tiamaster
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giovedì 22 settembre 2011
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thriller...polanskiano
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un thriller molto originale,con trovatelle carine,all'inizio lo spettatore è disorientato dalle tante ipotesi,poi man mano vengono spuntate da indizi trovati in maniere poco prudenti,un thriller ben fatto il finale è immaginabile,polanski si da al triller con un risultato senz'altro più che buono,ma a cui manca quella cosa in più che rende altri lavori di polanski (rosemary'baby,carnage)dei capolavori,un ottimo thriller.
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molenga
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venerdì 22 luglio 2011
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proprio un bel film!
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Che Filmone, viva Polanski! Questo"intrigo internazionale" richiama il miglior Hitchcock per brillantezza di regia e intreccio coinvolgente dal primo all'ultimo minuti, in crescendo.
Come suggerito dalla critica non faccio accenni al finale, nessuno spegnerà il video prima di giungervi :tutti i ruoli sono significativi e ben recitati, la fotografia è superba e l'ambientazione non poteva essere migliore : un film perfetto nel quale, volendo, si possono cogliere riferimenti a ben noti personaggi pubblici...ma non troppo.
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fierror
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lunedì 30 maggio 2011
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complicato
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Non noioso,ma senza dubbio complicato,la trama è avvincente,buon susseguirsi degli eventi che riporta al passato.
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alexcross
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lunedì 16 maggio 2011
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sorprendente
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sorprende per l'atmosfera che si respira sin dalle prime battute. un film non banale, ricco di mistero e di fascino.
da vedere per gli amanti dei thriller di vecchia data ma sempre attuali
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dario29
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sabato 14 maggio 2011
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l'uomo che addormenta
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Vedendo un cast del genere, ci si aspetta che il film sia non dico movimentato, ma quanto meno intrigante. Invece questo film è piatto, noioso, non decolla mai. Il protagonista fa delle scelte quanto meno discutibili e che vanno fuori da ogni logica ed umana comprensione. Non si capisce mai ed in effetti non si capisce, dove voglia arrivare il protagonista, sembra che stia per fare qualcosa e non fa mai nulla....Il film non regala mai nessuna emozione particolare a chi lo guarda, anzi una cosa la suscita, ovvero ti suscita la seguente domanda: quand'è che succede qualcosa? a fine film hai la risposta ed è questa : "MAI".
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francesco2
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venerdì 29 aprile 2011
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l'ombra del mistero
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Una premessa: chi scrive -Abbastanza- spesso vede nei film un "Secondo piano di lettura", a costo di apparire o essere qualcuno che ama la dietrologia.
Ciò che mi colpisce, però, nei giudizi che leggo su questo film è come -Mi pare- uassolutamente na voglia di vedere in questo film solo significati -Più o meno- occulti: non è detto che un giallo, posto che questo film appartenga "In toto" a questa categoria, non possa averne, ma il suo primo scopo dovrebbe restare sempre generare tensione in chi guarda.
Da questo punto di vista, la prima scena sembra all'altezza delle premesse: la maestria e l'esperienza del cineasta polacco traspaiono nel palesare -Ma non troppo- un presunto incidente avvenuto al precursore del protagonista.
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Una premessa: chi scrive -Abbastanza- spesso vede nei film un "Secondo piano di lettura", a costo di apparire o essere qualcuno che ama la dietrologia.
Ciò che mi colpisce, però, nei giudizi che leggo su questo film è come -Mi pare- uassolutamente na voglia di vedere in questo film solo significati -Più o meno- occulti: non è detto che un giallo, posto che questo film appartenga "In toto" a questa categoria, non possa averne, ma il suo primo scopo dovrebbe restare sempre generare tensione in chi guarda.
