fabio
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lunedì 18 marzo 2019
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wolverine in giappone ma senza entusiasmo
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Il film si regge solo grazie alla presenza di Jackman: valido interprete capace di dare corpo e anima al personaggio.
Per il resto qualche buona scena di azione e tanti spunti sprecati; il primo dei quali è l'ambientazione in Giappone che non viene dovutamente esplorata. Resta un film solo per i fan più fedeli. Gli altri non perdono nulla.
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loscrivanofiorentino
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mercoledì 26 aprile 2017
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il wolverine abbandonato
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Il primo spin-off dedicato a Wolverine non era certo da Oscar,ma tutto sommato si poteva guardare anche con piacere.
Mi sembra che qui ci sia stato un netto peggioramento.
L'unica nota indovinata è che Logan vuole starsene in santa pace e puntualmente qualcuno va a rovinargli la festa.
Anche se tratta dal fumetto, la storia raccontata viene a noia ben presto.
Il trasferimento in Giappone di fatto non alimenta le nostre emozioni,come i vecchi ricordi e nemici alquanto improbabili.
Viper e la setta dei Ninja sono un enorme buco nell'acqua al pari di quella sottospecie di Samurai Robot e non voglio addentrarmi nella troppo scontata e flebile storia d'amore.
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Il primo spin-off dedicato a Wolverine non era certo da Oscar,ma tutto sommato si poteva guardare anche con piacere.
Mi sembra che qui ci sia stato un netto peggioramento.
L'unica nota indovinata è che Logan vuole starsene in santa pace e puntualmente qualcuno va a rovinargli la festa.
Anche se tratta dal fumetto, la storia raccontata viene a noia ben presto.
Il trasferimento in Giappone di fatto non alimenta le nostre emozioni,come i vecchi ricordi e nemici alquanto improbabili.
Viper e la setta dei Ninja sono un enorme buco nell'acqua al pari di quella sottospecie di Samurai Robot e non voglio addentrarmi nella troppo scontata e flebile storia d'amore.
Jackman fa sempre la sua figura,ci mancherebbe altro,ma da solo non può sostenere una baracca basata su fragili fondamenta.
Anche se abbandonato a se stesso,Wolverine rimane immortale nei nostri cuori,la sceneggiatura non ci resta neanche per cinque minuti.
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lucascialo
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venerdì 7 aprile 2017
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wolverine contro la yakuza
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Dopo il primo non del tutto esaltante episodio sulle origini di Wolverine, arriva questo sequel slegato dal precedente e dal successivo. Rifacendosi ad un episodio dei fumetti nel quale il tormentato eroe Marvel torna in Giappone dopo decenni ed essere stato un soldato nella II Guerra mondiale.
Logan viene invitato a dare l'estremo saluto a un soldato giapponese da lui salvato dalla tremenda bomba nucleare sganciata su Nagasaki, il quale ha potuto ammirare la sua straordinaria capacità di rigenerare la propria pelle anche da ferite atroci. Così, sul punto di morte, vorrebbe che Wolverine gli trasmettesse la sua immortalità. Si rifiuterà, ma dovrà vedersela contro la Yakuza, un'ammaliante quanto spietata mutante e la politica giapponese corrotta, che puntano a fare fuori l'erede dell'ex soldato (la bella e conturbante nipote) diventato l'uomo più potente del Sol Levante.
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Dopo il primo non del tutto esaltante episodio sulle origini di Wolverine, arriva questo sequel slegato dal precedente e dal successivo. Rifacendosi ad un episodio dei fumetti nel quale il tormentato eroe Marvel torna in Giappone dopo decenni ed essere stato un soldato nella II Guerra mondiale.
Logan viene invitato a dare l'estremo saluto a un soldato giapponese da lui salvato dalla tremenda bomba nucleare sganciata su Nagasaki, il quale ha potuto ammirare la sua straordinaria capacità di rigenerare la propria pelle anche da ferite atroci. Così, sul punto di morte, vorrebbe che Wolverine gli trasmettesse la sua immortalità. Si rifiuterà, ma dovrà vedersela contro la Yakuza, un'ammaliante quanto spietata mutante e la politica giapponese corrotta, che puntano a fare fuori l'erede dell'ex soldato (la bella e conturbante nipote) diventato l'uomo più potente del Sol Levante.
Pur non mancando azioni, sentimenti e colpi di scena, siamo dinanzi alle stesse pecche del primo episodio. Per fortuna, questa sfortunata trilogia su Wolverine, non affidata probabilmente a registi all'altezza, si rifarà nell'ultimo episodio. Ma ha fallito miseramente nel tentativo di emulare la straordinaria tripologia di Nolan su Batman.
