cenox
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venerdì 13 gennaio 2012
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l'ennesima rinascita di un personaggio immortale
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Chi non conosce il personaggio di Sherlock Holmes? E' il personaggio che più è stato riportato, e sul quale più film sono stati fatti. Per riportarlo al cinema ci voleva un'idea rivoluzionaria, che desse nuova linfa ed interesse al personaggio..un'operazione non certo facile, ma che è riuscita perfettamente al regista Ritchie, che con tutta probabilità ha compiuto il primo vero capolavoro della sua carriera! Sherlock, interpretato da un brillantissimo Downey Jr. (che insieme ad Ironman interpreta un personaggio che gli si ritaglia alla perfezione) e il Dott. Watson, interpretato da Law, formano una coppia di investigatori adrenalinica, ironica ed infallibile. Il primo, innamorato di una ladra, Irene Adler (la bella e furbetta Mc Adams) che cerca sempre in tutti i modi di raggirare il prossimo per il suo tornaconto personale, ed il secondo, innamorato di Mary, con la quale vorrebbe passare più tempo ma ciò gli è impedito dall'inopportuno Holmes, che lo coinvolge sempre in tutti i suoi affari.
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Chi non conosce il personaggio di Sherlock Holmes? E' il personaggio che più è stato riportato, e sul quale più film sono stati fatti. Per riportarlo al cinema ci voleva un'idea rivoluzionaria, che desse nuova linfa ed interesse al personaggio..un'operazione non certo facile, ma che è riuscita perfettamente al regista Ritchie, che con tutta probabilità ha compiuto il primo vero capolavoro della sua carriera! Sherlock, interpretato da un brillantissimo Downey Jr. (che insieme ad Ironman interpreta un personaggio che gli si ritaglia alla perfezione) e il Dott. Watson, interpretato da Law, formano una coppia di investigatori adrenalinica, ironica ed infallibile. Il primo, innamorato di una ladra, Irene Adler (la bella e furbetta Mc Adams) che cerca sempre in tutti i modi di raggirare il prossimo per il suo tornaconto personale, ed il secondo, innamorato di Mary, con la quale vorrebbe passare più tempo ma ciò gli è impedito dall'inopportuno Holmes, che lo coinvolge sempre in tutti i suoi affari. La coppia dovrà affrontare il temibile ed oscuro Blackwood, che col proprio potere vuole regnare sull'intera Inghilterra. Effetti speciali, azione a non finire, trama complessa e non banale...ebbene sì, Ritchie ha fatto davvero centro!
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xxx
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lunedì 20 novembre 2017
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si dimentica in fretta.
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Veramente molto bella la ricostruzione della Londra vittoriana, a livello visivo è ottimo, ma la storia si dimentica in fretta.
Holmes (Robert Downey jr.) veste i panni, oltre quelli del famoso investigatore, anche di un rissaiolo che piace fare a botte molto spesso, spaccando ossa a chi gli è di intralcio e si lava pure poco, questa rivisitazione del personaggio principale non mi ha fatto impazzire, si carina ma niente più. Il film si lascia vedere senza particolare suspance a mio parere la trama risulta molto scontata.
Il classico film che appena uscito dal cinema generalmente sbadigliamo e esclamiamo, se qualcuno ci fa la famosa domanda.... si, si carino e continuiamo a sbadigliare.
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matteo fedele
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giovedì 23 febbraio 2012
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ritchie + downey jr. successo?elementare
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Verso la fine dell'ottocento, l'occhio sveglio e curioso della telecamera di Guy Ritchie ci conduce per le affascinanti strade della Londra vittoriana, dove troviamo(tra gli altri) criminali, ubriaconi, poliziotti incapaci, un buffo omino dai capelli rossi, un energumeno francese, un certo John Watson quasi pronto per le nozze e l'investigatore privato più famoso del mondo. Sherlock Holmes torna sul grande schermo(dopo troppi anni di assenza) col volto e i muscoli dell'"uomo di ferro" Robert Downey Jr. e il risultato è spumeggiante, eccitante e mai deludente. Il ritmo veloce ma non dispersivo, le scene d'azione mai esagerate, una Londra meravigliosamente cupa e gotica(quasi una Gotham city del passato) e la simpatia degli interpreti permette al figlio di Arthur Conan Doyle di acquisire vita nuova e di entrare ufficialmente nel 21° secolo.
