giuliana li vigni
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domenica 13 giugno 2010
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paradigma delle mistificazioni del potere occulto
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La splendida elegante regia di Polanskj attraversa un mondo oramai a noi ben noto: quello del controspionaggio che gioca ampiamente sul fronte dell'ambiguità, trasformando in vittima immolata, chi vittima non è ed elimina chi è tanto scomodo da denunciare la verità, "the ghostwritten" che è esistito solo per i componenti di è questo gioco spietato. L'atmosfera creata da Polanskij e da Robert Harris è in perfetta sincronia con questa affannosa ricerca, sttrsverso paesaggi brumosi e personaggi che sembrano spuntare dal nulla, dell' identità concreta del Premier oggetto del libro.
E' un film che, in questo mondo così scombussolato, fà molto riflettere proprio per l'apparente semplcità, scorrevolezzza con cui è stato realizzato: ma è rappresentata la mistificazione di un mondo che ha bisogno della copertura di eroi fasulli.
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La splendida elegante regia di Polanskj attraversa un mondo oramai a noi ben noto: quello del controspionaggio che gioca ampiamente sul fronte dell'ambiguità, trasformando in vittima immolata, chi vittima non è ed elimina chi è tanto scomodo da denunciare la verità, "the ghostwritten" che è esistito solo per i componenti di è questo gioco spietato. L'atmosfera creata da Polanskij e da Robert Harris è in perfetta sincronia con questa affannosa ricerca, sttrsverso paesaggi brumosi e personaggi che sembrano spuntare dal nulla, dell' identità concreta del Premier oggetto del libro.
E' un film che, in questo mondo così scombussolato, fà molto riflettere proprio per l'apparente semplcità, scorrevolezzza con cui è stato realizzato: ma è rappresentata la mistificazione di un mondo che ha bisogno della copertura di eroi fasulli.
Bravi tutti, ma in modo particolare Ewan McGregor e la sua non esistenza"!!!
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[+] un film tutt'altro che dissimile dagli altri ma...
(di giofredo')
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gabriella
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martedì 18 maggio 2010
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la verità nell'ombra
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Sceneggiatura solida, atmosfere hitchokiane, recitazione niente male e qualche colpo si scena particolarmente azzeccato, come quello del traghetto. E' un film asciutto, che racconta una storia sporca, perchè la politica è sempre una cosa sporca, Polanski riesce a entrare nei personaggi evidenziandone le bassezze, i crimini mascherati dietro parole e sorrisi di circostanza ( molto convincente Pierce Brosnan nei panni di Adam Lang).Il regista se la prende con gl'inglesi, in particolar modo con l'ex premier britannico Tony Blair e mette tutto nelle mani di un malinconico Ewan Mc Gregor (il ghost writer), che suo malgrado si troverà dentro una storia che non conosce, ma che finirà per coinvolgerlo totalmente.
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Sceneggiatura solida, atmosfere hitchokiane, recitazione niente male e qualche colpo si scena particolarmente azzeccato, come quello del traghetto. E' un film asciutto, che racconta una storia sporca, perchè la politica è sempre una cosa sporca, Polanski riesce a entrare nei personaggi evidenziandone le bassezze, i crimini mascherati dietro parole e sorrisi di circostanza ( molto convincente Pierce Brosnan nei panni di Adam Lang).Il regista se la prende con gl'inglesi, in particolar modo con l'ex premier britannico Tony Blair e mette tutto nelle mani di un malinconico Ewan Mc Gregor (il ghost writer), che suo malgrado si troverà dentro una storia che non conosce, ma che finirà per coinvolgerlo totalmente. Il piano sequenza del bigliettino passato di mano in mano nella fase finale è spettacolare.Anche la scelat si svolgere la scena su un'umida isola del New England è buoa, dà l'idea di una segregazione forzata, la pioggia e la freddezza del paesaggio, conferiscono ai toni cupi della storia.Non ci sono lacune o vuoti, non ci sono punti deboli, Polanski conosce bene il suo mestiere, sa raccontare storie torbide, perchè la sua stessa immagine nuota nel torbido. Non è un film facile da seguire, le ombre si accavallano insistentemente, confondono le idee, non si sa mai da chi ci deve guardare le spalle, è una storia complessa, della quale, se non si conoscono i retroscena, si rischia d'ingarbugliarsi. A me è venuto in mente il vetusto "I tre giorni del condor" e la famosa amletica frase "C'è del marcio nella Cia, anche se il film di Polanski è più documentato e veritiero di quello di Pollack.
