opidum
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domenica 30 maggio 2010
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film incredibilmente noioso ripetitivo pretenzioso
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l'ho visto ieri sera a torino e nel cinema tutti erano molto infastiditi
poverissimo a livelo scenografico vi sconsiglio di spendere dei soldi per questo filmaccio
[+] lo stesso sentimento di "into the wild"..
(di handly)
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[+] hai perfettamente ragione!
(di fabian t.)
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roberto simeoni
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domenica 30 maggio 2010
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padri e figli: e la madre?
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Non ho letto il romanzo, ma il film l'ho trovato ben fatto, coinvolgente, grazie a una straordinaria interpretazione di tutti gli attori e ad una straordinaria fotografia e scenografia. Da segnalare anche le musiche, molto suggestive. La regia è vincente nella capacità di creare angoscia senza bisogno di calcare la mano sulla violenza (bastano poche inquadrature ed è l'immaginazione dello spettatore a fargli vedere l'orrore, ma sullo schermo non si vede quasi nulla: bravo davvero Hillcoat!), ma anche nel commuoverci nel descrivere il rapporto fra padre e figlio.
Personalmente ho trovato molto singolare il fatto che, ultimamente al cinema i rapporti fra padre e figlio vengano affrontati togliendo di mezzo la madre (vedi anche il bel film di Luchetti: "La nostra vita").
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Non ho letto il romanzo, ma il film l'ho trovato ben fatto, coinvolgente, grazie a una straordinaria interpretazione di tutti gli attori e ad una straordinaria fotografia e scenografia. Da segnalare anche le musiche, molto suggestive. La regia è vincente nella capacità di creare angoscia senza bisogno di calcare la mano sulla violenza (bastano poche inquadrature ed è l'immaginazione dello spettatore a fargli vedere l'orrore, ma sullo schermo non si vede quasi nulla: bravo davvero Hillcoat!), ma anche nel commuoverci nel descrivere il rapporto fra padre e figlio.
Personalmente ho trovato molto singolare il fatto che, ultimamente al cinema i rapporti fra padre e figlio vengano affrontati togliendo di mezzo la madre (vedi anche il bel film di Luchetti: "La nostra vita"). Non saprei come leggere questo fatto: mi piacerebbe inaugurare un dibattito su questo, se qualcuno è interessato (magari anche la redazione).
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[+] padre o madre é lo stesso.
(di nicola barbera)
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[+] non è la stessa cosa manco per niente
(di et_in_arcadia_ego)
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nicola barbera
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domenica 30 maggio 2010
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la lezione di un padre.
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Cosa può insegnare un genitore a un figlio? In particolare, cosa può insegnargli un padre che sa che a un certo punto dovrà lasciarlo - come è normale nella vita - ma sa anche che non ci sarà una madre (di norma, biologicamente predisposta a “vegliare” più a lungo…) ad aiutare e confortare il ragazzo?
Cerca di insegnargli a sapersi muovere nella vita; a distinguere il bene del male; a difendersi dalle insidie del mondo... Ma se il mondo non dovesse più essere quello che conosciamo, bensì una landa in rovina nella quale non c’é quasi più cibo e ogni forma di vita va lentamente spegnendosi: cosa potrà insegnare quel padre, a un figlio teneramente amato?
Gli insegna come mettere in bocca la canna di una pistola, come controllare che l’ultima cartuccia accuratamente conservata sia al suo posto, come premere il grilletto per non essere catturato vivo…
Può capitare - a me è capitato - di vedere un film tratto da un libro famoso senza avere avuto (ancora) il tempo di leggerlo.
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Cosa può insegnare un genitore a un figlio? In particolare, cosa può insegnargli un padre che sa che a un certo punto dovrà lasciarlo - come è normale nella vita - ma sa anche che non ci sarà una madre (di norma, biologicamente predisposta a “vegliare” più a lungo…) ad aiutare e confortare il ragazzo?
Cerca di insegnargli a sapersi muovere nella vita; a distinguere il bene del male; a difendersi dalle insidie del mondo... Ma se il mondo non dovesse più essere quello che conosciamo, bensì una landa in rovina nella quale non c’é quasi più cibo e ogni forma di vita va lentamente spegnendosi: cosa potrà insegnare quel padre, a un figlio teneramente amato?
Gli insegna come mettere in bocca la canna di una pistola, come controllare che l’ultima cartuccia accuratamente conservata sia al suo posto, come premere il grilletto per non essere catturato vivo…
Può capitare - a me è capitato - di vedere un film tratto da un libro famoso senza avere avuto (ancora) il tempo di leggerlo. Potrò quindi sbagliarmi, ma a mio avviso “The road” non è una metafora della fine del mondo, dell’apocalisse prossima ventura. Non ci sono scienziati coraggiosi che lottano per salvare il pianeta, o Presidenti che fanno appello alle virtù morali della popolazione. Non sappiamo neppure da cosa il disastro sia stato provocato, o se da qualche parte qualcosa di salvabile sia rimasto.
Non si lotta per la benzina o per l’acqua: si lotta per la carne (propria o altrui, a seconda dei punti di vista): per mangiare o per non farsi mangiare. In “The road” tutto è più crudo, più duro, più “credibile” (e risparmio gli orrendi dettagli) che nei consueti film “post-apocalittici”. Ma non è questo il punto.
