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marco79pa
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lunedì 11 aprile 2011
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niente di speciale
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un film ben fatto ma potevano fare molto di piu'.
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vittorio
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lunedì 28 marzo 2011
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interessantissimo!!
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Film interessante, dove finalmente si riesce a capire il meccanismo di facebook...e soprattutto come si fanno i soldi.....Gran bella sceneggiatura e con ottime interpretazioni.
Film diverso e da vedere!!
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stridon
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sabato 19 marzo 2011
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avere un vero amico o avere un milione di "amici"
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Mark Zuckerberg è un ragazzo ossessionato dai vari club trovandone però il difetto e il pregio di essere esclusivi. Diventa subito il più cliccato per la messa in rete di Facemash.com dove ogni ragazzo può votare la ragazza più carina in base ad un semplice calcolo ad eliminazione diretta. Bloccato dalla scuola pensa di poter espandere la "sua" idea collegando gli studenti di tutti i college . Ben presto diventerà la più grande rivoluzione del web che lui stesso non riuscirà a controllare. The social Network , diretto dall'ormai talentuoso David Fincher , colpisce proprio nella sua semplicità filmica nel rappresentare le varie difficoltà psicologiche e sociologiche del protagonista , il quale non sembra mai accorgersene del progetto a cui sta andando incontro iniziato per cercare la popolarità negata dal suo status di nerd.
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Mark Zuckerberg è un ragazzo ossessionato dai vari club trovandone però il difetto e il pregio di essere esclusivi. Diventa subito il più cliccato per la messa in rete di Facemash.com dove ogni ragazzo può votare la ragazza più carina in base ad un semplice calcolo ad eliminazione diretta. Bloccato dalla scuola pensa di poter espandere la "sua" idea collegando gli studenti di tutti i college . Ben presto diventerà la più grande rivoluzione del web che lui stesso non riuscirà a controllare. The social Network , diretto dall'ormai talentuoso David Fincher , colpisce proprio nella sua semplicità filmica nel rappresentare le varie difficoltà psicologiche e sociologiche del protagonista , il quale non sembra mai accorgersene del progetto a cui sta andando incontro iniziato per cercare la popolarità negata dal suo status di nerd. Ottime le mesiche e la caratterizzazione degli attori ,che coinvolgono fino ai titoli di coda, e alla sceneggiatura di Aaron Sorkin che offre più di qualche spunto geniale. Ma è nel messaggio che il film fa proprio centro: avere un amico o essere popolare? La prima scena del film la sua ragazza lo lascia definendolo uno "stronzo" e nel finale Mark la cerca su Facebook e le chiede l'amicizia che purtroppo non arriverà mai. Affresco disincantato e ipnotizzato(entrambe le sfacciettature) della "moda" lanciata Mark Zuckerberg che sfocierà nel più grande potere mediatico senza il quale alcuni giovani (quasi tutti) pensano che non si potrebbe vivere perché estraniati dal mondo
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dafne.
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sabato 19 marzo 2011
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E' un film che rispecchia perfettamente la società odierna.La sceneggiatura,le foto e le musiche secondo me sono perfette.Anche timberlake è azzeccato.
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dafne.
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sabato 19 marzo 2011
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Questo film l'ho trovato davvero interessante. Oltre ad avere una trama reale,è ben costruito e ogni cosa che succede ha un senso.E' un film studiato,che rispecchia molto bene la società odierna.Oltre ad avere belle foto e ottima scenografia.Anche Timberlake è azzeccato
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davidestanzione
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venerdì 18 marzo 2011
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il network (a)sociale e il folgorante aaron sorkin
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"The Social Network", il film dell'anno (scorso). Anzi, del decennio. I serrati dialoghi al vetriolo dell'affilatissimo Aaron Sorkin, praticamente il Paddy Cheyefsky degli anni zero, si fondono alla regia finalmente matura di Fincher, controllata, calibrata, al servizio di uno script formidabile, ma anche di notevole pregnanza stilistica. Il risultato? Un impasto auditivo, visivo e narrativo speculare ai canoci e ai codici comunicativi della nostra strettissima contemporaneità. Se il verbo in principio si era fatto carne, l'irrefrenabile verbosità nerd sprigionata dalla penna di Sorkin si é fatta oggi linguaggio cinematografico moderno.
