donni romani
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mercoledì 20 febbraio 2013
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la forza di gravità dell'amore
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Un universo parallelo con due mondi perfettamente simmetrici, ognuno con la propria gravità che non permette agli abitanti del mondo di sotto di andare in quello di sopra e viceversa, e come unico collegamento il Transworld, una costruzione che collega i due mondi e in cui lavorano persone appartenenti ad entrambi per il benessere del mondo di sopra che sfrutta le risorse del mondo di sotto e costringe i loro abitanti a vivere di stenti e miseria. In questo scenario apocalittico - magnificamente fotografato in blu da Pierre Gill - vive Adam, un bambino i cui genitori sono morti in un'esplosione alla Transworld e che nel fine settimana va a trovare sua zia Becky che gli insegna i segreti delle api rosa il cui polline ha il potere di rendere vana la gravità di entrambi i mondi permettendo così agli oggetti e alle persone di muoversi liberamente nel vuoto.
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Un universo parallelo con due mondi perfettamente simmetrici, ognuno con la propria gravità che non permette agli abitanti del mondo di sotto di andare in quello di sopra e viceversa, e come unico collegamento il Transworld, una costruzione che collega i due mondi e in cui lavorano persone appartenenti ad entrambi per il benessere del mondo di sopra che sfrutta le risorse del mondo di sotto e costringe i loro abitanti a vivere di stenti e miseria. In questo scenario apocalittico - magnificamente fotografato in blu da Pierre Gill - vive Adam, un bambino i cui genitori sono morti in un'esplosione alla Transworld e che nel fine settimana va a trovare sua zia Becky che gli insegna i segreti delle api rosa il cui polline ha il potere di rendere vana la gravità di entrambi i mondi permettendo così agli oggetti e alle persone di muoversi liberamente nel vuoto. Ed è proprio andando a raccogliere il polline rosa su una montagna che Adam conosce Eden, una bambina del mondo opposto. La curiosità si trasforma ben presto in amicizia e con gli anni in amore, tant'è che i due si continuano ad incontrare sulla montagna galeotta fin quando non vengono scoperti, colpiti da proiettili e separati. Passati dieci anni Adam scopre casualmente che Eden è ancora viva e lavora alla Transworld e farà di tutto per rivederla non sapendo che la ragazza dai tempi del loro incidente soffre di amnesie e non si ricorda di lui. Non si può svelare oltre la trama anche se chiaramente si attiene alle regole di ogni storia d'amore cinematografica, con incursioni nel fantasy, o meglio nello sci fi, e nella metafora sociale niente affatto ridondante. La scenografia e l'impatto visivo dei due mondi, con tanto di dialoghi e confronti fisicamente "upside down" è decisamente originale e di grande fascino, la dedizione di Adam per risvegliare la sua principessa degna della tradizione fiabesca e la rappresentazione di una società oppressiva e autoritaria, sia pure un classico nel mondo della fantascienza, risulta incisiva nel porsi come ostacolo al sogno d'amore - e di libertà - di Adam ed Eden che rappresentano il desiderio di affrancarsi dai ruoli stabiliti da chi è al comando, di affermare la propria indipendenza e la possibilità, sempre e comunque, di cambiare il proprio destino. Romantico e idealista Sturgess e un po' algida la Dunst ma nel complesso la magia dell'amore che salva il mondo rimane sempre una carta vincente, soprattutto se incastonata in un universo così lontano geograficamente da noi ma così simile nei sentimenti e nelle inquietudini sociali al nostro piccolo mondo unico.
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matteo manganelli
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domenica 3 marzo 2013
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la gravità non basta
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Goffa e libera rivisitazione di Romeo e Giulietta, divisi, in questo caso, non tanto dalle famiglie ma dalla gravità. Meravigliosi scenari che confondono la realtà con la fantasia, come in un bellissimo quadro di Van Gogh. Per essere un film costato relativamente poco (50 milioni di dollari per una pellicola del genere è un budget ristretto) Upside Down risulta tecnicamente riuscito: fotografia molto accentuata e artisticamente scorretta, ma non fastidiosa, effetti speciali suggestivi e una regia che sviluppa un filo narrativo non perfetto, ma efficace. Il problema sta nella trama. Il primo tempo può difendersi bene, ma l'ultima mezz'ora la struttura del film, già fragile dall'inizio, crolla totalmente.
