia piuttosto l'amaro in bocca, apparendo piuttosto debole e deludente.
La storia descritta infatti, sia nelle pagine della Highsmith, che nelle sequenze di Amini, appaiono piuttosto ricilate per il pubblico cinefilo di oggi. Si tratta infatti di una storia vista e rivista piu' volte che poco o niente di nuovo ha da offrire allo spettatore, se non un intrattenimento piuttosto vuoto che non riesce nemmeno ad attirare una nuova fetta di pubblico alla scoperta dei romanzi dell'autrice americana.
Nemmeno la scelta delle location appare attraente o giovare di un certo "relancio". La Grecia infatti come Paese ha un solido patrimonio storico e culturale, oltre che pesaggistico e attrazionistico e non deve di certo aspettare di farsi conoscere servendo da background in una pellicola cinematografica (di debole rilievo). Punto notevole del film e' che comunque evita di cadere nella trappola della rappresentazione stereotipata del popolo ellenico o dei suoi usi e costumi. Bella la fotografia, dunque, degli squarci di paesaggi Greci, dal Partenone, al mercato delle pulci di Atene (ancora oggi esistente nel cuore di Monastiraki), passando per i vicoli delle citta' di Creta (presenti in quasi tutte le isole greche) finendo con la natura selvaggia e arida di Creta nelle sue aree isolate e rurali nelle quali si inoltrano i nostri protagonisti.
Ma tolto lo strato della funzionante e bella location, resta ben poco della storia che possa coinvolgere lo spettatore: Solita coppia di ricchi americani truffatori, solito triangolo amoroso che finisce male, solito finale prevedibile sin dalle prime sequenze.
Niente di nuovo sul fronte occidentale, tanto per parafrasare un altro cult letterario e cinematografico (l'originale non il remake TV), al di fuori di elementi gia' riciclati che non riecono piu' a colpire, tantomeno a coinvolgere lo spettatore, anzi, risultano abbastanza noiosi e pesanti da seguire, appunto perche' non apportano alcuna originalita' nella loro trama. E purtroppo la stessa cosa succede dopo appena 20 minuti dall'inizio del film.
Bravi gli attori, indubbiamente bravo Mortensen anche se surclassato dal piu' espressivo e attivo Isaac che risulta, forse suo malgrado, ad essere il personaggio principale che si conquista la simpatia degli spettatori nonostante il suo doppiogiochismo e le sue sfumature caratteriali da autentico villain. Molto meno incisiva Kirsten Dunst, un po' insolita in un ruolo di donna-oggetto e ben poco dinamica, nel senso che la sua parte, anche se cruciale per legare i tasselli della trama tra loro e consolidare il rapporto tra Chester e Rydal (uniti prima dall'amore e dopo dalla colpa per la morte di lei) risulta comunque poco incisiva e alquanto negativamente marcata (anche se tutti i personaggi intricati appaiono cosi). Colette, risulta comunque un personaggio passivo -vive completamente a spese del marito-, si rende complice dei crimini/truffe commesse dal coniuge ed e; piuttosto avida -ha la passione di oggetti preziosi etc.-. Dulcis in fundo, appare come una donna decisamente debole caratterialmente e molto confusa, indecisa se lasciarsi andare in una relazione col giovane Reydal dal quale e' attratta o restare legata al marito complice dei crimini commessi da quest'ultimo, ma anche della vita agiata che si permette di condurre a suo fianco. Infine, una lite scaturita dalla gelosia e dalla rabbia costera' la vita di lei, ma leghera' inesorabilmente la controparte maschile. Ognuno conosce le colpe dell'altro, ognuno tiene una parte del coltello dal manico pronto a pugnalare l'altro. La truffa, il crimine, la colpa sono i fattori che legano i due uomini ne che porteranno a consolidare un legame forte, quasi affettuoso e paterno nei confronti l'uno dell'altro. Sino ad arrivare alla resa dei conti finale.
I due volti di Gennaio risulta essere cosi un film piuttosto lento, noioso, senza ombra di suspence o tensione al suo interno. In definitiva e' una pellicola che scorre via lentamente, senza lasciare mai il segno o incalzare un ritmo narrativo piu' veloce o coinvolgente. Vanta indiscutibilmente di un ottimo cast di alto livello, che tuttavia non riesce a rendere piu' interessante la trama nella quale si muove. Belle le location, la scenografia e la ricostruzione storica dell'epoca ma resta un prodotto mediocre e poco incisivo. Molto raffinato e curato nei dettagli ma povero di sostanza e di una identita' vera e propria.
