the lonely dolphin
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venerdì 13 febbraio 2015
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un buon "classico" della commedia, divertente !
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Ero scettico, temevo qualcosa dalle parti dei "panettoni" e simili...L'ho visto per accondiscendere mia moglie e forse...mi sono divertito più di lei ! Non è un "capolavoro", è un buon filmetto divertente, che segue i piacevoli, collaudati schemi classici della soft commedy, ma che affronta con notevole coraggio e spigliatezza diversi dei tabù che caratterizzano la politically corectness, distribuendo con notevole equilibrio le sue battute ironiche, perlopiù azzeccate, a destra ed a manca. Rendendo infine un quadro realistico, smitizzante ma anche indulgente, dei principali "tic" , i luoghi comuni tipici dell'attuale società multirazziale europea.
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Ero scettico, temevo qualcosa dalle parti dei "panettoni" e simili...L'ho visto per accondiscendere mia moglie e forse...mi sono divertito più di lei ! Non è un "capolavoro", è un buon filmetto divertente, che segue i piacevoli, collaudati schemi classici della soft commedy, ma che affronta con notevole coraggio e spigliatezza diversi dei tabù che caratterizzano la politically corectness, distribuendo con notevole equilibrio le sue battute ironiche, perlopiù azzeccate, a destra ed a manca. Rendendo infine un quadro realistico, smitizzante ma anche indulgente, dei principali "tic" , i luoghi comuni tipici dell'attuale società multirazziale europea. Valida la scelta del cast e la recitazione, efficace la regia.
Le poche, marginali sbavature sono sempre rapidamente superate dall'incalzare divertente della trama. Lo aggiungo volentieri alla mia collezione di filmetti divertenti francesi da conservare per rivederli ( Una top model nel mio letto, Il mio miglior amico, L'apparenza inganna e, non so se può considerarsi "francese", il migliore in assoluto: Il Concerto di Radu Mihaileanu). DA VEDERE.
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flyanto
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venerdì 13 febbraio 2015
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4 matrimoni misti che fan tanto tribolar due genit
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Film in cui si racconta di una coppia di genitori che ha tre figlie sposate con 3 uomini di razza e religione diversa dalla loro francese e cattolica. Essi, pur non essendo persone razziste ed avendo accolto con tanta buona volontà i tre generi musulmano, ebreo e cinese, per la quarta figlia, ancora nubile, desiderano ardentemente però un marito connazionale e di religione cattolica. Alla notizia che invece anche la quarta figlia convolerà presto a nozze con un uomo di colore proveniente dalla Costa d'Avorio essi, loro malgrado e dopo numerose vicende, dovranno rassegnarsi ed accettare la realtà e di avere così una famiglia multietnica.
Questa pellicola di Philippe de Chauveron è una commedia divertente ed ironica sull'integrazione razziale e sulle conseguenti problematiche o meno che da ciò derivano.
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Film in cui si racconta di una coppia di genitori che ha tre figlie sposate con 3 uomini di razza e religione diversa dalla loro francese e cattolica. Essi, pur non essendo persone razziste ed avendo accolto con tanta buona volontà i tre generi musulmano, ebreo e cinese, per la quarta figlia, ancora nubile, desiderano ardentemente però un marito connazionale e di religione cattolica. Alla notizia che invece anche la quarta figlia convolerà presto a nozze con un uomo di colore proveniente dalla Costa d'Avorio essi, loro malgrado e dopo numerose vicende, dovranno rassegnarsi ed accettare la realtà e di avere così una famiglia multietnica.
Questa pellicola di Philippe de Chauveron è una commedia divertente ed ironica sull'integrazione razziale e sulle conseguenti problematiche o meno che da ciò derivano. Il regista affronta e descrive i rapporti di coppie miste in una società in cui ormai sempre di più è diventata comune la realtà di interagire e di unirsi a persone di razze e religioni differenti. In una maniera molto delicata ed intelligentemente spiritosa Chauveron affronta così il tema degli ovvi pregiudizi che sorgono spontanei nelle persone di fronte ad una realtà tanto nuova, peraltro pregiudizi e paure che il regista sottolinea essere presenti e ben ben radicati anche in coloro che appartengono a paesi e continenti diversi e rivelando che in fondo il modo di reagire e di pensare delle persone risulta uguale a tutto il genere umano. Pertanto lo spettatore si rispecchia e si immedesima un poco nel difficile e comprensibile ruolo dei genitori francesi di accettare "il diverso" o "lo sconosciuto" a cui ancora, nonostante la realtà globale non si è ancora del tutto pronti ad affrontare e conseguentemente accettare.
