massimiliano di fede
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sabato 26 dicembre 2009
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un guy ed un holmes ritrovati
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Quando ho saputo che alla regia si sarebbe cimentato l'ex signor Ciccone, si sono presentati a me i fantasmi del passato e decisi di rievocare il film che ha consacrato uno dei Flop più evidenti del cinema degli ultimi anni....il film in questione è il remake di "travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" che vedeva proprio la vulcanica moglie di Guy affianco di Adriano Giannini (il padre Giancarlo fa più bella figura). Ma evidentemente il periodo matrimoniale, ha spinto Ritchie in un tunnel di assopimento tale da portarlo nel baratro. Le premesse quindi non erano delle migliori, ma sono entrato in sala con ottimismo e già dalle prime scene, mi rendo conto che stavo per assistere ad un film diverso, avvincente e coivolgente.
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Quando ho saputo che alla regia si sarebbe cimentato l'ex signor Ciccone, si sono presentati a me i fantasmi del passato e decisi di rievocare il film che ha consacrato uno dei Flop più evidenti del cinema degli ultimi anni....il film in questione è il remake di "travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" che vedeva proprio la vulcanica moglie di Guy affianco di Adriano Giannini (il padre Giancarlo fa più bella figura). Ma evidentemente il periodo matrimoniale, ha spinto Ritchie in un tunnel di assopimento tale da portarlo nel baratro. Le premesse quindi non erano delle migliori, ma sono entrato in sala con ottimismo e già dalle prime scene, mi rendo conto che stavo per assistere ad un film diverso, avvincente e coivolgente.
Ambientato in una Londra che va verso la fine dell' 800 e che si avvicina alle prime scoperte tecnologiche, dove un visionario Sherlock Holmes, riesce a sventare un tentativo di capovolgimento del potere politico, da parte di alcuni seguaci della magia nera. Il fedele Watson, impersona la figura seria ed equilibrata, consona ad un brillante medico, che segue passo passo il suo amico, proteggendolo in più di una occasione. Siao Holmes che Watson hanno un profilo diverso rispetto a quello che abbiamo letto nei romanzi di Conan Doyle, che sorprenderà lo spettatore. Impeccabile l'interpretazione di Downey jr. e Law, che rispecchiano esattamente il rinnovamento dei due personaggi. Downey Jr. nella parte del nuovo Holmes, è perfetto, dato che è molto abile nell'interpretare personaggi visionari ed eclettici. Law, che all'inizio dubitavo per la corretta interpretazione di Watson, si è rivelato invece adatto nell'interpretazione style english. La parte femminile di Irene Adler è affidata a Rachel McAdams, un pò sottotono rispetto ai suoi du colleghi, ma pur sempre efficace per lo scopo di femme fatale. Promosso Ritchie per la regia pressochè perfetta che induce a pensare che se fosse stato un compito in classe di matematica, il professore avrebbe sospettato per copiatura da un'altro compagno più bravo. Il film getta le basi per un sequel molto probabile dato che oggi tutte le sale e in vari orari davano il tutto esaurito. Montaggio ed effetti molto buoni e convincenti. Direi che un tre stelle quasi quattro sono tutte meritate.
Massimiliano Di Fede (www.fmfilm.it)
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danzan27
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mercoledì 6 gennaio 2010
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ironia, boxe e abduzione: elementare watson
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Gli assassinii di cinque giovani donne conducono Sherlock Holmes sulle tracce di Lord Blackwood,figura torva forzata dalle sue colpe al giudizio della forca. L’ultimo desiderio del nobile è vedere il proprio nemico.Separato da Holmes dalle sbarre della cella,Blackwood vibra parole sinistre - il presagio oscuro di una sfida delle forze sovrannaturali a quelle terrene - profetizzando il proprio ritorno. Pochi giorni dopo Holmes e il fido Dottor Watson vengono convocati dalla polizia per indagare sulla scomparsa della salma di Blackwood dal tumulo. La situazione si intrica ancor più con la visita di Irene Adler,vecchia conoscenza di Holmes legata al mondo delle truffe e della malavita,e con l’incrinarsi – con taglio divertito – del rapporto con Watson,prossimo alle nozze.
