marco petrini
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venerdì 31 luglio 2015
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ma esisto?
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Per passare un'ora e mezzo piacevolmente. Paola Cortellesi recita in una alternanza di alti e bassi, così Raul Bova; del resto il film fa lo stesso, alterna buoni momenti a momenti di stanchezza; l'idea è carina, ma forse non del tutto espressa. Comunque gradevole, anche se si poteva fare meglio.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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lla ricerca di un lavoro porta a scelte folli
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Serena Bruno proviene da un paesino in Abruzzo e si è laureata in architettura col massimo dei voti, ha conseguito un master e parla fluentemente in più lingue. Dopo un periodo di successi lavorativi all’estero, decide di tornare in Italia, con la speranza di poter vivere nel Paese che tanto ama. Giunta a Roma, inizia la sua disperata ricerca di un lavoro, il che la porterà ad una scelta estrema: farsi passare per quello che tutti gli altri si aspettano da lei, un uomo! O così sembra.
Intanto conosce Francesco, un uomo intelligente e affascinante, titolare di un locale, il suo compagno ideale ma, sfortunatamente per lei, omosessuale.
Nonostante ciò, tra i due nasce un’amicizia sincera che li porterà a condividere segreti e bugie per raggiungere i propri obiettivi.
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Serena Bruno proviene da un paesino in Abruzzo e si è laureata in architettura col massimo dei voti, ha conseguito un master e parla fluentemente in più lingue. Dopo un periodo di successi lavorativi all’estero, decide di tornare in Italia, con la speranza di poter vivere nel Paese che tanto ama. Giunta a Roma, inizia la sua disperata ricerca di un lavoro, il che la porterà ad una scelta estrema: farsi passare per quello che tutti gli altri si aspettano da lei, un uomo! O così sembra.
Intanto conosce Francesco, un uomo intelligente e affascinante, titolare di un locale, il suo compagno ideale ma, sfortunatamente per lei, omosessuale.
Nonostante ciò, tra i due nasce un’amicizia sincera che li porterà a condividere segreti e bugie per raggiungere i propri obiettivi.
Dopo “Un boss in salotto” e “Sotto una buona stella”, Paola Cortellesi torna al cinema al fianco di Raul Bova in “Scusate se esisto”, diretto dal regista Riccardo Milani.
Nonostante la trama sia riciclata da una serie di pellicole precedenti, Milani è in grado di rendere il racconto pertinente alla realtà italiana, mostrando ancora una volta come il nostro non sia un Paese per giovani e, soprattutto, per le donne, che troppo spesso sono costrette a confrontarsi con una mentalità maschilista e tutt’altro che meritocratica.
Amareggiante è, inoltre, l’entrata in scena della segretaria tuttofare, totalmente asservita al suo capo, interpretata da Lunetta Savino, che rappresenta una delle situazioni più cupe del film.
Se la storia e il personaggio di Serena (Paola Cortellesi) rendono la pellicola interessante e piacevolmente complessa, è l’entrata in scena di Francesco (interpretato da Raul Bova) a far crollare il film del baratro della banalità. La superficialità con la quale viene trattato il tema dell’omosessualità, fanno perdere al film quell’intelligente ironia che fino a quel punto l’aveva caratterizzato.
“Scusate se esisto” sarebbe potuta essere una commedia brillante se non si fosse sentita l’esigenza di rovinarla con i soliti cliché di cui il nostro cinema ha ormai fatto indigestione.
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giorgio47
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martedì 3 febbraio 2015
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piccola perla nel mare dello squallore
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Scusate ma sembra veramente un miracolo, un film italiano intelligente, simpatico non volgare. Era da tempo che non mi capitava di vedere un film italiano che non parlasse dei soliti benestanti, un po' volgari e stupidi in storielle veramente sciocche e senza nessuna fantasia. Ed invece ecco un film, con una bravissima Cortellesi affiancata da un Bova che fa benissimo la sua parte e con attori di contorno a loro agio nelle rispettive parti. Un film che tratta, anche se apparentemente in maniera leggera, tutta una serie di problemi della nostra società. La crisi, la mancanza di lavoro, lo sfruttamento, l'aspetto maschilista e spesso volgare della nostra società la corruzione sbandierata alla luce del giorno e la purtroppo assuefazione a tali malcostumi.