Mediocre.
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eugenio
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venerdì 10 ottobre 2014
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thriller alla highsmith
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Realizzare un thriller tratto da un romanzo famoso è sempre scelta rischiosa. Se poi l’autrice è Patricia Highsmith, si capisce di confrontarsi con una sfida non comune specie per un neofita alla regia.
Già Hitchcock in passato ebbe delle turbolenti questioni nell’adattare il romanzo della giallista americana “Sconosciuti in treno” in quello che sarebbe divenuto “L’altro uomo” con stravolgimenti non indifferenti nella sceneggiatura e nel finale adoperati da regista al fine di evitare il pagamento dei diritti alla scrittrice con conseguenti questioni legali che resero difficile la stessa elaborazione di film tra battaglie in tribunali e quant’altro.
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Realizzare un thriller tratto da un romanzo famoso è sempre scelta rischiosa. Se poi l’autrice è Patricia Highsmith, si capisce di confrontarsi con una sfida non comune specie per un neofita alla regia.
Già Hitchcock in passato ebbe delle turbolenti questioni nell’adattare il romanzo della giallista americana “Sconosciuti in treno” in quello che sarebbe divenuto “L’altro uomo” con stravolgimenti non indifferenti nella sceneggiatura e nel finale adoperati da regista al fine di evitare il pagamento dei diritti alla scrittrice con conseguenti questioni legali che resero difficile la stessa elaborazione di film tra battaglie in tribunali e quant’altro.
Non siamo a questi livelli e per fortuna ma Hossein Amini ( già sceneggiatore di Drive) di sicuro convola a nozze col romanzo I due volti di gennaio imbastendo con l’aiuto di un riuscito cast, un degno adattamento del bel romanzo sfruttando una fotografia sicura che fa ampio uso di belle inquadrature psicologicamente strutturato nella tensione narrativa crescente.
Come in tutti i thriller, c’è una vicenda sporca alle spalle: due americani, una coppia borghese, Chester (interpretato da un bravo Viggo Mortensen) e la moglie Colette (una convincente Kirsten Dunst doppiata dalla “storica” Domitilla d’Amico) sono in vacanza nella splendida Atene dei primi anni ‘60. Tra il tempio di Giunone, l’acropoli e il Partenone, nel cumulo desertico di polvere e solleone delle strade aride prive degli elementi ornamentali odierni, si imbattono casualmente durante il tour turistico in un’affabile guida americana, Rydal (un Oscar Isaac monocorde non all’altezza del suo passato coi fratelli Coen ma sufficientemente all’altezza del ruolo che interpreta). Ne scatta una conversazione, poi un reciproco intendimento ed infine un’apparente amicizia.
Apparente appunto perchè tutti sono in realtà il contrario di ciò che affermano come si vede sin dalle prime inquadrature (e si legge nella prima decina di pagine). Il ragazzo altro non è che un filibustiere tira a campare che usa i suoi trucchi come specchietto per le allodole per i turisti scucendo agli ignari stolti denaro, Chester è un Ryder all’ennesima potenza: un truffatore dai molti lati oscuri, coinvolto in investimenti poco chiari con facoltosi clienti (di cui anche malavitosi) ai quali, inutile negarlo, consiglia scelte volutamente rischiose per intascarsi la percentuale. Colette è il punto comune del triangolo: civetta col primo pur essendo sposata col secondo e non è indifferente al fascino maligno del denaro.
A complicare le cose ci si mette un detective privato incaricato di riscuotere il denaro illecitamente sottratto ai “clienti” di Chester. Ne nasce una lite, il detective è colpito a morte, la copertura salta. Per pura fatalità, Rydal assiste in parte all’omicidio, comprende la natura dei suoi “facoltosi” amici, è convinto da Chester ad essere aiutato per la fuga.
Questa la premessa, appena quindici minuti. Lo sviluppo avviene dopo, nella corsa disperata del trio da Atene a Creta per reperire i passaporti falsi sino alla Turchia e ad un orizzonte che gli permetta di essere dimenticati dalla polizia inevitabilmente sulle loro tracce. Sarebbe poi scontato aggiungere l’attrazione provata da Rydal per Colette che complicherà pesantemente i legami già fragili del terzetto.
