Avventure e disavventure sentimentali di un trentenne appena divorziato, emozioni in bilico fra cinismo e passione, educazione sentimentale a suon di delusioni e riavvicinamenti, insomma tutto ciò che una commedia francese sa mettere in campo, di buono e non. Marc Marronier, fresco di divorzio e amareggiato quanto basta dai rapporti con le donne scrive un pamphlet teorizzando che l'amore dura solo tre anni e via andando di luoghi comuni e considerazioni amare sulle donne. Fatalità vuole che il libro diventi un enorme successo, e ancor più fatalità vuole che Marc si innamori di Alice, la moglie di suo cugino, che detesta il libro e di conseguenza il suo autore (non sapendo naturalmente che si tratta di Marc).
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Avventure e disavventure sentimentali di un trentenne appena divorziato, emozioni in bilico fra cinismo e passione, educazione sentimentale a suon di delusioni e riavvicinamenti, insomma tutto ciò che una commedia francese sa mettere in campo, di buono e non. Marc Marronier, fresco di divorzio e amareggiato quanto basta dai rapporti con le donne scrive un pamphlet teorizzando che l'amore dura solo tre anni e via andando di luoghi comuni e considerazioni amare sulle donne. Fatalità vuole che il libro diventi un enorme successo, e ancor più fatalità vuole che Marc si innamori di Alice, la moglie di suo cugino, che detesta il libro e di conseguenza il suo autore (non sapendo naturalmente che si tratta di Marc). Fraintendimenti, rotture, riconciliazioni porteranno all'inevitabile lieto fine lasciandoci un po' soddisfatti e un po' delusi. Perchè se è vero che l'impianto narrativo è divertente, scorrevole e che il personaggio di Marc è nevrotico a sufficienza, è altrettanto vero che la storia d'amore tra i due non restituisce palpiti nè urgenze, nè passione dilaniante. Alice è una donna in carriera, indaffarata e svampita, ma rimane una figurina un po' stereotipata, e le scene fra i due non decollano, pur se alcuni dialoghi e alcune battute colgono nel segno. Beigbeder arriva alla regia dopo essere stato scrittore e critico letterario - proprio come il suo personaggio Marc - e il rischio di proporre un prodotto un po' autoreferenziale c'è, con i monologhi di Marc rivolti in camera, quasi a voler instaurare un rapporto diretto e complice con lo spettatore, salvo poi smitizzare l'ambiente letterario da cui proviene con una sana satira su editori e premi letterari. Una commedia gradevole ma un po' prevedibile, sentimentale ma senza una passione credibile, divertente ma a tratti infarcita di clichè. Che però regala qualche scena di sincero divertimento - i consigli dei genitori divorziati a Marc sono fra i momenti migliori del film - e una colonna sonora nostalgica sulle note di Michel Legrand.
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