dado1987
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giovedì 19 maggio 2011
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haimè!
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La versione di Barney è la storia della vita di un uomo, segnata da tre matrimoni ed un'accusa di omicidio. Parlando della parte tecnica, non si può non riconoscere un'estrema bravura di Paul Giamatti nell'interpretare la parte del protagonista ed anche gli altri attori sono bravi, in particolare Dustin Hoffman nelle vesti del padre. La fotografia, la sceneggiatura e la regia, pur essendo molto buone, non riescono a colmare il gap che c'è tra il libro ed il film. Infatti il libro da cui la pellicola è stata tratta, a parer mio è intrasportabile nel grande schermo, non tanto per la quantità di fatti presenti, ma piuttosto per la complessità intrinseca del testo. Nel libro non viene data importanza alle situazioni ed alle azioni, i veri protagonisti sono le parole ed i pensieri di Barney, va da sè che nella trasposizione si perde una grandissima fetta di ciò che fu scritto in un libro veramente difficile e pesante, quanto stupendo e profondo.
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La versione di Barney è la storia della vita di un uomo, segnata da tre matrimoni ed un'accusa di omicidio. Parlando della parte tecnica, non si può non riconoscere un'estrema bravura di Paul Giamatti nell'interpretare la parte del protagonista ed anche gli altri attori sono bravi, in particolare Dustin Hoffman nelle vesti del padre. La fotografia, la sceneggiatura e la regia, pur essendo molto buone, non riescono a colmare il gap che c'è tra il libro ed il film. Infatti il libro da cui la pellicola è stata tratta, a parer mio è intrasportabile nel grande schermo, non tanto per la quantità di fatti presenti, ma piuttosto per la complessità intrinseca del testo. Nel libro non viene data importanza alle situazioni ed alle azioni, i veri protagonisti sono le parole ed i pensieri di Barney, va da sè che nella trasposizione si perde una grandissima fetta di ciò che fu scritto in un libro veramente difficile e pesante, quanto stupendo e profondo. Da tener presente anche che nel film sono state cambiate alcune parti, come ad esempio il fatto Barney ebbe tre figli e non due, che Barney ebbe una relazione con la figlia di Solange, inoltre nel film non si capisce chiaramente cosa succede alla fine. Personalmente non avrei tralasciato alcuni particolari che risultano essere fondamentali, come il cinismo cronico e diabolicamente corretto di Barney e la cattiveria ed il doppiogiochismo a fini personali dell'amico fraterno Boggie.
Voto al film 7
Voto al libro 9
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anna1
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domenica 17 aprile 2011
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deludente
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Troppi temi e troppi eventi, trattati in modo banale. Il film non lascia niente, lo si dimentica già all'uscita dalla sala. non bastano una trama intensa e bravi attori a fare un bel film. un bel film deve emozionare, o trasmettere il senso del bello...
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epidemic
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venerdì 18 febbraio 2011
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giamatti comanda...
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film biografico...ritmo tenuto brillantemente da Giamatti...sempre più un super attore. Si avvertono dei momenti statici che appesantiscono effettivamente un pò la visione ma non la fanna scadere più di tanto. Voto 6,5
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writer58
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mercoledì 16 febbraio 2011
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la fenomenologia della bellezza
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Policromo e suggestivo, evocativo nei luoghi, narrato con un ritmo rapido ma non frenetico, ben caratterizzato nei suoi personaggi principali - tra tutti spicca l'ottima prova di Paul Giamatti-, "La versione di Barney" mi è parso un film che lascia nello spettatore quell'insieme di suggestioni che definiamo con il termine sintetico "bellezza".
La storia di Barney, rivista in flash back nel momento in cui il protagonista si avvicina alla morte, è costellata di bei momenti (Roma nel 1974, ricostruita con il sapore di allora), il matrimonio ebraico (narrato con una vivacità debordante), il rapporto con la terza moglie, conosciuta durante il suo secondo matrimonio, la separazione e il declino degli ultimi anni.
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Policromo e suggestivo, evocativo nei luoghi, narrato con un ritmo rapido ma non frenetico, ben caratterizzato nei suoi personaggi principali - tra tutti spicca l'ottima prova di Paul Giamatti-, "La versione di Barney" mi è parso un film che lascia nello spettatore quell'insieme di suggestioni che definiamo con il termine sintetico "bellezza".
