The Look of Silence

L'orrore in Indonesia

Un verso di "la religione del mio tempo" di Pasolini, mentre aspettiamo di vedere la prossima settimana il film di Abel Ferrara, dice: «sono buono come un pazzo». Quanto è cattivo, abnorme e mostruoso, il carnefice indonesiano che ha partecipato allo sterminio impunito di un milione di persone, ammettendo: «Raccoglievo in un bicchiere il loro sangue e lo bevevo, per non diventare pazzo e non finire sugli alberi a pregare». Unico documentario in concorso (ricordiamo che l'anno scorso un doc italiano ha vinto il Leone d'oro) "The look of silence", che qui vien bene anche tradurre con "il look del silenzio' per quanto è d'agghiacciante uniformità l'omertà di un'intera nazione fino a oggi, è la seconda parte (dopo 'The act of killing") del lungo lavoro del texano Joshua Oppenheimer sull'assassinio di contadini; militari, parlamentari, donne, anziani del partito comunista e dei suoi simpatizzanti nell'arcipelago-stato, da1 1965 guidato dal dittatore Suharto, sostenuto dagli Stati Uniti di Johnson. [...]

di Silvio Danese, articolo completo (1753 caratteri spazi inclusi) su Quotidiano Nazionale 29 agosto 2014