Lui, lei l’altro con in mezzo un omicidio, una truffa e lo splendido paesaggio mediterraneo. Hossini sfrutta le abilità recitative dei due focal point (Viggo Mortensen e Oscar Isaac i due complementary opposites) per sviluppare una trama decisamente affascinante (pur se convenzionale) con belle luci e azzeccate inquadrature che alternano “l’Unesco della Grecia “ ai ravvicinati profili dei protagonisti pronti a esplodere come micce innescate. Il risultato è un viaggio che copre l’ora e mezza del film, un cammino perturbato, decadente, fatto di intrighi e violenze, di amore e di morte verso l’inevitabile abisso cui il trio sprofonderà senza ritorno. Tutto già scritto, tutto noto nella filmografia. C’è però il coraggio di un giovane regista amante della letteratura gialla a non espaserare una vicenda tensiva sin dall’inizio, cogliendo l’interessante lato psicologico di Chester, della sua lotta contro i demoni interiori, del confronto col “rivale” Rydal.Mezza stella in più per l’impegno.
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j kudo
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venerdì 28 agosto 2015
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i due volti del film
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Film elegante e raffinato con ambiantazione di eccezione , immergendoci nella bellissima Grecia. Il thriller, adattamento del romanzo scritto dalla Highsmith e diretto da Amini , poggia soprattutto su questa accuratezza anche se la trama risulta un pò prevedibile per essere appunto un noir . Il film segue la fuga di una coppia di americani , Chester e Colette ,per via degli inganni di cui si è macchiato il primo ,che si incrocia sulla via del giovane Rydal , anch'egli americano , guida e truffatore per ingenui turisti, in susseguirsi di scelte sbagliate , tensioni e gelosie . Gli attori si immedesimano perfettamente nella loro parte , il cast gode della presenza dell'ottimo Viggo Mortensen e della bella Kirsten Dunst , anche se vorrei sottolineare anche la performance di Oscar Isaac .
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Film elegante e raffinato con ambiantazione di eccezione , immergendoci nella bellissima Grecia. Il thriller, adattamento del romanzo scritto dalla Highsmith e diretto da Amini , poggia soprattutto su questa accuratezza anche se la trama risulta un pò prevedibile per essere appunto un noir . Il film segue la fuga di una coppia di americani , Chester e Colette ,per via degli inganni di cui si è macchiato il primo ,che si incrocia sulla via del giovane Rydal , anch'egli americano , guida e truffatore per ingenui turisti, in susseguirsi di scelte sbagliate , tensioni e gelosie . Gli attori si immedesimano perfettamente nella loro parte , il cast gode della presenza dell'ottimo Viggo Mortensen e della bella Kirsten Dunst , anche se vorrei sottolineare anche la performance di Oscar Isaac .Film che ti affascina molto ma non ti sorprende abbastanza .
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gianleo67
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sabato 25 ottobre 2014
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noir melodrammatico yankee in trasferta europea
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Coppia di coniugi americani in viaggio ad Atene, viene avvicinata da un giovane connazionale che fa la guida turistica e che si propone di accompagnarli in un tour per le vie della città. Inseguiti e braccati dallo spietato emissario di pericolosi clienti che l'uomo aveva truffato con spericolate operazioni finaziarie, sono costretti alla fuga, aiutati dalla giovane guida interessata tanto alle grazie della signora che alla disponibilità economica dell'uomo. Riparati a Creta e ricercati dalla polizia per l'uccisione dell'emissario, dovranno fare i conti tanto con le minacce esterne quanto con le tensioni e le rivalità sentimentali tra i due uomini, alimentati dall'atteggiamento ambiguo della bella signora.
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Coppia di coniugi americani in viaggio ad Atene, viene avvicinata da un giovane connazionale che fa la guida turistica e che si propone di accompagnarli in un tour per le vie della città. Inseguiti e braccati dallo spietato emissario di pericolosi clienti che l'uomo aveva truffato con spericolate operazioni finaziarie, sono costretti alla fuga, aiutati dalla giovane guida interessata tanto alle grazie della signora che alla disponibilità economica dell'uomo. Riparati a Creta e ricercati dalla polizia per l'uccisione dell'emissario, dovranno fare i conti tanto con le minacce esterne quanto con le tensioni e le rivalità sentimentali tra i due uomini, alimentati dall'atteggiamento ambiguo della bella signora. Finale tragico.