La storia di Barney, rivista in flash back nel momento in cui il protagonista si avvicina alla morte, è costellata di bei momenti (Roma nel 1974, ricostruita con il sapore di allora), il matrimonio ebraico (narrato con una vivacità debordante), il rapporto con la terza moglie, conosciuta durante il suo secondo matrimonio, la separazione e il declino degli ultimi anni. Da un punto di vista squisitamente filmico "la versione di Barney" è una produzione che avvince, genera empatia con i personaggi e stimola l'identificazione da parte del pubblico. Il protagonista è narrato come una persona complessa, che racchiude in sé cinismo e tenerezza, rabbia e stupore, meschinità vendicative e capacità di amare.
Le polemiche sulla fedeltà al libro che ispira il film che avrebbe proposto una versione poco yiddish dell'opera di Richler mi paiono tempo perso. Un film deve essere valutato per il suo lingaggio e per la sua autonoma proposta.
In questo senso, mi pare che il film di Lewis stia in piedi tranquillamente da solo.
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[+] bella recensione
(di paola d. g. 81)
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[+] le tue parole
(di fabi64)
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zampi100
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lunedì 14 febbraio 2011
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intenso e intrignate
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Il film mi ha particolarmente appassionato grazie all' ottima interpretazione di Giamatti che è riuscito a entrare nella sua parte in modo sublime (naturalmente questo è il mio parere). Mi ha entusiasmato anche la trama e soprattutto le tematiche affrottante che spaziano dall' alcolismo,l' amore e le difficoltà di coppia, la vecchiaia per arrivare anche agli errori che nella vita gli altri possono fare nel giudicarti. In questo vedo la profondità della Versione di Barney!
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maria cristina nascosi sandri
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lunedì 14 febbraio 2011
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la versione di barney ovvero the meaning of life
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La versione di Barney di R. J. Lewis
di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
Morirai anche tu colpevole, come tutti noi.
La frase, tratta da uno stupendo film di parecchi anni fa, Pranzo di Natale, della francese Danièle Thompson, di chiara, intelligente, arguta impronta ebraica, ben si attaglia allo spirito che pervade La versione di Barney, l’ottima pellicola di Richard J. Lewis da poco e con successo nelle sale cinematografiche.
Presentato in concorso a Venezia 67, è tratta dal libro di Mordecai Richler che par essere ancora più pregnante, ironico ed auto-ironico, in puro wiz ebraico, manco a dirlo, anglo-americano nella resa visiva.
Un meaning of the life – senso della vita e la passione con cui la si può vivere e ‘ben spendere’ pervadono il bel racconto filmico, dall’inizio alla fine.
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La versione di Barney di R. J. Lewis
di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
Morirai anche tu colpevole, come tutti noi.
La frase, tratta da uno stupendo film di parecchi anni fa, Pranzo di Natale, della francese Danièle Thompson, di chiara, intelligente, arguta impronta ebraica, ben si attaglia allo spirito che pervade La versione di Barney, l’ottima pellicola di Richard J. Lewis da poco e con successo nelle sale cinematografiche.
Presentato in concorso a Venezia 67, è tratta dal libro di Mordecai Richler che par essere ancora più pregnante, ironico ed auto-ironico, in puro wiz ebraico, manco a dirlo, anglo-americano nella resa visiva.
Un meaning of the life – senso della vita e la passione con cui la si può vivere e ‘ben spendere’ pervadono il bel racconto filmico, dall’inizio alla fine.
E lo fa proprio senza falsi perdoni, ripensamenti, ma con occhio ironicamente – è il caso di ribadirlo. a costo di un...calembour – obbiettivo.
Non c’è perdono, non c’è assoluzione, ma cronaca – non fredda, si badi – di fatti che accadono, che travolgono, che sviano, forse, a volte, ma quanto umani, quanto veri, quanto autenticamente vissuti.
Interpretato con sobrietà e grande ricchezza di corde, di stile, di ottima performance da un Paul Giamatti, mattatore dalla grande mimica, corporea e viscerale: il suo viso parla da solo, i suoi occhi esprimono (e dànno) realistica commozione, dall'iniziale gioventù alla discesa agli inferi cui lo conduce l’Alzheimer fino alla fine conclamata.
Un superlativo Dustin Hoffmann, padre non padreterno, pieno d’amore e di errori - ‘colpevole’, dunque, come il figlio – di tutta la sua vita fino alla sua ‘beata morte’.
E splendide le altre interpretazioni, prima su tutti quella di Rosamund Pike,la moglie.
Dialoghi dosatissimi, vivaci, acuti, ma, ancora una volta, non debordanti, come in ‘certo Woody Allen’, oltre alla notevole colonna sonora fatta di vecchi pezzi e di originali di Dario Marianelli, fanno de La versione di Barney un film da non perdere assolutamente e da assaporare: colpevolmente, s’intende!!.