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Gli assassinii di cinque giovani donne conducono Sherlock Holmes sulle tracce di Lord Blackwood,figura torva forzata dalle sue colpe al giudizio della forca. L’ultimo desiderio del nobile è vedere il proprio nemico.Separato da Holmes dalle sbarre della cella,Blackwood vibra parole sinistre - il presagio oscuro di una sfida delle forze sovrannaturali a quelle terrene - profetizzando il proprio ritorno. Pochi giorni dopo Holmes e il fido Dottor Watson vengono convocati dalla polizia per indagare sulla scomparsa della salma di Blackwood dal tumulo. La situazione si intrica ancor più con la visita di Irene Adler,vecchia conoscenza di Holmes legata al mondo delle truffe e della malavita,e con l’incrinarsi – con taglio divertito – del rapporto con Watson,prossimo alle nozze. Il detective londinese viene calato in una nuova avventura,giostrata con equilibrio tra l’atmosfera vaporosa di intriganti misteri legati all’occulto e i fiumi sotterranei dell’ordito massone,tra l’azione e l’ironia arguta. Il filo della storia è guidato da un ago che attraversa i vertici della Londra vittoriana,ospite dei nuovi edifici magniloquenti e dei quartieri residenziali benestanti,e i bassifondi delle baraccopoli maleodoranti,della vita brulicante,intensa e misera della popolazione comune. L’azione frenetica e la singolare capacità abduttiva di Holmes trascinano lo spettatore in una pellicola dominata dal protagonismo di Robert Downey jr.,convincente nonostante le difformità rispetto all’originale letterario – alto, snello,gli esili tratti del viso vinti dal naso aquilino – capace di mettere in risalto le falde stravaganti del detective, la sfrontatezza, la genialità, la sregolatezza. Ironia pungente e imprevedibilità – che si sposa con la genialità intuitiva – sono le vene che arricchiscono l’intreccio. Si registra uno stacco rispetto al noto Holmes di Basil Rathbone,attore aderente nella fisicità al modello,ma rappresentante di una tendenza più aristocratica e raffinata del personaggio che qui viene soppiantata da un profilo più propriamente adatto a muoversi in ogni ambiente. Trovando una continuità imprevista,Guy Ritchie inanella la seconda prova di valore - dopo RockNRolla - in un anno. Pur restando entro i margini del film d’intrattenimento,si smuove dal territorio ben conosciuto delle vivaci storie popolate da una moltitudine di personaggi,ciascuno delineato da pochi segni ben marcati,armato di salaci battute e spinto sulle strade dell’illegalità di cui realizza un tratto del quadro corale spassoso. Non si assiste alla ormai consueta orchestrazione di onde distinte destinate a infrangersi l’una sull’altra nella mareggiata finale; Ritchie riesce a incanalare la sua vivacità espressiva spostando le medesime componenti generali – battute,personalità eccentriche,bassifondi - verso un modello nuovo,un nuovo modo di raccontare una storia. Gli espedienti registici dei lavori passati riaffiorano qua e là,nelle scene di lotta e nella veloce esposizione del processo abduttivo che,come in una somma,visualizza gli elementi in sequenza per generare la teoria a partire dai fatti. L’incalzare di tali processi che dipanano la matassa dell’intreccio risulterebbe affannoso senza una conoscenza pregressa della singolari capacità di Sherlock Holmes,ma la sua celebrità è tale da consentire alla trama di scorrere su binari spesso invisibili. Un film avventuroso,d’intrattenimento,non investigativo in senso stretto; lasciarsi trasportare ripaga della fiducia.
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mauro lanari
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sabato 6 dicembre 2014
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incoerenze ottocentesche ch'ancora sopravvivono
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Non sarò breve nell'esprimere la mia argomentazione a sfavore del film di Guy Ritchie. Non m'hanno inorridito l'inesattezze storiche né l'utilizzo d'un personaggio classico della letteratura come canovaccio su cui innestare un action movie goticheggiante e ondivago tra mistery e fantasy. Sfruttare brand già esistenti è tipico di marketing e franchise, si sta proseguendo coi reboot dei vari Dracula, Ercole, i Titani, ecc., una simile strategia non nasce oggi, non finirà domani e di per sé non mi provoca particolari fastidi. Non tutti hanno capacità e voglia di creare dal nulla nuove figure leggendarie, dal Lucas di "Star Wars" allo Spielberg d'"Indiana Jones", né è detto che ciò sia sempre necessario.