Da questo punto di vista, la prima scena sembra all'altezza delle premesse: la maestria e l'esperienza del cineasta polacco traspaiono nel palesare -Ma non troppo- un presunto incidente avvenuto al precursore del protagonista. Si potrebbe, qui sì, scorgere un secondo livello di lettura, nel senso che Polanski vuole o forse no annunciarci che ciò che stiamo vedendo è sin dall'inizio un'imbroglio, che la "Verità" è occulta ed occultata, occulta perché resterà misteriosa sino all'ultimo, "Occultata" perché.....non svelo troppo, per chi non abbia visto il film. Ciò non toglie, però, che come "Shutter Island", questo film si e ci nutra di un "Mistero" macchinoso, primi piani degni del nostro piccolo "Spazio bianco", un mistero non sempre così intrigante: certo, non sappiamo cosa sia successo al precedente "Uomo nell'ombra" né cosa voglia esattamente il presidente, ma riguardo al primo interrogativo il film spesso ruota intorno a sé stesso, e riguardo al second, all'inizio, o non si va oltre i motivi che avrebbero spinto un giovane innamorato a fare politica. A condire il tutto dei personaggi (Relativamente) di s ondo ed apparizioni fugaci di figur(in)e ancora più marginali che non aggiungono nulla, come il padre del soldato ucciso, ed in più immagini (Noiosamente) di repertorio che contrappongono le folle, ignare o forse troppo consapevoli dei motivi che stanno dietro certi
conflitti, ed il potere politico, oggi più che mai forse condizionato da giochi di potere economici nonché da trame ancora più occulte(come rivela questo film).
Al di là del "mistero" rappresentato da Olivia Williams, che poi si concretizza nel rituale (Simulato)amorino con la moglie del capo, Mc Gregor è annoiato ed at ratti nioso come Di Caprio in "Shutter Island", nonostante una sceneggiatura abbastanza abile nel cogliere i dettagli, giocando sulla contrapposizione adesso, tra i primi piani (Storia grande) ed i "Piccoli" dettagli, cui volutamente vengono riservate inquadrature che li dipingono
come formiche. Ora gli "Altri" poteri, né la politica(Il presidente), né l'Economia (La casa editrice che ha ingaggiato il protagonista) cominciano a farsi strada: parafrasando la terza via proprio blairiana, esiste una terza regia,. Ovviamente il protagonista non sa più di ichi fidarsi, e quando sembra cominci avederci chiaro....Resta però una storia un pò macchinosa, che preferisce soffermarsi(?) su tematiche della società di oggi, peraltro accennate in maniera didascalica ed un pò ripetitiva: lontani da quella sensibilità macabra , "Contro", vista per esempio in "Luna di fiele".
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ale9191
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domenica 27 febbraio 2011
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c'è sempre qualcosa dietro
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Questo film l'ho guardato quasi per sbaglio e non avrei mai immaginato che si sarebbe potuto rivelare a questo modo. Stupendo, angosciante, uno di quei film che ti lascia incollato allo schermo fino alla fine e non deludono, un thriller investigativo che a me piace tanto e che in questa pellicola Polanski mi ha fatto riassaporare. Ewan McGregor ben si comporta nel ruolo del ghostwriter assetato di verità e disgustato dalla politica e tutto quello che c'è dietro, bravo soprattutto a reggere tutto il film sulle sue spalle riuscendo pure a non farci pensare troppo alla non troppo buona interpretazione di Brosnan. C'è poi una cosa che mi chiedo: Adam Lang non è altro che il Tony Blair di Polanski? I tempi di svolgimento lo farebbero pensare.
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Questo film l'ho guardato quasi per sbaglio e non avrei mai immaginato che si sarebbe potuto rivelare a questo modo. Stupendo, angosciante, uno di quei film che ti lascia incollato allo schermo fino alla fine e non deludono, un thriller investigativo che a me piace tanto e che in questa pellicola Polanski mi ha fatto riassaporare. Ewan McGregor ben si comporta nel ruolo del ghostwriter assetato di verità e disgustato dalla politica e tutto quello che c'è dietro, bravo soprattutto a reggere tutto il film sulle sue spalle riuscendo pure a non farci pensare troppo alla non troppo buona interpretazione di Brosnan. C'è poi una cosa che mi chiedo: Adam Lang non è altro che il Tony Blair di Polanski? I tempi di svolgimento lo farebbero pensare. E come l'ha presa? Pensando che il suo alter ego è stato indagato per crimini di guerra, penso non bene.