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Verso la fine dell'ottocento, l'occhio sveglio e curioso della telecamera di Guy Ritchie ci conduce per le affascinanti strade della Londra vittoriana, dove troviamo(tra gli altri) criminali, ubriaconi, poliziotti incapaci, un buffo omino dai capelli rossi, un energumeno francese, un certo John Watson quasi pronto per le nozze e l'investigatore privato più famoso del mondo. Sherlock Holmes torna sul grande schermo(dopo troppi anni di assenza) col volto e i muscoli dell'"uomo di ferro" Robert Downey Jr. e il risultato è spumeggiante, eccitante e mai deludente. Il ritmo veloce ma non dispersivo, le scene d'azione mai esagerate, una Londra meravigliosamente cupa e gotica(quasi una Gotham city del passato) e la simpatia degli interpreti permette al figlio di Arthur Conan Doyle di acquisire vita nuova e di entrare ufficialmente nel 21° secolo. La comicità(data soprattutto dai battibecchi tra i personaggi) è la ciliegiona su una torta molto ben guarnita, che al suo interno ospita un cast non d'eccezione, ma di eccezionale pregio. Downey pare molto diverso dal personaggio che noi tutti conosciamo, quindi è azzeccatissimo. Jude Law abbandona finalmente il ruolo di "bello da commedia" e affianca più che degnamente mr. Holmes. Rachel McAdams è una figura affascinante, intrigante e pure simpatica; si fregia inoltre dell'onore di essere la prima donna in grado di comandare a bacchetta Holmes. Mark Strong è il classico cattivone inquietante(un po' in stile nemico di 007), che di sicuro non riscuote troppa simpatia, ma interpreta bene il suo ruolo e ci fa vivere un'interessante battaglia finale sul Tower Bridge in costruzione. La regia di Ritchie è sicuramente capace di fare ancora di meglio nel sequel.
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joker79
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sabato 26 dicembre 2009
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boxing holmes!
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In una Londra in fermento, tra decadenza ed innovazione tecnologica, all'ombra di un London Bridge in costruzione fa la sua comparsa un Holmes nuovo. Partorito dalla mente di Ritchie questo Holmes getta la maschera dell'uomo riservato e schivo ,tracciata da Conan Doyle nelle sue storie, per indossare l'affumicata veste da camera di un logico depravato.Negli immortali precedenti cinematografici l'immagine dell'investigatore di Baker Street era sempre affascinata da enigmi e soluzioni complicate quanto avvincenti. La sua figura è stata qui demolita, sminuzzata e miscelata alle polveri della modernità: la passione per le sfide impossibili della logica accostate alla "strategia" dei colpi messa in atto sul ring(notevole la sequenza di boxe-krav maga!)Al suo fianco un Watson libero dai clichè tradizionali di medico yes-man,ma piuttosto un veterano esperto nell'arte di guarire quanto in quella di demolire.
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In una Londra in fermento, tra decadenza ed innovazione tecnologica, all'ombra di un London Bridge in costruzione fa la sua comparsa un Holmes nuovo. Partorito dalla mente di Ritchie questo Holmes getta la maschera dell'uomo riservato e schivo ,tracciata da Conan Doyle nelle sue storie, per indossare l'affumicata veste da camera di un logico depravato.Negli immortali precedenti cinematografici l'immagine dell'investigatore di Baker Street era sempre affascinata da enigmi e soluzioni complicate quanto avvincenti. La sua figura è stata qui demolita, sminuzzata e miscelata alle polveri della modernità: la passione per le sfide impossibili della logica accostate alla "strategia" dei colpi messa in atto sul ring(notevole la sequenza di boxe-krav maga!)Al suo fianco un Watson libero dai clichè tradizionali di medico yes-man,ma piuttosto un veterano esperto nell'arte di guarire quanto in quella di demolire. La storia affonda le proprie radici nel marcio della società inglese, dove la Fratellanza, già affrontata dagli Hughes Brothers di J.the Ripper from Hell(Il fumetto originale era di A.Moore e E. Campbell), muove i fili di un ordito complotto per istituire un nuovo ordine di governo sorretto da un grande Architetto nella figura del fantomatico Lord Blackwood. La strategia della paura,la regola del sospetto ed una serie di complicati inganni ad incastro giocano un ruolo predominante nella costruzione dell'intreccio narrativo. Il film ed il suo ritmo catturano ogni respiro. La figura di Holmes è ottenebrata dai vapori della passione "logica" per Irene Adler, ladra di fama internazionale,che spinge la celebre "mosca" di Baker Srt nella ragnatela di una Vedova affamata quanto diabolica: il Prof.Moriarty. Che le indagini abbiano inizio, assaporatene ogni traccia e godetevi lo spettacolo! Buona Caccia!!
