elgatoloco
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giovedì 7 febbraio 2019
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burton è sempre burton
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"Dark Shadows"(2011, Tim Burton)dimostra il talento estremo, visivo e non solo, di uno dei pochissimi creatori di vero cinema ancora in circolazione: Tim Burton, che anche qui, riprendendo l'eterno tema del vampiro, dei vampirismo e dunque dell'immortalità versus la morte, dell'amore versus la mera sessualitò, riprende temi e motivi eterni con quella forza visiva che sa essere realmente travolgente. Barnbas Collins, "non morto"del 1700. si trova precipitato all'inizio degli anni Seventies del 1900, dove il contrasto tra il suo modo d'essere di aristocratico"illluminista"contrasta fortemente con lo stile hippie-andante oltre a tutto"gringo", dove lo humor e a tratti la comicità contrasta con il dramma che a tratti scivola anche più decisamente nella tragedia.
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"Dark Shadows"(2011, Tim Burton)dimostra il talento estremo, visivo e non solo, di uno dei pochissimi creatori di vero cinema ancora in circolazione: Tim Burton, che anche qui, riprendendo l'eterno tema del vampiro, dei vampirismo e dunque dell'immortalità versus la morte, dell'amore versus la mera sessualitò, riprende temi e motivi eterni con quella forza visiva che sa essere realmente travolgente. Barnbas Collins, "non morto"del 1700. si trova precipitato all'inizio degli anni Seventies del 1900, dove il contrasto tra il suo modo d'essere di aristocratico"illluminista"contrasta fortemente con lo stile hippie-andante oltre a tutto"gringo", dove lo humor e a tratti la comicità contrasta con il dramma che a tratti scivola anche più decisamente nella tragedia. Anche la scelta della musiche, dai"Moody Blues"di"Nights in With Satin", che è nei titoli di testa"apre"e si arriva all'esibizione dal vivo del"dannato"Alice Cooper...UNa serie di suggestioni e di flashs visivi.ma più complessivamente percettivi dove però la produzione di senso(relativa ai temi sopra accennati)è sempre viva e tende a una compiuta organicità. Johnny Deep è protagonista assolutamente efficace, Eva Green un'efficacissima antagonista-amante, Bella Heatchote l'amata(non l'amante), mentre Alice Cooper recita o meglio impersona, grida e canta la sua rabbia, Christopher Lee è un cameo ever green... El Gato
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elgatoloco
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lunedì 18 maggio 2020
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tim burton forever
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Grande Tim Burton, anche ocn "Dark Shadows"(2012, sipirato dalla sopa opera di Dan Curtis degli anni 1960)dove il fascino del vampiro del 1700, perso negli anni 1970(1972, per laprecisione, tra hippies ormai"stagionati"ma ancora presenti , case di tradizione, il suo casato, dottoresse di medicina dedite all'alcol ma anche ad altro, riemerge quasi mostrando come il regno del sogno, della continua creazione fantastica e immaginaria vale più della società"consumatrice"e blocct<a nel maccanismo infernale del"produci-consuma-crepa"come, non del tutto a torto, dice qualcuno...Una singolare affinità(parziale, però, vista anche la superficialità dei loro tirps, Timothy Leart docet.
