mario nitti
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mercoledì 3 settembre 2014
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il fuoco brucia senza troppo scaldare
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Hai in squadra Ronaldo, Messi, Neymar e Muller. Cosa fai? Vinci facile.
Se in un film metti W. Harrelson, C. Bale, C. Afflek, Willem Defoe e Forest Whitaker e hai pure la fortuna di trovarli in gran forma dovrebbe venirne fuori un capolavoro.
Eppure non è così. Il fuoco della vendetta è la storia, splendidamente girata, con una fotografia plumbea e un’ambientazione perfetta, di due fratelli che vivono in una cittadina sperduta nella provincia americana, in mezzo colline di boschi che sembrano cresciuti per ospitare la lotta dell'uomo contro l'uomo e dell'uomo contro la natura: al centro dell’insediamento, onnipresente, c’è una grigia acciaieria, che sembrano lì apposta per forgiare il carattere rude e aspro dei protagonisti.
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Hai in squadra Ronaldo, Messi, Neymar e Muller. Cosa fai? Vinci facile.
Se in un film metti W. Harrelson, C. Bale, C. Afflek, Willem Defoe e Forest Whitaker e hai pure la fortuna di trovarli in gran forma dovrebbe venirne fuori un capolavoro.
Eppure non è così. Il fuoco della vendetta è la storia, splendidamente girata, con una fotografia plumbea e un’ambientazione perfetta, di due fratelli che vivono in una cittadina sperduta nella provincia americana, in mezzo colline di boschi che sembrano cresciuti per ospitare la lotta dell'uomo contro l'uomo e dell'uomo contro la natura: al centro dell’insediamento, onnipresente, c’è una grigia acciaieria, che sembrano lì apposta per forgiare il carattere rude e aspro dei protagonisti. Ci sono dei debiti da saldare e un giro di scommesse intorno alla lotta a mani nude, morte, dolore, solidarietà.
Eppure l’equazione grandi attori + ottima forma + bella fotografia + ambientazione adeguata genera un film discreto e nulla più, con qualche lentezza, a volte farraginoso: sembra che il regista non sia riuscito a dipanare la matassa che aveva in mano per tessere la sua tela.
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veronica c
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mercoledì 3 settembre 2014
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vivere, o solamente esistere?
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Vivere, o solamente esistere? Rodney e Russell sono due fratelli, vicini nell’amore sincero che nutrono l’uno per l’altro, separati drammaticamente dall’ incompatibilità di due modi difformi di intendere la vita. L’uno, il più piccolo, interpretato da un Casey Affleck ben calato nel ruolo, porta sulla propria pelle di giovane marine i brandelli della guerra, l’altro, il versatile Christian Bale dal talento ormai noto, lavora, corpo e anima, per guadagnarsi la propria dignità. La stabilità di un’occupazione umile (quella nella fonderia, la furnace del titolo, concreto quanto simbolico) non basta però a Rodney, che non vuole limitarsi ad esistere, dopo essere stato lacerato dal conflitto armato in Iraq.
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Vivere, o solamente esistere? Rodney e Russell sono due fratelli, vicini nell’amore sincero che nutrono l’uno per l’altro, separati drammaticamente dall’ incompatibilità di due modi difformi di intendere la vita. L’uno, il più piccolo, interpretato da un Casey Affleck ben calato nel ruolo, porta sulla propria pelle di giovane marine i brandelli della guerra, l’altro, il versatile Christian Bale dal talento ormai noto, lavora, corpo e anima, per guadagnarsi la propria dignità. La stabilità di un’occupazione umile (quella nella fonderia, la furnace del titolo, concreto quanto simbolico) non basta però a Rodney, che non vuole limitarsi ad esistere, dopo essere stato lacerato dal conflitto armato in Iraq. Inappagato dal normale flusso del quotidiano, che pure il fratello cerca di fargli apprezzare, in un’ottica sotto la quale non è lo straordinario a rendere straordinaria la vita, egli si fa orgogliosamente coinvolgere in una pericolosa serie di combattimenti clandestini. Da qui il vero incipit de “Il fuoco della vendetta”, presentato allo scorso festival del film di Roma e arrivato nelle sale solo adesso, con quasi un anno di ritardo. Inizierà infatti il lungo percorso di Russell, detto “Slim”, vendicatore e redentore, verso un finale tragico, ma prevedibile. Si riesce con facilità a calarsi nella psicologia dei personaggi, prevedendone gli intenti e le mosse. Se da una parte risulta pregevole l’ottima caratterizzazione delle parti in gioco, di contro lo spettatore è privato di considerevoli colpi di scena. Eppure nonostante la scarsa originalità della trama e la facile conclusione, la pellicola può comunque dirsi riuscita. L’ottima recitazione degli interpreti, tra i quali anche “il sicario” Woody Harrelson, “lo zio” Sam Shepard, Willem Dafoe, Zoe Saldana e Forest Whitaker, insieme al buon lavoro di Scott Cooper alla sua seconda regia, fa si che lo spettatore venga coinvolto, e travolto, dal susseguirsi delle sequenze, senza badare a qualche banalità a livello di sceneggiatura.
La periferia americana, seppur con poca innovazione, è perfettamente messa in scena. Tra una battuta e l’altra, e in ogni inquadratura, viene alla luce tutta l’ipocrisia del sistema, l’ingiustizia e la giustizia fatta da sé, la venalità contrapposta alla modestia, i rapporti di convenienza all’affetto sincero.