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dogen
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domenica 27 dicembre 2009
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lo spettacolo che convince (abbastanza)
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Sherlock holmes, un mito di proporzioni bibliche. Chiunque si fosse cimentato nel proporlo sul grande schermo, si sarebbe esposto a critiche, inevitabilmente. Certo è che nei libri ce lo ricordavamo estremamente riflessivo, un uomo prevalentemente di pensiero. Ragionava sulle cose, silenziosamente, e poi, sputava fuori la soluzione del più indissolubile dei rebus.
Non è questa l’immagine che Guy Rithie ci propone. Il suo Sherlock è un uomo d’azione. Mena come pochi, è bono da morire, salta dal secondo piano di palazzi, fa il Bruce Lee della situazione, se necessario. Vabbè, siamo al cinema, vogliamo spettacolo, spettacolo sia.
Infatti il pregio maggiore di questo Sherlock è, appunto, lo spettacolo.
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Sherlock holmes, un mito di proporzioni bibliche. Chiunque si fosse cimentato nel proporlo sul grande schermo, si sarebbe esposto a critiche, inevitabilmente. Certo è che nei libri ce lo ricordavamo estremamente riflessivo, un uomo prevalentemente di pensiero. Ragionava sulle cose, silenziosamente, e poi, sputava fuori la soluzione del più indissolubile dei rebus.
Non è questa l’immagine che Guy Rithie ci propone. Il suo Sherlock è un uomo d’azione. Mena come pochi, è bono da morire, salta dal secondo piano di palazzi, fa il Bruce Lee della situazione, se necessario. Vabbè, siamo al cinema, vogliamo spettacolo, spettacolo sia.
Infatti il pregio maggiore di questo Sherlock è, appunto, lo spettacolo. Il bello è che offre una serie di scene estremamente godibili all’occhio desireroso di essere stupito. Numerose sono le sequenze più che piacevoli, prima su tutte quella dell’esplosione, che davvero rasenta la poesia nella sua spettacolarità.
La trama in sé poteva effettivamente offrire di più. Poteva immergersi in ben più arcani e inquietanti bassifondi, e invece rimane un po’ in superficie, senza convincere fino alla fine. La storia in sé non si distingue per coraggio o per originalità, ma in fondo è perché affida all’immagine il meglio di sé.
Anche il cast fa la sua parte fondamentale, qui la caratura e bravura degli attori fanno buona parte del risultato finale. Il film si fa seguire con interesse in gran parte grazie allo splendido Robert Downey Jr. e al pertinente Jude Law.
Per queste ragioni consiglio di spendere questi soldini, per godersi due ore di divertimento che non chiede troppo impegno emotivo né concettuale, ma che ci offre puro intrattenimento, tanto da farci uscire dal cinema sereni, pronti a ciò che viene dopo.
Sherlock Holmes qui è un personaggio fondamentalmente solo, cinico non per scelta quanto per necessità, innamorato dell’unica che lo mette nel sacco e Wattson è meno gregario di quanto ci aspetteremmo, però gli vuole bene, anche se sta cercando di rifarsi una vita al di là di Holmes. Insomma le relazioni in questo film sono già viste e riviste, le dinamiche trite e ritrite. Ripeto, non è per questo che andiamo al cinema in questo caso. Ci andiamo per una Londra che esplode in modo magnifico, per un investigatore che abbiamo voglia di guardare in faccia e che in fondo, pur essendo diverso dalle nostre aspettative, saprà farsi voler bene.
