
Un casting inusuale fatto con Facebook.
di Fiorella Taddeo
Una risposta a Gomorra di Garrone
Uscirà nelle sale (venti al momento e tutte in Campania) il prossimo 19 marzo, ma è da più di un anno che fa parlare di sé il nuovo film del regista partenopeo Enzo Acri, presentato oggi a Napoli. Complice il titolo, volutamente contraddittorio, Un camorrista perbene, la storia di un boss degli anni '80 che, uscito di galera dopo una condanna per il 416 bis, decide di dare una "ripulita" nella propria città, assediata da tanti piccoli clan e "orfana" dei camorristi di una volta. L'opera vuole essere una risposta a "Gomorra", a Roberto Saviano e al regista Matteo Garrone, rei, sostiene Acri, di non sapere nulla sulla vera Napoli e sulla sua criminalità. "La mia città- sottolinea- si sveglia ogni mattina per andare a lavorare. Un 3 per cento di camorra non può infangarla. Ho capito di voler girare questo film quando ho visto che un borghese romano totalmente estraneo (Garrone) si è permesso di raccontare storie che non conosce per niente". Acri, infatti, dice di voler trasmettere un messaggio molto importante con il suo lavoro: "nel film a dare una ripulita è una banda di paramilitari che riporta ordine tra i clan. Ma ai napoletani dico che devono impugnare non le armi ma le penne per denunciare ogni giorno le malefatte della criminalità".
Ma a guardare anche il solo trailer del film, diffuso su You Tube, appare di difficile interpretazione l'intento del regista. Sangue e violenze carnali che hanno convinto il Ministero dei Beni Culturali a vietare la pellicola ai minori di 14 anni rendono complessa l'individuazione di "quell'altra faccia di Napoli" depurata da camorra e malavita che tanto sembra voler essere reclamata. Nel film, inoltre, appare anche Ciro Petrone, l'interprete di "Pisellino" in "Gomorra". "L'ho scelto solo perchè è un ragazzo napoletano- assicura Acri- la sua partecipazione al film di Garrone non contava per me".
E proprio la ricerca degli attori rappresenta una delle curiosità del film. "Il casting- spiega il regista- è stato fatto interamente su Facebook. Requisiti richiesti: essere di Napoli e parlare il dialetto. Non mi interessano interpreti che abbiano fatto corsi. La dizione ha fatto perdere la bellezza dei colori del dialetto. Io sono per un ritorno al neorealismo, il genere che ha fatto grande il cinema italiano". Il regista definisce Un camorrista perbene proprio un "reality-movie". E la realtà, quella vera e cruenta, l'ha infatti sfiorato non poco. "Luigi Tommasino- racconta Enzo Acri- il consigliere del Pd di Castellammare di Stabia freddato in un agguato in pieno giorno con 13 colpi di pistola davanti gli occhi del figlio doveva partecipare al mio film. Ironia della sorte doveva interpretare il ruolo di un politico gambizzato dai killer della camorra".