L'intero film in ogni caso è ben costruito e la trama, tra una situazione ironica ed un'altra, unite a dialoghi intelligenti e brillanti, scorre leggero, fine ed arguto decretando ed assicurando un sicuro e meritato successo tra il pubblico e confermando giustamente l'elevato incasso ottenuto in patria.
Da non perdere come puro e brioso divertissement.
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river86
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lunedì 9 febbraio 2015
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bravi sti francesi
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Ottimo film che ti da anche un bel insegnamento su rispettare tutte le razze o religioni.Devo dire che i film francesi ultimamente sono fantastici al contrario purtroppo dai nostri italiani
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patry63
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lunedì 9 febbraio 2015
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ridere con gusto per una comicità intelligente
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Il film mi è piaciuto molto,la storia è coinvolgente ed assolutamente di attualità,sebbene affrontata in chiave ironica.Mi è piaciuto osservare come i genitori siano alla fine quasi costretti a un'apertura mentale,che poi si rivela la chiave della loro felicità,familiare e di coppia.
Mi ha anche spinto a riflettere e a vedere sotto una luce ancora più assurda e grottesca la tragedia accaduta recentemente in Francia!
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(di tracchi)
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ollipop
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lunedì 9 febbraio 2015
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scontato ma elegante e piacevole
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razzismo affrontato con ironia ma non per questo cosi superficialmente come sembrerebbe
situazioni scontate ma simpatiche con umorismo elegante e per nulla noioso: e' evidente che il tema si presta a stereotipi ma la sceneggiatura e la vivace recitazione affiancate a una piacevole ambientazione e a una colonna sonora azzeccata confezionano un film piu che discreto che si lascia guardare e ci offre! qualche riflessione per nulla banale.
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stockton
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domenica 8 febbraio 2015
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delusione profonda
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sono andato a vedere questo film con grandi aspettative, invece è risultato un film povero di spunti e troppo stereotipato..
molti personaggi sono costruiti male ed il film si trascina lentamente verso un finale prevedibile. L'idea era buona ma è stata sprecata..
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valeves
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domenica 8 febbraio 2015
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un film delizioso
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Visto questo pomeriggio. Film spassoso, e allo stesso tempo delicato, il cast che è stato scelto è perfetto.
Consiglio vivamente la visione
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carletta-kino
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sabato 7 febbraio 2015
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inguardabile
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Un filmetto noiso e banale. Le storie si riducono a gag stereotipate e non divertenti. Il finale è banalissimo. Risparmiate il biglietto .....
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parpignol
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venerdì 6 febbraio 2015
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l'arrendevole riso amaro
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Questa commediola è uno dei prodotti di propaganda sociale e politica che, sfornato in Francia e per la Francia, fa comprendere anche a noi "esteri" quale sia la reale situazione sociale nel Paese d'oltralpe, a dispetto di quanto possiamo soltanto subodorare da giornali e TV. Beninteso: ce la fa comprendere soltanto se riusciamo a guardare "dietro le quinte" di questo film banalotto e accomodante; infatti, come dicevo, questa commedia sembra essere fatta per "tranquillizzare", da un lato, la Francia provinciale che, in fondo, deve somigliare abbastanza alla nostra bellissima Italia, e "sminuire" dall'altro, la stessa provincialità fino a intaccare i valori più sacri, sui quali c'è poco da scherzare.
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Questa commediola è uno dei prodotti di propaganda sociale e politica che, sfornato in Francia e per la Francia, fa comprendere anche a noi "esteri" quale sia la reale situazione sociale nel Paese d'oltralpe, a dispetto di quanto possiamo soltanto subodorare da giornali e TV. Beninteso: ce la fa comprendere soltanto se riusciamo a guardare "dietro le quinte" di questo film banalotto e accomodante; infatti, come dicevo, questa commedia sembra essere fatta per "tranquillizzare", da un lato, la Francia provinciale che, in fondo, deve somigliare abbastanza alla nostra bellissima Italia, e "sminuire" dall'altro, la stessa provincialità fino a intaccare i valori più sacri, sui quali c'è poco da scherzare. Così facendo, mettendo su personaggi e luoghi poco credibili, il regista e gli sceneggiatori hanno vestito di ridicolo un po' tutto e tutti, nel maldestro tentativo di spezzare non già una