dani467
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venerdì 19 settembre 2014
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neeson = rapimento
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Film interessante, ma poco credibile. I due "cattivi" sono sì maniaci, ma non sono dei criminali professionisti e quindi non si capisce come facciano a ottenere così tanti soldi senza ripercussioni. Dei trafficanti con così tanti soldi, in teoria dovrebbero avere come minimo un clan e molte persone accanto e invece sembrano essere quasi soli!!! Nella realtà i maniaci si sarebbero ritrovati ben peggio.
Ambiente curatissimo, in una New York inusuale. Bello il legame che si crea tra Matt e Tj (divertente il non mi compatire tra i due). Elementi dell'ambientazione come il cimitero, i piccioni e il tempo che è sempre brutto rendono il film cupo e ideale per questo genere di film.
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Film interessante, ma poco credibile. I due "cattivi" sono sì maniaci, ma non sono dei criminali professionisti e quindi non si capisce come facciano a ottenere così tanti soldi senza ripercussioni. Dei trafficanti con così tanti soldi, in teoria dovrebbero avere come minimo un clan e molte persone accanto e invece sembrano essere quasi soli!!! Nella realtà i maniaci si sarebbero ritrovati ben peggio.
Ambiente curatissimo, in una New York inusuale. Bello il legame che si crea tra Matt e Tj (divertente il non mi compatire tra i due). Elementi dell'ambientazione come il cimitero, i piccioni e il tempo che è sempre brutto rendono il film cupo e ideale per questo genere di film. I dialoghi sono fatti bene ed è bello vedere come Matt tiene testa a Ray al telefono.
Il finale è un pò scontato, nel senso che quando Matt, protagonista, abbandona insieme a Tj la casa lasciando Kenny con Albert era ovvio che sarebbe tornato indietro e sarebbe successo dell'altro.
Colonna sonora non eccezionale, buoni i costumi. Insomma un film che coinvolge, ma che non raggiunge l'otto in pagella
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caravella
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venerdì 26 settembre 2014
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l'ennesimo neeson giustiziere funziona ancora
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Si è quasi perso il conto dei cattivi spediti all'altro mondo da Liam Neeson negli ultimi anni.
Stavolta veste i panni di un tutt'altro che invincibile ex-poliziotto che, senza licenza, si arrabatta come investigatore privato fra un incontro degli alcolisti anonimi e un altro.
Finsce col trovarsi alle prese con due serial killer brutali e cattivi quanto basta che prendono di mira le mogli (ma senza disdegnare le figlie) di narcotrafficanti di medio cabotaggio.
La Preda Perfetta è tutt'altro che un film impeccabile, soprattutto sul lato della scrittura che inciampa su elementi inverosimili (delitti efferati commessi senza che nessuno sembri mostrare particolare interesse) e un finale che non brilla per originalità.
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Si è quasi perso il conto dei cattivi spediti all'altro mondo da Liam Neeson negli ultimi anni.
Stavolta veste i panni di un tutt'altro che invincibile ex-poliziotto che, senza licenza, si arrabatta come investigatore privato fra un incontro degli alcolisti anonimi e un altro.
Finsce col trovarsi alle prese con due serial killer brutali e cattivi quanto basta che prendono di mira le mogli (ma senza disdegnare le figlie) di narcotrafficanti di medio cabotaggio.
La Preda Perfetta è tutt'altro che un film impeccabile, soprattutto sul lato della scrittura che inciampa su elementi inverosimili (delitti efferati commessi senza che nessuno sembri mostrare particolare interesse) e un finale che non brilla per originalità.
Ha però dalla sua diversi pregi che lo rendono godibile e interessante.
Scott Frank dirige con buon mestiere, senza cali di tensione e con alcuni spunti interessanti; il rapporto fra il protagonista e il ragazzino dei bassifondi evita i patetismi e funziona sorprendentemente bene; la fotografia è fredda il giusto, immergendo il film in un'atmosfera livida perfetta per lo svolgimento della trama; alcuni personaggi di contorno - su tutti, il guardiano del cimitero, inquietante e fragile allo stesso tempo - sono tratteggiati con pochi ma efficaci elementi e si fanno ricordare.
Liam Neeson si cala alla perfezione nella parte dell'investigatore solitario che decide di affrontare - prima per soldi, poi per principio - un caso di violenza molto, forse troppo brutale.
Peccato che i cattivi siano del tutto privi sia di complessità che di grandezza: non sono nemmeno abbastanza "persone comuni" da rappresentare la famosa "banalità del male".