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gianlucarinaldi
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lunedì 15 settembre 2014
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il mutante, la vipera e il samurai
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Sesto capitolo cinematografico della saga degli X-Men e secondo spin-off, dopo un primo decisamente evitabile, dedicato al mutante più sarcastico e brutale di casa Marvel, “The Wolverine” (titolo originale) non è il solito film di supereroi. Dando il via ad un trend che verrà portato a compimento massimo con il sequel di Captain America, James Mangold ha preferito puntare più sui combattimenti (sempre eccellenti) e sulle relazioni tra i personaggi piuttosto che su superpoteri vari.
La psicologia di Logan viene approfondita grazie alla figura spirituale ed eterea dell’onnipresente Jean Grey, qui in veste di tenero “Angelo Della Morte” che discute con Wolverine su come l’immortalità di quest’ultimo possa essere tanto un dono quanto una maledizione (tema centrale del film).
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Sesto capitolo cinematografico della saga degli X-Men e secondo spin-off, dopo un primo decisamente evitabile, dedicato al mutante più sarcastico e brutale di casa Marvel, “The Wolverine” (titolo originale) non è il solito film di supereroi. Dando il via ad un trend che verrà portato a compimento massimo con il sequel di Captain America, James Mangold ha preferito puntare più sui combattimenti (sempre eccellenti) e sulle relazioni tra i personaggi piuttosto che su superpoteri vari.
La psicologia di Logan viene approfondita grazie alla figura spirituale ed eterea dell’onnipresente Jean Grey, qui in veste di tenero “Angelo Della Morte” che discute con Wolverine su come l’immortalità di quest’ultimo possa essere tanto un dono quanto una maledizione (tema centrale del film).
Piacevole novità l’ambientazione nipponica: d’altronde mica tutti i casini tra supereroi avvengono solo a New York!
Sempre bravo e iconico Hugh Jackman, non male il reparto femminile capitanato dalla sensualissima bionda Svetlana Khodchenkova (gia vista ne “La Talpa”) qui interprete della spietata Viper.
Ben realizzato il combattimento sul tetto del “bullet train”, deludente il conflitto finale con tanto di ridicolissimo colpo di scena. Non spoilero nulla perché almeno il resto del film vale la pena vederlo, ma Nonno Transformer (capirete quando lo vedrete) se lo potevano veramente risparmiare.
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il beppe nazionale
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martedì 24 giugno 2014
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un'occasione sprecata
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Jean è morta, Logan è distrutto dai sensi di colpa e si ritira sulle montagne dove s'improvvisa guardiacaccia tra una bottiglia e l'altra. A scuoterlo da questa vita arriva una giapponese dai capelli tinti che si fa portavoce di un vecchio magnate di Tokyo, Yashida, che Wolverine salvò dalla catastrofe nucleare di Nagasaki. Questo Yashida sta morendo, e vorrebbe dire addio all'uomo che lo salvò e regalargli una preziosa katana. Ma si sa, non è tutto oro quello che luccica, e se Logan viene strappato dalle sue terre è perchè il boss giapponese vuole il gene dell'immortalità. In cambio al buon Logan verrà data la possibilità di morire e trovare finalmente pace dai suoi tormenti.
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Jean è morta, Logan è distrutto dai sensi di colpa e si ritira sulle montagne dove s'improvvisa guardiacaccia tra una bottiglia e l'altra. A scuoterlo da questa vita arriva una giapponese dai capelli tinti che si fa portavoce di un vecchio magnate di Tokyo, Yashida, che Wolverine salvò dalla catastrofe nucleare di Nagasaki. Questo Yashida sta morendo, e vorrebbe dire addio all'uomo che lo salvò e regalargli una preziosa katana. Ma si sa, non è tutto oro quello che luccica, e se Logan viene strappato dalle sue terre è perchè il boss giapponese vuole il gene dell'immortalità. In cambio al buon Logan verrà data la possibilità di morire e trovare finalmente pace dai suoi tormenti.
Wolverine l'Immortale, come il suo predecessore, presenta all'inizio degli spunti interessanti. Il periodo in Giappone, la perdita della rigenerazione e gli incubi ricorrenti hanno la possibilità di dare qualcosa in più alla trama, tuttavia Mangold non sfrutta bene nessuna di queste carte vincenti e ci confeziona un action film di serie B. La trama diventa dopo poco tempo lineare e pacchiana, con tanto di villain finale patetico e appena adatto a una serie animata, e il punto forte su cui si poteva costruire tutto - la perdita del fattore rigenerante - diventa la scusa per vedere qualche punto di sutura sul corpo statuario di Logan.
L'obbrobrio non conosce limiti nei combattimenti, come per esempio quello sul treno, e nel conflitto mafia-ninja-famiglia dove praticamente tutti i personaggi sono bidimensionali e altamente stereotipati. Aggiungiamo pure al mix una "storia d'amore" con Mariko profonda quanto una pozzanghera, una mutante che prevede le morti altrui, un'altra che allunga la lingua e gioca con la chimica: tutti contesti monocorda che si lasciano guardare giusto perchè ci sono Jackman e un po' di movimento. Precisiamo, Jackman è molto bravo, ma non è che faccia gridare al miracolo; piuttosto il suo livello viene enfatizzato da tutto un circondario anonimo di personaggi e da una sceneggiatura pietosa.