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[+] ben confezionato ma non e' barney
(di cristina66)
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spike
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giovedì 10 febbraio 2011
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divertente
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Il meglio della commedia americana. Interpreti eccezionali che sanno divertire ed emozionare. Dalle lacrime alle risa. Ottimo Paul Giammatti, buona l'interpretazione di Dustin Hoffman e Rosamund Pike. Buona regia ed ottima sceneggiatura. CONSIGLIATO
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audreyandgeorge
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lunedì 7 febbraio 2011
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piacevole e intenso
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Arrivato alle soglie della vecchiaia con tre divorzi alle spalle, la prima moglie morta di suicidio, un'accusa di omicidio, Barney Panofsky ne ha di cose da raccontare. Ed è proprio per dare la sua 'versione' dei fatti che decide di ripercorrere il suo passato, tra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo.
Presentato in concorso a Venezia, il film di Richard J Lewis propone una visione edulcorata del protagonista del romanzo cult di Richler. Dimenticate il Barney logorroico, anticonformista e totalmente fuori dalle righe che avete conosciuto nel libro.
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Arrivato alle soglie della vecchiaia con tre divorzi alle spalle, la prima moglie morta di suicidio, un'accusa di omicidio, Barney Panofsky ne ha di cose da raccontare. Ed è proprio per dare la sua 'versione' dei fatti che decide di ripercorrere il suo passato, tra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo.
Presentato in concorso a Venezia, il film di Richard J Lewis propone una visione edulcorata del protagonista del romanzo cult di Richler. Dimenticate il Barney logorroico, anticonformista e totalmente fuori dalle righe che avete conosciuto nel libro. Questo film fa leva sul lato più sentimentale del personaggio ed evita i monologhi in prima persona per lasciare raccontare le immagini. Questo almeno, è ciò che avrete già sentito dire da tutti coloro che hanno letto il romanzo. Io non l'ho fatto e ancora devo capire se questo è un bene o un male per poter apprezzare il film. Sono arrivata in sala volutamente a digiuno di tutto: trailer, critiche, ecc e questo mi ha permesso di apprezzare il film ancora di più. Paul Giannetti è perfetto nell'interpretare Barney in tutte le fasi della sua vita (complice un trucco che fa miracoli!) così Dustin Hoffman nel ruolo del padre poliziotto si rivela una scelta veramente azzeccata. Come sempre trovate la vostra ricetta su www.nonsolopizzaecinema.com
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giulio_71
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giovedì 3 febbraio 2011
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deluso
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Mah....l'ho trovato lungo, pesante, fastidioso anche fisicamente....Ne ho visti di migliori (e non sono uno che va al cinema spesso, anzi)...Non ho bisogno di andare al cinema per capire che chi non si merita niente ha tutto..Probabilmente ben interpretato, ma non vedevo l'ora che finisse..
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ale9191
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mercoledì 2 febbraio 2011
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la vita non banale di un uomo non banale
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Non ho idea di come fosse stato il romanzo, ma dopo aver visto questo film penso solo ad una cosa: ottimo. Capisco che la trasposizione cinematografica non sia stata tra le più fedeli, ma non per questo uno spettatore deve partire preventivamente con l'idea che non gli piacerà. Un Paul Giamatti così, infatti, avrebbe meritato la candidatura all'Oscar: paga forse lo scotto di non aver interpretato un film da grandi incassi, da tutto esaurito. Un'altra piacevole sorpresa viene pure da Dustin Hoffman, padre irriverente e senza peli sulla lingua di Barney, che molti a torto lo credevono cinematograficamente finito. Si dovranno ricredere.
Chi ha visto il trailer nei giorni scorsi in tv può pensare che sia un prodotto frivolo, soltanto una delle tante commedie che riempiono le sale.
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Non ho idea di come fosse stato il romanzo, ma dopo aver visto questo film penso solo ad una cosa: ottimo. Capisco che la trasposizione cinematografica non sia stata tra le più fedeli, ma non per questo uno spettatore deve partire preventivamente con l'idea che non gli piacerà. Un Paul Giamatti così, infatti, avrebbe meritato la candidatura all'Oscar: paga forse lo scotto di non aver interpretato un film da grandi incassi, da tutto esaurito. Un'altra piacevole sorpresa viene pure da Dustin Hoffman, padre irriverente e senza peli sulla lingua di Barney, che molti a torto lo credevono cinematograficamente finito. Si dovranno ricredere.
Chi ha visto il trailer nei giorni scorsi in tv può pensare che sia un prodotto frivolo, soltanto una delle tante commedie che riempiono le sale. Se è quello che volete, avete sbagliato film.
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