Rimane negli occhi la scena finale, i fogli volanti di un manoscrito dispersi dal vento sotto gli sguardi sorpresi dei passanti.
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lamagicav
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martedì 18 maggio 2010
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deludente
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marv89
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sabato 15 maggio 2010
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polanski è un degno erede
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Grandissimo lavoro del maestro Polanski il quale dopo pellicole come Rosemary's baby e China town è degno di essere indicato come l'unico regista moderno in grado di avvicinarsi con la sua telecamera al maestro alfred hitchcock...nel film in questione troviamo senza alcuna difficoltà similitudini con Intrigo internazionale le quali lo rendono eccellente e di egregia fattura, fotografia ottima e attori nella parte...5 stelle in rapporto ai film sfornati negli ultimi anni....film come questo e altri come shutter island, bastardi, robin hood, the departed, non è un paese per vecchi e moon sono la prova che il cinema non è morto
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greg2
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venerdì 14 maggio 2010
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ottimo
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E' la prima volta che vedo un film di Polanski e devo ammettere che ne sono rimasto particolarmente affascinato, ha costruito un thriller avvincente senza ricorrere a nessuna scena d'azione o adrenalinica, credo che la bravura del regista stia proprio in questo. La trama è originale e decisamente scorrevole nonostante la prima parte possa sembrare apparentemente lenta ed è caratterizzata da un colpo di scena finale davvero inaspettato. Molto bene il cast con un Pierce Brosnan davvero adatto a quel ruolo
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renato c.
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mercoledì 12 maggio 2010
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un bel film di spionaggio stile hitchcock
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Un bel film con ottimi interpreti sullo stile di Alfred Hitchcock, con un inizio piuttosto lento ma che via via si complica portando a bei momenti di suspence e colpi di scena! Quando si crede di aver capito tutto, ecco il nuovo colpo di scena! Balla ed originale l'ambientazione su quest'isola senza alcuna attrazione e con il continuo brutto tempo. Gente tutta presa dall'impegno perchè annoiata, compresa la moglie dell'ex primo ministro che si va ad infilare nel letto del protagonista più per noia che per desiderio (l'affetto è lontano anni luce!) Ed un finale in cui tutto è rivoltato sotto sopra. Ottima la regia di Polanski e bravi gli interpreti.
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minchione
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sabato 8 maggio 2010
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un thriller fantapolitico, a tinte tenui
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Lo stile di Polansky è inconfondibile: c'è sempre un uomo solo (Ewan McCregor) che lotta contro le avversità di un mondo a tinte grigie e tenui.
Il riferimento storico al primo ministro inglese Blair, al Presidente Bush e al suo governo con i rapporti con la HALLYBURTON - dove dietro alla scusa del terrorismo si è iniziata una guerra troppo costosa soprattutto in termini vite umane - è così palese da far sembrare il film quasi un reportage storico opportunatamente romanzato.
Alcuni personaggi appaiono improbabili (Ewan McCregor, Olivia Williams) spesso in uno stato di catalessi l'uno, eccessivamente dura e cinica da poter essere la moglie di qualcuno, l'altra).
La storia anche se non avvince però tiene viva la curiosità dello spettatore e si dipana fino al colpo di scena finale e al finale stesso .
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Lo stile di Polansky è inconfondibile: c'è sempre un uomo solo (Ewan McCregor) che lotta contro le avversità di un mondo a tinte grigie e tenui.
Il riferimento storico al primo ministro inglese Blair, al Presidente Bush e al suo governo con i rapporti con la HALLYBURTON - dove dietro alla scusa del terrorismo si è iniziata una guerra troppo costosa soprattutto in termini vite umane - è così palese da far sembrare il film quasi un reportage storico opportunatamente romanzato.