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jaky86
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venerdì 25 febbraio 2011
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polanski poco originale
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Una spy-story già vista e rivista per Roman Polanski, con il solito intreccio tra politica, CIA e crimini di guerra. Di per sé la trama scorre senza troppi intoppi e le ambientazioni grigie e fredde calano il pubblico nel clima di suspense e mistero che avvolgono la storia. L'impressione però è quella di assistere a cose già viste ed esplorate. Degna di nota la scena finale a immagine fissa.
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eugenio
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lunedì 14 febbraio 2011
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il thriller secondo polanski
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“L'uomo nell'ombra", vincitore dell'Orso d'argento al festival di Berlino del 2009, costituisce una nuova prova d’autore del regista franco-polacco Roman Polanski.
La storia, apparentemente di spionaggio,nasconde infatti una bella descrizione dei rapporti potere/corruzione/servizi segreti che coinvolgono,massonicamente,individui considerati insospettabili.
L'elemento che tenterà di inceppare il contorto meccanismo ha le fattezze di un ghost-writer (Mc Gregor)assunto,dopo la morte del suo predecessore in circostanze misteriose, per riordinare e completare il manoscritto delle memorie del premier britannico Lang (Brosnan), in vista dell'imminente pubblicazione.
Dal momento in cui accetterà l’incarico, la finora tranquilla esistenza del single scrittore cambierà: amori,intrighi e inseguimenti sembrano ostacolare il suo cammino alla ricerca convulsa della verità.
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“L'uomo nell'ombra", vincitore dell'Orso d'argento al festival di Berlino del 2009, costituisce una nuova prova d’autore del regista franco-polacco Roman Polanski.
La storia, apparentemente di spionaggio,nasconde infatti una bella descrizione dei rapporti potere/corruzione/servizi segreti che coinvolgono,massonicamente,individui considerati insospettabili.
L'elemento che tenterà di inceppare il contorto meccanismo ha le fattezze di un ghost-writer (Mc Gregor)assunto,dopo la morte del suo predecessore in circostanze misteriose, per riordinare e completare il manoscritto delle memorie del premier britannico Lang (Brosnan), in vista dell'imminente pubblicazione.
Dal momento in cui accetterà l’incarico, la finora tranquilla esistenza del single scrittore cambierà: amori,intrighi e inseguimenti sembrano ostacolare il suo cammino alla ricerca convulsa della verità. Una verità amara che lo coinvolgerà sempre piu’finendo per infrangere quelle poche certezze che aveva maturato.
Tra le tante domande che sorgono spontanee: il suo committente ha veramente legami con la CIA? Si è macchiato di crimini di guerra in Iraq su prigionieri sospettati di terrorismo? Che ruolo ha l’algida e tormentata moglie Ruth (Olivia Williams) nella relazione? Ciascuno è realmente cio’ che dice di essere?
Siamo lontani dai tempi di Carol Verdoux di Repulsion,da inquilini di terzi piani, figli del demonio o giovani ragazzi di dickensiana memoria. Qui abbiamo un thriller opportunamente vestito sotto una luce politica (i riferimenti a Tony Blair sono evidenti) che non nasconde,tuttavia,quella ricerca personale sui comportamenti umani tanto cara alle tradizioni intimiste del primo Polanski.
Il cineasta riesce,infatti, a comunicare allo spettatore le azioni,i dubbi e i tormenti del giovane ghost-writer, un uomo nell’ombra appunto, costretto alla fuga e continuamente incerto su ogni scelta. Le sue angosce sono anche quelle dell’ ipotetico osservatore il quale rimane coinvolto nella pellicola in un machiavellico gioco del gatto col topo, non rendendosi conto delle due ore abbondanti di spettacolo che scorrono,salvo qualche raro momento di appiattimento,libere dinanzi ai suoi occhi (la sequenza del traghetto è memorabile).
Polanski non delude,insomma.
Un motivo in piu’ per guardarlo? Il volto di Olivia Williams nelle battute finali e il brindisi del ghost-writer compiacente. Una piccola rivincita morale,che seppur inappagata, giustifica il prezzo del biglietto.
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