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Grande Tim Burton, anche ocn "Dark Shadows"(2012, sipirato dalla sopa opera di Dan Curtis degli anni 1960)dove il fascino del vampiro del 1700, perso negli anni 1970(1972, per laprecisione, tra hippies ormai"stagionati"ma ancora presenti , case di tradizione, il suo casato, dottoresse di medicina dedite all'alcol ma anche ad altro, riemerge quasi mostrando come il regno del sogno, della continua creazione fantastica e immaginaria vale più della società"consumatrice"e blocct<a nel maccanismo infernale del"produci-consuma-crepa"come, non del tutto a torto, dice qualcuno...Una singolare affinità(parziale, però, vista anche la superficialità dei loro tirps, Timothy Leart docet...)Barnabas(bel nome biblioco, anche se qui la Bibbia non c'entra) la ritrova con gli hippies, mentre il resto lo disgusta e gli dark shadows del passato lo perseguitano, con la un tempo" posseduta" carnalmente ma mai amata strega Angelique, che ora ritrova come concorrente della sua famiglia, attiva nell'"industria"ittica, mentre l'amata Josette di un tempo riemerge anch'essa, coem timida governante... Burton è un vero maestro di un"realismo fantastico", nel senso che il fantastico entra in quella che comunemente definiamo"realtà", quasi essendo "aggettante"(il termine è architettonico, lato sensu artistico), spiazzandola o cercando di spizzarla, ma la realtà, pervicamente e pesantememente"rimane immobile"o meglio finge di rimanere tale, credendo cos' di vaer neutralizzato le spinte che provendono da "altre" dimensioni, appunto. IL tema del vampirismo, dela licantropia(sì c'è anche quella, nel film, pur se gioca un ruolo decisamente minore), è decisamente trattaot in maniera innovativa nel film, e non c'entra affatto la questione che il vampiro"d'un tempo"(quello della creazione letteraria e filmica antica, "nosferatu"etc.)torni nel tempo presente o quasi, ma semmai, il come esso torna, in qualche modo in chiave assolutamente nuova e spiazzatnte...Deicsamente un capolavoro, coe tutte le opere di Burton, da molto tempo in qua. Johnny Deep è un protagonista, Eva Green e le altre interpeti sorpattutto femminili(di cui un elenco risuleterebbe troppo lungo,,,, francamente)sono di gran classe e non serve ripetere un peana all'autore, che è rimasto uno dei pochi veri autrori di cinema(nell'accezione piena del lemma)del nostro tempo, in questi anni 2000 che, per molti versi, offrono più che altro remakes, repechages etc.. El Gato
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kobalt
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domenica 29 luglio 2012
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profondamente sopravvalutato
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sceneggiatura superficiale e trama mal adattata rendono dark shadows, film nel complesso piacevole, un'opera tanto divertente quanto inutile. tim burton ha perso l'ardire e la ricerca che lo ha caratterizzato sino agli inizi del duemila e vive ormai solo di nome ed "entertainment". dark shadows sarà anche divertente, ma pieno zeppo di pecche che rendono questa pellicola superficiale e priva di ogni significato. la sceneggiatura ha delle lacune inaudite e molti episodi accadono senza spiegazione, in modo più che veloce, lasciando un senso di incompletezza e incompiutezza. si, a livello puramente estetico c'è il solito burton con el sua atmosfere gotiche e barocche allo stesso tempo, le sue atmofere inquietanti e comiche, i dettagli curati e ammirevoli.
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sceneggiatura superficiale e trama mal adattata rendono dark shadows, film nel complesso piacevole, un'opera tanto divertente quanto inutile. tim burton ha perso l'ardire e la ricerca che lo ha caratterizzato sino agli inizi del duemila e vive ormai solo di nome ed "entertainment". dark shadows sarà anche divertente, ma pieno zeppo di pecche che rendono questa pellicola superficiale e priva di ogni significato. la sceneggiatura ha delle lacune inaudite e molti episodi accadono senza spiegazione, in modo più che veloce, lasciando un senso di incompletezza e incompiutezza. si, a livello puramente estetico c'è il solito burton con el sua atmosfere gotiche e barocche allo stesso tempo, le sue atmofere inquietanti e comiche, i dettagli curati e ammirevoli. ma la trama nel complesso pecca di approfondimento e i personaggi vengono ritratti malamente e a malapena. buona la recitazione, in primis quella di eva green. d'altra parte johnny depp, ai miei occhi, risuta abbastanza banale, sui generis. trovo il film sin troppo sopravvalutato, soprattutto se messo a paragone di altre opere dello stesso burton. ripongo la mia fiducia in frankenweenie.
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(di 4ng3l)
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verniks
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mercoledì 26 settembre 2012
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burton-depp il ritorno!