Ottimi invece i titoli di testa, ed è un piacere vedere che c'è ancora qualcuno che ci si dedica.
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mother demon
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venerdì 19 settembre 2014
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ottimo thriller per scott frank
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Il film 'La preda perfetta' si presenta come un thriller solido, crudele e molto convincente. La regia è molto attenta, appoggiata da colonne sonore azzeccate che creano un giusto equilibrio tra violenza e suspance. Notevole è anche la fotografia, molto nitida e crudele ed il cast, con un ottimo Liam Neeson, perfetto nell'impersonare un uomo dal passato tormentato. Concludo dicendo che per chi ama il genere thriller, lo consiglio vivamente!
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catcarlo
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mercoledì 24 settembre 2014
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la preda perfetta
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Abbandonate la polizia di New York e la bottiglia dopo che la combinazione delle due ha causato un danno collaterale, Matt Scudder si è riciclato come detective privato, per dipiù senza licenza. E’ questo il motivo per cui si rivolge a lui un trafficante di droga al quale hanno fatto a pezzi la moglie anche se ha pagato il riscatto: di fronte all’efferatezza del delitto, l’investigatore mette da parte i dubbi e inizia l’indagine che lo porta, ovviamente, a scovare gli assassini (che lo spettatore conosce quasi da subito). Tratto dal decimo romanzo dedicato a Scudder da Lawrence Block, il film – scritto dal regista Scott Frank – si rivela un buon thriller che tutto sommato tiene avvinghiato lo spettatore e sarà apprezzato dagli amanti del genere, ma va anche sottolineato che il risultato è molto lontano dalle migliori pellicole della categoria.
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Abbandonate la polizia di New York e la bottiglia dopo che la combinazione delle due ha causato un danno collaterale, Matt Scudder si è riciclato come detective privato, per dipiù senza licenza. E’ questo il motivo per cui si rivolge a lui un trafficante di droga al quale hanno fatto a pezzi la moglie anche se ha pagato il riscatto: di fronte all’efferatezza del delitto, l’investigatore mette da parte i dubbi e inizia l’indagine che lo porta, ovviamente, a scovare gli assassini (che lo spettatore conosce quasi da subito). Tratto dal decimo romanzo dedicato a Scudder da Lawrence Block, il film – scritto dal regista Scott Frank – si rivela un buon thriller che tutto sommato tiene avvinghiato lo spettatore e sarà apprezzato dagli amanti del genere, ma va anche sottolineato che il risultato è molto lontano dalle migliori pellicole della categoria. La carta vincente è certamente l’interpretazione di Neeson, che impersona con efficacia un uomo segnato dalla vita e dalla solitudine grazie a una faccia stropicciata e a una faticosa e dondolante andatura (lo si definirebbe un cavaliere solitario se il nostro non fosse un infaticabile camminatore). Non è da meno, però, l’accurata ambientazione in una New York periferica dove piove spesso e i colori sono sempre spenti, ad eccezione della scena iniziale e nei brevi flash che raccontano i rapimenti delle vittime (la fotografia e del rumeno Mihai Malaimare Jr.): un po’ ovunque è diffusa un’atmosfera da anni Settanta anche se la storia è ambientata alla fine del secolo scorso, con tanto di timore per il millenium bug. In fondo, funziona anche il rapporto di Scudder con il giovane nero TJ (Brian ‘Astro’ Bradley), quando in un primo momento si poteva temere il contrario, perché il racconto mette in pratica quello che i due continuano a chiedersi a vicenda e cioè di evitare i compatimenti: peccato allora che il film risulti indebolito da due cattivi tanto perversi quanto bidimensionali, oltre che da alcuni passaggi di trama parecchio forzati. Già non si capisce come gli inquirenti ufficiali possano ignorare delle morti così violente senza essere travolti dall’opinione pubblica, ma il progredire di Scudder è a volte forzato mentre non viene sfruttato a dovere il contrasto creato dall’essere comunque al servizio di criminali: del tutto campato in aria pare poi il contrappunto dei Dodici Punti degli Alcolisti Anonimi in un finale che già da parte sua poteva essere risolto in maniera più brillante. Così, lo svolgersi della narrazione si snoda irregolare con le mancanze che si alternano a una serie di momenti davvero riusciti che, assieme all’ambientazione sopra descritta, colpiscono l’attenzione e contribuiscono ad alzare la media: vanno almeno citati l’indovinata figura del custode del cimitero – il Loogan tra l’ingenuo e l’inquietante di un bravo Olafur Darri Olafsson – e i dialoghi opportunamente ispirati alla scuola dei duri (per bocca di TJ ci sono esplicite nonché multiple citazioni di Sam Spade e Philip Marlowe) con menzione speciale per i contatti telefonici tra l’investigatore e il truce Ray (David Harbour) che finiscono per incrinare la sicurezza di quest’ultimo. Attorno al mattatore Neeson, si muove un cast di attori (tutti maschi) in media giovani e poco conosciuti che offrono un insieme di interpretazioni senza sbavature che stanno dentro le righe in personaggi e situazioni a volte estremi: li accompagna la colonna sonora un po’ ansiogena di Carlos Rafael Rivera alla quale, sui titoli di coda, si aggiunge una bella versione di ‘Black hole sun’ dei Soundgarden ad opera di Swann e Nouela. A proposito di titoli, belli e disturbanti sono quelli di testa (incredibile, questa volta ci sono) con il loro giocare tra realtà e apparenza: molto meno bello, invece, risulta un titolo italiano quanto mai generico quando non ci voleva molto a tradurre in modo efficace il ben più evocativo originale.