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davidestanzione
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domenica 3 gennaio 2010
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sherlock divertissement holmes
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Le promesse per un film dal grande impatto c'erano tutte:un regista rivitalizzato da un ultimo film di buon livello in grado di riproporne esaustivamente i dettami e i vezzi stilistici originari(il sorprendente Rock 'n' rolla) e dal diradarsi delle nubi private, sensazionali scenografie vittoriane che madidano di nebbie esoteriche e un cast assai spigliato e ben amalgamato,con un autoironico un Jude Law, una sensualissima Rachel McAdams, un corpulento Mark Strong nel ruolo di un improvvisato supercattivo "a tutto schermo" e un Robert Downey jr, stilizzatissimo, stringato, fuggiasco e sardonico che, oltre a fornire una prova fisica eccelsa e una irresistibile caratterizzazione attoriale del personaggio da vero artista bohemien , avvolge Holmes in una aura da inguaribile saltimbanco, così da far risplendere il detective di Conan Doyle di una sorprendente luce decadente.
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Le promesse per un film dal grande impatto c'erano tutte:un regista rivitalizzato da un ultimo film di buon livello in grado di riproporne esaustivamente i dettami e i vezzi stilistici originari(il sorprendente Rock 'n' rolla) e dal diradarsi delle nubi private, sensazionali scenografie vittoriane che madidano di nebbie esoteriche e un cast assai spigliato e ben amalgamato,con un autoironico un Jude Law, una sensualissima Rachel McAdams, un corpulento Mark Strong nel ruolo di un improvvisato supercattivo "a tutto schermo" e un Robert Downey jr, stilizzatissimo, stringato, fuggiasco e sardonico che, oltre a fornire una prova fisica eccelsa e una irresistibile caratterizzazione attoriale del personaggio da vero artista bohemien , avvolge Holmes in una aura da inguaribile saltimbanco, così da far risplendere il detective di Conan Doyle di una sorprendente luce decadente.Ahinoi, però, tutti questi meravigliosi presupposti si sgretolano facilmente se inseriti in una dimensione funzionale a unavisione d’insiemedel film: resta la vena istrionica di Downey jr che con la sua barbetta ispida sembra strizzare l'occhio a un altro moderno risolutare di casi, il dottor House di Hugh Laurie, nonchè il gusto fotografico della pellicola, ma il risultato finale è deludente e autolimitante:Ritchie fa di tutto per far sì che dal film risalti la sua personale visione del personaggio di Holmes, ma i tempi di Lock & Stock e Revolver sono lontani, il buon Guy non è certo Tarantino nel mixare i dialoghi, molti dei quali scantonano ben presto nella logorroica, straniante e autoreferenziale faciloneria risolutiva di inspiegabili fenomenali oltretombali (la vera scommessa persa in questa rivisitazione di Holmes) e la sceneggiatura finisce con l’indurre effetti oppiacei non indifferenti dopo non molto; i duelli seppur molto suggestivi sono stantii, gli inframezzi musicali che li condiscono sembrano ora usciti dal duello spadaccino del primo Pirati dei Caraibi ora tesi a strizzare l’occhio allo spaghetti western, esulando però dal respiro epico che alcuni autori sanno conferire ancora oggi all’uso di queste indimenticate colonne sonore. La regia di Ritchie e più in generale la sua intera gestione del progetto affidatogli dal fumettista e graphic nowellist Lionel Wigram e in sé molto stimolante, appare in definitiva insufficiente e poco riuscita: il film zoppica non poco, l’intreccio scantona spesso in convenzionalismi narrativi in Conan Doyle a mio avviso del tutto assenti e lo spettatore, anziché rimanere inchiodato alla poltrona non vede l’ora di schiodarsene. Quando alla fine si assiste poi al fugace inserimento nella vicenda del professor Moriarty, il vero nemico di Holmes tralasciato in questo film a vantaggio del fantomatico Lord Blackwood, si capisce come in realtà sia già pronto un sequel da incanalare nella stessa operazione fumettopopcorn ai limiiti della godibilità.Frse mi ero illuso troppo confidando in una rivisitazione anticonvenzionale del personaggio di Conan Doyle che fosse maggiormente stratificata e in grado di andare oltre l’action,qalche risatina distillata qua e là e poco altro, ma d'altronde, vista la vena giocosa del cinema che Ritchieci ha finora proposto nei suoi sparuti progetti, forse il film non ha fatto altro che confermare le attese. Sarò forse troppo ortodosso o serioso ma secondo me era lecito aspettarsi da questo film un taglio davvero moderno che andasse oltre il divertissement, perfino da un autore come Guy Ritchie.
