liver
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lunedì 5 dicembre 2011
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una dichiarazione d'amore
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Una dichiarazione d’amore non tanto verso una città (Parigi) o un’epoca (gli anni venti), ma verso la vita che passa: il rimpianto di un tempo che fu è comune all’uomo. Mi sono molto risconosciuto nell’entusiasmo e nella passione del protagonista, frastornato fra i suoi idoli: un duro Hemingway, uno strepitoso Fitzgerald con la sua Zelda, Picasso, Dalì ricreati benissimo. Il suo manoscritto, revisionato addirittura da Gertrude Stein, riprende forma e vitalità dopo una prima stesura nichilista: perché compito dell’artista non è distruggere, ma ridare senso e speranza all’insensatezza della vita. La musica di Cole Porter, ascoltata dal vivo e ricercata in un mercatino con la complicità di una giovane parigina.
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Una dichiarazione d’amore non tanto verso una città (Parigi) o un’epoca (gli anni venti), ma verso la vita che passa: il rimpianto di un tempo che fu è comune all’uomo. Mi sono molto risconosciuto nell’entusiasmo e nella passione del protagonista, frastornato fra i suoi idoli: un duro Hemingway, uno strepitoso Fitzgerald con la sua Zelda, Picasso, Dalì ricreati benissimo. Il suo manoscritto, revisionato addirittura da Gertrude Stein, riprende forma e vitalità dopo una prima stesura nichilista: perché compito dell’artista non è distruggere, ma ridare senso e speranza all’insensatezza della vita. La musica di Cole Porter, ascoltata dal vivo e ricercata in un mercatino con la complicità di una giovane parigina. L’incontro con Bunuel e Man Ray è assolutamente geniale (“non vi stupite che vengo dal 2010? Per forza siete surrealisti!”). Le magiche notti parigine continuano in compagnia di Adriana, compagna prima di Modigliani e ora di Picasso, della quale si innamora e con la quale si ritova addirittura nella Belle Epoque da Maxim’s, con Toulouse-Loutrec e Gaugin e Degas. Qui Adriana decide di fermarsi, mentre lui ritorna al presente, rinato. La crisi con la sua compagna Inez si esplicita finalmente (“Sono geloso e mi fido troppo di te, lo so è una dissonanza cognitiva”) e il finale è liberatorio, a spasso su un ponte di Parigi con Gabrielle, la bella parigina del mercatino.
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alkwor
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lunedì 5 dicembre 2011
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troppo superficiale per essere vero
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C'è qualche riferimento a Parigi, alla Francia, ai "geni artistici", in questo film, che sia meno che scontato e dozzinale?
C'è un'immagine che non sia uguale a qualche cartolina ricevuta dagli zii in vacanza o ad una foto scattata in gita?
No, non c'è.
La Lonely Planet, al confronto, sembra la Recherche di Proust. Ed io adoro le Lonely.
Se ci fermassimo al 2010, il danno sarebbe marginale: una storia d'amore banalotta, che di nuovo ha poco.
Ma che dire del ruggenti anni 20 o della Belle Epoque?
Rassegna stile Bignami, ma meno utile per passare la maturità, del "fervore culturale" dell'epoca.
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C'è qualche riferimento a Parigi, alla Francia, ai "geni artistici", in questo film, che sia meno che scontato e dozzinale?
C'è un'immagine che non sia uguale a qualche cartolina ricevuta dagli zii in vacanza o ad una foto scattata in gita?
No, non c'è.
La Lonely Planet, al confronto, sembra la Recherche di Proust. Ed io adoro le Lonely.
Se ci fermassimo al 2010, il danno sarebbe marginale: una storia d'amore banalotta, che di nuovo ha poco.
Ma che dire del ruggenti anni 20 o della Belle Epoque?
Rassegna stile Bignami, ma meno utile per passare la maturità, del "fervore culturale" dell'epoca.
Praticamente, un appello in classe.
Recitazione mediocre e spaesata a dir poco dei vari attori che impersonano i numi tutelari di Gil (Fitzgerald, Porter, Picasso,Bunuel ed Hemigway: lui è sotto di tutti di una spanna o anche di due).
Si salva solo l'attore* che impersona T.S.Eliot, per ragioni evidenti a chi ha visto il film, e K.Bathes.
E qual è la massima aspirazione nel rivivere la Belle Epoque (l'unica idea carina del film, il doppio salto temporale)? Assistere al can can...no comment.
