Shelter - Identità paranormali |
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Un film di Måns Mårlind, Björn Stein.
Con Julianne Moore, Jonathan Rhys Meyers, Frances Conroy, Jeffrey DeMunn, Brooklynn Proulx.
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Titolo originale Shelter.
Thriller,
durata 112 min.
- USA 2010.
- Moviemax
uscita venerdì 25 febbraio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shelter - Identità paranormali
valutazione media:
1,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ottima Moore, pessimo film.di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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lunedì 2 luglio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Thriller a sfondo psichiatrico che sconfina nell'horror in salsa svedese, questo è il sunto di un film inutile che un'attrice di livello come Julianne Moore non dovrebbe nemmeno pensare di prendere in considerazione. E nonostante faccia il possibile per dare un senso alla pellicola cercando di credere alla bizzarra quanto fiacca sceneggiatura di Cooney, il film appare decisamente sconclusionato. Parte benino onestamente, ma il naufragio è dietro l'angolo e gli oltre 110 lunghissimi minuti di durata diventano una tortura. Non l'aiuta Rhys-Meyers, fuori ruolo, poco credibile nell'identità in sedia a rotelle in stile "Il mio piede sinistro". L'impresa era ardua, forse disperata, ma la resa cui hanno dovuto sottostare i due registi è davvero di quelle poco soddisfacenti. Innanzitutto il confronto tra scienza e fede viene analizzato con estrema superficialità e quando ci si addentra in discorsi teologici il risultato è addirittura peggiore, la pappetta vagamente spirituale propinataci diventa ancor più disordinata anche in virtù del fatto di rimanere sempre sul vago senza prendere una decisione netta. Il film non genera mai tensione o attesa, gli unici colpetti li battono gli spasmi di Rhys-Meyers e anche quando la situazione appare più chiara ci si continua ad annoiare e ci si rende conto che lo script è fiacco e non può essere accattivante poichè gli eventi sono ridotti all'osso. Tra l'altro, soprattutto nella seconda confusissima parte c'è un sovrautilizzo di suggestioni da b-horror davvero dilagante e il tentativo di lasciare una firma europea su una produzione americana c'è tutto ma non riesce nel proprio intento e anche i miseri tentativi di originalità e complessità scadono nella più bieca banalità e scontatezza facendo apparire il film come un deja-vu dei tanti pseudo horror orientali ma senza gli immancabili occhi a mandorla. Si salvano, oltre alla Moore le ottime location scelte e una fotografia davvero all'altezza che ben ritrae e sottolinea le atmosfere cupe.
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