elgatoloco
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venerdì 11 novembre 2016
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poca cosa, invero
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"Silent Hil. Revelation"ma, spiace dirlo, manca la vera"rivelazione",il mcguffin, come diceva uncle Alfred, relativa: brandelli confusi di significato, incapace di veicolare un senso. Poco, francamente, anche perché nel film vengono affastellati(è il caso di esprimersi così, altro è difficile da trovare, francamente)caccia alle streghe(prescindendo dalla solita Salem, una volta tanto, almeno questo...), il tema del"crash"tra sogno e realtà, dove i sogni, anzi meglio nightmares, pesadillas,cauchemars, incubi, s'inanellano e rimandano ad altri incubi, quasi in un gioco di matrjoska, in un rimando a sè da cui non si esce(ma allora era meglio fare un ennesimo"Nightmare", solo che qua manca Freddy Krueger alias relativo bravo interprete), crisi di idenitià semplici e familiari(papà, figlia post-adolescente), la ricerca del "no-man's land"per sfuggire alla zona"infetta-maledetta"che è, appunto, "Silent Hill", la collina silenziosa, non potendo essere monte(avvicinerebbe troppo all'ASsoluto, nelle simbologie note)né poanura, in quanto essa rimanda fatalmente alla piattezza, alla bassezza dell'esistenza comune.
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"Silent Hil. Revelation"ma, spiace dirlo, manca la vera"rivelazione",il mcguffin, come diceva uncle Alfred, relativa: brandelli confusi di significato, incapace di veicolare un senso. Poco, francamente, anche perché nel film vengono affastellati(è il caso di esprimersi così, altro è difficile da trovare, francamente)caccia alle streghe(prescindendo dalla solita Salem, una volta tanto, almeno questo...), il tema del"crash"tra sogno e realtà, dove i sogni, anzi meglio nightmares, pesadillas,cauchemars, incubi, s'inanellano e rimandano ad altri incubi, quasi in un gioco di matrjoska, in un rimando a sè da cui non si esce(ma allora era meglio fare un ennesimo"Nightmare", solo che qua manca Freddy Krueger alias relativo bravo interprete), crisi di idenitià semplici e familiari(papà, figlia post-adolescente), la ricerca del "no-man's land"per sfuggire alla zona"infetta-maledetta"che è, appunto, "Silent Hill", la collina silenziosa, non potendo essere monte(avvicinerebbe troppo all'ASsoluto, nelle simbologie note)né poanura, in quanto essa rimanda fatalmente alla piattezza, alla bassezza dell'esistenza comune. Di tutto, quasi, di più, in un barlume cromatico che però non approda quasi a nulla, facendo forse intuire che possa darsi, in un prossimo futuro, un capitolo ulteiore: considerando quelli finora visti(mi manca la visione del Number Two, comunque), non appare"necessario"vederlo( vederlii, se saranno più di uno), francamente. Vedremo lo sviluppo della cosa, meglio, lo seguiremo, ma senza grandi attese, anche se il regista, come dice bene Marco Chiani, nella"nota ufficiale", Bassett prometteva bene... Interpreti nella norma, nulla più. SOvviene lo shakespeariano"molto rumore per nulla", non per il senso della geniale pièce shakespeariana, ma per il titolo, appunto. Anche l'uso dell'effetto "3 dimensional"non appare stupefacente, anzi decisamente troppo routinario, senza particolari ambizioni, dove forse la ragione si potrebbe anche semplicmente trovare in motivazioni di budget. Il cinema, ci ricordava anni fa Jean-Luc Godard è in primis sempre anche una questione produttiva, talché il fllm viene ad essere un"prodotto"pirma che un'opera-circostanza della quale spesso ci dimentichiamo, il che vale in particolare per chi sta scrivendo; è insomma una nota ad me, autocritica.. Rispetto a un film come"The Others", che risale all'inizio degli anni Duemila, anche il cinema fantastico-horror sembra arretrare pericolosamente, rientrando negli squallidi ranghi della"normalità", del convenzionale. Con pochissime eccezioni, un netto arretramento del genere, che sembra avvitato su se stesso, incapace di uscire da un'impassee che si fa sentire. Sarà la carenza di idee(grave di per sé e sintomatica di decadenza, in buona sostanza), saranno altri problemi, legati magari anche alla citata scarsa disponibilità di capitale investito-, El Gato
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paolo salvaro
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mercoledì 11 marzo 2015
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seguito scadente ed indisponente
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Ma dai, come si fa? Sul serio, posso capire che ci sono gusti e gusti e che a volte si può entrare in empatia anche con un agglomerato di merda o viceversa disprezzare un capolavoro, ma veramente non riesco a comprendere come qualcuno possa riuscire a dare più di una stella ad un film del genere (o due, se proprio si vuole essere generosi).