Aspetti (estremamente) positivi: la bellezza delle due attrici, tra le quali farei fatica a scegliere anche sotto tortura.
Ottime le inquadrature che mettono in risalto il lato b di Rachel McAdams, sebbene Marion Cotillard con il vestitino anni 20 sia fantastica.
Valgono tutto il film e pure il costo dei pop corn.
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amamigio
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lunedì 5 dicembre 2011
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luce e amarcord.
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Se l'ultimo "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni" vi aveva deluso, sarete lieti di apprezzare di nuovo lo stile e la sagace e intellettuale irriverenza di Woody Allen nel suo ultimo "Midnight in Paris".
Luminoso e introspettivo, e celembrativo della "Ville Lumiere", questo film merita davvero anche una seconda visone.
O.Wilson muove i muscoli facciali con maestria trasmettendo allo spettatore lo stupore nell'essere catapoltato indietro nel tempo.
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lanfreak
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lunedì 5 dicembre 2011
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che cosa rimane oggi del genio raffinato di woody?
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Che cosa rimane oggi del raffinato genio cinematografico di Woody Allen? Spiace davvero dirlo, ma questo film non sembra un'opera del grande maestro. La trama non vuole essere originale: per una sorta di incantesimo, allo scoccare dei rintocchi di mezzanotte, il protagonista viene ripetutamente trasportato nella Parigi degli anni Venti. Ovvio il suo stupore, nel vedere realizzate le proprie fantasie intellettuali da sempre coltivate: dialogare con Scott Fitzgerald e con Hemingway, conoscere Picasso e Dalì, trascorrere notti insonni passando da una compagnia all'altra, tra bistrot e studi d'artista. Ma ben presto lo stupore diventa fissità, e la sequenza di personaggi - famosi quanto improbabili - risulta inconcludente, ripetitiva, noiosa.
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Che cosa rimane oggi del raffinato genio cinematografico di Woody Allen? Spiace davvero dirlo, ma questo film non sembra un'opera del grande maestro. La trama non vuole essere originale: per una sorta di incantesimo, allo scoccare dei rintocchi di mezzanotte, il protagonista viene ripetutamente trasportato nella Parigi degli anni Venti. Ovvio il suo stupore, nel vedere realizzate le proprie fantasie intellettuali da sempre coltivate: dialogare con Scott Fitzgerald e con Hemingway, conoscere Picasso e Dalì, trascorrere notti insonni passando da una compagnia all'altra, tra bistrot e studi d'artista. Ma ben presto lo stupore diventa fissità, e la sequenza di personaggi - famosi quanto improbabili - risulta inconcludente, ripetitiva, noiosa. Non c'è più alcuna magia. E non c'è alcuna interazione tra il protagonista e i tanti, troppi, altisonanti artisti, quasi sempre col bicchiere in mano: c'è solo una pedissequa elencazione di personaggi, spesso solo nominati all'atto dei saluti, oppure abbozzati a livello di bozzetto macchiettistico, come lo stralunato Hemingway e lo stereotipato Dalì. Si salva soltanto qualche breve gag umoristica ambientata ai giorni nostri. L'ulteriore balzo all'indietro nella Belle Epoque aggrava ulteriormente la prevedibilità del contesto e della esile trama: ovviamente ci imbattiamo "casualmente" in Toulouse-Lautrec (altra macchietta), e poi Gauguin, e pure Degas, né ci viene risparmiato Maxim's e il più banale dei Can-can. Anche le musiche sono scontate e ripetitive, e persino le ambientazioni attuali, a parte poche brillanti immagini notturne, ricalcano le consuete cartoline turistiche. In sostanza l'intero film, dalla sceneggiatura alle ambientazioni, consiste in una superficiale antologia dei vieti stereotipi folcloristici che offuscano la vivezza reale di una città come Parigi.
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princedino
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lunedì 5 dicembre 2011
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delizioso ritratto di chi insegue i propri sogni
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Coniugare il contemporaneo con il passato, grazie alla genialità del regista, attraverso godibili riferimenti letterari ed artistici. Woody Allen riesce ancora una volta a stupirci nell'ambiente più romantico di tutti i tempi; esilarante nella presentazione degli artisti che via via si affacciano sulla scena. Atmosfera magica, quella parigina, nella quale perdersi dietro ai sogni è più facile ed invitante allo stesso tempo.