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Il ritorno dall’accoppiata Burton - Depp porta sempre con se un’aria di grandi aspettative. Sempre ai limiti dell’assurdo, l’estro di Burton porta nelle sale Dark Shadows. Un mix di gotico e commedia per nulla scontato.
È il 1752 quando Barnabas Collins si stabilisce in una città sulle coste del Maine, città che i suoi genitori, ricchi imprenditori, trasformano in Collinsport, erigendovi un vero e proprio impero nel settore della pesca. Barnabas, però, compie un errore fatale. Travolto dalla passione verso la domestica Angelique Bouchard le spezza il cuore negandole il suo amore. La donna, versata nelle arti oscure, maledice lui e la sua famiglia, fino a privarlo di ogni persona amata, tra cui la fidanzata Josette.
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Il ritorno dall’accoppiata Burton - Depp porta sempre con se un’aria di grandi aspettative. Sempre ai limiti dell’assurdo, l’estro di Burton porta nelle sale Dark Shadows. Un mix di gotico e commedia per nulla scontato.
È il 1752 quando Barnabas Collins si stabilisce in una città sulle coste del Maine, città che i suoi genitori, ricchi imprenditori, trasformano in Collinsport, erigendovi un vero e proprio impero nel settore della pesca. Barnabas, però, compie un errore fatale. Travolto dalla passione verso la domestica Angelique Bouchard le spezza il cuore negandole il suo amore. La donna, versata nelle arti oscure, maledice lui e la sua famiglia, fino a privarlo di ogni persona amata, tra cui la fidanzata Josette. Ma la sua condanna è eterna: viene tramutato in vampiro e sepolto vivo in una bara. Liberato involontariamente circa due secoli più tardi, il settecentesco vampiro si risveglia nel pieno degli anni settanta. Deve fare i conti con il passato, con una modernità che non conosce e con una famiglia di suoi bizzarri discendenti.
Una storia alquanto classica, trasposizione dell’omonima soap opera horror degli anni ’60 prodotta da Dan Curtis, che appassionava tanto Burton quanto Depp.
Un mondo surreale, su di uno sfondo gotico impreziosito da sfumature comiche e a tratti toccante. Un gotico fortemente di moda di questi tempi, ma allo stesso tempo distante dai canoni moderni. Nessun vampiro patinato, di cui invidiare la condizione di eterna dannazione. Tuttavia, mai visto uno scenario vampiresco più colorato, forse neanche un Burton più colorato. È il solito scenario palesemente finto, in cui il regista ritrova una maggiore suggestione, ma colpisce anche per la magnificenza visiva, pari al suo “Alice in Wonderland”. Personaggi a tutto tondo che non mancano di ironia. È particolarmente buffonesco un vampiro impettito che si accosta alla tecnologia come fosse stregoneria, soprattutto se ben interpretato da un impeccabile Johnny Depp. Ma stavolta la sua centralità è arginata da un cast prosperoso, da una sostenuta Michelle Pfeiffer ad una biondissima e spietata Eva Green. Il passaggio continuo tra momenti comici e momenti inclini all’horror, che avviene in modo del tutto inaspettato, introduce nel film una certa suspense. Lo spettatore alterna così risate e sussulti.
In quest’atmosfera dark si toccano anche tematiche intelligenti. Largo spazio all’importanza della famiglia, perché “il sangue è ciò che ci definisce e ci lega”, ma anche alla necessità di accettare il diverso, perché ciò che è diverso spesso spaventa ma non significa che sia malvagio. E nel punto in cui il gotico si fonde con il romantico Burton punta il dito sulla differenza tra amore puro, quello che lega Barnabas a Victoria (la Josette di 200 anni dopo), e amore carnale, causa della dannazione.
Gradevole seppure illogico e stravagante, la follia burtoniana conquista sempre.
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lorry
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lunedì 15 ottobre 2012
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sarà un cult
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Grande ritorno di Tim Burton al genere che gli è più congeniale, un originale e divertentissimo pastiche poetico e gotico insieme.
