viskio
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domenica 16 novembre 2014
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straordinario gyllenhall
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Lo sciacallo - The Nightcrawler film scritto e diretto da Dan Gilroy ( The Bourne Legacy) con protagonista Jake Gyllenhaal.
Lou Bloom (Jake Gyllenhaal) è un giovane uomo in cerca di lavoro che sopravvive facendo il ladruncolo, fino a quando, una notte, assiste ad un incidente stradale e si imbatte in una troupe che sta filmando la scena. E così decide di intraprendere la carriera di reporter freelance, comprandosi una videocamera e uno scanner radio, inizia ad aggirarsi nella Los Angeles notturna in cerca di eventi di cronaca nera. La prima acquirente delle sue riprese è la responsabile di un telegiornale locale, Nina (René Russo), veterana del giornalismo d'assalto con una predilezione per quello truculento e acchiappa audience.
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Lo sciacallo - The Nightcrawler film scritto e diretto da Dan Gilroy ( The Bourne Legacy) con protagonista Jake Gyllenhaal.
Lou Bloom (Jake Gyllenhaal) è un giovane uomo in cerca di lavoro che sopravvive facendo il ladruncolo, fino a quando, una notte, assiste ad un incidente stradale e si imbatte in una troupe che sta filmando la scena. E così decide di intraprendere la carriera di reporter freelance, comprandosi una videocamera e uno scanner radio, inizia ad aggirarsi nella Los Angeles notturna in cerca di eventi di cronaca nera. La prima acquirente delle sue riprese è la responsabile di un telegiornale locale, Nina (René Russo), veterana del giornalismo d'assalto con una predilezione per quello truculento e acchiappa audience. Sempre più affamato di scoop, Lou arriverà a rendersi parte attiva nella costruzione della notizia da filmare. Lou è un autodidatta, tutto quello che sa lo ha imparato da solo attraverso l'online, dal marketing e la strategia aziendale alla comunicazione nel lavoro. La sua intraprendenza, l'abnegazione totale al lavoro e l'ambizione a far suo il sogno americano susciterebbero una qualche ammirazione se non fosse opportunista e manipolatore, muovendosi con istinto predatorio infallibile sapendo che ogni crimine o disgrazia si convertirà in dollari.
Questo film è caratterizzato dalla straordinaria interpretazione di Jake Gyllenhaal che si candida agli Oscar, dimagrito di 10 Kg con viso scarno, appare enigmatico, mistico, sembrando una via di mezzo tra Ryan Gosling in Drive e Christian Bale in American Psycho, Gyllenhaal si carica tutto il film il quale, scorre tranquillamente, trattando il cinismo e l'etica dei media, riuscendo a tenere alta la tensione dall'inizio alla fine.
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luca benassi
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martedì 18 novembre 2014
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inaspettata immedesimazione, gillenhal da oscar.
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Lou è un giovane ragazzo in cerca di occupazione, che viene ripetutamente respinto da vari datori di lavoro. Una notte, vuoi per destino, vuoi per fortuna, la Dea bendata gli regala un' intuizione, quando assiste a un incidente in autostrada e vede accorrere sul luogo un reporter privato che riprende la scena con la propria videocamera. Lou capisce che è il lavoro che fa per lui, e dopo accurate ricerche in rete decide di mettersi all'opera, comprando una videocamera e passando tutte le notti successive sveglio, in macchina, ascoltando le varie stazioni della polizia di Los Angeles, non aspettando altro che sentire qualche incidente o fatto di cronaca abbastanza duro per recarsi sul posto e riprendere tutto.