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"The Social Network", il film dell'anno (scorso). Anzi, del decennio. I serrati dialoghi al vetriolo dell'affilatissimo Aaron Sorkin, praticamente il Paddy Cheyefsky degli anni zero, si fondono alla regia finalmente matura di Fincher, controllata, calibrata, al servizio di uno script formidabile, ma anche di notevole pregnanza stilistica. Il risultato? Un impasto auditivo, visivo e narrativo speculare ai canoci e ai codici comunicativi della nostra strettissima contemporaneità. Se il verbo in principio si era fatto carne, l'irrefrenabile verbosità nerd sprigionata dalla penna di Sorkin si é fatta oggi linguaggio cinematografico moderno. Un'opera risoluta e tronfia, "The Social Network", della quale si sentiva l'urgente bisogno: ritmo pop/rock, "dissoluti" piani sequenza puramente fincheriani fotografati alla maniera rabbuiata di Fight Club e (soprattutto) un ardito impianto narrativo, che anziché annegare nel più tronfio e stantio dei biopic ricostruisce gli eventi intersecandoli a una gustosissima ricostruzione processuale. Un film empatico, che sembra quasi succhiare a mo' di parassita l'intima essenza del suo indiscusso protagonista: Mark Zuckerbeg, restituitoci sullo schermo dalla strepitosa vena camaleontica di un superbo Jesse Eisenberg che gioca tutto sulla sottrazione. Geniaccio informatico, glaciale espressione calcolatrice, sorrisetto beffardo, Mark é uno studente di Harvard misantropo, misogino (almeno quanto Fincher) e appena scaricato dalla fidanzata. In reazione a una realtà universitaria (e universale) che esclude i freak logorroici a vantaggio dei fighetti palestrati, Zuckerberg diventa di un punto in bianco uno spietato e lucidissimo dissacratore (virtuale) di quegli elementari meccanismi di vita sociale ''dati per scontati'', nei quali egli vorrebbe segretamente essere incluso ma che esteriormente si limita a disprezzare. Così, per metterne alla berlina l'implicita, imbarazzante banalità e al contempo soddisfare le pulsioni voyeuriste della gente, egli s'inventa l'idea del secolo, "The Facebook". Una proiezione virtuale di un'umanità che vive rosicchiando piccoli brandelli di vita altrui, post dopo post, tag dopo tag, clic dopo clic, inanellando ''amicizie'' fittizie e beandosi del piacere subdolo dello spiare, senza essere visti, le vite degli altri. Mark conosce l'umana debolezza alla perfezione, e ne ricava con ferocia un fatturato da 600 milioni di dollari. "Incattivito" e affascinato dalle moine giganteggianti del creatore di Napster Sean Parker (un Justin Timberlake che sul grande schermo non sbaglia davvero un colpo) e inorgoglito dall'atteggiamento dubbioso, diffidente e quasi arrendevole dell'amico Eduardo (un ottimo Andrew Garfield, futuro Spiderman), Mark osa, chiosa, raggiunge il milione di iscritti alla sua amata (e odiata) creazione, sfida i superiori, i tribunali, gli adulti, gli impianti di sicurezza, i fantocci arricchiti e i campioni di canotaggio ancorati a polverosi codici scolastici, peraltro demistificati dal più anarcoide preside americano che si sia mai visto sullo schermo. Ma va anche oltre: imprime in celluloide l'epica di un neomagnate in ciabatte, gabba la crisi economica mondiale ("Bosnia. Non hanno le strade laggiù, ma hanno Facebook") e ci ricorda i fondamenti impietosi ed oscuri del sogno americano: conta arrivare primi, e non solo nelle gare di canotaggio. Il rampatismo sfrenato come la chiave del successo: afferrare un'idea quand'é ancora embrione, allevarla e darla alla luce, ovviamente per primi, surclassando tutti gli altri. Perché il secondo di per sé é già nessuno, o meglio é qualcuno anni luce inferiore, intellettualmente e creativamente. Parlez-vous, Mark Zuckerbeg. E chissenefrega degli Oscar.
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andymovies
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martedì 15 marzo 2011
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imprenditori....made in usa
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Fincher raccontando la storia di Zuckerberg da un quadro piu' ampio di come nasce la classe dirigente statunitense, in special modo quella imprenditoriale.
Solo Il dialogo rettore fratelli Winklevoss merita il prezzo del biglietto
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singleforme
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giovedì 10 marzo 2011
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non arrivi a 500 milioni di amici senza un nemico
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Già la frase di lancio del film è di per sé geniale, ed è confermata dalla grande capacità di raccontare la storia da parte di Sorkin. Un film intelligente e ben narrato, anche gli Oscar gli hanno dato ragione, dove il divismo dei super attori di Hollywood viene lasciato da parte, per affidarsi a facce semisconosciute che danno un tocco di realismo avvincente e positivo. La storia la conosciamo ormai tutti, l'ho visto al cinema e l'ho rivisto anche in bluray, tuttavia è incredibile pensare come un ragazzo sia riuscito a diventare una delle persone con il maggior grado di potere a livello mondiale!!! E' riuscito come nessun altro prima ad entrare nella vita privata di tutti noi, da microbo a pachiderma in un batter di ciglio.