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ashtray_bliss
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mercoledì 28 ottobre 2015
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decadenza e sfumature noir per neeson.
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A Walk Among The Tombstones, l'azzecato titolo originale, ci immerge sin dalle prime scene in una New York dall'atmosfera prettamente decadente, cupa e torbida che ti ammalia, ti affascina e ovviamente ti cattura. Anche l'uso della fotografia è in perfetta sintonia con l'atmosfera che si vuole ricreare, ed infatti il risultato è notevole; Il regista presta attenzione ai particolari stilistici e visivi che rendono la pellicola peculiare e particolarmente memorabile grazie anche all'uso dei colori più scuri e spenti, tendenti quasi al seppia. Una scelta evidentemente voluta che si sposa benissimo con la trama noir del soggetto e come precedentemente notato con l'ambientazione/location.
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A Walk Among The Tombstones, l'azzecato titolo originale, ci immerge sin dalle prime scene in una New York dall'atmosfera prettamente decadente, cupa e torbida che ti ammalia, ti affascina e ovviamente ti cattura. Anche l'uso della fotografia è in perfetta sintonia con l'atmosfera che si vuole ricreare, ed infatti il risultato è notevole; Il regista presta attenzione ai particolari stilistici e visivi che rendono la pellicola peculiare e particolarmente memorabile grazie anche all'uso dei colori più scuri e spenti, tendenti quasi al seppia. Una scelta evidentemente voluta che si sposa benissimo con la trama noir del soggetto e come precedentemente notato con l'ambientazione/location. Ci troviamo infatti a New York ma poco a nulla assaporiamo della caotica metropoli fine anni '90; il film è infatti scarno anche dal punto di vista della location la quale predilige quartieri semi-desertici, strade vuote e ovviamente cimiteri. Dimenticatevi perciò i grattacieli, il rumore assordante delle boulevard e delle metro, o il notevole via-vai di persone che affollano la city.
Per quel che riguarda la trama, potenzialmente promettente e intrigante data la sua provenienza letteraria, seguiamo le vicende di Matt Scudder, poliziotto in pensione che sbarca il lunario prestandosi come investigatore privato (e senza licenza) nei panni del quale troviamo il nostro amato Liam Nesson che ancora una volta presta il suo volto drammatico ad un poliziotto tormentato dagli errori del passato che cerca disperatamente di riconciliarsi con se stesso, attravverso la fede. Scudder verrà avvicinato da Kristo, un ricco rampollo che si è fatto una fortuna come commerciante di droga, il quale ha perso la moglie, rapita e barbaramente uccisa, per mano di due psicopatici con l'ossessione di rapire e uccidere le donne che gravitano attorno ai sedicenti trafficanti di droga dei quartieri newyorkesi. Scudder inizialmente rifiuta l'incarico ma appena inizia a vedere i collegamenti tra l'ultimo caso e altre sparizioni di donne decide di accettare. Da quel momento ha inizio un vero e proprio percorso in bilico tra la perdizione e la resa di giustizia, e per Scudder si tratterà di camminare sul filo in bilico tra la voglia di vendicarsi con barbari e spietati assassini e il dovere di far rispettare le leggi e la giustizia. Quello che è giusto e sbagliato si mescolano e si intrecciano costantemente, l'ambiguità di tutti i personaggi coinvolti renderanno la ricerca di verità e giustizia ancora più ardua e pericolosa. Nessuno è chi dice di essere, i segreti emergono poco a poco e tutti dovranno confrontarsi con le proprie colpe e peccati. Simbolica ed emotivamente carica la scena della sparatoria nel cimitero che viene contrapposta parallelemente ai dodici passi di rendenzione che devono compiere gli alcolisti anonimi di fede cattolica.