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Lou è un giovane ragazzo in cerca di occupazione, che viene ripetutamente respinto da vari datori di lavoro. Una notte, vuoi per destino, vuoi per fortuna, la Dea bendata gli regala un' intuizione, quando assiste a un incidente in autostrada e vede accorrere sul luogo un reporter privato che riprende la scena con la propria videocamera. Lou capisce che è il lavoro che fa per lui, e dopo accurate ricerche in rete decide di mettersi all'opera, comprando una videocamera e passando tutte le notti successive sveglio, in macchina, ascoltando le varie stazioni della polizia di Los Angeles, non aspettando altro che sentire qualche incidente o fatto di cronaca abbastanza duro per recarsi sul posto e riprendere tutto. Il film illustra con accuratezza il mondo dei TG di cronaca, e mette in luce il cinismo verso fatti orrendi a scopo non altro che lucrativo. Lou capisce come funziona, e sulle scene dei crimini si diverte a spostare le prove a suo piacimento e non ascoltare le imposizioni dettate a lui dalla polizia, facendo di testa sua. Con questo metodo raggiunge l'apice del successo, vendendo sempre allo stesso TG acquirente i suoi montaggi. Ma continuando così, andrà contro gravi problemi.
Il film non sarebbe lo stesso senza l'interpretazione da Oscar di Jake Gyllenhaal, che dona al suo personaggio sguardi e movimenti unici, che trasmettono allo spettatore tratti di follia e genialità perversa propri del protagonista, che grazie all'osservazione e all'abilità della parola, raggiungerà tutto ciò che si prepone.
Consiglio a tutti di andarlo a vedere, e assicuro che rimarranno con lo sguardo attaccato allo schermo, a tratti dimenticando di essere in un cinema con altre persone , ma seduti nell'auto accanto a Lou.
Sebbene un po' lento, il film è degno di entrare nella lista dei più belli del 2014.
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jaylee
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lunedì 17 novembre 2014
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sbatti il mostro in primo piano
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Lou Bloom è un giovane che vive di espedienti e che scopre, quasi per caso, di avere un talento per le riprese di cronaca nera notturna: si apposta dunque la notte sulla sua auto intercettando le comunicazioni della polizia di Los Angeles, si precipita sui luoghi di incidenti, omicidi, massacri quando capitano e vende le riprese ad un canale di news locale. La sua attività crescerà abbastanza velocemente, tanto da permettersi una corvette rosso fiammante, un assistente da 30 dollari a notte, e una videocamera migliore… ma non passerà molto tempo che Lou attraverserà la sottile linea da mero osservatore a parte in causa di quello che osserva. Con un sospetto: la stampa si limita a registrare quello che succede, o in qualche modo lo “ingegnerizza”?
Che il mondo delle informazioni sia senza scrupoli, Hollywood già ce lo ripete da tempo, vedi Quinto Potere, L’Inventore di Favole, ecc.
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Lou Bloom è un giovane che vive di espedienti e che scopre, quasi per caso, di avere un talento per le riprese di cronaca nera notturna: si apposta dunque la notte sulla sua auto intercettando le comunicazioni della polizia di Los Angeles, si precipita sui luoghi di incidenti, omicidi, massacri quando capitano e vende le riprese ad un canale di news locale. La sua attività crescerà abbastanza velocemente, tanto da permettersi una corvette rosso fiammante, un assistente da 30 dollari a notte, e una videocamera migliore… ma non passerà molto tempo che Lou attraverserà la sottile linea da mero osservatore a parte in causa di quello che osserva. Con un sospetto: la stampa si limita a registrare quello che succede, o in qualche modo lo “ingegnerizza”?
Che il mondo delle informazioni sia senza scrupoli, Hollywood già ce lo ripete da tempo, vedi Quinto Potere, L’Inventore di Favole, ecc., visto che il sangue è la notizia che fa notizia, ma dove Lo Sciacallo è veramente notevole è la commistione di genere, fra la denuncia di un sistema di informazione marcio alla base e il thriller alla American Psycho, al quale si avvicina per la denuncia più estesa di tutto quello che è l’American Way (degrado dell’American Dream), ovvero compra, vendi, consuma, produci, crepa (e fai crepare). Notevolissima la performance di Jake Gyllenhaal (dopo Prisoners, un’altra conferma del suo talento) con il suo Lou sociopatico inizialmente emarginato e poi di successo… non potrà non ricordare il Patrick Bateman di Christian Bale, più che per la somiglianza fisica (una specie di versione malata di Bateman) per il modo con cui interagisce con le altre persone, portatore (insano) di follia lucida, imbevuto delle filosofie dei santoni del successo a tutti i costi made in USA (Anthony Robbins, Robin Sharma, John Maxwell, ecc… e già da tempo ci sono emuli anche in Italia) e dove il fine della ricchezza di fatto rende inutile il mezzo che lo raggiunge. Nobili parole, che in genere validano l’avidità come obiettivo e modo di vivere.