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Goffa e libera rivisitazione di Romeo e Giulietta, divisi, in questo caso, non tanto dalle famiglie ma dalla gravità. Meravigliosi scenari che confondono la realtà con la fantasia, come in un bellissimo quadro di Van Gogh. Per essere un film costato relativamente poco (50 milioni di dollari per una pellicola del genere è un budget ristretto) Upside Down risulta tecnicamente riuscito: fotografia molto accentuata e artisticamente scorretta, ma non fastidiosa, effetti speciali suggestivi e una regia che sviluppa un filo narrativo non perfetto, ma efficace. Il problema sta nella trama. Il primo tempo può difendersi bene, ma l'ultima mezz'ora la struttura del film, già fragile dall'inizio, crolla totalmente. Non vi descriverò i buchi di sceneggiatura per non fare spoiler, nel caso qualcuno volesse buttare 7 euro come me, ma chi lo ha visto spero si renda conto dell'assurdità della parte finale. Peccato perchè c'erano 2 o 3 spunti validissimi per realizzare un buon film. Dimenticabile.
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(di tina0000)
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tonysamperi
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martedì 9 aprile 2013
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la fisica dov'è?
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LA PREMESSA E IL PROBLEMA FISICO
La storia è ambientata in uno scenario composto da due pianeti posti a gran vicinanza.
Ammettiamo che in un sistema solare si potesse essere verificato che due masse di materia fusa, solidificassero in due pianeti distinti e ravvicinati.
Se nella realtà due corpi di tale entità si trovassero a quella distanza, dovrebbe verificarsi attrazione gravitazionale reciproca, a meno di un movimento di rivoluzione di uno attorno all’altro, come avviene per il nostro Satellite.
Come risolviamo questi problemi? Con quattro regole ad hoc:
1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non l'altro.
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LA PREMESSA E IL PROBLEMA FISICO
La storia è ambientata in uno scenario composto da due pianeti posti a gran vicinanza.
Ammettiamo che in un sistema solare si potesse essere verificato che due masse di materia fusa, solidificassero in due pianeti distinti e ravvicinati.
Se nella realtà due corpi di tale entità si trovassero a quella distanza, dovrebbe verificarsi attrazione gravitazionale reciproca, a meno di un movimento di rivoluzione di uno attorno all’altro, come avviene per il nostro Satellite.
Come risolviamo questi problemi? Con quattro regole ad hoc:
1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non l'altro.
2) In virtù della prima regola, il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto ("materia inversa").
3) Dopo un variabile, ma solitamente breve, lasso di tempo, la materia a contatto con quella inversa dà origine alla combustione.
4) Esiste della materia in un punto strategico che non risente di alcuna gravità.
SULLA SCENEGGIATURA :
Ovviamente avendo come premessa un titolo che possiamo tradurre con “Capovolto” la gravità doveva stare al nocciolo del problema.
Sostanzialmente torna il tema dell’amore proibito, come il più classico Montecchi e Capuleti, ma non per questo senza spunti innovativi, anche se per la gran parte dovuti alle caratteristiche fisiche dell’ambientazione. In questo caso non sono le famiglie a impedire l’unione, ma l’impossibilità fisica di trovarsi sullo stesso pianeta e il malcontento della gente dei rispettivi centri gravitazionali.
La storia è immersa in un paesaggio suggestivo, che riveste un ruolo determinante, perché il mondo di sopra è centro di produzione dell’energia, moderno e razionale; il mondo di sotto, invece ricco di materia prima, ma sfruttato dal mondo di sopra e quindi poco sviluppato e decadente.
Il film riesce in toto, tranne che per il finale, ma penso valga la pena guardarlo.
SUL CAST
Jim Sturgens mi era piaciuto già in Cloud Atlas, anche qui non è da meno e ci regala un’ottima performance.
Kirsten Dunst anche lei ottima, da “Spider-man” del 2002 è cresciuta parecchio in senso artistico.
Buonissimo anche il resto del cast.
SUL DOPPIAGGIO
Torna Domitilla D’amico al doppiaggio di Kirsten Dunst, mentre Stefano Crescentini doppia Jim Sturgens, infine Massimo Corvo doppia l’amico Bob (Timothy Spall). Il boss è doppiato da Luca Biagini.
