Kreuzweg - Le stazioni della fede |
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Un film di Dietrich Brüggemann.
Con Lea Van Acken, Franziska Weisz, Florian Stetter, Lucie Aron.
continua»
Titolo originale Kreuzweg.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 107 min.
- Germania 2014.
- Satine Film
uscita giovedì 29 ottobre 2015.
MYMONETRO
Kreuzweg - Le stazioni della fede
valutazione media:
3,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UN FILM CHE FERMENTAdi NERONE BIANCHIFeedback: 4751 | altri commenti e recensioni di NERONE BIANCHI |
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venerdì 27 novembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'architettura del film è davvero molto bella, denota la mano profonda di chi l'ha disegnata. Le vicende di un'adolescente vittima di uno dei tanti fondamentalismi, in questo caso quello cattolico, viene raccontata attraverso le 14 stazioni della Via Crucis, e le similitudini, man mano che il film va avanti, diventano davvero inquietanti. Impressiona la bravura della protagonista, una ragazzina credo di quindici anni, ma tutto il cast è perfettamente nei ruoli. La vicenda è significativa e ci mette di fronte alla violenza del pensiero unico, ai suoi devastanti effetti soprattutto quando impattano il mondo dei più giovani. La scelta di girare il film attraverso inquadrature fisse si rivela però un boomerang spaventoso. All'inizio si apprezza la particolarità di questa soluzione, se ne avverte la forza narrativa, la prima stazione è davvero impressionante, dieci minuti di macchina da presa fissa, un tavolo, un prete che parla e dei ragazzi che ascoltano. Poi il gioco si ripete e si capisce che andrà avanti sempre così. Quando una cosa diventa prevedibile perde istantaneamente la sua capacità di attrazione e il film sbanda paurosamente. Il pubblico sa che i quadri saranno 14, comincia a contarli, è sgomento, la scena della confessione da il colpo di grazia. Poi si avverte qualche piccolo smottamento, la camera regala millimetrici movimenti, si respira, la storia riprende quota e si arriva alla fine. E' comunque uno di quei film che fermentano e resistono ai giorni che passano.
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