Partendo dal presupposto che già il primo film non era certo un grande film e che conteneva numerosi difetti, questo seguito è almeno tre volte peggio della pellicola di Gans, a cui si può dare dell'imbranato, mentre Basset è poco più di un incapace : aveva tra le mani un potenziale immenso, una delle trame più affascinanti della storia dei survivor horror games ed è riuscito a tirar fuori un pezzo di fango del genere? Davvero, alcuni dialoghi sfociano nel ridicolo, il tempismo delle scene è totalmente inadeguato, alcuni jumpscare sono involontariamente comici, l'intensità è talmente malgestita da sfociare spesso nella noia, la musica è sfruttata male e con il cast se ne sono combinate di ogni colore, con Radha Mitchell che compare per due secondi e poi svanisce nel nulla (dove cavolo è finita? Perchè non è uscita allo scoperto quando Heather ed il marito si sono trovati a camminare per la dimensione nebbiosa alla fine del film?), Sean Bean che sembra chiedere pietà al regista dopo ogni ciak, Deborah Kara Unger che imitando la Mitchell scompare dopo una sola scena (a cosa cazzo è servito il personaggio di Dahlia in questo film?) ed un cameo del povero Malcolm McDowell, leggenda del cinema, infilato dentro ad minchiam.
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Ma dai, come si fa? Sul serio, posso capire che ci sono gusti e gusti e che a volte si può entrare in empatia anche con un agglomerato di merda o viceversa disprezzare un capolavoro, ma veramente non riesco a comprendere come qualcuno possa riuscire a dare più di una stella ad un film del genere (o due, se proprio si vuole essere generosi).
Partendo dal presupposto che già il primo film non era certo un grande film e che conteneva numerosi difetti, questo seguito è almeno tre volte peggio della pellicola di Gans, a cui si può dare dell'imbranato, mentre Basset è poco più di un incapace : aveva tra le mani un potenziale immenso, una delle trame più affascinanti della storia dei survivor horror games ed è riuscito a tirar fuori un pezzo di fango del genere? Davvero, alcuni dialoghi sfociano nel ridicolo, il tempismo delle scene è totalmente inadeguato, alcuni jumpscare sono involontariamente comici, l'intensità è talmente malgestita da sfociare spesso nella noia, la musica è sfruttata male e con il cast se ne sono combinate di ogni colore, con Radha Mitchell che compare per due secondi e poi svanisce nel nulla (dove cavolo è finita? Perchè non è uscita allo scoperto quando Heather ed il marito si sono trovati a camminare per la dimensione nebbiosa alla fine del film?), Sean Bean che sembra chiedere pietà al regista dopo ogni ciak, Deborah Kara Unger che imitando la Mitchell scompare dopo una sola scena (a cosa cazzo è servito il personaggio di Dahlia in questo film?) ed un cameo del povero Malcolm McDowell, leggenda del cinema, infilato dentro ad minchiam. L'unico elemento apprezzabile è l'apparizione piacevole ed inattesa di Travis Grady con il suo bel camion, vestito esattamente come il personaggio del gioco, il quale purtroppo non avrà una grande incidenza sulla trama. E' però indice che Basset pur avendo fatto un cattivo lavoro è sicuramente un grande fan della saga di Silent Hill. Davvero un peccato non sia riuscito a fare di più.
Non gli si può dare più di una stella.
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ished
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domenica 5 gennaio 2014
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solo per i fan del videogame
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Film che annoia , non sempre scorrevole , un film che continua la storia del primo capitolo, che a mio parere il primo capitolo é un horror da guardare anche se non si è fan
Del videogame, questo capitolo mi ha davvero deluso a differenza del predecessore. Un film da evitare decisamente, c'è di meglio sul mercato' nulla di nuovo.
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daniele 69
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sabato 21 dicembre 2013
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ho sprecato due ore del mio tempo
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Tratto dal terzo capitolo della saga videoludica targata konami: assolutamente non all'altezza del primo episodio cinematografico ed assolutamente incomprensibile per i non sfegati fans del videogioco.
Un'occasione sprecata. Peccato!