Nel suo complesso La Preda Perfetta, risulta essere un prodotto di buona fattura, meticoloso nelle scelte stilistiche esteriori (vedi la cura della scenoggiatura, della colonna musicale, montaggio) e con una trama solida che incuriosisce e malgrado il ritmo narrativo lento, lineare e quasi privo di suspence, riesce comunque a tenere lo spettatore incollato alla sedia, grazie anche al supporto recitativo di Neeson, che praticamente sorregge la pellicola da solo in un ruolo aspro e abbastanza inusuale. Ma anche grazie al giusto e misurato dosaggio dei classici elementi del genere: colpi di scena, scene d'azione, mistero che avvolge situazioni e personaggi di dubbia moralità. Notevole (e lodevole) la scelta di non scadere nell'eccesso gore fine a se stesso. Le scene violente ci sono ma sono appena accennate e il regista Frank riesce a tenere il tutto in equilibrio senza lasciarsi andare in eccessi che avrebbero penalizzato questa raffinata pellicola.
Riuscita anche la dscrizione introspettiva del protagonista principale, uomo solitario, provato ma tenace; anche qui, non si indaga e non ci si sofferma troppo su quello che divora Matt Scudder da tempo e i sensi di colpa che lo tormentano; eppure la caratterizzazione è azzecata, convincente, mai sopra le righe; esattamente come la descrizione dell'amicizia insolita che nasce tra Matt e TJ, ragazzino afroamericano malato e orfano, quasi voglia costituire un legame paterno e una via di rendezione.
Non privo di lacune e alcuni passi falsi, specialmente riguardanti la caratterizzazione e i risvolti finali dei serial killer diabolici, la pellicola risulta certamente interessante e rimane impressa anche grazie all'ambientazione in una NY cupa, desolata e rudimentale oltre ovviamente alla bravura di Liam Neeson e degli attori secondari che supportano la pellicola. Ottima la fotografia e sceneggiatura, curata la colonna sonora e bello anche il finale. In definitiva si tratta di un film con tutte le carte in regola per essere un'ottimo film, ma Frank non osa spingersi troppo in là e preferisce percorrere le strade sicure che sì si rivelano vincitrici ma tolgono al prodotto quella marcia in più alla quale aspirava. Non deluderà di certo gli appassionati del genere e secondo me è uno dei migliori film recenti di Neeson dato che ci si concentra sul personaggio e l'introspezione più che favorire la mera azione rocambolesca degli action movie da lui assiduamente interpretati. 3,5/5
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samanta
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mercoledì 8 marzo 2017
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un'occasione perduta
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Ho visto recentemente in TV il film "la preda perfetta" e attirato dalla trama e dall'interprete principale l'ho visto e devo dire che non posso dare un giudizio molto positivo.
Matt Scuder (Liam Neeson) è un poliziotto alcolizzato che in uno scontro a fuoco uccide tre malviventi ma anche per errore una bambina. Lo ritroviamo 8 anni dopo sempre a New York ormai ex poliziotto che vivacchia facendo l'investigatore privato senza licenza e frequentando gli alcolisti anonimi ha abbandonato il vizio del bere. Viene assoldato da un trafficante di droga che vive come un tranquillo borghese ricco per scoprire chi gli ha rapito la moglie che è stata torturata e fatta letteralmente a pezzettini, malgrado avesse pagato il riscatto.
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Ho visto recentemente in TV il film "la preda perfetta" e attirato dalla trama e dall'interprete principale l'ho visto e devo dire che non posso dare un giudizio molto positivo.