Come in Le Origini l'obiettivo è quello di avere un boss finale che faccia fremere d'eccitazione il pubblico, peccato che il risultato sia un robottone d'adamantio tipico della tradizione dei peggio manga, con tanto di aghi "assorbi-potere" esattamente posizionati in modo da poter filtrare attraverso i tre artigli di Wolverine. Una trovata realmente kitsch che potrebbe invogliare lo spettatore deluso a chiedere il rimborso del biglietto. A livello di regia ci si accanisce sul corpo di Wolverine, con tanto di errore nella scena dell'autoestrazione - quando Wolverine è sul lettino e Yukio gli sbatte contro, lui ha la mano fuori dal petto -, e ci si ripropone la classica scena di Logan in ginocchio a braccia distese e artigli sguainati.
Le emozioni sono poche e la delusione è tanta. L'apogeo del film lo si registra nella scena dopo i titoli di coda, quando si instaura una soluzione di continuità tra Conflitto Finale e Giorni di un futuro passato. Tutto il resto è, purtroppo, inutile.
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pessimoelemento
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venerdì 6 giugno 2014
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poche emozioni e molti sbadigli.
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Il più fiacco dei capitoli della saga di x-men. Questo nuovo spin-off dedicato a Wolverine soffre di una sceneggiatura debole e di una regia piatta e senza personalità, e dire che James Mangold non è di certo un novellino alle prime armi. Wolverine-l'immortale non decolla mai, nemmeno nelle scene d'azione, punto di forza di questo genere di pellicole. Come ha sottolineato Gabriele Niola nella recensione, il film si regge unicamente sulle spalle di Jackman, la sua presenza scenica è innegabilmente possente e magnetica. E' solo grazie a lui se si riesce ad arrivare alla fine del film senza addormentarsi.
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(di luca capaccioli)
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zavatta
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martedì 13 maggio 2014
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rendere wolverine banale? impresa riuscita
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Merita 2 stelle ma solo se si ignora l'intera serie dedicata agli x-men.
La trama non serve riassumerla, il film non punta certo sulla trama. Basti dire che Wolverine ritiratosi tipo Rambo a vita privata e schiva viene invischiato in una storia stile spaghetti western in salsa di soia. A tratti mi ha dato l'impressione di essere girato come un videogioco, in particolare mi sono cadute le braccia quando Logan scopre che impugnando la spada di adamantio del supercattivo finale con due mani questa diventa incandescente e può tagliare l'adamatio semplice come fosse burro. E' un film prevedibile, ricco d'azione ma lento e la sua lentezza non si spiega, perché non c'è nessun approfondimento particolare sulla psicologia del protagonista o sulla storia dei personaggi nuovi.
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Merita 2 stelle ma solo se si ignora l'intera serie dedicata agli x-men.
La trama non serve riassumerla, il film non punta certo sulla trama. Basti dire che Wolverine ritiratosi tipo Rambo a vita privata e schiva viene invischiato in una storia stile spaghetti western in salsa di soia. A tratti mi ha dato l'impressione di essere girato come un videogioco, in particolare mi sono cadute le braccia quando Logan scopre che impugnando la spada di adamantio del supercattivo finale con due mani questa diventa incandescente e può tagliare l'adamatio semplice come fosse burro. E' un film prevedibile, ricco d'azione ma lento e la sua lentezza non si spiega, perché non c'è nessun approfondimento particolare sulla psicologia del protagonista o sulla storia dei personaggi nuovi. Forse vuole dare un tocco orientale alla pellicola, che è ambientata quasi in toto in Giappone.
La vicenda procede fra le acrobazie dei cattivi della Yakuza e gli incubi di Wolverine che non aggiungono nessuna suspence né sono funzionali alla narrazione perché riguardano tutte vicende svolte nel passato che conosciamo alla perfezione.
Jackman si salva, ormai il confine fra lui e il suo personaggio è impercettibile, anche se qui appare a tratti ammiccante e macchiettato.
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alf883
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domenica 11 maggio 2014
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wolverine
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l'ho rivisto per la 4 volta su sky e devo essere onesto la prima non mi aveva colpito (ammetto di non essere un lettore dei fumetti ma solo uno che ha guardato i cartoon) ma più lo rivedo è più mi convince la complicazione del personaggio sconvolto dall'aver ucciso la donna amata e dalla fine di quel precario equilibrio che aveva trovato con la scuola effettivamente anche in questo film ci sono delle cose che potevano essere evitate una su tutte il personaggio inutile di viper ma per il resto ok
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folgore94
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mercoledì 19 marzo 2014
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non all altezza
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bravo hugh ma il film è decisamente poco coinvolgente!!!!
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lorenzo76bg
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martedì 11 marzo 2014
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solo per gli amanti..
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La trama e la storia non sono particolarmente avvicenti.. ...buona interpretazione di Hugh Jackman
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