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marysol88
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martedì 2 settembre 2014
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attori inaspettati
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non avevo mai visto casey affleck, decisamente più conosciuto suo fratello , complimenti alla sua interpretazione davvero . . . intensa
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magicamary73
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martedì 2 settembre 2014
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finalmente un film che ti faccia un pò riflettere
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Bello ed intenso, la drammaticità di alcune scene ti sconvolgono dentro e ti lasciaro a fine film con un bel mucchietto di domande a cui rispondere al rientro a casa. Credo che la bellezza di questo film sia proprio questa: il decidere da che parte stare (ogni personaggio ha un ruolo "spesso") e valutarne le scelte. Bello Bello lo consiglio ad un pubblico che si interroga sul senso della vita e soprattutto sul vero significato del perdono.
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pippo72
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martedì 2 settembre 2014
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esseri umani e non supereroi!
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mi è piaciuto perchè chiunque di noi potrebbe vivere i drammi e le gioie dei protagonisti, una storia davvero molto umana, un modo di fare del cinema vicino a noi "semplici" esseri umani ;)
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fbavarix
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martedì 2 settembre 2014
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imbarazzante...
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Film decisamente mediocre, forse per il budget ridotto oppure per il regista poco affermato. Primo tempo soporifero, lento al limite dello sbadiglio. Cast buono ma sotto utilizzato, finale scontato, con ultimo fotogramma di cui mi sto ancora chidendo "ma che c'azzecca"...? Si salva la colonna sonora, il resto è da dimenticare. Peccato, Bale, Defoe e compagnia, meritavano una sceneggiatura migliore. L'incasso totale in USA è la conferma che il film non è ben riuscito...
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vanessa zarastro
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martedì 2 settembre 2014
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fratelli "fuori la fornace"
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Un film duro quello di Scott Cooper e con molte scene di violenza. Ma la violenza non è solo quella mostrata palesemente dove si vede il sangue del cerbiatto cacciato o quello del viso pestato per l’incontro clandestino di boxe a mani nude. La violenza attraversa tutto il film ed è presente nei luoghi di ambientazione: nell’habitat, nella vita in fabbrica, nel carcere urbano, nei drive-in e nei luoghi “dimenticati da dio” degli incontri. Un’America dei non-luoghi di qualche anno fa. Infatti, la storia è leggermente retrodatata: i protagonisti partono per la guerra in Iraq e ascoltano Ted Kennedy in TV. La narrazione quindi si dovrebbe svolgere presumibilmente tra il 2003 e il 2008, poiché si comincia a parlare di chiusura della fabbrica.
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Un film duro quello di Scott Cooper e con molte scene di violenza. Ma la violenza non è solo quella mostrata palesemente dove si vede il sangue del cerbiatto cacciato o quello del viso pestato per l’incontro clandestino di boxe a mani nude. La violenza attraversa tutto il film ed è presente nei luoghi di ambientazione: nell’habitat, nella vita in fabbrica, nel carcere urbano, nei drive-in e nei luoghi “dimenticati da dio” degli incontri. Un’America dei non-luoghi di qualche anno fa. Infatti, la storia è leggermente retrodatata: i protagonisti partono per la guerra in Iraq e ascoltano Ted Kennedy in TV. La narrazione quindi si dovrebbe svolgere presumibilmente tra il 2003 e il 2008, poiché si comincia a parlare di chiusura della fabbrica.
Il titolo originaleOut of the Furnace, molto più pertinente e meno banale di quello italiano, ci fa proprio intuire che fuori della fabbrica la vita non sia poi migliore. I fratelli Blaze, così caratterialmente diversi, sono interpretati dallo strepitoso Christian Bale – l’operaio good guy e perfino religioso - e dal bravo e inquieto Casey Affleck (attore non casualmente legato a Gus van Sant). Il film, infatti, presenta un vasto cast di attori-simbolo anche nelle parti secondarie come lo zio Red interpretato da Sam Shepard che, oltre ad essere scrittore teatrale e cinematografico e regista lui stesso, ha recitato anche con Wim Wenders, considerato il campione di riprese dei non-luoghi urbani. Forest Whitaker, è il poliziotto, William Dafoe il cattivo e Woody Harrelson è il fantastico cattivissimo.
Il film ha un bel ritmo, luci violacee e musiche da western; tutta la parte centrale presenta il montaggio di scene parallele tra la caccia al cervo e l’incontro di boxe e, se anche in modo un po’ meccanico, prelude alla tragedia creando un’intensa aspettativa nello spettatore.
Un film anche che non lascia molte speranze in linea con i film sulla crisi delle istituzioni e sulla giustizia fai-da-te. Il finale leggermente ambiguo lascia in sapore amaro in bocca suggerendo una riflessione su chi siano realmente i buoni e chi i cattivi e fino a che punto un buon comportamento “civile” sia una libera scelta.
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fbavarix
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martedì 2 settembre 2014
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imbarazzante
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Una noia mortale, trama scontata, scenografia e fotografia insufficiente. Mi spiace con un cast del genere mi aspettavo molto di più...
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maxreda
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domenica 31 agosto 2014
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bale superlativo
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Film ambientato nei sobborghi di una città metropolitana statunitense in cui si cerca di sopravvivere in tutti i modi.
Film teso,crudo ma mai violento oltremisura, con Christian Bale davvero ai suoi massimi livelli interpretativi. Bravissimi anche gli altri attori, a partire da Casey Affleck.
DA VEDERE
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marinaburatti
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venerdì 29 agosto 2014
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da vedere
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Buono il ritmo che tiene sempre alta la tensione. Qualche pasticcio nella sceneggiatura (o nel montaggio) per cui ci sono alcuni passaggi non risolti o del tutto inutili. Bale non è gran che espressivo ma il cast nel complesso è più che soddisfacente. Alla fine esci soddisfatto
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