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fabio perelli
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domenica 3 marzo 2013
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in mezzo a due mondi, riuscito a metà
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Upside Down è un film di fantascienza per quanto concerne la veste grafica e la scenografia, gli aspetti su cui i produttori puntano maggiormente. La trama è però quella di una commedia a tinte rosa, una storia d'amore di shakesperiana memoria: una rivisitazione in chiave futuristica di Romeo & Giulietta, senza i risvolti drammatici della tragedia classica. I protagonisti non sono tenuti separati dalle rispettive famiglie, ma addirittura dai rispettivi mondi, due pianeti opposti e gemelli, comunicanti ma dotati di opposte forze di gravità.
L'idea è interessante, ma lo sviluppo è abbastanza piatto e tutto ruota intorno alle difficoltà che i due amanti disperati devono superare.
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Upside Down è un film di fantascienza per quanto concerne la veste grafica e la scenografia, gli aspetti su cui i produttori puntano maggiormente. La trama è però quella di una commedia a tinte rosa, una storia d'amore di shakesperiana memoria: una rivisitazione in chiave futuristica di Romeo & Giulietta, senza i risvolti drammatici della tragedia classica. I protagonisti non sono tenuti separati dalle rispettive famiglie, ma addirittura dai rispettivi mondi, due pianeti opposti e gemelli, comunicanti ma dotati di opposte forze di gravità.
L'idea è interessante, ma lo sviluppo è abbastanza piatto e tutto ruota intorno alle difficoltà che i due amanti disperati devono superare. E' accentuata la dualità dei due mondi e dei loro abitanti: ricchi e spietati, quelli del "Mondo di Sopra", disastrati e valorosi quelli del "Mondo di Sotto". Ne risulta una caratterizzazione abbastanza superficiale e stereotipata dei personaggi secondari e della realtà socio-economica dei due mondi.
Il film è comunque nel complesso godibile e offre spunti suggestivi, ma quello che resta maggiormente è un certo amaro in bocca per un finale approssimativo. Non è chiaro se i produttori si siano scoperti a un certo punto a corto di budget o di stimoli, o in grande ritardo sulla tabella di marcia; fatto sta che negli ultimi minuti il film subisce una brusca accelerata, e le scene si susseguono sbrigativamente in modo sconnesso per arrivare frettolosamente a un finale fin troppo scontato. Una battuta d'arresto inspiegabile, che grava come un macigno sull'impatto complessivo dell'opera sullo spettatore.
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muttley72
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lunedì 18 marzo 2013
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bella storia, bei paesaggi, ma finale "debole"
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Il film è basato su una bella ed intrigante idea,ideale quindi per creare una (bella) sceneggiatura: nel farlo però viene creato un finale "dobole", poco appagante o meglio poco chiaro/netto.
I due Mondi (uno ricco e l'altro povero e "sfruttato") collegati, ma al tempo stesso divisi, si riferiscono palesemente (senza farne troppo mistero) al capitalismo ed ai "muri" che nella storia "reale" ben conosciamo.
Oltre alla separazione forzata tra le popolazioni dei due Mondi, infatti, nel film si assiste anche ad uno "sfruttamento del lavoro" (per usare un termine "sindacale")da parte di grandi società/multinazionali (che qui operano nel campo del'energia e dei brevetti vari).
La fotografia o meglio gli "effetti visivi" sono gradevoli e ben riusciti, anche alcune idee (come ad es.
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Il film è basato su una bella ed intrigante idea,ideale quindi per creare una (bella) sceneggiatura: nel farlo però viene creato un finale "dobole", poco appagante o meglio poco chiaro/netto.
I due Mondi (uno ricco e l'altro povero e "sfruttato") collegati, ma al tempo stesso divisi, si riferiscono palesemente (senza farne troppo mistero) al capitalismo ed ai "muri" che nella storia "reale" ben conosciamo.
Oltre alla separazione forzata tra le popolazioni dei due Mondi, infatti, nel film si assiste anche ad uno "sfruttamento del lavoro" (per usare un termine "sindacale")da parte di grandi società/multinazionali (che qui operano nel campo del'energia e dei brevetti vari).