lancia, ma un'intera falange oplitica di lance, in favore della cosiddetta integrazione razziale. Quanto alle "razze", esse sono presentate e descritte in un modo risibile e a tratti offensivo. Basti guardare fin da subito i tre mariti delle prime tre figlie: un ebreo spaccone, un musulmano iracondo e un cinese ipocrita e affarista. Già così siamo all'apogeo dei luoghi comuni, luoghi comuni che peggiorano quando si entra nel merito della loro etnia o cultura, poiché vediamo che l'ebreo è soltanto ebreo perché indossa talvolta la kippah, fa circoncidere il primogenito, e parla di roba kosher; il musulmano è tale perché non mangia carne di maiale, e il cinese è tale perché... sorride e annuisce sempre! Non c'è MAI in tutto il film un litigio o discussione fondata su REALI motivi di diversità di vedute: tutti sono incredibilmente accomodanti, bisticciano per questioni di pochissimo conto, ma sono tutti amici sulle cose importanti! Non c'è una reale introspezione psicologica nei personaggi, nel loro essere, nel loro credere, ma soltanto un folkloristico dipinto teso anche un po' velatamente a ridicolizzarli nelle loro presunte credenze. Chiunque dotato di intelletto potrebbe invece sapere che le problematiche dovute a incontri, anzi MATRIMONI, con persone di razza o etnia diversa portano a enormi conflitti dovuti semplicemente a SCONTRI di idee e valori. Così non è normale che una donna non ebrea faccia circoncidere il proprio figlio neonato solo perché lo vuole il padre ebreo (per tradizione, non per altro, poiché la Bibbia non viene nemmeno citata), adducendo a scusa improbabili motivi di profilassi sanitaria! Non è normale altrettanto che una donna non musulmana sia così disinvolta e disinibita se ha sposato un musulmano il quale teoricamente la dovrebbe tenere un po' più sotto controllo secondo il suo credo religioso. Così tutto diventa parodia, e quand'anche si ammetta che le donne maritate non sono cattoliche, poiché in una parte precisa del film deridono il fatto che la loro madre ci tenga tanto alla messa di Natale, il risultato è comunque penoso. Le donne, più ancora degli stereotipati mariti, sono i personaggi più frivoli, vacui e insulsi di tutta la commediola: sono tutte e quattro attraenti (il che già di per sé rende la storiella completamente irreale), si somigliano e non hanno NESSUN contrasto in materia di idee, ideali o valori (perché non sembrano averne!), e, infine... sono femmine! Voglio dire che anche la scelta di far sì che fossero 4 figlie femmine a maritare 4 uomini (quasi) stranieri, e non 4 figli maschi a sposare 4 donne (quasi) straniere, è chiaramente una scelta propagandistica di campo, essendo risaputo che in effetti il più delle volte sono le donne a cercare la diversità quanto invece non siano gli uomini tradizionalmente più conservatori e guidati anche da istinti più convenzionali. Le quattro donne quindi, sono come una soltanto, sono numerose solo perché "servono" a creare pressione sul padre di famiglia, che è l'unico personaggio quasi decente della storia. Inizialmente anche la moglie sembra interessante, nel suo volersi appellare al tradizionalismo, finché non cambia ridicolmente idea a seguito di una altrettanto ridicola psicoterapia in cui si autoconvince di essere razzista perché da bambina aveva paura dei topi (giuro, è ciò che dice davvero!). Ah, il tradizionalismo vorrebbe combaciare con il cattolicesimo... ma ecco che, implacabile, giunge anche la ridicolizzazione dello stesso mediante la figura del parroco di paese, dipinto come una specie di buffone che dice messa tanto perché è il suo hobby. Dunque: cattolicesimo, ebraismo e islam, messi alla berlina in modi diversi ma col minimo comune denominatore di essere "compressori di libertà". Lo trovo un po' offensivo. Manca all'appello l'ultimo marito, quello di etnia negroide, che in fondo è l'unico "normale" in questo ambaradan; tuttavia anche qui l'introspezione psicologica è assente: non si capisce cosa in realtà pensi un ivoriano emigrato in Europa, e chiunque sia stato a Parigi sa invece bene che gli immigrati africani creano dei ghetti a sé, si cercano e si uniscono, per cui in tutta questa commediola l'unica cosa verosimile è il "controrazzismo" che di fatto esiste dai neri verso i bianchi. Ma anche questa era evidentemente una tematica troppo pesante e seria da trattare in un filmetto così, dove basta un po' di cognac per appacificare i due consuoceri. Manca, del tutto, il vero scontro culturale e psicologico, manca la delineazione di personalità forti che non cedano così facilmente a qualcosa in cui profondamente credono e che difendono strenuamente. Ciliegina sulla torta è anche il valore del nazionalismo, sminuito ad un semplice intonare la Marsigliese... Il che la dice lunga anche sulla pochezza con cui si affronta il conflittuale rapporto tra coloniali e Francia, appena appena accennato nel padre dell'ivoriano, ma ovviamente liquidato a tarallucci e vino.
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(di misesjunior)
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(di francesco2)
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melania
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giovedì 5 febbraio 2015
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delusione
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Un'idea carina, realizzata maldestramente .... lenta e più simile ad un soap opera di serie c che a un film cinema.
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(di parpignol)
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