Bling Ring |
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Un film di Sofia Coppola.
Con Israel Broussard, Katie Chang, Taissa Farmiga, Claire Julien, Georgia Rock.
continua»
Titolo originale The Bling Ring.
Drammatico,
durata 90 min.
- USA, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 26 settembre 2013.
MYMONETRO
Bling Ring
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la città dei sogni sbiaditidi andrea1967Feedback: 715 | altri commenti e recensioni di andrea1967 |
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lunedì 7 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Basato su una storia di cronaca riassumibile in poche sequenze, Bling Ring è un buon film, forse più adatto ad un pubblico trentenne che al teen target cui il marketing ha voluto indirizzarlo. La pellicola narra le vicende di due adolescenti della Los Angeles borghese. Uniti dalla passione per gli oggetti di moda, Marc e la più smaliziata Rebecca iniziano a svaligiare guardaroba e gioielli dalle ville che le starlette Hollywoodiane lasciano sguarnite, aggregando presto attorno a loro una banda di comprimarie. I furti risulteranno imprevedibilmente semplici e redditizi, tanto da permettere ai cinque membri fissi di allestire guardaroba traboccanti di capi da migliaia di dollari e di riempirsi le tasche di rotoli da cento. Ma naturalmente il tempo è contro di loro. Non sapendo fermarsi ne accontentarsi, i cinque allertano la polizia che, attraverso i video di sorveglianza, li identifica e li mette al fresco. Dallo spunto iniziale, semplice e ben poco adrenalinico, Sofia Coppola estrae un’ora e mezza interessante, evitando sia il rischio di un lavoro scontatamente moraleggiante, sia la tentazione di arricchire la trama di azione inautentica. Il nuovo mondo è diventato vecchissimo e indolente e se il senso di spaesamento in “lost in traslation” è affidato alla testimonianza dei protagonisti, qui è rilevabile solo dallo spettatore, espulso come un corpo estraneo da un’America bislacca e impazzita, che corre come un treno senza guida verso la fine dei binari. Ciò che ne esce è uno sconfinato grigiore. Grigi i ragazzi, omologati e privi di personalità; grigia Los Angeles, a dispetto del sole splendente e dei colori di scarpe ed abiti da sera; grigi gli adulti, automi caricati dalla molla delle loro quotidianità. L’abilità della Coppola sta essenzialmente nel trarre un‘immagine nitida di quest‘America potendo usare una tavolozza con i soli colori pastello. I ragazzi sono sciocchi e disonesti ma non certo delinquenti; Le situazioni familiari sono bizzarre, ma non particolarmente problematiche o assolutorie; il danno arrecato alle vittime è relativamente modesto; alcune fra esse neppure si accorgono dei furti. Anche le emozioni sono modeste. L’entusiasmo per i furti termina con la notte; lo sballo dovuto al consumo di droghe non li conduce a gravi conseguenze; il sesso resta un elemento marginale; il senso di colpa appare solo nel fragile ed androgino Marc, per evaporare in poche inquadrature. Fuori misura,tardiva e violenta, è solo la reazione delle istituzioni; gli agenti grassi e bolsi che irrompono a dozzine nelle case delle famiglie di Marc, Rebecca e Niki, minacciando un piccolo yorkshire e spadroneggiando con gli atterriti genitori, rappresentano l’orrore di una società ricca di pistole e povera di idee. Nello sfondo grigio le famiglie non risultano certo più sagge dei ragazzi e i derubati sono foglie al vento che al pari dei ladri utilizzano status symbol per affidare ad essi la certificazione del proprio valore. Tanto equivalenti sono, che Niki e la sua venerata icona di eleganza si ritroveranno detenute nello stesso carcere. Questa sconfortante rappresentazione travolge anche l’unico sentimento autentico: l’amicizia sperata da Marc verrà ripagata da Rebecca con l’inganno, per di più poco brillante ed inefficace. Bling Ring non ha né l’ironia e la forza intimista di “lost in traslation”, né l’eccezionale potenza emotiva e concettuale de “gli spietati” di Eastwood. Ma, pur nella pacatezza dei fatti, è un film altrettanto disperante.
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