La fotografia o meglio gli "effetti visivi" sono gradevoli e ben riusciti, anche alcune idee (come ad es. gli ambienti interni degli edifici con doppio arredamento di cui uno sul soffitto) sono gradevoli (o quantomeno originali).
Alcuni importanti dettagli però (come ad es. il surriscaldamento degli oggetti, se portate da un Mondo all'altro), non sono forse spiegabili con le reali leggi della fisica (...ma io non me ne intendo molto) e vanno quindi considerate con molta indulgenza da parte dello spettatore, che le dovrà prendere come una sorta di "licenza poetica" usata dagli sceneggiatori.
Il film merita a mio avviso tre stelle (scarse o abbondanti) e pecca (oltre che per le troppe "licenze poetiche" prima dette) nel finale che risulta (come notato anche da altri che hanno scritto del film) un po' "debole", mentre lo svolgersi degli eventi e la stessa narrazione del film avrebbero fatto immaginare allo spettatore di assistere ad un finale dal taglio più "netto". Gli attori (di cui io conoscevo solo la co-protagonista, apparsa nella saga dell'uomo ragno) sembrano più che sufficienti (pur senza colpire per una bravura eccezionale). Film vedibile: in fondo al cinema si vede di molto peggio....
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mickey97
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domenica 3 marzo 2013
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principi fisici traditi da una banale narrazione
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Upside Down è un film, basato interamente su principi fisici fondamentali che caratterizzano l'universo, uno di questi è la forza di gravità. Due mondi, il mondo di sopra e il mondo di sotto perfettamente paralleli nell'universo, ognuno con la propria gravità, il primo ricco e prospero mentre il secondo povero e vittima di continui sfruttamenti del mondo di sopra, il cui benessere viene garantito grazie all'unica sede cooperativa nota come la Transworld in cui lavorano i membri di entrambi i mondi al fine di mantenere la prosperità tramite risorse ricavate dal mondo di sotto quali ad esempio il petrolio. Ma l'amore può essere più forte della forza di gravità? La forte passione, tra Adam ed Eve la mette alla prova, la ignora, ne vuole provare gli effetti, una relazione pericolosa e affatto priva di rischi che riceve la sua punizione da parte dei guardiani di frontiera, responsabili numero uno ( sempre in virtù del divieto che si concretizza nell'impossibilità di frequentare gente del mondo opposto), dell'amnesia di Eve facendo sì che la coppia rimanga divisa per ben 10 anni.
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Upside Down è un film, basato interamente su principi fisici fondamentali che caratterizzano l'universo, uno di questi è la forza di gravità. Due mondi, il mondo di sopra e il mondo di sotto perfettamente paralleli nell'universo, ognuno con la propria gravità, il primo ricco e prospero mentre il secondo povero e vittima di continui sfruttamenti del mondo di sopra, il cui benessere viene garantito grazie all'unica sede cooperativa nota come la Transworld in cui lavorano i membri di entrambi i mondi al fine di mantenere la prosperità tramite risorse ricavate dal mondo di sotto quali ad esempio il petrolio. Ma l'amore può essere più forte della forza di gravità? La forte passione, tra Adam ed Eve la mette alla prova, la ignora, ne vuole provare gli effetti, una relazione pericolosa e affatto priva di rischi che riceve la sua punizione da parte dei guardiani di frontiera, responsabili numero uno ( sempre in virtù del divieto che si concretizza nell'impossibilità di frequentare gente del mondo opposto), dell'amnesia di Eve facendo sì che la coppia rimanga divisa per ben 10 anni. Un periodo di tempo troppo lungo e del tutto ingiustificato che viene completamente omesso dalla narrazione, un film troppo veloce, sbrigativo che non cura il sentimento ma solo i principi fisici ben delineati già dalla tecnica e seria intro ma poi traditi da questa banale e superficiale narrazione che ammicca improduttivamente con gravi lacune a livello comunicativo. Un film che non arriva, un rapporto che non ti travolge, privo di un romanticismo ben definito che appunto non ti cattura dentro questo vortice passionale, di per sè debole e privo di una base solida. Adam cerca di riconquistare la sua amata dopo che vede il suo bel volto figurare in una Tv scadente, pressochè di venti pollici se non un po' di più grazie al suo amico Bob Boruchowicz, il Peter Minus di Harry Potter, con la quale stringe un rapporto ben consolidato e sarà questo rapporto a porre fine al divieto inderogabile di accedere uno nel mondo dell'altro, grazie alla formula di Adam e all'applicazione di Bob. Un finale che si conclude bene e risolleva le sorti di un film che parte male, spinto dalla velocità nel raccontare dimentica di valorizzare l'amore e di dare soddisfazione all'originale sceneggiatura e quindi alla bella idea, molto di impatto che purtroppo rimane vittima insieme alla sceneggiatura di questa maledetta trama che intacca anche i bei principi fisici traditi appunto da questa narrazione che ha recato al film un danno di una certa entità.
