Upside Down |
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Un film di Juan Solanas.
Con Jim Sturgess, Kirsten Dunst, Timothy Spall, Blu Mankuma, Nicholas Rose.
continua»
Drammatico,
durata 107 min.
- Canada 2013.
- Notorious Pictures
uscita giovedì 28 febbraio 2013.
MYMONETRO
Upside Down
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Recensione: upside downdi RfmcenciFeedback: 328 | altri commenti e recensioni di Rfmcenci |
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venerdì 3 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La trama cavalca un’onda troppo facile, il parallelismo tra questa ed avvenimenti di attualità e storia è immediato se non precedente alla visione del film: “due popoli vicini separati, uno ricco ed uno povero, uno sfrutta l’altro per arricchirsi, l’uno odia l’altro“. Viene in mente Berlino Est ed Ovest, israeliani e palestinesi, guerre di secessione, Boston Tea Party… Guardando il film sotto questo punto di vista l'impressione è che il regista Solanas abbia voluto produrre un mix di storie realmente accadute per mettere in scena una trama che fosse comune a tutti, nella quale ognuno potesse vedere l'avvenimento che sente più vicino alla propria condizione. Idea originale e mai banale.
Resa
La regia divide i due mondi con la luce nelle inquadrature. Il mondo-di-sotto ha tinte scure che si avvicinano al bianco e nero per simboleggiare l’arretratezza da terzo mondo, i colori sono freddi e nella maggior parte delle inquadrature all’esterno, se non è notte, piove. I cittadini sono sporchi, si trascinano a piedi o in bicicletta ed alzando gli occhi provano un misto di invidia e rabbia. La città è abbandonata da Dio, tombini e cartelli stradali divelti, poche macchine arrugginite ai lati delle strade e quando sono in movimento sono foriere di brutte notizie essendo strettamente legate al concetto di benzina, quindi denaro, quindi mondo-di-sopra. Nel mondo-di-sopra i cittadini sono ben vestiti e la metropoli è in perenne movimento, c’è musica, la luce non manca mai ed essa è la caratteristica principale di questo mondo: tanti colori e tanta luce.
Giudizio
Una trama che accompagna la resa sullo schermo in un climax ascendente, dalla tristezza iniziale del protagonista e dal grigiume delle prime inquadrature si giunge all'innamoramento ed alla riscoperta dei colori e della luce. Non brillano né i dialoghi né le caratterizzazioni dei personaggi ed i colpi di scena sono ridotti quasi a zero. Quest'ultimo aspetto non fa del film quello che meriterebbe un'idea così originale. Voto: ciononostante 7
Riccardo Cenci
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