In realtà, e a differenza di American Psycho, Lou agisce in modo fin troppo follemente lucido, tanto che conquisterà un suo seguito, oltre che all’affascinante, e affascinata, produttrice Nina Romina (una Renèe Russo, davvero regale nella sua interpretazione e in splendida forma – dettaglio trascurabile: è la moglie del regista, ma qui è un favoritismo che si può davvero perdonare).
Simbolico il cognome del protagonista (Bloom, ovvero germoglio, o l’atto di sbocciare dal terreno) che se da un punto di vista, è metafora del suo voler emergere a tutti i costi dal fango in cui vive, d’altro canto è ossimoro del titolo originale Nightcrawler, (ovvero lombrico), che si nutre delle sostanze organiche vive e morte nel fango stesso. Potenza evocativa spenta dalla traduzione italiana che, seppur semplice nelle sue intenzioni, dimostra, come purtroppo capita spesso in Italia, ignoranza del contenuto dell’opera, (e poi: sarà mai che di tutte le traduzioni possibili per il titolo di un film, “Lombrico” debba esser tradotto in “Sciacallo”! perchè non L’avvoltoio o Lo Scarabeo Stercorario?)
infine, nota di merito per il neo-regista Gilroy: Seppur non al livello del Michael Mann di Collateral, ci dipinge una Los Angeles quasi sempre notturna e quasi sempre umida, in tutti i sensi (anche qui un riferimento all’ambiente preferito del lombrico).
Thriller intelligente, per niente scontato, con un protagonista in grande forma. (www.versionekowalski.it)
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beppe baiocchi
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giovedì 30 aprile 2015
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l'american dream della notte
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Non è facile per uno sceneggiatore mettersi dietro alla macchina da presa, consapevole della sua storia in tutti i suoi aspetti, con difficoltà riesce a trasporli su pellicola in modo maturo (inteso come regia).
Fortunatamente non è così per Dan Gillroy alla sua opera prima dietro la macchina da presa.
Lou Bloom è un uomo della notte, ambiziosissimo, alla ricerca del modo per dare un senso alla sua vita, di fare ciò per cui e capace e ciò che gli piace, e guadagnarci su.
Lou interpretato da un Jake Gyllenhaal in forma (attoriale) strepitosa ci viene mostrato fin da subito come un uomo dalla dubbia moralità, una persona capace di fare qualunque cosa pur di arrivare al traguardo che si era posto.
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Non è facile per uno sceneggiatore mettersi dietro alla macchina da presa, consapevole della sua storia in tutti i suoi aspetti, con difficoltà riesce a trasporli su pellicola in modo maturo (inteso come regia).
Fortunatamente non è così per Dan Gillroy alla sua opera prima dietro la macchina da presa.
Lou Bloom è un uomo della notte, ambiziosissimo, alla ricerca del modo per dare un senso alla sua vita, di fare ciò per cui e capace e ciò che gli piace, e guadagnarci su.
Lou interpretato da un Jake Gyllenhaal in forma (attoriale) strepitosa ci viene mostrato fin da subito come un uomo dalla dubbia moralità, una persona capace di fare qualunque cosa pur di arrivare al traguardo che si era posto.
Una notte, dopo avere visto un incidente, crede che il modo per dare una svolta alla sua vita, di ottenere il meritato successo sua quella di diventare un operatore video, di quelli che si occupano di filmare incidenti, o crimini in generale che poi verranno venduti al telegiornali.
Questo Lo Sciacallo - The Nightcrawler è sicuramente una critica verso il mondo dei media, della televisione che guarda più ai dati d'ascolto facendo perno (e anche tanto) sulla "cronaca del terrore", che tanto piace anche nella nostra cultura italiana per fare ascolti, ma andando poco più affondo è la storia del protagonista il tema di maggiore forza che sostiene tutta la pellicola.