Grandissimo Johnny Depp a interpretare un personaggio tenero e crudele allo stesso tempo, espressivo sotto uno strato di cerone come lui solo sa fare.
Moltissime citazioni e ammiccamenti , dal genere vampiresco ma non solo, per lo più in chiave ironico-grottesca. Tim Burton reinventa il genere e produce un film "one of a kind".
Ci sono scene destinate a diventare dei cult: l'esclamazione "Mefisto!" di fronte all'insegna del McDonald's, la scena di sesso selvaggio (True Blood è sistemato.
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Grande ritorno di Tim Burton al genere che gli è più congeniale, un originale e divertentissimo pastiche poetico e gotico insieme.
Grandissimo Johnny Depp a interpretare un personaggio tenero e crudele allo stesso tempo, espressivo sotto uno strato di cerone come lui solo sa fare.
Moltissime citazioni e ammiccamenti , dal genere vampiresco ma non solo, per lo più in chiave ironico-grottesca. Tim Burton reinventa il genere e produce un film "one of a kind".
Ci sono scene destinate a diventare dei cult: l'esclamazione "Mefisto!" di fronte all'insegna del McDonald's, la scena di sesso selvaggio (True Blood è sistemato...), l'irresistibile notte al falò con gli hippies adoranti.
L'ambientazione non nel presente, ma nel passato recente hippy, rimanda all'unico film che riuscirei ad accostare a questo Dark Shadows: quel "Dracula cerca sangue di vergine ... e morì di sete!" della Warhol factory.
Sul fronte dei meno, ed ecco perchè non riuscirei a dare più di 3 stelle e mezzo, una struttura disomogenea, quasi una sequenza di episodi, poco coesi l'uno all'altro, con spunti non adeguatamente sviluppati.
Per esempio la fulminante battuta di Bella Heathcote sull'uguaglianza fra i generi non corrisponde poi allo sviluppo del suo personaggio, che fra tutti resta quello più convenzionale.
E la Chloe Moretz non regge il confronto con la Wynona Rider di Beetlejuice, nel ruolo analogo dell'adolescente effervescente e un po' border.
Ma forse il fascino di questo Dark Shadows sta anche nelle imperfezioni, in questo dichiararsi come B-movie, e che B-movie!, geniale e sfrontato, sempre sorprendente e mai superficiale, ma senza l'assillo di nobilitarsi come racconto colto.
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marezia
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giovedì 1 gennaio 2015
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un tim barton hippie e gotico insieme
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Un Tim Barton hippie e gotico insieme in un mix senza tempo: visto e rivisto, non perde mai di fascino ma lascia ogni volta stupiti perché esprime la capacità di vedere epoche diverse in un unica dimensione temporale ma con una dose di houmor e fantasy talmente intensa da non essere mai macchiettistico o parodistico. Colonna sonora, fotografia, scenografia, costumi, sceneggiatura (anche se un paio di congiuntivi gridano allo scandalo) SUPERBI ne fanno un UNICUM perfino PIU' BELLO di tutto quello che il genio di Barton ci ha regalato in questi anni. Chi non ha apprezzato sezionandolo oltremisura, o peggio, paragonandolo al resto della produzione di questo straordianario regista, NON SA COSA SIA DAVVERO IL CINEMA: non solo denuncia impegnata e di ispirazione civile ma anche ironia, sogno, fantasia, leggerezza e in questo Dark Shadow è IMBATTIBILE.
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Un Tim Barton hippie e gotico insieme in un mix senza tempo: visto e rivisto, non perde mai di fascino ma lascia ogni volta stupiti perché esprime la capacità di vedere epoche diverse in un unica dimensione temporale ma con una dose di houmor e fantasy talmente intensa da non essere mai macchiettistico o parodistico. Colonna sonora, fotografia, scenografia, costumi, sceneggiatura (anche se un paio di congiuntivi gridano allo scandalo) SUPERBI ne fanno un UNICUM perfino PIU' BELLO di tutto quello che il genio di Barton ci ha regalato in questi anni. Chi non ha apprezzato sezionandolo oltremisura, o peggio, paragonandolo al resto della produzione di questo straordianario regista, NON SA COSA SIA DAVVERO IL CINEMA: non solo denuncia impegnata e di ispirazione civile ma anche ironia, sogno, fantasia, leggerezza e in questo Dark Shadow è IMBATTIBILE. E' una favola moderna ma, nello stesso tempo, tanto, tanto antica...