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Scusate ma sembra veramente un miracolo, un film italiano intelligente, simpatico non volgare. Era da tempo che non mi capitava di vedere un film italiano che non parlasse dei soliti benestanti, un po' volgari e stupidi in storielle veramente sciocche e senza nessuna fantasia. Ed invece ecco un film, con una bravissima Cortellesi affiancata da un Bova che fa benissimo la sua parte e con attori di contorno a loro agio nelle rispettive parti. Un film che tratta, anche se apparentemente in maniera leggera, tutta una serie di problemi della nostra società. La crisi, la mancanza di lavoro, lo sfruttamento, l'aspetto maschilista e spesso volgare della nostra società la corruzione sbandierata alla luce del giorno e la purtroppo assuefazione a tali malcostumi. Un film anche coraggioso perché invece di vedere le solite ville dei borghesi che ormai riempiono le nostre vuote pellicole, mette in scena Corviale un quartiere degradato che la cinematografia ignora. Insomma una piccola perla nello squallore della nostra produzione!
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pier delmonte
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martedì 27 gennaio 2015
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non perfetto ma ottimo
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Capolavoro a meta’, capolavoro per la storia, semplicemente fantastica, a meta’ perche’ ci sono delle cadute di stile insopportabili (vedi incursioni omosessuali), perdoniamo il regista Milani, tanto certe scenette e sfumature erano li’ per ragioni di copione o botteghino, perdoniamo la Cortellesi (in questo film e’ bellissima e in coppia con Bova e’ perfetta), perdoniamo l’architetto Guendalina Salimei (ma il progetto poi come e’ andato?). comunque, ScusateSeInsisto, un capolavoro, anche se a meta’, va visto!
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ultimoboyscout
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venerdì 23 gennaio 2015
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serena/bruno.
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Serena è un architetto di grandissimo talento che dopo aver lavorato con grande profitto all'estero decide di tornare nell'amata Italia, causando l'ironia dei colleghi. Ovviamente l'Italia si rivelerà più amara che amata e una volta rientrata le cose non andranno per il verso sognato. Serena si vedrà costretta ad affrontare situazioni paradossali e la bizzarra amicizia con un uomo affascinante e molto sensibile, finendo scaraventata nel suo mondo. Si ricompone la coppia Cortellesi-Bova, dopo il successo di "Nessuno mi può giudicare", coi due costretti a condividere segreti e inganni, supportati da bravissimi comprimari e caratteristi e da un regista capace di muoversi sul terreno della commedia leggerissima e svalvolata, costruita su una bugia "lodevole" e quindi sostenibile.
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Serena è un architetto di grandissimo talento che dopo aver lavorato con grande profitto all'estero decide di tornare nell'amata Italia, causando l'ironia dei colleghi. Ovviamente l'Italia si rivelerà più amara che amata e una volta rientrata le cose non andranno per il verso sognato. Serena si vedrà costretta ad affrontare situazioni paradossali e la bizzarra amicizia con un uomo affascinante e molto sensibile, finendo scaraventata nel suo mondo. Si ricompone la coppia Cortellesi-Bova, dopo il successo di "Nessuno mi può giudicare", coi due costretti a condividere segreti e inganni, supportati da bravissimi comprimari e caratteristi e da un regista capace di muoversi sul terreno della commedia leggerissima e svalvolata, costruita su una bugia "lodevole" e quindi sostenibile. Il film racconta con ironia e leggerezza una stortura tipica dei nostri giorni, ovvero il dover fingere di essere qualcun altro o nascondere qualcosa per poter raggiungere i propri obiettivi. La Cortellesi, moglie del regista Milani, è impegnata non solo davanti alla macchina da presa ma, per la prima volta, anche come sceneggiatrice in questa commedia gradevole dalla "doppia" personalità che si regge su una trama attuale, su due protagonisti affiatati e sulla storia vera dell'architetto Guendalina Salimei che voleva fare del Corviale un posto vivibile e bellissimo. Pellicola, come detto, carina, piacevole, tutto sommato riuscita e al passo coi tempi ma i personaggi appaiono troppo puliti e privi di un'anima vera e agli stessi si finisce per non credere. Il regista poi svia troppo da quella che era l'idea iniziale finendo per annacquare il tutto.
