Lo sciacallo - The Nightcrawler |
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Un film di Dan Gilroy.
Con Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton, Riz Ahmed, Kevin Rahm.
continua»
Titolo originale Nightcrawler.
Thriller,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- USA 2014.
- Notorious Pictures
uscita giovedì 13 novembre 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
Lo sciacallo - The Nightcrawler
valutazione media:
3,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film mono-idea, sviluppo zero (1)di Des EsseintesFeedback: 3758 | altri commenti e recensioni di Des Esseintes |
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martedì 16 dicembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ora vi spiego. E' un film del XXI secolo post televisivo ossia è "mono-idea". Non esiste neanche lontanamente uno sviluppo della storia, il giudizio sulle scelte del protagonista (e anche qui siamo sempre sul mono-protagonista che si staglia su uno sfondo del tutto insignificante) non acquista la sua dimensione a mano a mano che la storia si stratifica ma è implicito, univoco e soprattutto "obbligato" per lo spettatore fin dall'inizio (nel film ammerikano il giudizio è assolutamente indispensabile, per carità): "dobbiamo" credere che il protagonista sia portatore di una umanità "deviata" che diventa ingiustamente ma irresistibilmente vincente nel nostro tempo, un uomo la cui unica fede è una sorta di utilitarismo mercantilistico alla Robinson Crusoe portato all'estremo, oltre quel limite che "noi spettatori normali" sappiamo bene essere il giusto secondo il tradizionale buon senso che ci insegnano a) la famiglia, b) le istituzioni (scuola, religione, stato-nazione). E quindi un accenno baudeleriano all' "hypocrite lecteur, mon semblable, mon frère" ci sarebbe stato come il cacio sui maccheroni ma una simile raffinatezza in un film made in USA è semplicemente impensabile (con le eccezioni di Kubrick e Jarmusch, come è ovvio). Non si cerca di risalire a possibili cause che originano questo vulnus nell' "ordine ragionevole", non si analizza minimamente l'ambiente sociale nei suoi rapporti fra le classi nonostante sia proprio questo elemento la causa prima della devianza utilitaristica del protagonista. Soprattutto per un film del genere era indispensabile un discorso politico, sociologico ed economico, se non storico visto che l'inizio della "perversione" utilitarista-liberista è cominciato nella metà degli anni '70 del '900; invece ci si limita all'assurda rappresentazione dei due poliziotti che "non si fanno prendere per il naso" e hanno capito perfettamente tutte le sporche trame del cattivissimo free-lance salvo poi, appena pronunciate queste parole, alzarsi e andarsene perfettamente innocui. Eh no, cari amici ammerikani, troppo facile; quei poliziotti stanno lì a cercare di proteggere non il "bene secondo il buon senso tradizionale", che ci raccontate ormai "dolorosamente" impotente contro la moderna perfidia tecnologica, ma semplicemente "l'inaccessibilità del milieu sociale della ruling class" alle classi subalterne. Il protagonista viola gravemente la legge ma dal punto di vista narrativo non può essere punito, né in realtà i poliziotti "vogliono" punirlo (perché, badate bene, si tratta di una scelta del regista, non di un dato di natura oggettivo indipendente, sia chiaro) perché non ha violato i sacri principi dell'utilitarismo-liberista che esigono con la massima intransigenza che il subalterno per poter ascendere nella scala sociale debba saper rinnegare e sfruttare i suoi simili della stessa classe sociale di origine. In altre parole una volta che il "ragazzo" dimostri di saperci fare, di volersi arrampicare socialmente ma "senza" mettere in discussione il sistema e anzi essendo pronto a implementarlo limitando la sua "cultura", di cui è avido consumatore, esclusivamente all'affinamento delle tecniche più feroci e raffinate di sfruttamento economico del lavoro dipendente; a quel punto può essere cooptato nel sistema di "privilegio/complicità" che lo mette, anche se solo in una primissima fase, su un'altra sponda rispetto al mondo dei subalterni dai quali proveniva. Quindi...ops...finiti i caratteri...ciao...
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