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(di marezia)
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tim_darkshadows
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martedì 6 agosto 2013
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il capolavoro di tim e johnny
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Avevamo lasciato il nostro genio nel paese delle meraviglie di Alice in Wondeland, e ci presenta il suo capolavoro: “Dark Shadows”. Era da tanto tempo che aspettavamo che Burton sfornasse il suo film migliore dopo Edward Mani di Forbice, una pellicola nella quale fossero presenti numerosissime citazioni del suo splendido cinema, con una storia nel suo stile, gotico con delle riflessioni, il cui messaggio principale è, come sempre, l’accettare il diverso, cosa che noi umani non siamo soliti a fare, e per Tim Burton i veri mostri siamo e saremo sempre noi, esseri che non riusciamo ad accettare il “diverso”, credendolo inferiore a noi e in-umano, che invece egli potrebbe regalare più buoni sentimenti delle persone così dette “normali”.
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Avevamo lasciato il nostro genio nel paese delle meraviglie di Alice in Wondeland, e ci presenta il suo capolavoro: “Dark Shadows”. Era da tanto tempo che aspettavamo che Burton sfornasse il suo film migliore dopo Edward Mani di Forbice, una pellicola nella quale fossero presenti numerosissime citazioni del suo splendido cinema, con una storia nel suo stile, gotico con delle riflessioni, il cui messaggio principale è, come sempre, l’accettare il diverso, cosa che noi umani non siamo soliti a fare, e per Tim Burton i veri mostri siamo e saremo sempre noi, esseri che non riusciamo ad accettare il “diverso”, credendolo inferiore a noi e in-umano, che invece egli potrebbe regalare più buoni sentimenti delle persone così dette “normali”. Ma in questo film c’è di più: si parla di famiglia, dell’importanza che ha nella nostra vita, la famiglia intesa come luogo nella quale tutti noi ci dovremmo sentire amati, e in più in questo film c’è molto amore. Per incarnare tutto ciò il regista di Burbank ha trasformato la sua serie tv preferita in uno splendido film, veramente eccezzionale. Come in ogni sua pellicola, curata ne cura perfettamente tutto nei minimi dettagli: ogni inquadratura, ogni costume, ogni scenografia, tutto, e ha riunito tutti i suoi attori preferiti: la sua nemesi, ma perfetta per incarnare l’essere burtoniano e la sua poetica, supportato da tre splendide attrici, che ci hanno regalato tre splendide prove d’attrici: Michelle Pfeiffer, che interpreta qui una donna tostissima, che porta avanti l’economia della famiglia allo sfascio, Helena Bonham Carter nelle vesti della psichiatra alcolizzata Julia Hoffman, il cui desiderio più grande è l’eterna giovinezza, e Eva Green sulla quale per questa interpretazione non basterebbero neanche mille parole, che dire ci ha regalato una performance degna delle più grandi attrici della storia del cinema, un personaggio travagliato, ossessionato dall’idea di possedere il suo amore, e dopo il suo rifuito, la strega Angelique distruggerà tutto ciò che ama (i genitori, la sua rivale, l’amato stesso e l’intera famiglia) compreso lui stesso, tramutandolo in un mostro. Burton ha sfornato un vero e proprio capolavoro, non solo del suo cinema, ma della storia del cinema, alla pari dei film più belli di tutta la cinematografia mondiale. Nel diciannovesimo secolo da Liverpool, in una fredda e tetra notte salpa la famiglia Collins (padre, madre, e il figlioletto Barnabas) per migrare nel Manie, con l’obbiettivo di costruire un’azienda ittica, facendo nascere una nuova cittadina: Collinsport, costrutia proprio dai nobili Collins. Il figlio però Barnabas è un ricco playboy e spezza il cuore però alla dama sbagliata, la sua serva, dedita ad atti di stregoneria Angelique Bouchard che come ho già anticipato distrugge tutti i suoi affetti, seppellendo vivo quest’ultimo e tramutandolo in vampiro. Quasi duecento anni dopo la tomba viene accidentalmente aperta e il “mostro” liberato, e dopo aver placato la sua sete di sangue tornaerà al suo maniero Collinswood, dove veràà a sapere che la famiglia Collins è in crisi sia affettia che economica,e Barnabas cercherà di riportare al vecchio prestigio la famiglia Collins, scoprendo i segreti di ogni singolo componente della famiglia, con i quali instaurerà degli ottimi, ma in alcuni casi apparenti, rapporti, e decide di difenderli dalla furia scatenata di Angelique colma di rancore a ancora assetata di vendetta, causa delle sventure dei Collins.