La storia è la metafora dell’eterno rapporto genitore-figlio (che si tratti in questo caso del padre, è un dettaglio: in una fugace inquadratura vediamo una madre restare, fino all’estremo, accanto al suo ragazzo). E’ la metafora dell’essere umano che sa di dover morire e dover lasciare la persona più amata nell’ambiente più brutale e ostile che possa concepirsi… di chi lotta senza alcuna speranza per sé stesso, ma solo per rimandare il più possibile il momento fatale e offrire al figlio - forse - qualche chance in più.
In questa angoscia disperata, in questo dramma interiore, è duro - forse impossibile - mantenere saldi i confini tra bene e male, tanto facili da delineare a parole. Il padre rischierà più volte di smarrirli, il figlio - educato a tenere vivo il “fuoco” dell’umanità - glieli ricorderà: la sopravvivenza morale può essere anche più importante di quella fisica.
La potenza visionaria del film avvince fin dai primi minuti; Viggo Mortensen (ma non è il solo) sfodera un’interpretazione ancora una volta magistrale. “The road” non lascia più felici: più consapevoli, sì.
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edward teach
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domenica 30 maggio 2010
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non mi è piaciuto
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Ce ne siamo andati a metà, non si poteva vedere. Inutile dilungarsi su un film fatto così male, mi limito a segnalarne l'ipocrisia di fondo. In sostanza si tratta di una di quelle grandguignolesche metafore del mondo di oggi abbrutito dal consumismo e dalla spietata competizione economica; ma non sono passati nemmeno 30 minuti dall'inizio del film che a un certo punto c'e' un'intera scena che altro non è che un vergognoso spot della Coca Cola...
[+] "the road" è inguardabile!
(di fabian t.)
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[+] stessa tentazione
(di perla85)
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g_andrini
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domenica 30 maggio 2010
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film d'autore
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Questo film a basso budget mi ha colpito. L'atmosfera surreale è veramente bella, con una fotografia di rilievo. E' certamente originale nello svolgimento. Si tratta di una pellicola godibilissima, magari gustata a casa. Non so bene perchè è vietata ai minori di 14 anni.
[+] 6
(di perla85)
[ - ] 6
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federer85
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sabato 29 maggio 2010
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commovente.intenso.futuristico
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Un film di una bellezza unica,originalissimo,mix di generi diversi(drammatico,thriller,futuristico,con anche un pizzico di horror)con una fotografia da brividi,una storia molto coinvolgente ed un Viggo Mortensen forse anche meglio delle prove in History of Violence e la Promessa dell'Assassino.Lo consiglio caldamente,soprattutto ai palati fini.
[+] ah ah ah
(di fabian t.)
[ - ] ah ah ah
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fabriziopluc
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venerdì 28 maggio 2010
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stupendo!
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francesco gatti
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martedì 25 maggio 2010
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la strada del dolore e della speranza
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Il bravo australiano di “The Proposal” ci riprova con l’adattamento del libro di Mc Carthy. In un mondo post-atomico o che cosa non si sa bene, popolato da cattivi che uccidono i buoni per mangiarseli, padre e figlio vanno lungo la strada verso sud, verso la vita, verso il mare, verso la salvezza. Non si sa (o forse si sa già che non lo faranno) se arriveranno. Viggo Mortensen è il padre, e cerca di spiegare al ragazzino che cosa è il bene, quel bene che lui non ha nemmeno conosciuto, essendo nato quando ormai era già tutto perduto. Con pochi stracci e niente da mangiare, e solo due colpi in canna vagano incontrando bande di cattivi e poveri disperati come loro.
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Il bravo australiano di “The Proposal” ci riprova con l’adattamento del libro di Mc Carthy. In un mondo post-atomico o che cosa non si sa bene, popolato da cattivi che uccidono i buoni per mangiarseli, padre e figlio vanno lungo la strada verso sud, verso la vita, verso il mare, verso la salvezza. Non si sa (o forse si sa già che non lo faranno) se arriveranno. Viggo Mortensen è il padre, e cerca di spiegare al ragazzino che cosa è il bene, quel bene che lui non ha nemmeno conosciuto, essendo nato quando ormai era già tutto perduto. Con pochi stracci e niente da mangiare, e solo due colpi in canna vagano incontrando bande di cattivi e poveri disperati come loro. Nota migliore (forse l’unica davvero apprezzabile) è l’intenso, ed intimo, rapporto tra il padre il figlio, con il tentativo -riuscito- del genitore di trasmettere al bambino il rispetto per i valori in un mondo in cui i valori ontologicamente non hanno più spazio. Viggo bravo, intenso e magrissimo. Nella parte della mamma, che appare in rari flash-back, Charlize Theron, che si “suicida”pur di non accettare quel tipo di esistenza. Apparizione finale salvifica di Guy Pearce
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termirecchia
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martedì 25 maggio 2010
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un capolavoro
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un film stupendo che racconta perfettamente le emozioni umane in un contesto post-apocalittico!la sceneggiatura è perfetta,la fotografia sublime,la scenografia è ben curata.un film angosciante nella sua veridicità emozionale,ti lascia completamente esterefatto dalla semplicità in cui gli attori manifestano l'angoscia,il terrore,l'abbandono.un film da vedere al cinema per esaltare le emozioni
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donmaister1983
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giovedì 20 maggio 2010
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garanzia
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Viggo é sempre una garanzia, vedi il Signore degli Anelli,Hidalgo,la promessa dell' assassino ...
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