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Non sarò breve nell'esprimere la mia argomentazione a sfavore del film di Guy Ritchie. Non m'hanno inorridito l'inesattezze storiche né l'utilizzo d'un personaggio classico della letteratura come canovaccio su cui innestare un action movie goticheggiante e ondivago tra mistery e fantasy. Sfruttare brand già esistenti è tipico di marketing e franchise, si sta proseguendo coi reboot dei vari Dracula, Ercole, i Titani, ecc., una simile strategia non nasce oggi, non finirà domani e di per sé non mi provoca particolari fastidi. Non tutti hanno capacità e voglia di creare dal nulla nuove figure leggendarie, dal Lucas di "Star Wars" allo Spielberg d'"Indiana Jones", né è detto che ciò sia sempre necessario. Nello specifico, è vero che Holmes e Watson si discostano dalla caratterizzazione delineata da Doyle, ma il film traspone non uno dei sui libri o racconti, bensì la graphic novel scritta appositamente da Lionel Wigram, dunque il problema serio risiede nel valutare con quanta fedeltà Wigram e Ritchie abbiano preservato il nocciolo profondo dei due protagonisti creati dallo scrittore scozzese. Si tratta di quel nucleo cui Eco ha fornito un'univoca lettura col Guglielmo da Baskerville e l'aiutante Adso (quasi omofono di Watson) de "Il nome della rosa", elevati a baluardi dell'illuminismo della ragione e dei processi induttivi/deduttivi/abduttivi peculiari dell'intelletto contro l'oscurantismo della religione. Penso che la pellicola in esame fallisca nel collocarsi senza tentennamenti all'interno di questo dualismo. La setta massonica capeggiata da Lord Blackwood ordisce omicidi propiziatori, organizza riti occulti tracimanti pentacoli, patti di sangue e citazioni dall'Apocalisse giovannea, progetta la morte dell'intero parlamento inglese restìo a piegarsi al potere della magia nera, e Holmes decifra l'architettura del piano seguendone la simbologia fino al minimo dettaglio (gl'omicidi secondo i vertici del grafico, secondo i 4 elementi presocratici e secondo la tradizione del tetramorfo originatasi 6mila anni fa, in corrispondenza delle costellazioni equinoziali e solstiziali dell'epoca, con le 4 parti del piede d'un leone, la coda d'un bue, le ali d'un'aquila e la testa d'un uomo presenti anche nella figura della Sfinge). "The fraternity who decidedly control the empire [...] share[s] the belief with the kings, Pharaohs and emperors of old that the Sphinx was a door to another dimension. A gateway to immeasurable power. It's made up of four parts. The foot of a lion, the tail of an ox, the wings of an eagle and the head of a man. In Sir Thomas's secret chamber I found a bone of an ox, the tooth of a lion, the feather of an eagle and a hair of a man. [...] Reardon, the ginger midget, represents man. [...] Sir Thomas, master of the temple, wore the ox ring. [...] Standish, the ambassador to America, where the eagle has been the national emblem for over a hundred years. [...] So we have man, the ox, eagle, only the lion remaining. Right here. Parliament." Well, inizio a obiettare: qualcuno dei produttori poteva pure imporre a regista e sceneggiatori che venisse fornito al pubblico ignaro della storia inglese uno straccio di spiegazione (dico: almeno uno straccio, una riga di script, non un trattato alla Nolan) sul nesso fra leone e parlamento (cioè sul legame fra Riccardo Cuor di Leone e il Palazzo di Westminster, con tanto di statua equestre a lui dedicata posta all'esterno dell'edificio). Poi e soprattutto: che senso ha smascherare i poteri di Blackwell com'espedienti della più alta scienza tecnologica, inclusa l'invenzione pre-marconiana d'un apparecchio radiocomunicante, quando costui ricorre realmente a uno schema esoretico per ottenere il proprio scopo, schema così arcano da non poter essere né un inganno o un tranello verso l'incolto popolino superstizioso, né un depistaggio