Alcuni personaggi appaiono improbabili (Ewan McCregor, Olivia Williams) spesso in uno stato di catalessi l'uno, eccessivamente dura e cinica da poter essere la moglie di qualcuno, l'altra).
La storia anche se non avvince però tiene viva la curiosità dello spettatore e si dipana fino al colpo di scena finale e al finale stesso .... amaro.
I dialoghi sono ben scritti, anche troppo, da far quasi fatica a seguirne il senso.
Se vi piacciono i thriller fanta-politici (questa volta non tanto "fanta") e accettate di buon occhio l'anti-americanismo strisciante nonchè i film senza lieto fine, il biglietto è ben pagato.
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edward teach
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lunedì 3 maggio 2010
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una curiosa inquadratura
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Il film e' decente, diciamo 6+. Ma alla fine succede una cosa un po' curiosa; dall'inizio alla fine si parla di inghippi terrificanti fra inglesi e americani perche', dicono alcuni pèersonaggi, l'alleanza fra gli "anglosassoni" e' indispensabile per la democratizzazione del mondo. E quindi ovviamente c'e' la Cia, le agenzie per la sicurezza che si appaltano operazioni militari in medio oriente, le sordide storie di potere, inganno e arrivismo spietato. Tutto questo appunto sempre, dall'inizio alla fine fra inglesi e americani...ma allora come mai, mi chiedo, il regista Polanski, quando nel finale accade "un certo fatto", dedica l'ultima inquadratura a un signore ebreo con tanto di vistosa kippah in testa che spunta dal nulla, scende dalla sua (credo) Maserati, si attacca al cellulare e va a verificare come l'ultimo fatto del film si sia verificato, si suppone raccontando quello che vede al suo interlocutore al telefonino? Che c'entra il signore ebreo? Non si era parlato di ebrei durante tutto il film.
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Il film e' decente, diciamo 6+. Ma alla fine succede una cosa un po' curiosa; dall'inizio alla fine si parla di inghippi terrificanti fra inglesi e americani perche', dicono alcuni pèersonaggi, l'alleanza fra gli "anglosassoni" e' indispensabile per la democratizzazione del mondo. E quindi ovviamente c'e' la Cia, le agenzie per la sicurezza che si appaltano operazioni militari in medio oriente, le sordide storie di potere, inganno e arrivismo spietato. Tutto questo appunto sempre, dall'inizio alla fine fra inglesi e americani...ma allora come mai, mi chiedo, il regista Polanski, quando nel finale accade "un certo fatto", dedica l'ultima inquadratura a un signore ebreo con tanto di vistosa kippah in testa che spunta dal nulla, scende dalla sua (credo) Maserati, si attacca al cellulare e va a verificare come l'ultimo fatto del film si sia verificato, si suppone raccontando quello che vede al suo interlocutore al telefonino? Che c'entra il signore ebreo? Non si era parlato di ebrei durante tutto il film...di inglesi sì, anche di americani, di musulmani, di terroristi, di servizi segreti...ma di ebrei no...poi nel finale il film si chiude con un inquadratura sul signore ebreo che verifica e riferisce...curioso, vero?
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(di baffo sudato)
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(di edward teach)
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baffo sudato
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venerdì 30 aprile 2010
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sonnolenza allo stato puro
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Qui saranno tutti esperti in cinematografia,tutti amanti della pellicola...leggo dei commenti che mi lasciano basito...
io lo consiglio a tutti....si,tutti quelli che soffrono d insonnia!!!!è molto meglio della melatonina o di altre sostanze...non succede niente,e quando dico niente è il niente assoluto!!!!
per la prima volta in vita mia ho rischiato di dormire al cinema...il primo tempo poi...non mi ci fate pensare se no rischio di riaddormentarmi sulla tastiera...
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(di emaspac)
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jayan
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giovedì 29 aprile 2010
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thriller capolavoro stile hitchcock
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Film realizzato come solo un grande regista come Polanski poteva fare. Interpretazioni eccellenti, fotografia bellissima, musica buona, curati tutti i particolari, forte suspanse, all'inizio un po' lento ma va bene per far entrare lo spettatore nell'atmosfera, tutto al posto giusto e credo sia stato anche fedele al romanzo, che non ho letto. Davvero bravo Roman Polanski!
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