La storia di Lou Bloom infatti è quella di un American Dream della notte, una versione acida, brutale, sicuramente critica del sogno Americano. Il protagonista infatti è una persona spietata, consapevole, disposta a tutto pur di emergere. Uno sciacallo che prende le sventure delle vittime come mezzo per emergere lui stesso. Un personaggio dei nostri tempi, cresciuto con una informazione non ordinaria ( lo dice lo stesso protagonista chenon ha avuto una istruzione classica, ma utilizza internet per avere le infromazioni che gli interessano), un personaggio complesso che dato ai panni di un attore di secondo ordine avrebbe reso il film un castello di carta. Fortunatamente Jake Gyllenhaal qui da il massimo, caratterizza anche fisicamente (come è suo solito), perde dieci chili, faccia scavata e si fa carico di una sceneggiatura che punta tutto sulla performance dell'attore protagonista e la regge con una prova da standing ovation. E' convincente, intenso, è bravissimo.
Se lo dobbiamo per forza immettere in un genere Dan Gillroy ci mostra un Thriller non convenzionale con giusti tempi di regia, una ottima capacità d'immagine, un fotografia degna e scura, come è giusto che sia, una sceneggiatura semplice ma potente.
Una pellicola semplicemente ottima che però non ha avuto il giusto riconoscimento ( Gyllenhaal meritava sicuramente la candidatura all' Oscar, magari al posto di Bradley Cooper a cui voglio bene e mando un saluto :D ) e non ha avuto la giusta esposizione, almeno in Italia (in USA non so).
Spero almeno diventi un piccolo cult.
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rispondihouston
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mercoledì 27 maggio 2015
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un irresistibile psicopatico
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Film che ha superato ampiamente le mie aspettative, ha trasformato una mia monotona serata casalinga in un viaggio nella mente e nel corpo di un rarissimo "pure psycopath", come lo definirebbe il Dr. Hannibal Lecter. Lou Bloom, ladruncolo mediocre e all'apparenza innocuo, si rivela nel corso del film uno dei personaggi più freddi e pericolosi dai tempi di Norman Bates, diverso da questo per la sua spietata lucidità, che lo porterà a diventare un assassino senza finire in galera, ma anzi rivestendo la sua nuova e lucrosa attività, di una patina di successo e seppur dubbia, legalità. Inutili infatti i tentativi della polizia di incastrarlo. Con il suo sorriso feroce e sarcastico, aggirerà tutte le accuse con la sicurezza di se' di un narcisista patologico e l'assoluta amoralità dello psicopatico.
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Film che ha superato ampiamente le mie aspettative, ha trasformato una mia monotona serata casalinga in un viaggio nella mente e nel corpo di un rarissimo "pure psycopath", come lo definirebbe il Dr. Hannibal Lecter. Lou Bloom, ladruncolo mediocre e all'apparenza innocuo, si rivela nel corso del film uno dei personaggi più freddi e pericolosi dai tempi di Norman Bates, diverso da questo per la sua spietata lucidità, che lo porterà a diventare un assassino senza finire in galera, ma anzi rivestendo la sua nuova e lucrosa attività, di una patina di successo e seppur dubbia, legalità. Inutili infatti i tentativi della polizia di incastrarlo. Con il suo sorriso feroce e sarcastico, aggirerà tutte le accuse con la sicurezza di se' di un narcisista patologico e l'assoluta amoralità dello psicopatico. Irresistibile, come dico nel titolo, tanto da far innamorare perdutamente una tutt'altro che sprovveduta direttrice di una emittente televisiva che ne farà un eroe a uso e consumo di entrambi. Immortalato a stirare camice nel suo minuscolo e buio appartamento e a ridere sguaiatamente all'indirizzo di un amico immaginario come il peggiore dei pazzi, o a indossare la maschera del seduttore e dello scaltro imprenditore a seconda dei casi, Jake Gyllenhaal ci regala una interpretazione da Oscar, regalandoci brividi quando col suo sguardo allucinato ci avverte "il giorno in cui mi vedi, e' il peggiore della tua vita".
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aristoteles
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martedì 17 novembre 2015
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l'infame
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È un film che "spiazza".