Come già per il remake di Minghella (da lui sceneggiato) del film di Clement e tratto dal 'Il talento di Mr. Ripley' di Patricia Highsmith, ritornano le atmosfere torbide e patinate del noir melodrammatico yankee in trasferta europea in questo 'I due volti di gennaio' che lo sceneggiatore Hossein Amini adatta, sempre dalla Highsmith, nel suo film d'esordio e già portato sul grande schermo dai tedeschi Wolfgang Storch e Gabriela Zerhau nel 1986. Se la doppia ripetizione con la comune ispirazione agli intrecci da romanzo d'appendice della celeberrima scrittrice texana dovrebbe mettere in allarme più di uno spettatore, ciò che rende l'operazione del talentuoso iraniano Hosseini particolarmente prevedibile sembra piuttosto l'approccio filologico alla scrittura cinematografica che ne ricalchi da un lato le pretestuose metafore di una ispirazione neoclassicistica al genere (il mito di Teseo, il rapporto conflittuale col padre, la concupiscenza taurina della bella 'Arianna') e dall'altro un disegno dei personaggi che resta inspiegabilmente sulla superfice delle cose, alimentando una dialettica dei sentimenti e delle pulsioni umane che si accontenta di farci fare nè più nè meno che un giretto turistico tra le rovine dell'acropoli greca o della necropoli cretese, suggerendo là che ci sono tutte le premesse per un dramma epico da 'menage a trois' e quà che queste premesse precipitano rovinosamente nell'inellutabile e tragico finale da melodramma telefonato. Se è vero che la cura per locations (tutte rigorosamente originali, perchè non si dica che si badi a spese!), la straordinaria fotografia di Marcel Zyskind, le belle musiche di Alberto Iglesias e la costruzione dell'atmosfera sembrano rispondere ad una confezione di tutto rispetto, ciò che fà difetto al film sono le sue peculiari qualità cinematografiche in cui l'ambivalenza di un registro, ironico e drammatico insieme, fa da contraltare ad uno sviluppo narrativo scontato e lacunoso e dove la costruzione della tensione è più frutto di una estemporanea abilità tecnica del regista (carrellate, stacchi, dettagli) o affidato alla presenza scenica ed alla professionalità dei suoi bravi protagonisti (Viggo Mortensen su tutti) che all'incombenza di un passato che riannoda i fili del destino sulle colpe e le debolezze dei suoi tormentati personaggi, in balia della capricciosa e insindacabile volontà di misteriose Parche tessitrici. Produce Max Minghella, figlio dell'altro Minghella cui, insieme al compianto Pollack, il regista tributa un doveroso omaggio nei titoli di coda. Gli americani,si sa, son sempre'giovani e belli'.
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alexander 1986
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domenica 15 febbraio 2015
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atene senza ombre né mistero
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Atene, 1962. Chester (Viggo Mortensen) e la giovane moglie Colette (Kirsten Dunst) sembrano una coppia più europea che americana: ricchi e colti, fanno della Grecia la prima tappa di un tour nel Vecchio Continente. Ma il loro benessere poggia su basi poco solide e i due ne dovranno pagare le conseguenze. Con il coinvolgimento inaspettato di Rydal (Oscar Isaac), giovane americano che si guadagna da vivere con lavoretti e piccoli espedienti.
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ma non si direbbe. L'esordiente regista Amini sembra preoccupato dal conferire alla sua pellicola più un'aura (ben riuscita) di eleganza retrò che gli elementi basilari del thriller. E manca del tutto di valorizzare alcune delle chiavi di lettura offerte dalla sua fonte: fra tutte, il malcelato conflitto edipico fra i protagonisti maschili; il quale avrebbe dovuto essere la colonna portante della storia e dare significato a tanti degli eventi narrati.
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Atene, 1962. Chester (Viggo Mortensen) e la giovane moglie Colette (Kirsten Dunst) sembrano una coppia più europea che americana: ricchi e colti, fanno della Grecia la prima tappa di un tour nel Vecchio Continente. Ma il loro benessere poggia su basi poco solide e i due ne dovranno pagare le conseguenze. Con il coinvolgimento inaspettato di Rydal (Oscar Isaac), giovane americano che si guadagna da vivere con lavoretti e piccoli espedienti.
Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ma non si direbbe. L'esordiente regista Amini sembra preoccupato dal conferire alla sua pellicola più un'aura (ben riuscita) di eleganza retrò che gli elementi basilari del thriller. E manca del tutto di valorizzare alcune delle chiavi di lettura offerte dalla sua fonte: fra tutte, il malcelato conflitto edipico fra i protagonisti maschili; il quale avrebbe dovuto essere la colonna portante della storia e dare significato a tanti degli eventi narrati. Mortensen decisamente bravo, riesce a dare al suo personaggio una profondità di sfaccettature impossibile per i suoi più giovani colleghi. E il contrasto si sente sin troppo.
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lucinda
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lunedì 13 ottobre 2014
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non ci siamo
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C'è l'ambientazione, ci sono gli attori, ma i dialoghi sono inconsistenti e spiegano poco o dicono banalità, ma anche le facce non sono convincenti, il marito geloso sembra più che altro un ubriacone sciocco, e non un losco individuo, gli altri due, moglie e complice gliela fanno sotto il naso o no?Insomma,non c'è il brivido,l'imprevisto,i colpi di scena sembrano più che altro colpi di testa, pure poco motivati,contraddittori. Perla del film è la presenza sui muri di Cnosso del celebre affresco del salto del toro, che nel 1962, anno in cui si svolge la vicenda, era già da un pezzo nel museo di Heraklion! La regia fa acqua, attori abbastanza sprecati, molto deludente.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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un thriller elegante e sofisticato
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Atene, 1962. Chester e Colette MacFarland sono due americani che hanno deciso di visitare tutta l’Europa nel tentativo di depistare la polizia che sta indagando sugli affari tutt’altro che puliti dell’uomo. Durante la loro permanenza ad Atene, un detective privato ingaggiato da alcune vittime del truffatore riesce ad individuare le tracce della coppia, ma perde la vita a seguito di una colluttazione con Chester. Privi di passaporti e di documenti, i coniugi MacFarland sono costretti a fuggire ancora, cercando il modo di farsi una nuova identità. Soli, in un paese di cui non conoscono neanche la lingua, si rivolgono a Rydal, una giovane guida statunitense che da anni vive in Grecia e si mantiene mettendo in scena piccole truffe ai danni dei turisti.
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Atene, 1962. Chester e Colette MacFarland sono due americani che hanno deciso di visitare tutta l’Europa nel tentativo di depistare la polizia che sta indagando sugli affari tutt’altro che puliti dell’uomo. Durante la loro permanenza ad Atene, un detective privato ingaggiato da alcune vittime del truffatore riesce ad individuare le tracce della coppia, ma perde la vita a seguito di una colluttazione con Chester. Privi di passaporti e di documenti, i coniugi MacFarland sono costretti a fuggire ancora, cercando il modo di farsi una nuova identità. Soli, in un paese di cui non conoscono neanche la lingua, si rivolgono a Rydal, una giovane guida statunitense che da anni vive in Grecia e si mantiene mettendo in scena piccole truffe ai danni dei turisti. Da questo momento sarà un susseguirsi di intrighi, bugie e passioni che porteranno ad un epilogo per niente scontato.
Questa la trama de “I due volti di gennaio”, tratto dall’omonimo libro di Patricia Highsmith ed opera prima di Hossein Amini, con protagonisti Kirsten Dunst, Oscar Isaac e Viggo Mortensen.
Quello di Hossein è un film caldo e passionale e allo stesso tempo un thriller ricco di suspense, nonostante la presenza qua e là di scene un po’ troppo lente.
Il sole, le rovine e le piccole stradine greche sono la sceneggiatura naturale perfetta per questa storia in cui si intrecciano sentimenti contrastanti.
La scelta migliore di Hossen è sicuramente quella del cast. Kirsten Dunst nel ruolo della signora MacFrland è perfetta, la sua interpretazione è elegante e mai eccessiva, un’autentica lady anni ’60. Interessante è anche l’interpretazione di Chester affidata al poliedrico artista Viggo Mortensen, il quale riesce a rendere con maestria la complessità del suo personaggio, un truffatore invaso da mille paure e rimorsi, che emergono soprattutto nel suo rapporto con Rydal, interpretato egregiamente dall’attore guatemalteco Oscar Isaac.
“I due volti di gennaio” è un noir d’altri tempi, una storia sofisticata e frustrante al tempo stesso, un film che non delude alcuna aspettativa.
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