Le nozze di Figaro

Opera buffa in quattro atti. Libretto di Lorenzo Da Ponte.
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart.

Con la sua commedia "La folle journée", Beaumarchais aveva messo alla berlina la classe nobiliare del Settecento, anticipando con il linguaggio della satira il tramonto della nobiltà francese che sarebbe seguito di lì a poco. Mozart, che con i regnanti e le figure istituzionali (vedi l'arcivescovo Colloredo) ebbe sempre un rapporto conflittuale, non si lascò scappare l'occasione e, supportato dal memorabile libretto di Lorenzo Da Ponte, diede alla ironiche situazioni inventate da Beaumarchias una veste musicale di tale creatività, perfezione espressiva e formale da consacrarle per sempre nella memoria collettiva più di quanto riuscì alla commedia originale. Sorriso, dramma, azione, commozione, presunzione, smarrimento, rivendicazione sociale, amore, desiderio... Non c'è sentimento che serpeggi tra le figure di Figaro e della sua promessa sposa Rosina, del Conte d'Almaviva e della Contessa, dell'adolescente Cherubino, che Mozart non riesca a tradurre in note con naturalezza, facilità, semplicità: se il mondo della nobiltà settecentesca al centro della trama, fitta di equivoci, è sull'orlo del crollo, la partitura di Mozart mantiene, al contrario, una solidità formale ferma e sicura. Un contrasto emblematico che non è l'ultima componente di fascino di questa vetta assoluta della commedia in musica. Al Carlo Felice il capolavoro di Mozart e Da Ponte va in scena nella regia di Marco Spada, musicologo e critico musicale, passato negli ultimi anni alla regia, con grande successo e consensi di pubblico e critica.