Film aspro, grigio e fastidioso, questo "Child of god" tratto da un romanzo di Cormac McCarthy mostra certamente nel regista James Franco una buona dose di coraggio e di incoscienza. Realizzato in maniera cruda, è il ritratto della follia assoluta, di un essere subumano per il quale non si cercano spiegazioni o giustificazioni, non si danno considerazioni filosofiche o metafisiche. Necrofilo, assassino, totalmente pazzo, il protagonista non cerca comprensioni né affetto. Vive in uno stadio addirittura pre-sociale, vero uomo delle caverne (la vicenda narrata lo dimostrerà ampiamente). Il film lo segue, sempre, fin quasi alla noia (o alla nausea). Una voce off spesso presente ne delinea la componente mitico-leggendaria.
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Film aspro, grigio e fastidioso, questo "Child of god" tratto da un romanzo di Cormac McCarthy mostra certamente nel regista James Franco una buona dose di coraggio e di incoscienza. Realizzato in maniera cruda, è il ritratto della follia assoluta, di un essere subumano per il quale non si cercano spiegazioni o giustificazioni, non si danno considerazioni filosofiche o metafisiche. Necrofilo, assassino, totalmente pazzo, il protagonista non cerca comprensioni né affetto. Vive in uno stadio addirittura pre-sociale, vero uomo delle caverne (la vicenda narrata lo dimostrerà ampiamente). Il film lo segue, sempre, fin quasi alla noia (o alla nausea). Una voce off spesso presente ne delinea la componente mitico-leggendaria. Frasi del romanzo mostrate a tutto schermo e una suddivisione in capitoli per scandire il film in tre parti ne mostrano con evidenza l'ascendenza letteraria. Film senza motivo, come il suo personaggio, ci mostra una recitazione da belva (faticosa e riuscita creazione di Scott Haze) che sarà difficile da dimenticare.
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