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mr. gianluca
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sabato 21 settembre 2013
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fin troppa nebbia in questo film
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Quando a suo tempo uscì il Silent Hill di Christophe Gans, lo accogliemmo come il miglior adattamento che si potesse fare da un videogioco; forse non c'era una grande attinenza con la fonte originale a livello narrativo, ma Gans era riuscito dove altri avevano miseramente fallito: aveva colto in pieno lo spirito e l'atmosfera del gioco a cui era ispirato. Quando ho sentito che il regista del seguito, sarebbe stato Michael J. Bassett, autore del sottovalutato Solomon Kane, la scelta mi è sembrata molto azzeccata... dopo aver visto il film, non lo penso più, ma andiamo con ordine: appena finiti i titoli di testa, posso che il primo quarto d'ora risulta abbastanza convincente... ma purtroppo è il "come andrà avanti" che ti dirà se ti trovi dinanzi a un prodotto di qualità oppure no.
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Quando a suo tempo uscì il Silent Hill di Christophe Gans, lo accogliemmo come il miglior adattamento che si potesse fare da un videogioco; forse non c'era una grande attinenza con la fonte originale a livello narrativo, ma Gans era riuscito dove altri avevano miseramente fallito: aveva colto in pieno lo spirito e l'atmosfera del gioco a cui era ispirato. Quando ho sentito che il regista del seguito, sarebbe stato Michael J. Bassett, autore del sottovalutato Solomon Kane, la scelta mi è sembrata molto azzeccata... dopo aver visto il film, non lo penso più, ma andiamo con ordine: appena finiti i titoli di testa, posso che il primo quarto d'ora risulta abbastanza convincente... ma purtroppo è il "come andrà avanti" che ti dirà se ti trovi dinanzi a un prodotto di qualità oppure no... e infatti la pellicola collassa su sé stessa immediatamente, con avvenimenti messi un po' a casaccio, e situazioni inconsistenti. Non c'è suspance, tutto viene immediatamente spiegato non appena viene posta la domanda, non inquieta, non mette tensione (cosa strana per un horror), mi sembra che Bassett non abbia capito perché Silent Hill (il videogioco) mette davvero paura: non perché ci siano quintali di sangue o di mostri, ma perché si è soli, in una città deserta ricoperta dalla nebbia, alla ricerca di sé stessi...
Le vicende che compongono questo prodotto avvengono alla velocità della luce, senza caratterizzare questo o quel personaggio. Addirittura lo stesso Malcolm McDowell, osannato attore di "Arancia Meccanica", compare praticamente in un cammeo, che non valorizza la pellicola, né le sue doti recitative: è solo un mero pretesto per permettere alla protagonista di ricongiungere il medaglione. Le sequenze, viste singolarmente, magari sono anche divertenti, ma insieme non compongono una storia solida, che ti tenga incollato fino alla fine, e ammetto che poco mi frega se ci siano più elementi del videogioco, o citazioni a questo e quel capitolo della saga.
Volendo, però, spezzare una lancia a favore di questa pellicola, posso dire che l'impatto visivo è davvero molto bello, e le ambientazioni sono molto curate... ma solo perché provengono dalla fonte originale.
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viktor von doom
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mercoledì 18 settembre 2013
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più vivace ma meno solido.
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silent hill revelation è il seguito di silent hill(2006).la saga è tratta da un famoso videogioco konami reso celebre grazie alle splatterose e ispirate creature e ad un atmosfera claustrofobica e ricca di suspence,la prima opera era ben riuscita e sicuramente in possesso di una sceneggiatura all'altezza.gli scenari erano buoni come in fondo tutto il resto.in revelation cìè stato un cambio di regia e qualcosa è cambiato.prima di tutto la durata.questo seguito dura mezz'ora meno del precedente.cosa che rivela pro e contro.innanzitutto c'è più azione e più vivacità,la storia scorre rapida e mette sul banco e in bellamostra tutto ciò che ha da offrire.
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silent hill revelation è il seguito di silent hill(2006).la saga è tratta da un famoso videogioco konami reso celebre grazie alle splatterose e ispirate creature e ad un atmosfera claustrofobica e ricca di suspence,la prima opera era ben riuscita e sicuramente in possesso di una sceneggiatura all'altezza.gli scenari erano buoni come in fondo tutto il resto.in revelation cìè stato un cambio di regia e qualcosa è cambiato.prima di tutto la durata.questo seguito dura mezz'ora meno del precedente.cosa che rivela pro e contro.innanzitutto c'è più azione e più vivacità,la storia scorre rapida e mette sul banco e in bellamostra tutto ciò che ha da offrire.effetti speciali,creature mostruose davvero ispirate(ma quasi tutte prese dal primo film) e un susseguirsi di location di sicuro impatto visivo.a perdere però sono la sceneggiatura e la storia in se.sicuramente entrambe più esili.il film da,sotto questo punto di vista,il meglio di se nella prima parte per poi perdersi un pochino.anche i personaggi hanno un minor approfondimento spirituale e una caratterizzazione che appare abbozzata anzichè curata.insomma questo capitolo aggiunge e toglie il che è un peccato perchè se invece di mezz'ora fossero stati eliminati 15 minuti,se il film avesse mantenuto la solidità narrativa del predecessore e una più curata caratterizzazione dei personaggi,allora avremmo avuto un vero capolavoro del genere.un film horror,spaventoso,solido e avvincente.cosi non è stato e allora ci rimane un film che non si fà disprezzare,che non annoia e che ha sicuramente qualche freccia al suo arco.2 stelle e mezzo.