Ovviamente è una feroce e cinica critica al mondo dei media,che pur di trovare la notizia del giorno se ne infischiano altamente dei sentimenti,del buon gusto e delle persone.
Il riassunto di tutto questo è il bravissimo Gyllenhall che sfodera un'interpretazione fantastica e perfetta.
Il film pertanto dovrebbe essere un capolavoro assoluto.
Eppure ,ad un certo punto, l'eccessivo cinismo e la costante e spasmodica ricerca del successo di Bloom mi ha nno infastidito e innervosito.
È così infame e odioso che a fine pellicola mi auguravo facesse una brutta fine.
Il finale perfetto,per me,sarebbe stato vederlo dietro le sbarre.
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È un film che "spiazza".
Ovviamente è una feroce e cinica critica al mondo dei media,che pur di trovare la notizia del giorno se ne infischiano altamente dei sentimenti,del buon gusto e delle persone.
Il riassunto di tutto questo è il bravissimo Gyllenhall che sfodera un'interpretazione fantastica e perfetta.
Il film pertanto dovrebbe essere un capolavoro assoluto.
Eppure ,ad un certo punto, l'eccessivo cinismo e la costante e spasmodica ricerca del successo di Bloom mi ha nno infastidito e innervosito.
È così infame e odioso che a fine pellicola mi auguravo facesse una brutta fine.
Il finale perfetto,per me,sarebbe stato vederlo dietro le sbarre.
Non è stato così, allora per "vendetta"un stella in meno.
Moto bella la fotografia con scene notturne di alto livello.
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filippo catani
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domenica 16 novembre 2014
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il cinico mondo dei media con un gran gyllenhaal
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Los Angeles. Un ladruncolo di rame cerca la sua occasione per avere un lavoro. Casualmente si imbatte in un incidente e assiste all'arrivo di un giornalista d'assalto pronto a rivendere il cruento filmato al migliore offerente. Il giovane decide allora di darsi da fare anche lui.
Scanner per intercettare la radio della polizia, la guida ai loro codici, una videocamera e se proprio si vuole fare un lavoro fatto bene anche un microfono multidirezionale. Bastano poche e semplici "armi" per diventare un reporter d'assalto negli USA. La "City of Angels" by night ci ricorda i recenti Crash ma soprattutto Collateral. Se in quest'ultimo Tom Cruise era un sicario che si faceva trasportare in taxi alla ricerca del bersaglio, ecco che anche quì i nostri protagonisti sfrecciano per le strade della città in cerca di sangue.
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Los Angeles. Un ladruncolo di rame cerca la sua occasione per avere un lavoro. Casualmente si imbatte in un incidente e assiste all'arrivo di un giornalista d'assalto pronto a rivendere il cruento filmato al migliore offerente. Il giovane decide allora di darsi da fare anche lui.
Scanner per intercettare la radio della polizia, la guida ai loro codici, una videocamera e se proprio si vuole fare un lavoro fatto bene anche un microfono multidirezionale. Bastano poche e semplici "armi" per diventare un reporter d'assalto negli USA. La "City of Angels" by night ci ricorda i recenti Crash ma soprattutto Collateral. Se in quest'ultimo Tom Cruise era un sicario che si faceva trasportare in taxi alla ricerca del bersaglio, ecco che anche quì i nostri protagonisti sfrecciano per le strade della città in cerca di sangue. Non di sangue generico però ma solo ed esclusivamente quello che fa audience e può aumentare lo share delle miriadi di televisioni private americane. Quindi niente regolamenti di conti fra gang o omicidi nelle zone povere bensì crimini possibilmente cruenti che riguardino le zone bene della città; sarà così più facile montare un caso con tutta la retorica che ci sta dietro. A farne le spese sono ovviamente le vittime gettate senza ritegno in pasto al pubblico. Ecco allora che anche tra gli "sciacalli" si scatena la lotta per arrivare prima sul posto. Ecco il film getta una inquietante luce su tutto questo e se in Italia almeno non ci vengono mostrati corpi dilaniati o quant'altro purtroppo però non siamo certo immuni da un certo giornalismo sensazionalistico che cavalca specialmente i