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cenox
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venerdì 9 novembre 2012
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una storia di vampiri non troppo originale
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Burton non propone più da un po' di tempo film all'altezza della sua fama.. anche questo sembrava essere costruito per stupire lo spettatore ma è evidente che il risultato non è raggiunto appieno! Depp interpreta un uomo che è stato trasformato in vampiro da una perfida strega, gelosa del suo amore per una ragazza diversa da lei. Tutto ciò accade alla fine del 1700, ma inaspettatamente, il vampiro verrà risvegliato all'inizio degli anni '70, quando tutto ormai è cambiato, e si metterà alla ricerca della propria magione. Questa è rimasta intatta nel corso del tempo (invecchiata e ammodernizzata in alcune stanze, ma non abbandonata) poichè vi si è stabilita la famiglia Collins, ovvero i suoi discendenti di lunga stirpe.
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Burton non propone più da un po' di tempo film all'altezza della sua fama.. anche questo sembrava essere costruito per stupire lo spettatore ma è evidente che il risultato non è raggiunto appieno! Depp interpreta un uomo che è stato trasformato in vampiro da una perfida strega, gelosa del suo amore per una ragazza diversa da lei. Tutto ciò accade alla fine del 1700, ma inaspettatamente, il vampiro verrà risvegliato all'inizio degli anni '70, quando tutto ormai è cambiato, e si metterà alla ricerca della propria magione. Questa è rimasta intatta nel corso del tempo (invecchiata e ammodernizzata in alcune stanze, ma non abbandonata) poichè vi si è stabilita la famiglia Collins, ovvero i suoi discendenti di lunga stirpe. Il film non è un horror, non è una vera e propria commedia, ma una commistione tra più generi che però non intrattiene veramente lo spettatore, ed alcune parti sembrano quasi fin troppo demenziali. Gli effetti speciali che a tratti vengono utilizzati sono di buona fattura ma non riescono ad elevare il film seppure ha un ottimo cast. A tratti questo film basato sulla sceneggiatura di un vecchio telefilm non sembra nemmeno un film di Burton.
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transatlanticism
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martedì 12 giugno 2012
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ehm tim??? davvero ???
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E' da qualche anno che non riesco ad essere completamente soddisfatta di un film di Tim Burton (fatta eccezione per Alice in Wonderland, che devo tristemente ammettere di aver molto apprezzato...) però credo che Dark Shadows batta ogni limite di delusione.
Non ho messo 1 stellina di apprezzamento solo per i primi 40 minuti di film, che nel presentare la vicenda e la nuova famiglia Collins ( oltretutto qualcuno ha capito come sia possibile che la famiglia Collins avesse eredi se l'unico figlio era Barnabas e palesemente lui non ha avuto figli prima di morire????) risulta leggero, visivamente accattivante e in alcuni momenti persino divertente. Finiti questi però, il film piomba in un'accozzaglia di cose a caso (vari rimandi a varie mitologie.