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onufrio
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lunedì 27 maggio 2013
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welcome to silent hill
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Sequel de Silent Hill, il regista riprende la storia là dov'era finita e prova a ricucire lo strappo per elaborarne un continuum. Heather, figlia di Rose ed Harry, fa brutti incubi, in cui il nome di Silent Hill è sempre presente, laggiù qualcuno la cerca, il padre non le ha ancora spiegato cosa veramente sia accaduto alla ragazza e alla madre tanti anni fa,lei era piccola e non ricorda niente; ma Silent Hill chiama ed Heather ritornerà in quel dannato paese. Gli effetti speciali mantengono intatto lo stesso splendido effetto che ebbe sul primo film, la storia a volte annaspa, ma tutto sommato questo horror arriva alla sufficienza, anche se il primo rimane di un altro livello.
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joicep
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venerdì 17 maggio 2013
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come dovrebbe far paura?
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Parlo da veterana della saga: Silent Hill Revelation 3D (di quale rivelazione si parli, poi, mi è ignoto) potrà sembrare un film discreto, ma non si avvicina nemmeno lontanamente al disturbato e sottile orrore della controparte videoludica; avendo il regista puntato troppo su questo concetto, si puo' considerare il film come un fallimento completo.
Partiamo dalla trama (attenzione, spoiler): Bassett ci rende fin da subito chiaro il travagliato parto di una sceneggiatura che facesse da seguito al primo Silent Hill, collegando i due film con un escamotage talmente debole da apparire ridicolo, ma plausibile ai fini della trama. Heather Mason viene quindi presentata come un'adolescente dai modi difficili, a dir poco acida e lontana dalla Heather videoludica, irascibile e lunatica ma anche sarcastica e irriverente.
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Parlo da veterana della saga: Silent Hill Revelation 3D (di quale rivelazione si parli, poi, mi è ignoto) potrà sembrare un film discreto, ma non si avvicina nemmeno lontanamente al disturbato e sottile orrore della controparte videoludica; avendo il regista puntato troppo su questo concetto, si puo' considerare il film come un fallimento completo.
Partiamo dalla trama (attenzione, spoiler): Bassett ci rende fin da subito chiaro il travagliato parto di una sceneggiatura che facesse da seguito al primo Silent Hill, collegando i due film con un escamotage talmente debole da apparire ridicolo, ma plausibile ai fini della trama. Heather Mason viene quindi presentata come un'adolescente dai modi difficili, a dir poco acida e lontana dalla Heather videoludica, irascibile e lunatica ma anche sarcastica e irriverente. La Heather del film fa pesare in modo insopportabile la sua tendenza ad isolarsi, con un monologo a cui nella vita reale sarebbe seguita una risata di gruppo o una punizione da parte della professoressa; i continui e ripetuti riferimenti a social network, a cui la ragazza sembra essere allergica, stufano, annoiano e appaiono forzati.
Passiamo quindi alle tre "spalle" maschili del film: Sean Bean, ovvero Harry Mason. Eccellente nell'interpretazione, ma penalizzato da un personaggio che, con una svolta diversa, sarebbe potuto diventare l'emblema della testarda motivazione della tormentata protagonista.
Martin Donovan interpreta Douglas Cartland, ovvero la carne da macello della situazione; un personaggio reso tanto inutile e a cui viene data così poca giustizia da avermi provocato una cristi di rabbia isterica - che si sarebbe rivelata solo la prima di una lunga serie, durante la visione di questo film.