fatti di cronaca nera che alimentano ascolti, vendite e chiacchiere da bar. Ecco il fatto è che fin quì non ci sarebbe niente di nuovo; insomma lo sappiamo tutti come funzionano certe cose. A dare il là alla storia è il personaggio mefistofelico di Gyllenhaal che, dopo l'ottima prestazione di Prisoners, si conferma su alti livelli e potrebbe strappare una nomination all'Oscar. Certi dialoghi sembrano letteralmente scritti per lui che ha il merito di renderli alla perfezione. Va detto che anche il finale contribuisce all'ottima resa della pellicola e a fare trionfare quel cinismo che purtroppo guida certi mass media. Bene anche il ritorno della Russo e l'esordio da regista (aveva già diverse sceneggiature alle spalle tra cui una della serie di Bourne) per Gilroy.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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il lato oscuro di jake gyllenhaal
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Lou è un giovane disoccupato alla disperata di ricerca di un lavoro che lo appassioni realmente e che gli permetta, come ripeterà più volte, di acquistare un biglietto per la lotteria. Un giorno, subito dopo aver assistito per caso ad un incidente stradale, decide che è arrivato il momento di inventarsi un lavoro. Munito di videocamera, Lou inizia a correre sulla scia delle ambulanze per le strade di Los Angeles, per catturare le scene più crudeli e raccapriccianti di incidenti e violenze, vendendo poi ai network le immagini che tanto fanno presa sullo spettatore.
La scalata verso il successo è inarrestabile e la fame di notorietà dello sciacallo è insaziabile, fino a quando la sua mancanza di etica lo porterà ad interferire con un caso d’omicidio.
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Lou è un giovane disoccupato alla disperata di ricerca di un lavoro che lo appassioni realmente e che gli permetta, come ripeterà più volte, di acquistare un biglietto per la lotteria. Un giorno, subito dopo aver assistito per caso ad un incidente stradale, decide che è arrivato il momento di inventarsi un lavoro. Munito di videocamera, Lou inizia a correre sulla scia delle ambulanze per le strade di Los Angeles, per catturare le scene più crudeli e raccapriccianti di incidenti e violenze, vendendo poi ai network le immagini che tanto fanno presa sullo spettatore.
La scalata verso il successo è inarrestabile e la fame di notorietà dello sciacallo è insaziabile, fino a quando la sua mancanza di etica lo porterà ad interferire con un caso d’omicidio.
Opera prima del regista Dan Gilroy, Nightcrawler - lo Sciacalloè stato particolarmente apprezzato sia al Festival Internazionale del Film di Roma che al Toronto Film Festival, dov’è stata accolta da lunghi applausi soprattutto l’interpretazione di Jake Gyllenhaal.
Dimagrito di quasi venti chili, col volto scavato e gli occhi da sciacallo (da cui il titolo in italiano), l’attore mostra al pubblico il suo lato più oscuro, calandosi perfettamente nel ruolo del protagonista, un uomo senza legami affettivi e sentimentali, il cui unico scopo è guadagnarsi da vivere.
Il film di Gilroy, caratterizzato da delle forti tinte noir, mostra come sia l'uomo a creare il proprio destino e a manipolare le situazioni e le conoscenze in modo da creare il proprio successo. Quella di Lou è una versione recente e anomala della realizzazione del sogno americano, lui è il rappresentante di una generazione per cui la promessa di un lavoro a tempo pieno è stata sostituita dalla consapevolezza di un lavoro precario e un salario minimo.
Nightcrawlerè una black comedy veloce e avvincente che abbandona presto il realismo iniziale, favorendo invece un crescendo di tensioni tipicamente cinematografiche e affidando a Gyllenhaal il compito di tenere incollato alla sedia il pubblico. E’ sulle sue spalle, infatti, che si regge l’intero film e l’ex Donnie Darko non delude.
Se è vero che questo film è un’evidente critica al cinismo dei giornalisti, è anche vero che il modo di parlare controllato e l'eccessiva sicurezza del protagonista, evidenziano una complessità psicologica che va al di là della semplice denuncia al settore.
Nightcrawler - lo Sciacalloè un film cinico e controverso, sicuramente uno dei più interessanti dell’anno.