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beataffe
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domenica 4 dicembre 2011
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chi non ama la letteratura?
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Meravigliose inquadrature di Parigi dal sottofondo jazz, che sicuramente non puoi non fischiettar.
Pecca è l'attore protagonista Owen Wilson: siamo abituati a vederlo in film molto meno impegnati di questo, si poteva fare meglio senza di lui.
N.B: Grazie al cielo, questa volta, hanno avuto l'accortezza di non tradurre il titolo!
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linus2k
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domenica 4 dicembre 2011
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"parigi val bene il ritorno al grande cinema"
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“Parigi val bene una Messa” disse Enrico III di Navarra… “Parigi val bene un ritorno al grande cinema”, potrebbe aver pensato Allen, di ritorno al cinema girato nel Vecchio Continente, dopo l’imbarazzante (giusto come eufemismo) “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”.
E così, in una magica Parigi, impreziosita da una fotografia calda, ecco che Allen ci ripropone le dinamiche di coppia, da sempre suo topos narrativo, con un Owen Wilson perfetto nel ruolo dell’alter ego del regista! Ciò che stupisce in “Midnight in Paris” è che la dinamica di coppia rimane forse un passo indietro, quasi da sfondo ad una commedia che affonda le radici su riflessioni più personali e di certo più originali per Woody.
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“Parigi val bene una Messa” disse Enrico III di Navarra… “Parigi val bene un ritorno al grande cinema”, potrebbe aver pensato Allen, di ritorno al cinema girato nel Vecchio Continente, dopo l’imbarazzante (giusto come eufemismo) “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”.
E così, in una magica Parigi, impreziosita da una fotografia calda, ecco che Allen ci ripropone le dinamiche di coppia, da sempre suo topos narrativo, con un Owen Wilson perfetto nel ruolo dell’alter ego del regista! Ciò che stupisce in “Midnight in Paris” è che la dinamica di coppia rimane forse un passo indietro, quasi da sfondo ad una commedia che affonda le radici su riflessioni più personali e di certo più originali per Woody.
Ed ecco che il film parte da quella comune critica del presente, della sua mancanza di poesia, di arte, dall’anelito spesso comune agli artisti di voltarsi indietro con nostalgia al Passato, con un misto di riconoscenza, di ricerca di ispirazione e di voglia di vivere l’ardore creativo di quei momenti.
In fuga dal presente, dalla grettezza di alcuni personaggi, saccenti, rozzi culturalmente, legati a squallidi e razzisti movimenti politici, il giovane scrittore Gil/Woody sogna il suo futuro in una sorta di passato, in un nostalgico balzo indietro nel tempo, in un periodo di fervente creatività e grandi aspirazioni, di salotti, di incontri di grandi menti. Per lui il futuro diventa il passato, ed il sogno si fa magia, complice una città che di magia ne dimostra sempre ad ogni passo a chiunque si trovi a camminare per le sue strade, per i suoi boulevard…
Incontri improbabili, conditi di dotte citazioni e risate intelligenti e delicate, accompagnati da una sorta di guida dantesca, una Marion Cotillard nel suo solito stato di grazia, porteranno Gil in una passeggiata in bilico tra presente e passato, per capire meglio il presente, per accettarlo e per capire meglio il suo futuro ed il suo cammino…
Un film delizioso, realizzato con grazia e delicatezza, un omaggio all’Arte, al passato, ricco di speranza per il futuro (raro nella cinematografia Alleniana).
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candreva
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domenica 4 dicembre 2011
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come sempre succede
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apprezzeremo in pieno la grandezza di Woody Allen quando non ci darà più uno dei suoi film ogni anno...
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davudo
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domenica 4 dicembre 2011
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un film che ti fa innamorare di parigi
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La presenza di illustri personaggi della letterature, dell'antagonista pignolo, della fidanzata infedele e dell' amore puro appena sbocciato rendono questo film un capolavoro a 360°, per la sua semplicità e spontaneità, per la meravigliosa ambientazione e per la realizzazione di un sogno comune, vivere in un altra epoca
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maidiremonzu
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domenica 4 dicembre 2011
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il maestro
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Woody Allen colpisce nel segno dirigendo un film intringante, mai noioso e con un'ironia che solo pochi registi riescono a trascrivere su pellicola. Ottimi anche gli attori, e le colonne sonore. Affascinanti trama e ambientazione.
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