Al posto del detective Cartland, dunque, il regista ha abilmente(?) sostituito come compagno della protagonista un più giovane ed apprezzabile Kit Harrington nel ruolo di Vincent, ragazzo monoespressivo, che ci regala le più grandi rivelazioni - da titolo - della trama. Chi si sarebbe aspettato che il suo interesse per Heather fosse intenzionale, e quanto si può rimanere sorpresi dalla più improbabile love story del secolo, maturatasi nel giro di ventiquattr'ore - e da mettere a confronto con diciott'anni di predicamenti su come Heather rappresentasse il demonio nel culto di cui il giovane fa parte - e palesemente piantata lì per la gioia delle ragazzine.
Quasi sono tentata di non pronunciarmi sugli antagonisti: Dahlia Gillespie, anch'essa buttata sul set per una quindicina di inutili secondi; Claudia Wolf che - incredibile a dirsi, se consideriamo che è l'antagonista principale! - appare per una decina di minuti e ci regala un cliffhanger a cui non riesco nemmeno a trovare una definizione non offensiva, e la giovane Alessa, copincollata da un qualsiasi film horror nipponico.
Ci si trascina fino al finale lottando contro il sonno, per poi ritrovarsi davanti al più brutto scherzo che Bassett potesse fare ai fan della saga: un Pyramid Head, che da sempre è il simbolo delle colpe di un individuo, che combatte su ordine della protagonista contro la cattivona di turno.
Pyramid Head, simbolo delle colpe dell'individuo, che combatte per salvare qualcuno.
Vittoria e addio inutile di Harry, cameo di Travis Grady - che avranno colto sì e no quattro persone in tutto -, fine.
Conclusione: banale, banale, banale e per niente spaventoso. Nessuna rivelazione. Si cerca di estrapolare le parti migliori del videogioco, ma non ce la si fa. Proprio no.
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vinniemetaller
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venerdì 3 maggio 2013
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spettacolare!
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Parlando da amante della saga di videogiochi, ho trovato che questo sequel sia fatto magistralmente! Segue molto bene la trama del gioco, attori azzeccati, situazioni coinvolgenti, trovo che sia addirittura più bello del primo (che già faceva la sua porca figura)!! Consigliatissimo!
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purplerain
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lunedì 22 aprile 2013
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tra sogno e realtà!!
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Il film qui proposto in 3d tratto dalla fortunata serie video ludica è accattivante e al tempo stesso confuso. Il regista ci propone una trama un po’ contorta con un inizio che fa ben sperare per poi finire in un ovvio rincorrersi di mostri e situazioni intrecciate. La sceneggiatura ci riporta con la mente in ambienti molto simili a quelli che abbiamo conosciuto nelle serie di Freddy Kruger di “Nightmare”, e l’incontro di mostri, alcuni ben pensati altri più classici, non fa altro che mostrarci un già visto che a un certo punto sembra più un rimpasto confusionario che non un lineare svolgimento di una trama. Anche il continuo uso di flash back con il passato non migliora di molo la situazione, perché il tutto sembra più un insieme di scene per spaventare che non per raccontare! Il tutto poi con la storia della figlia che parte alla ricerca del padre e finisce in ambienti da classic horror passando per manicomi e tenebre.
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Il film qui proposto in 3d tratto dalla fortunata serie video ludica è accattivante e al tempo stesso confuso. Il regista ci propone una trama un po’ contorta con un inizio che fa ben sperare per poi finire in un ovvio rincorrersi di mostri e situazioni intrecciate. La sceneggiatura ci riporta con la mente in ambienti molto simili a quelli che abbiamo conosciuto nelle serie di Freddy Kruger di “Nightmare”, e l’incontro di mostri, alcuni ben pensati altri più classici, non fa altro che mostrarci un già visto che a un certo punto sembra più un rimpasto confusionario che non un lineare svolgimento di una trama. Anche il continuo uso di flash back con il passato non migliora di molo la situazione, perché il tutto sembra più un insieme di scene per spaventare che non per raccontare! Il tutto poi con la storia della figlia che parte alla ricerca del padre e finisce in ambienti da classic horror passando per manicomi e tenebre. Resta tuttavia un film che, tratto da una serie di video giochi, regala momenti di tensione profondi, con suspence crescente e convincente anche in momenti che raccontano di storie trite e ritrite, arricchendo il tutto con l’interpretazione di Adelaide Clemens che riesce a regalare tensione. Rispetto al video game questo sequel ha qualcosa di diverso soprattutto nella storia, mantenendo tuttavia inalterati ovviamente le ambientazioni che poi sono la parte trainante dell’intero film. Il resto del cast fa da contorno alla quasi totale presenza della protagonista che ruba la scena e lascia le briciole agli altri e in effetti abbi amo visto Sean Bean in vesti migliori. Da vedere!!
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