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jacopo b98
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martedì 21 aprile 2015
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tesissimo, superlativo, monumentale! un capolavoro
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Los Angeles. Lou Bloom (Gyllenhaal) fatica a sbarcare il lunario e si guadagna da vivere rubacchiando qua e là, senza riuscire a trovare un vero lavoro. Una sera assiste ad un incidente automobilistico, in cui un uomo rimane intrappolato tra le lamiere. Intervengono i pompieri, la polizia e…dei cameraman. Sono i nightcrawlers: dei giornalisti free-lance che di notte filmano gli episodi criminosi e gli incidenti più crudi, per vendere le loro immagini insanguinate ai notiziari del mattino. Lou ha trovato la sua strada: acquista una telecamera, assume un dipendente (Ahmed) e inizia anche lui a fare il nightcrawler. E scoprirà di avere un grande talento per questo particolare mestiere… La famiglia Gilroy ha dato molto al cinema: un montatore, John (non a caso editor anche di questo film), un mediocre regista, Tony (che qui produce), e ora anche Dan, che da sceneggiatore qui passa alla regia, con quello che è uno dei più sorprendenti esordi degli ultimi anni.
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Los Angeles. Lou Bloom (Gyllenhaal) fatica a sbarcare il lunario e si guadagna da vivere rubacchiando qua e là, senza riuscire a trovare un vero lavoro. Una sera assiste ad un incidente automobilistico, in cui un uomo rimane intrappolato tra le lamiere. Intervengono i pompieri, la polizia e…dei cameraman. Sono i nightcrawlers: dei giornalisti free-lance che di notte filmano gli episodi criminosi e gli incidenti più crudi, per vendere le loro immagini insanguinate ai notiziari del mattino. Lou ha trovato la sua strada: acquista una telecamera, assume un dipendente (Ahmed) e inizia anche lui a fare il nightcrawler. E scoprirà di avere un grande talento per questo particolare mestiere… La famiglia Gilroy ha dato molto al cinema: un montatore, John (non a caso editor anche di questo film), un mediocre regista, Tony (che qui produce), e ora anche Dan, che da sceneggiatore qui passa alla regia, con quello che è uno dei più sorprendenti esordi degli ultimi anni. Scritto e diretto da quest’ultimo Lo sciacallo è una delle più straordinarie e abissali riflessioni sul potere dei media, sul corrompente fascino del sangue, elemento di cui l’odierna società sembra non poter più fare a meno. E il film mostra un lato del tutto nuovo e terribile di questa mania per la cronaca nera: gente che si guadagna da vivere filmando le disgrazie degli altri, gente che vende sangue ad altra gente. E Lo sciacallo non è solo interessante per questo, ma anche come grandioso thriller d’azione, che davvero inchioda lo spettatore alla poltrona, grazie ad una perenne tensione martellante, come prova registica, tra le più interessanti ed energiche viste quest’anno e come prova recitativa, grazie ad un cast perfetto in cui a spiccare è un Gyllenhaal monumentale, inquietante, smagrito, terrificante in tutti i sensi, bravissimo nel dipingere un personaggio totalmente senza scrupoli o riferimenti morali. Simbolo di una società sconfitta, affogata in un gorgo di sangue sporco. La fotografia è di Robert Elswitt, le musiche (tesissime) di James Newton Howard. Insomma, un vero capolavoro!
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bigpask
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martedì 18 novembre 2014
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un ottimo esordio, un ottimo gyllenhaal
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Nightcrawler, film d'esordio di Dan Gilroy. E che esordio!
Nightcrawler è un buon film. Certo che è un buon film. Un filmone esagererei dire.
Jake Gyllenhaal è impressionante. Il suo personaggio, da una psicologia elaborata, non racconta mai il suo passato, non ci viene mai dato modo di capirla questa psicologia se non dall'espressioni di Jake. Ha l'incredibile capacità di terrorizzarti con un solo sguardo. Trovandotelo di fronte, magari vestito normalmente con jeans e camicia, e magari che ti sorride anche, uno con uno sguardo del genere ti porta subito a pensare che prima o poi ti ucciderà.