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(di davidestanzione)
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olgadik
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martedì 12 gennaio 2010
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holmes oggi
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Holmes è di quei personaggi-icona che possono essere adattati ai tempi senza perder quasi niente del loro fascino e forse risiede proprio in questo il senso dell’operazione di Guy Ritcher che ce lo ripresenta oscillando tra il noto e l’irriconoscibile. Persa la flemma britannica, americanizzato in parte con una sottolineatura di arti marziali, non esile e aristocratico ma un po’ mister muscolo con l’occhio moro e lampeggiante di Robert Downey J., l’investigatore più noto alla massa conserva l’intuito, l’erudizione, l’inclinazione alla deduzione filosofica che gli conosciamo da sempre.
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Holmes è di quei personaggi-icona che possono essere adattati ai tempi senza perder quasi niente del loro fascino e forse risiede proprio in questo il senso dell’operazione di Guy Ritcher che ce lo ripresenta oscillando tra il noto e l’irriconoscibile. Persa la flemma britannica, americanizzato in parte con una sottolineatura di arti marziali, non esile e aristocratico ma un po’ mister muscolo con l’occhio moro e lampeggiante di Robert Downey J., l’investigatore più noto alla massa conserva l’intuito, l’erudizione, l’inclinazione alla deduzione filosofica che gli conosciamo da sempre. L’alter-ego Watson è presentato anche lui per un certo verso lontano dall’archetipo, soprattutto perché è un bello (Jude Lawe) e non un inglese bolso e un po’ tarchiato. Ma d’altra parte, come è nel personaggio tradizionale, sfodera una calma concretezza nelle situazioni, alternandosi ad Holmes nel gusto dell’autoironia, pur con ritmi e lampi minori. E poi c’è l’Inghilterra vittoriana con una Londra (e un po’ anche Liverpool) riveduta al digitale, cupa il giusto, puzzolente come s’indovina, socialmente ingiusta, un misto di dinamismo economico e conclamata miseria. Qua e là la città appare costellata di cantieri e nascenti paesaggi industriali, colma di violenza ma anche di scambi, di solidi luoghi istituzionali e percorsa da traffici sulle acque livide del fiume. Ma soprattutto nel film c’è un ritmo, una cura della gestualità, una disinvoltura dei personaggi sotto cui si sente la mano del regista esperto pubblicitario, più americano che anglosassone, il quale smonta con fantasia alla Parnassus e l’uso inesauribile di effetti speciali, la legnosità britannica delle vecchie rappresentazioni, a cominciare da Sherlock. Certo, molto in quest’opera è legato all’interprete principale, passato dalla figura dell’eroe maledetto (non solo nella fiction ma anche nella realtà) a questo impasto di simpatia, intelligenza, mollezza, amichevole arroganza, abilità pugilistica che l’avvicinano subito al grosso pubblico e in particolare a quello giovane. Nel piano dell’impostore è compresa l’eliminazione del parlamento e la restaurazione di un impero che comprende anche il Nuovo Mondo. Qui l’intreccio fa boom. Sfugge. Si attorciglia, diventa noioso e scontato, mentre si passa da una situazione ad un’altra quasi senza perché. Ma il ritmo avventuroso, la prestazione degli attori, la ricostruzione stravolta ma rispettosa degli elementi base attira e suggestiona, mettendo in secondo piano incongruenze e banalità.
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carmine antonello villani
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martedì 19 gennaio 2010
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ritmo da videoclip per holmes e compagni
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L’investigatore nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle trova un’insperata vivacità senza per questo perdere l’aplomb britannico. Merito di un funambolo della macchina da presa, più simile ad un regista di videoclip che di lungometraggi. Perchè Guy Ritchie trasforma il pignolo detective in un dandy che non disdegna i combattimenti clandestini ed il pericolo nei vicoli di una città ridotta a pattumiera. Scommettitori, prostitute e sette devote al demonio fanno da cornice ad un fanatico che si nasconde dietro trucchetti da prestigiatore, mentre Robert Downey Jr e Jude Law danno vita ad ambigue schermaglie. Omosessualità latente dietro l’amicizia tra Holmes ed il suo fido dottor Watson, a mettere su famiglia c’è sempre tempo e di certo non aiuta la poca diplomazia dell’investigatore che con le donne ha un rapporto persino disturbato.