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Già la frase di lancio del film è di per sé geniale, ed è confermata dalla grande capacità di raccontare la storia da parte di Sorkin. Un film intelligente e ben narrato, anche gli Oscar gli hanno dato ragione, dove il divismo dei super attori di Hollywood viene lasciato da parte, per affidarsi a facce semisconosciute che danno un tocco di realismo avvincente e positivo. La storia la conosciamo ormai tutti, l'ho visto al cinema e l'ho rivisto anche in bluray, tuttavia è incredibile pensare come un ragazzo sia riuscito a diventare una delle persone con il maggior grado di potere a livello mondiale!!! E' riuscito come nessun altro prima ad entrare nella vita privata di tutti noi, da microbo a pachiderma in un batter di ciglio. Consiglio a tutti di vederlo.
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timmyfun
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domenica 6 marzo 2011
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fantastico film
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non un capolavoro comunque. E' vero che il film è basato principalmente sui dialoghi, ma come hanno già detto,sono venuti molto bene. Senza contare che l'ambientazione universitaria è eccezionale. questa cosa del sogno americano non so bene dove l'abbiano vista in molti,come non ho notato il fatto che lo sfigato diventa famoso... proprio perchè Mark da questo film ne esce più male che bene,insomma uno che tenta di fregare il suo migliore amico non è considerabile da nessuno una brava persona. Senza contare che dei soldi qui se ne parla ma non è l'argomento principale. Poi che la storia sia banale non è neanche da dire visto che si tratta per l'80% di una storia vera.
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non un capolavoro comunque. E' vero che il film è basato principalmente sui dialoghi, ma come hanno già detto,sono venuti molto bene. Senza contare che l'ambientazione universitaria è eccezionale. questa cosa del sogno americano non so bene dove l'abbiano vista in molti,come non ho notato il fatto che lo sfigato diventa famoso... proprio perchè Mark da questo film ne esce più male che bene,insomma uno che tenta di fregare il suo migliore amico non è considerabile da nessuno una brava persona. Senza contare che dei soldi qui se ne parla ma non è l'argomento principale. Poi che la storia sia banale non è neanche da dire visto che si tratta per l'80% di una storia vera. Ovviamente la colonna sonora era da oscar. Insomma il film va più che bene, perchè riesce a raccontare una storia inusuale senza annoiare.
ps: questo lo dice una che non ha facebook e lo trova un idea inutile che non merita tutti quei soldi e che considera Mark Zuckerberg (sia prima che dopo aver visto il film) un gran stronzo. Io giudico il film The Social Network, non il sito facebook.
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[+] specchio dei tempi
(di blackcat)
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lomax
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giovedì 3 marzo 2011
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tanto rumore per nulla
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Sull'onda del successo planetario di facebook si è pensato bene di fare un film sulla storia del suo fondatore, il risultato è un film inutile. E' la classica storia del sogno americano, dove anche il più sfigato può diventare ricco. Ma agli americani interessa solo questo? Il profitto ad ogni costo, non importa se vuol dire calpestare i sentimenti e le ambizioni altrui, svilire un'amicizia. Sono questi i muovi eroi dell'era moderna? Perchè osannare tanto un personaggio così cinico? La sua è una storia normalissima, che dà vita ad un film piatto, lento, che non regala nulla e che non vedi l'ora che finisca.
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Sull'onda del successo planetario di facebook si è pensato bene di fare un film sulla storia del suo fondatore, il risultato è un film inutile. E' la classica storia del sogno americano, dove anche il più sfigato può diventare ricco. Ma agli americani interessa solo questo? Il profitto ad ogni costo, non importa se vuol dire calpestare i sentimenti e le ambizioni altrui, svilire un'amicizia. Sono questi i muovi eroi dell'era moderna? Perchè osannare tanto un personaggio così cinico? La sua è una storia normalissima, che dà vita ad un film piatto, lento, che non regala nulla e che non vedi l'ora che finisca. Non mi spiego come possa esser stato candidato agli Oscar e con che criterio vengano assegnate le nominations. Si salva solo in parte con la regia di Fincher.
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[+] tanto rumore... non casuale...
(di hollyver07)
[ - ] tanto rumore... non casuale...
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