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E' da qualche anno che non riesco ad essere completamente soddisfatta di un film di Tim Burton (fatta eccezione per Alice in Wonderland, che devo tristemente ammettere di aver molto apprezzato...) però credo che Dark Shadows batta ogni limite di delusione.
Non ho messo 1 stellina di apprezzamento solo per i primi 40 minuti di film, che nel presentare la vicenda e la nuova famiglia Collins ( oltretutto qualcuno ha capito come sia possibile che la famiglia Collins avesse eredi se l'unico figlio era Barnabas e palesemente lui non ha avuto figli prima di morire????) risulta leggero, visivamente accattivante e in alcuni momenti persino divertente. Finiti questi però, il film piomba in un'accozzaglia di cose a caso (vari rimandi a varie mitologie...e non si sa bene perchè..), senza una trama ben precisa e con personaggi che sfiorano il ridicolo senza neanche farlo apposta. Neanche Jhonny Deep, Michelle Pfeiffer o (la sempre brava però..) Helena Bonham Carter riescono a salvare la situazione, trasportandoci fino ad un finale ancora più brutto e buttato a caso (perchè Eva Green muore dopo l'urlo della mamma del bimbo????) del resto del film.
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vales.
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venerdì 18 maggio 2012
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burton si rinnova, depp si ripete...
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Fantasy, umorismo e sentimento arricchiti da citazioni e camei. Un mix perfetto che non annoia per nulla, diverte ed intrattiene. Ma nulla di più, ovviamente, dato che la storia si rifà ad una telenovela cult negli Usa degli anni '70... Quello che mi è piaciuto maggiormente è stata appunto la scelta del regista di affrontare un soggetto inedito, finalmente più spensierato e leggero. Per una volta opta per il lieto fine e ci ricorda, dopo l'orribile "Alice in wonderland", di essere ancora in grado di costruire un film che vale la pensa d'essere visto (ma anche rivisto).
Le componenti della sua inconfondibile estetica dark ci sono sempre (alberi secchi, personaggi vestiti e truccati in modo bizzarro.
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Fantasy, umorismo e sentimento arricchiti da citazioni e camei. Un mix perfetto che non annoia per nulla, diverte ed intrattiene. Ma nulla di più, ovviamente, dato che la storia si rifà ad una telenovela cult negli Usa degli anni '70... Quello che mi è piaciuto maggiormente è stata appunto la scelta del regista di affrontare un soggetto inedito, finalmente più spensierato e leggero. Per una volta opta per il lieto fine e ci ricorda, dopo l'orribile "Alice in wonderland", di essere ancora in grado di costruire un film che vale la pensa d'essere visto (ma anche rivisto).
Le componenti della sua inconfondibile estetica dark ci sono sempre (alberi secchi, personaggi vestiti e truccati in modo bizzarro...), ma qui fanno solo da contorno. La semplice trama scorre senza intoppi, anche se nel finale stona un pò l'abuso di effetti speciali. Per quanto riguarda il cast, la migliore prova è senz'altro quella di Eva Green, stupendamente cattiva e convincente. Mentre delude - almeno per quanto mi riguarda - Depp, che propone ancora le stesse smorfiette dell'iconico Sparrow. Il suo personaggio e il trucco però lo aiutano a renderlo interessante. Il resto degli attori se la cava abbastanza bene. Ottime la colonna sonora, la regia e le battute. Ben resi anche i costumi d'epoca, curatissimi i dettagli e geniali certe trovate: a chi conosce ed apprezza l'arte come la sottoscritta, non possono essere sfuggite l'"apparizione" del mitico Andy Wahrol nella scena in un happening e la citazione di copie d'autore in una serie di ritratti ( tra gli altri, uno di Tamara de Lempicka), nello "studio" della strega Angelique.
A livello visivo e registico impeccabile dunque, ma avrei dato il massimo solo se Depp si fosse impegnato di più a caratterizzare meglio il suo vampiro Barnabas anche a livello d'espressività...
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