Matt Scuder (Liam Neeson) è un poliziotto alcolizzato che in uno scontro a fuoco uccide tre malviventi ma anche per errore una bambina. Lo ritroviamo 8 anni dopo sempre a New York ormai ex poliziotto che vivacchia facendo l'investigatore privato senza licenza e frequentando gli alcolisti anonimi ha abbandonato il vizio del bere. Viene assoldato da un trafficante di droga che vive come un tranquillo borghese ricco per scoprire chi gli ha rapito la moglie che è stata torturata e fatta letteralmente a pezzettini, malgrado avesse pagato il riscatto. Matt si mette alla ricerca dei rapinatori che sono due maniaci che nel frattempo uccidono una seconda ragazza e poi rapiscono una ragazzina figlia di altro trafficante di droga per cui chiedono un riscatto di 1 milione di dollari anche se la loro intenzione è di ucciderla facendola a pezzi...
A questo punto occorre un commento la trama è abbastanza inverosimile colpire proprio i trafficanti di droga che appaiono dei tranquilli borghesi indifesi appare non credibile, anche i flashback continui avvolgono la trama in una notevole fumosità, oltretutto i delitti appaiono svolgersi nell'indifferenza dell'opinione pubblica, mentre al contrario dei casi così feroci dovrebbero attirare l'attenzione.. Penso che il regista tentasse di creare l'atmosfera del "grande sonno" e il suo investigatore avesse come modello Marlowe di Bogart. Purtroppo non è andata così il film è lento, slegato, non riesce a creare quell'atmosfera di inquietudine o di panico che è determinata dall'azione violenta. dei due rapinatori sadici insomma il regista non è Howard Hawcks. Alla fine Scuder riesce con l'aiuto di un simpatico ragazzino afroamericano a scoprie i due rapinatori che nel finale moriranno mentre la ragazzina viene liberata.
Film a mio avviso non riuscito perché il regista Scott Frank alla sua seconda regia (la prima era di 7 anni prima) non ha saputo dirigere in modo sicuro, infatti il film pur con una trama interessante non riesce a creare un atmosfera da " Trhiller". Il protagonista Liam Neeson è bravo come al solito e mostra quel volto sofferente di chi ha un passato tragico da dimenticare che si può notare presente anche in altri film. Penso che a ciò abbiano contribuito le vicende personali dell'attore che dopo 15 anni di felice matrimonio e due figli ancora giovani ha visto morire la moglie (Natasha Richardson) in un incidente mentre sciava. Gli altri attori sono sotto la media salvo il simpatico ragazzino nero TJ (Astro) che si mostra disinvolto e simpatico. In conclusione consiglio a Scott Frank di ritornare alle sceneggiature in cui ha dato buona prova e di lasciare stare i tentativi di regia.
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lomax
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lunedì 22 giugno 2015
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suspance e intrigo sapientemente dosati
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E' un bel film. La trama è solida e coinvolgente, la suspance è centellinata nella giusta dose, la crudeltà dei rapitori seriali/assassini è appena accennata con rapide e brevi sequenze in flashback, ma mai ostentata come spesso accade con sangue che scorre a fiumi. Liam Neeson è una garanzia anche se a forza di interpretare sempre lo stesso ruolo porta lo spettatore ad accomunare tra di loro i vari film, ma questo è, secondo me, uno dei migliori da lui interpretati. Una menzione particolare all'ottima la regia
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onufrio
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martedì 17 marzo 2015
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rapimenti "stupefacenti"
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Prosegue il filone di film d'azione per Liam Neeson, che dopo i due "Io Vi troverò" veste i panni di un ex agente adesso dedito all'investigazione privata; l'uomo, dopo un primo rifiuto, accetta d'indagare sullo strano rapimento di una donna che, dopo aver pagato regolarmente il riscatto dal marito, è stata brutalmente uccisa. Matt Scuder (L.Neeson), si mette cosi' sulle tracce di questi rapitori seriali, visto che lnon si tratta della loro prima vittima, indaga difatti su tre efferati omicidi di donne che, loro malgrado, hanno a che fare con il mondo della droga. Troppa carne al fuoco nella prima parte del film, dopo un'ora però tutto si riassesta e lì inizia la caccia ai killer.
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Prosegue il filone di film d'azione per Liam Neeson, che dopo i due "Io Vi troverò" veste i panni di un ex agente adesso dedito all'investigazione privata; l'uomo, dopo un primo rifiuto, accetta d'indagare sullo strano rapimento di una donna che, dopo aver pagato regolarmente il riscatto dal marito, è stata brutalmente uccisa. Matt Scuder (L.Neeson), si mette cosi' sulle tracce di questi rapitori seriali, visto che lnon si tratta della loro prima vittima, indaga difatti su tre efferati omicidi di donne che, loro malgrado, hanno a che fare con il mondo della droga. Troppa carne al fuoco nella prima parte del film, dopo un'ora però tutto si riassesta e lì inizia la caccia ai killer.