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cineman94
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giovedì 17 luglio 2014
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buone premesse, occasione sprecata.
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Direi che questo film non l'avrei visto se non fosse che, nel periodo in cui sono andato a vederlo, ero ancora fidanzato quindi un film romantico poteva anche starci, pur essendo io molto selettivo a riguardo, ed ero andato a vederlo con la mia lei. Scelta sbagliata purtroppo, perché mi sono trovato davanti ad un film abbastanza mediocre, anche se ammetto di essere stato non poco intrigato dalla premessa iniziale, che sembrava poter dare vita ad un prodotto interessante. Peccato che non sia stata sfruttata a dovere, perché il problema principale è proprio la trama: oltre a non aver trovato nulla di nuovo nello svolgersi degli avvenimenti, visto il piattume generale degli elementi in essa presenti, essendo tutti concetti visti e rivisti e neanche tanto rimaneggiati né tantomeno ridimensionati per risultare un po' diversi.
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Direi che questo film non l'avrei visto se non fosse che, nel periodo in cui sono andato a vederlo, ero ancora fidanzato quindi un film romantico poteva anche starci, pur essendo io molto selettivo a riguardo, ed ero andato a vederlo con la mia lei. Scelta sbagliata purtroppo, perché mi sono trovato davanti ad un film abbastanza mediocre, anche se ammetto di essere stato non poco intrigato dalla premessa iniziale, che sembrava poter dare vita ad un prodotto interessante. Peccato che non sia stata sfruttata a dovere, perché il problema principale è proprio la trama: oltre a non aver trovato nulla di nuovo nello svolgersi degli avvenimenti, visto il piattume generale degli elementi in essa presenti, essendo tutti concetti visti e rivisti e neanche tanto rimaneggiati né tantomeno ridimensionati per risultare un po' diversi. Invece ci troviamo davanti ad una vicenda piena di cliché ma vuota di mordente che, nonostante le buone performance recitative, soprattutto della coppia Sturgess-Winslet, rende vacui e poco interessanti anche i personaggi, che hanno personalità anonime e troppo archetipiche. Uniche vere note di merito del film sono la regia, piuttosto ben fatta e visivamente d'effetto, che riescono a regalare un certo senso di stupore, grazie anche alla costruzione di ambientazioni belle che danno vita ad un universo pulsante e vivo, elementi che purtroppo però non bastano a dare al film una personalità che cerca ma non trova mai realmente, risultando quindi una pellicola che non colpisce, non emoziona e annoia non poco.
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catcarlo
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martedì 12 marzo 2013
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upside down
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‘Upside down’ è una coproduzione franco-canadese ad alto costo in cui forse sono stati spesi troppi soldi per la parte visiva e il cast tendente all’hollywoodiano mentre si è posta poca attenzione alla costruzione della storia, di cui è autore il regista argentino, ma da sempre residente in Francia, Juan Solanas. Travestita da film di fantascienza, ecco allora una fiaba che non è altro che l’ennesima variazione della vicenda di Giulietta e Romeo: in un sistema binario, ci sono due pianeti gemelli ma dalla gravità inversa e gli abitanti del mondo di sopra sfruttano economicamente gli sfortunati che nascono di sotto. Gli unici contatti tra i due mondi sono il palazzo di un’avida corporation guidata da uno squalo senza scrupoli che si chiama quasi come un whisky (Lagavullan - omaggio a Izzo? - impersonato da James Kidnie) e le cime di alcune montagne che si avvicinano tanto da consentire l’amore impossibile tra gli adolescenti Eden e Adam (nomi fin troppo espliciti, si direbbe).