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L’investigatore nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle trova un’insperata vivacità senza per questo perdere l’aplomb britannico. Merito di un funambolo della macchina da presa, più simile ad un regista di videoclip che di lungometraggi. Perchè Guy Ritchie trasforma il pignolo detective in un dandy che non disdegna i combattimenti clandestini ed il pericolo nei vicoli di una città ridotta a pattumiera. Scommettitori, prostitute e sette devote al demonio fanno da cornice ad un fanatico che si nasconde dietro trucchetti da prestigiatore, mentre Robert Downey Jr e Jude Law danno vita ad ambigue schermaglie. Omosessualità latente dietro l’amicizia tra Holmes ed il suo fido dottor Watson, a mettere su famiglia c’è sempre tempo e di certo non aiuta la poca diplomazia dell’investigatore che con le donne ha un rapporto persino disturbato. Impreziosito da una fotografia plumbea e da un’interpretazione strepitosa, “Sherlock Holmes” mescola l’umorismo inglese al cinema d’azione scaraventando lo spettatore nel mondo del giallo deduttivo: piccoli particolari possono diventare la chiave per un caso che ha stretti legami con la magia nera eppure la soluzione è a portata di mano quando ci si affida ad occhi attenti e buon intuito. Con un’operazione fedele e moderna al tempo stesso Guy Ritchie rispolvera pipa e vecchio mantello, ma mette le ali ad un eroe che trova le risposte agli enigmi più intricati.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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shaft
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lunedì 4 gennaio 2010
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falso d'autore
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Un film sul personagio che , ha affascinato lettori e critici per più di 100 anni per le sue brillanti intuizioni e nei modi postati tipicamente inglesi dell' epoca vittoriana. Il parto della mente geniale di Sir. Arthur Conan Doyle , è stato storpiato dei sui modi e delle sue movenze . Abbiamo in questo nuovo Holmes , un trasandato e libertino praticante di arti marziali , quand' egli era un pugile e spadaccino , invece corretta nella sua interpretazione della mania di creare invenzioni o scoprire indizzi usando la chimica e la fisica .
Facendo un paragone cinematografico : sembra di vedere l'esperimento fatto con " La leggenda degli uomini straordinari "
ma , quel film si basava sul fumetto " La leggenda degli straordinari gentlemen " di Alan Moore , il film in quel caso era attinente con il libro .
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Un film sul personagio che , ha affascinato lettori e critici per più di 100 anni per le sue brillanti intuizioni e nei modi postati tipicamente inglesi dell' epoca vittoriana. Il parto della mente geniale di Sir. Arthur Conan Doyle , è stato storpiato dei sui modi e delle sue movenze . Abbiamo in questo nuovo Holmes , un trasandato e libertino praticante di arti marziali , quand' egli era un pugile e spadaccino , invece corretta nella sua interpretazione della mania di creare invenzioni o scoprire indizzi usando la chimica e la fisica .
Facendo un paragone cinematografico : sembra di vedere l'esperimento fatto con " La leggenda degli uomini straordinari "
ma , quel film si basava sul fumetto " La leggenda degli straordinari gentlemen " di Alan Moore , il film in quel caso era attinente con il libro .
La regia è buona come la fotografia e gli effetti speciali , ma manca completamente la trama che è anche scontata .
Lo vedi una volta , due sono troppe .
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(di boid1)
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thegame
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giovedì 7 gennaio 2010
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deduzioni ovvie...
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Interessante scoprire perché il nuovo "Sherlock Holmes" non riesca a convincere appieno. Humour e azione ci indicano che siamo di fronte al classico blockbuster attira consensi, la sfavillante computer grafica e i nomi in gioco giustificano i dollari usati per realizzarlo e, ad onor del vero, il divertimento non manca, ma ogni deduzione logicamente corretta ne suggerisce altre, dunque cosa non manca a questo prodotto? La poca originalità e la prevedibilità degli eventi narrati... Caso chiuso, troppo ovvio... anzi elementare Watson!
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