Dopo questo elogio un po' fanatico all'attore protagonista posso iniziare a parlare dell'opera: innanzitutto contiene un significato importante che viene spiegato egregiamente nel corso delle due ore e poi riassunto favolosamente in unica inquadratura finale che mette i brividi.
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Nightcrawler, film d'esordio di Dan Gilroy. E che esordio!
Nightcrawler è un buon film. Certo che è un buon film. Un filmone esagererei dire.
Jake Gyllenhaal è impressionante. Il suo personaggio, da una psicologia elaborata, non racconta mai il suo passato, non ci viene mai dato modo di capirla questa psicologia se non dall'espressioni di Jake. Ha l'incredibile capacità di terrorizzarti con un solo sguardo. Trovandotelo di fronte, magari vestito normalmente con jeans e camicia, e magari che ti sorride anche, uno con uno sguardo del genere ti porta subito a pensare che prima o poi ti ucciderà.
Dopo questo elogio un po' fanatico all'attore protagonista posso iniziare a parlare dell'opera: innanzitutto contiene un significato importante che viene spiegato egregiamente nel corso delle due ore e poi riassunto favolosamente in unica inquadratura finale che mette i brividi. Un crescendo di tensione, presente in ogni servizio che il buon vecchio Jake porta al suo caro tg, che viene esasperato dalla lentezza con cui si muove la telecamera, quella di Jake non quella del regista.
Si perché le riprese sono divise: prima abbiamo la ripresa classica e poi abbiamo delle sequenze direttamente dalla videocamera del protagonista con il metodo del found footage.
Lo sciacallo (così lo chiamano nel titolo italiano), con l'avanzare del film, impara a riconoscere quali sono le "prede" migliori, ovvero i casi che richiamano maggiore interesse, e impara a renderli più scenici: perché un morto sulla strada che sgorga sangue dalla gola è molto più interessante se ripreso dalla giusta posizione, con la giusta luce e con i giusti movimenti di macchina!
Insomma lui impara mano mano i trucchi di un mestiere senza scrupoli, evidenziando il tutto con la sua ossessiva voglia di perseguire fino alla fine un obiettivo, quasi giustificandosi con la frase: "è il mio lavoro, sono un professionista!"
Più i casi che questo freelancer riprende diventano tragici, più i movimenti della sua telecamera diventano lenti, più da vicino vengono catturati macabri dettagli di un corpo mutilato, creando, con questo ottimo doppio espediente, un climax sia per i telespettatori del tg, sia per noi spettatori in sala.
Dan Gilroy ci spiega banali tecniche di ripresa per aumentare la drammaticità di una scena, che nel contesto di finzione di un film sembrano più che normali, ma che inserite nel contesto di una reale sparatoria, omicidio o qualsivoglia incidente dove le vittime sono anche più di due, risultano al di fuori di qualsiasi limite etico, risultano non umane.
E lentamente lo sciacallo cerca di rendere più artefatti e interessanti i suoi casi, lentamente lo sciacallo diventa più un regista che un videoreporter, crea i propri incidenti, li cogita con attenzione, quasi come fossero una sceneggiatura, ma Gilroy è ben attento a non far superare al suo protagonista questo limite: lui non commette crimini legali, ma solo crimini morali.
Ecco cos'è Nightcrawler: un discorso sulla morale, un ragionamento che gira intorno la sottile linea tra il giusto e il sbagliato, su quei mestieri che lucrano senza scrupoli sulle tragedie quotidiane. Gilroy non punta il dito contro nessuno (in questo caso viene raccontato il sadico cinismo dei mass media, ma il discorso può facilmente essere generalizzato), non si sbilancia troppo, fa leggermente valere la sua opinione, ma non si macchia né di perbenismo né di moralismo, ci lascia semplicemente pensare sul risultato, ci lascia ragionare sull'inquietante sorriso di Gyllenhaal, ci lascia con quell'enorme ansia che nel frattempo si è bloccata alla bocca dello stomaco e che ha raggiunto il suo apogeo all'udirsi di una semplice frase "è fantastico!", nella famosa scena che riassume il significato di quest'opera.
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