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‘Upside down’ è una coproduzione franco-canadese ad alto costo in cui forse sono stati spesi troppi soldi per la parte visiva e il cast tendente all’hollywoodiano mentre si è posta poca attenzione alla costruzione della storia, di cui è autore il regista argentino, ma da sempre residente in Francia, Juan Solanas. Travestita da film di fantascienza, ecco allora una fiaba che non è altro che l’ennesima variazione della vicenda di Giulietta e Romeo: in un sistema binario, ci sono due pianeti gemelli ma dalla gravità inversa e gli abitanti del mondo di sopra sfruttano economicamente gli sfortunati che nascono di sotto. Gli unici contatti tra i due mondi sono il palazzo di un’avida corporation guidata da uno squalo senza scrupoli che si chiama quasi come un whisky (Lagavullan - omaggio a Izzo? - impersonato da James Kidnie) e le cime di alcune montagne che si avvicinano tanto da consentire l’amore impossibile tra gli adolescenti Eden e Adam (nomi fin troppo espliciti, si direbbe). Quando gli eventi li separano – cioè la polizia, chè i rapporti intermondani sono vietati - passeranno dieci anni prima che i due possano ritrovarsi soprattutto grazie alla buona volontà di lui, che vive in basso e ha un certo talento scientifico impiegato nella ricerca della formula che annulli i contrasti delle gravità. Dopo i bellissimi titoli di testa, realizzati dai francesi di Moustache Studio, e un affascinante prologo con i protagonisti ragazzi, il film resta sempre notevolissimo dal punto di vista visivo, ma perde la sua presa sullo spettatore perché incapace di coinvolgerlo dal punto di vista emotivo: le cause sono più di una e si va dal ritmo non certo trascendentale a dialoghi mai davvero memorabili, dai salti e dalle svolte telefonate della sceneggiatura a un finale frettoloso. A farne le spese è la sospensione d’incredulità, che finisce per lasciare spazio alla voglia di fare le pulci da parte di chi guarda, con tanto di discussioni divertite sull’amore che non fa sentire il freddo anche in cima ai picchi più scoscesi o riguardo a come abbia fatto Eden a restare incinta. Al risultato non contribuiscono granchè neppure gli attori, che pare non ci credano del tutto neppure loro (a parte il fatto che, primo, comincia a nascermi il sospetto che Sturgess sia sopravvalutato e, secondo, che Dunst sembra più vecchia del suo partner mentre ne è praticamente coetanea): anche i ruoli secondari non sono molto a fuoco, con la sola eccezione del personaggio di Bob grazie al quale Timothy Spall risulta essere il più convincente della compagnia. Per fortuna, a controbilanciare il tutto c’è la qualità delle immagini, grazie alla fotografia di Pierre Gill, a un reggimento di addetti agli effetti speciali e alla felice abilità di immaginare un intero universo: restano specialmente negli occhi la cupa decadenza del mondo di sotto – che si direbbe ispirato a un Paese del socialismo reale, tra buio, archeologia industriale e strade percorse da Trabant (o qualcosa di simile) e carri trainati dai cavalli – e le belle invenzioni visive consentite dalle inverse gravità dei due pianeti, dalle scoscese e iperrealiste montagne alla sala da ballo dove quello che è il pavimento per gli uni è il soffitto per gli altri.
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[+] concordo in pieno.
(di queenb)
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amandagriss
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martedì 12 marzo 2013
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l'amore,questo grande imprevisto
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In un universo parallelo,fatto di due mondi gemelli-la terra di sopra(luminosa,ricca,privilegiata)e la terra di sotto(plumbea, povera,senza speranza)-,i rispettivi abitanti convivono senza mai potersi sfiorare.A separarli la gravità e le sue leggi intransigenti (pegno,per chiunque varchi il limite aereo tra un’atmosfera e l’altra,l’autocombustione)ma anche l’incolmabile abisso che stesso l’uomo ha creato:chi osa oltrepassare la frontiera è perseguito per legge rischiando anche la vita.In questo perfetto,minuzioso,assai spettacolare,straordinario gioco di specchi prende vita la storia d’amore fra un ragazzo ‘updown’e una donzella‘upside’.