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ultimoboyscout
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domenica 14 giugno 2015
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una passeggiata fra le lapidi.
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Nella sua nuova carriera di uomo d'azione, Liam Neeson è Matt Scudder, ex poliziotto alcolista sbattuto fuori dalla Polizia che si ricicla come detective privato senza licenza nella New York di fine secolo. Quando viene assunto da un narcotrafficante per indagare su chi ha rapito e ucciso sua moglie, Matt non ha ben capito che sta per mettersi contro dei criminali spietati. Il protagonista nasce dalla penna di Lawrence Block ed era già stato portato al cinema da Jeff Bridges. Scott Franck, più attivo come sceneggiatore che come regista, dirige un thriller di grandissima suspense a tinte gialle e soprattutto noir, pregno di violenza e di crudezza, sia a livello di immagini che di linguaggio, sempre in bilico tra giusto e sbagliato, tra vendetta personale e giustizia divina.
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Nella sua nuova carriera di uomo d'azione, Liam Neeson è Matt Scudder, ex poliziotto alcolista sbattuto fuori dalla Polizia che si ricicla come detective privato senza licenza nella New York di fine secolo. Quando viene assunto da un narcotrafficante per indagare su chi ha rapito e ucciso sua moglie, Matt non ha ben capito che sta per mettersi contro dei criminali spietati. Il protagonista nasce dalla penna di Lawrence Block ed era già stato portato al cinema da Jeff Bridges. Scott Franck, più attivo come sceneggiatore che come regista, dirige un thriller di grandissima suspense a tinte gialle e soprattutto noir, pregno di violenza e di crudezza, sia a livello di immagini che di linguaggio, sempre in bilico tra giusto e sbagliato, tra vendetta personale e giustizia divina. Franck omaggia in maniera evidente il cinema poliziesco anni '70 confezionando un film che analizza i personaggi, che privilegia le atmosfere a scapito del ritmo, che segue binari prevedibili ma sicuri, la sua regia ha indubbio stile ed innata raffinatezza, aiutato da un cast a proprio agio formato da attori giovani e da interpreti smaliziati e più consumati. Ben fatta l'introspezione di Scudder, che oltre ai sequestratori, deve guardarsi da se stesso, dai suoi demoni e dai suoi tormenti interiori, ottima la location newyorchese, esaltata da una fotografia che sfiora la perfezione, che sottolinea il freddo e l'umido delle notti invernali della Grande Mela. Prodotto che vale più di due stelle, da non sottovalutare.
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pasquiota
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venerdì 6 febbraio 2015
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il già visto coniugato con l'inutile
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Psicopatici che torturano le donne, con la variante di sceglierle in famiglie di narcotrafficanti. Poliziotto privato senza licenza che s'incunea dentro la vicenda, facendosene coinvolgere sempre di più. New York noir e malfamata da sfondo alla storia, in quartieri e location degradati. Tutto già visto, anche la morale sottintesa che Legge e Giustizia non abitano più qui. Aggiungiamo la collaborazione affettuosa fra il detective (Liam Neeson) e TJ - un ragazzino di colore malato e senza famiglia: il quadro è completo. Nemmeno il modo di girare il film riscatta la banalità del male. Forse alla fin fine perfino Liam Neeson si sarà resoconto della fragilità della pellicola. Alla quale si regalano due stelle soltanto per l'interpretazione dolente del protagonista e per il memorabile suo doppiatore (Alessandro Rossi).
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Psicopatici che torturano le donne, con la variante di sceglierle in famiglie di narcotrafficanti. Poliziotto privato senza licenza che s'incunea dentro la vicenda, facendosene coinvolgere sempre di più. New York noir e malfamata da sfondo alla storia, in quartieri e location degradati. Tutto già visto, anche la morale sottintesa che Legge e Giustizia non abitano più qui. Aggiungiamo la collaborazione affettuosa fra il detective (Liam Neeson) e TJ - un ragazzino di colore malato e senza famiglia: il quadro è completo. Nemmeno il modo di girare il film riscatta la banalità del male. Forse alla fin fine perfino Liam Neeson si sarà resoconto della fragilità della pellicola. Alla quale si regalano due stelle soltanto per l'interpretazione dolente del protagonista e per il memorabile suo doppiatore (Alessandro Rossi). Inutile
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