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cristelsereni
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sabato 13 dicembre 2014
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colpita
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Piacevolmente sorpresa da quanto questo film mi sia piaciuto, scelto per un'ammirazione nei confronti dell'attrice Paola Cortellesi, ma la cui trama mi ha poi realmente stupito, colpito nei temi affrontati e nei modi trattati. Meraviglioso e meravigliosi tutti gli attori che hanno interpretato veramente bene.. Complimenti!
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criticopolis
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venerdì 12 dicembre 2014
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scusate la cagata
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GIUDIZIO ANALITICO: il cinema italiano è ormai da decenni prigioniero di un minimalismo non ascrivibile unicamente ala mancanza di fondi ma soprattutto dovuto ad una impressionante carenza di contenuti. E' una sequela interminabile di filmetti, commediole prive di pretese, che finiscono nel dimenticatoio in tempi brevissimi. Quel po' di talento presente nei singoli attori viene cannibalizzato dal nulla imperante nelle sceneggiature e nella montagna di stereotipi. I personaggi sono cliches senz'anima, figure idealtipiche. La prevedibilità delle situazioni è totale.
Scusate se esisto" tenta disperatamente di arginare almeno in parte questa tendenza, anche se non evita di sciorinare le solite macchiette: Imperdonabile quella del gay (aleggia il fantasma de "Il Vizietto"), quella della zia"arzdora" abruzzese ignorantona, totalmente inverosimile il peronaggio di Raoul Bova, fotomodello-ristoratore, Quel Raoul Bova, di cui non si può negare l'impegno, per carità, e il "coraggio" di provare ruoli variegati, ma ennesimo esempio dell'incessante, inutile ricerca da parte dei produttori, del bellone che sappia anche recitare BENE, e non soltanto così così.
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GIUDIZIO ANALITICO: il cinema italiano è ormai da decenni prigioniero di un minimalismo non ascrivibile unicamente ala mancanza di fondi ma soprattutto dovuto ad una impressionante carenza di contenuti. E' una sequela interminabile di filmetti, commediole prive di pretese, che finiscono nel dimenticatoio in tempi brevissimi. Quel po' di talento presente nei singoli attori viene cannibalizzato dal nulla imperante nelle sceneggiature e nella montagna di stereotipi. I personaggi sono cliches senz'anima, figure idealtipiche. La prevedibilità delle situazioni è totale.
Scusate se esisto" tenta disperatamente di arginare almeno in parte questa tendenza, anche se non evita di sciorinare le solite macchiette: Imperdonabile quella del gay (aleggia il fantasma de "Il Vizietto"), quella della zia"arzdora" abruzzese ignorantona, totalmente inverosimile il peronaggio di Raoul Bova, fotomodello-ristoratore, Quel Raoul Bova, di cui non si può negare l'impegno, per carità, e il "coraggio" di provare ruoli variegati, ma ennesimo esempio dell'incessante, inutile ricerca da parte dei produttori, del bellone che sappia anche recitare BENE, e non soltanto così così.Vi è però un tentativo, possiamo dire quasi encomiabile, di innestare anche una denuncia sociale,una critica agli speculatori edilizi, ma tutto si stempera nll'innocua atmosfera da commedia all'italiota.
GIUDIZIO SINTETICO: SCUSATE LA CAGATA (CHE ESISTE)
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[+] la percentuale dei disaccordi parla chiaro...
(di romifran)
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petri
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lunedì 8 dicembre 2014
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solita robba
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Solito filmetto farcito di luoghi comuni.