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In un universo parallelo,fatto di due mondi gemelli-la terra di sopra(luminosa,ricca,privilegiata)e la terra di sotto(plumbea, povera,senza speranza)-,i rispettivi abitanti convivono senza mai potersi sfiorare.A separarli la gravità e le sue leggi intransigenti (pegno,per chiunque varchi il limite aereo tra un’atmosfera e l’altra,l’autocombustione)ma anche l’incolmabile abisso che stesso l’uomo ha creato:chi osa oltrepassare la frontiera è perseguito per legge rischiando anche la vita.In questo perfetto,minuzioso,assai spettacolare,straordinario gioco di specchi prende vita la storia d’amore fra un ragazzo ‘updown’e una donzella‘upside’.Lui non l’ha mai dimenticata e quando la ritrova sfiderà l’ordine precostituito pur di riaverla accanto.Ibrido riuscito tra fantascienza e romanticismo,dove il rigore strutturale e narrativo della prima viene scombussolato,alterato dalla variabile indipendente del secondo:l’amore,motore primo di tutte le cose,forza invisibile eppur tangibile,è l’unico capace di destabilizzare,rompere gli schemi,modificare gli equilibri,azzerare la logica,incenerire le differenze,l’unico in grado di fondere due metà distinte,respingenti,di completare ciò che per natura nasce incompleto.Sci-fi esistenziale non privo di pertinenti implicazioni sociologiche,dove la terra di sopra può rappresentare la sfera delle aspirazioni,dei sogni,degli ideali,delle speranze,dei desideri(di cose e persone:Kirsten Dunst è la donna dei sogni)di cui ogni uomo si nutre per fronteggiare il grigio vissuto quotidiano della terra di sotto a cui appartiene.La metà‘alta’del mondo è quindi lo slancio vitale,la molla che mette in moto‘macchina umana’,la sua creatività,rendendo possibile l’impossibile,concreto ciò che altrimenti, rimarrebbe astratto.Grande prova(solista)di un sempre commovente Jim Sturgess(da recuperare Heartless(2009)di Philip Ridley).Prezioso gioiellino difficilmente dimenticabile.Davvero una sorpresa
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bryan_finley
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mercoledì 18 novembre 2020
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splendida metafora
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Bello, interessante, curioso. Un film di fantascienza comunque ancorato alla terra ferma, anzi a due "terre ferme", quella di sotto e quella di sopra... Sotto vivono i mediocri, senza sole, senza comodità, con la loro tristezza senza speranza. Sopra i ricchi, le persone "in", che hanno a disposizione tutto il meglio che c'è e spazio, divertimenti, bar in stile barocco e, soprattutto, il sole. Un'idea nuova, che però propone l'antico dilemma che attanaglia da sempre l'umanità, cioè quello delle differenze sociali, ricchezza e povertà. Una bella favola, in fin dei conti scontata, perché l'amore alla fine vince su tutto. Inquadrature straordinarie, l'enorme ufficio "open space" con gli impiegati che lavorano nei due pianeti diversi in modo speculare, i due mondi collegati dal grandioso ascensore fornito dalla ditta che ha il controllo su tutto.
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Bello, interessante, curioso. Un film di fantascienza comunque ancorato alla terra ferma, anzi a due "terre ferme", quella di sotto e quella di sopra... Sotto vivono i mediocri, senza sole, senza comodità, con la loro tristezza senza speranza. Sopra i ricchi, le persone "in", che hanno a disposizione tutto il meglio che c'è e spazio, divertimenti, bar in stile barocco e, soprattutto, il sole. Un'idea nuova, che però propone l'antico dilemma che attanaglia da sempre l'umanità, cioè quello delle differenze sociali, ricchezza e povertà. Una bella favola, in fin dei conti scontata, perché l'amore alla fine vince su tutto. Inquadrature straordinarie, l'enorme ufficio "open space" con gli impiegati che lavorano nei due pianeti diversi in modo speculare, i due mondi collegati dal grandioso ascensore fornito dalla ditta che ha il controllo su tutto. Jim Sturgess bravissimo e convincente, impossibile non essere dalla sua parte. Kirsten Dunst bella anche senza memoria e Timothy Spall, splendido comprimario con la sua passione per i francobolli. Un film da gustare con animo leggero e spensieratezza.
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