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romifran
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domenica 7 dicembre 2014
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l'insostenibile imbarazzo dell'essere donna
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Deliziosa Paola Cortellesi in una delle sue migliori interpretazioni, sempre spontanea, sia quando parla in abruzzese con la zia ruspante, sia quando parla lingue diverse con assoluta naturalezza. Essere una donna in carriera non è facile; esserlo con una buona quota di "provincialismo" alle spalle è quasi impossibile. Infatti il film si apre sull'incomprensione "cronica" dei suoi talenti. Io ho sorriso, ho riso di gusto e mi sono anche commossa. Ne viene fuori il ritratto di una ragazza dei nostri giorni, con lo spettro della maternità "negata" alle spalle, perchè fare figli è sempre un impedimento alla carriera e al successo.
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Deliziosa Paola Cortellesi in una delle sue migliori interpretazioni, sempre spontanea, sia quando parla in abruzzese con la zia ruspante, sia quando parla lingue diverse con assoluta naturalezza. Essere una donna in carriera non è facile; esserlo con una buona quota di "provincialismo" alle spalle è quasi impossibile. Infatti il film si apre sull'incomprensione "cronica" dei suoi talenti. Io ho sorriso, ho riso di gusto e mi sono anche commossa. Ne viene fuori il ritratto di una ragazza dei nostri giorni, con lo spettro della maternità "negata" alle spalle, perchè fare figli è sempre un impedimento alla carriera e al successo. Così, tra un impedimento e un esplicito divieto, siamo diventati un Paese per vecchi, dove le donne si affannano a farcela, lavorando fuori e dentro casa, tirando su i figli (e sempre più spesso "il" figlio), studiando per riuscire nel lavoro, curando la propria persona per contare qualcosa per qualcuno, come trottole impazzite e sempre in movimento. Talvolta perdono la bussola, queste donne frenetiche; ma l'intenzione è sempre positiva e soprattutto orientata a farsi anche vindici di giustizia e rispetto dei propri diritti. Il film è assolutamente delizioso e lo consiglio: Raoul Bova si cimenta in un ruolo non "biologicamente" suo e lo fa con assoluto garbo, anche se si scherza un po' sulla libertà sessuale dei gay, che, a mio avviso, non trova un autentico riscontro nella realtà. In sala il pubblico ha assistito in maniera disciplinata perfino allo scorrimento dei titoli di coda: nessuno voleva davvero andare via, deliziati com'eravamo da questa ragazza di Anversa degli Abruzzi, con le scarpe grosse e il cervello fino. Ma anche con un grande cuore...
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(di criticopolis)
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ilamar
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domenica 7 dicembre 2014
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non male!
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Il film è carino, pulito non volgare. La storia della discriminazione femminile in determinati campi lavorativi è purtroppo una realtà vera, provata sulla mia pelle. E' incredibile pensare che nel 2014 ci siano ancora persone che pensano che la donna debba rimanere a casa a fare la calza, basta andare all'estero per rendersi conto di quanto siamo arretrati mentalmente e con le strutture.
Bova tutto sembra tranne che gay, Bocci invece è bravissimo, è un personaggio il suo già trito e ritrito ma lui lo interpreta molto bene.
Cortellesi superba come sempre, con le sue mimiche facciali riesce a trasmettere quello che prova il personaggio senza dire una parola.
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Il film è carino, pulito non volgare. La storia della discriminazione femminile in determinati campi lavorativi è purtroppo una realtà vera, provata sulla mia pelle. E' incredibile pensare che nel 2014 ci siano ancora persone che pensano che la donna debba rimanere a casa a fare la calza, basta andare all'estero per rendersi conto di quanto siamo arretrati mentalmente e con le strutture.
Bova tutto sembra tranne che gay, Bocci invece è bravissimo, è un personaggio il suo già trito e ritrito ma lui lo interpreta molto bene.
Cortellesi superba come sempre, con le sue mimiche facciali riesce a trasmettere quello che prova il personaggio senza dire una parola.
Concludendo, non brilla per originalità ma si lascia guardare volentieri.
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