per il detective il quale anzi lo cattura solo dopo averglielo decodificato? Ambiguità imperdonabile, poiché sintomo d'una rovinosa titubanza fra il mantenere Holmes (con o senza oppioidi) e Watson nell'alveo del pensiero creativo romanticisticamente chiaroscurale e viceversa l'apparentarli ai medievali adepti cicapisti d'Eco. E quando alla fine subentra Moriarty in una fugace anteprima, la querelle svanisce nel nulla. A me è sembrato che il film si ponesse delle velleità maggiori d'un blockbuster da cervello spento, però l'equivocità al centro del plot è da cervello schizoide. D'altronde lo stesso Conan Doyle fu un appassionato di spiritismo e (co)fondatore di due generi letterari, il giallo e il fantastico, mentre ideò Sherlock Holmes coi connotati d'un razionalista scettico avverso al paranormale. Incoerenze ottocentesche che sopravvivono ancora oggi.
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jake milligan
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sabato 26 dicembre 2009
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un nuovo/vecchio eroe
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Non è lo Sherlock dei vostri padri.... ma nemmeno quello dei nonni e bisnonni... Abituati a vederlo e (per chi avesse letto i libri di Conan Doyle)leggerlo, fa un pò strano vedere uno scricciolo come Robert Downey Jr. vestire i panni del celebre Detective... come fa strano che Watson, al secolo Jude Law, non è quel paffuto signore che spalanca la bocca ad ogni deduzione del suo compare/amico/convivente... Qui la coppia non stroppia e fa del suo meglio per riuscire nell'impresa di: 1.(RI)catturare Blackwood(Mark Strong), 2.Fare un bel film.... direi che ci riescono bene in tutti e due gli obiettivi... finalmente un Holmes più spericolato che fa capire che ci vogliono i cosidetti per fare quello che fa; una storia non usuale, il che credetemi non è da poco, anzi; belle scene di lotta ed'azione in generale.
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Non è lo Sherlock dei vostri padri.... ma nemmeno quello dei nonni e bisnonni... Abituati a vederlo e (per chi avesse letto i libri di Conan Doyle)leggerlo, fa un pò strano vedere uno scricciolo come Robert Downey Jr. vestire i panni del celebre Detective... come fa strano che Watson, al secolo Jude Law, non è quel paffuto signore che spalanca la bocca ad ogni deduzione del suo compare/amico/convivente... Qui la coppia non stroppia e fa del suo meglio per riuscire nell'impresa di: 1.(RI)catturare Blackwood(Mark Strong), 2.Fare un bel film.... direi che ci riescono bene in tutti e due gli obiettivi... finalmente un Holmes più spericolato che fa capire che ci vogliono i cosidetti per fare quello che fa; una storia non usuale, il che credetemi non è da poco, anzi; belle scene di lotta ed'azione in generale... piccola pecca: a volte il genio deduttivo di Sherlock Holmes passa un pò troppo inosservato, superato più dalla sua scarsa igiene, dalla paura di perdere Watson e dalla bella Rachel McAdams (che resta comunque un bel colpo d'occhio). Guy Ritchie, mr. "non chiamatemi MR. Madonna", direi che si può sentire sollevato da questa pellicola, soprattutto se pensiamo a qualche suo vecchio film (vero Adriano Giannini?).. nel complesso il film regge bene, prepara e sviluppa una storia che sfocia nel finale con il solito torpiloquio di Holmes(immancabile), e la promessa che siamo solo agli inizi e ne seguirà un altro di film sherlockiani... la domanda ora è una sola: Chi sarà Moriarty nel prossimo film??? Ai posteri l'ardua sentenza.... Voto:6.9
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fierror
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sabato 23 aprile 2011
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fondamentalmente avvincente
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Uno film diverso dalle aspettative anche nei personaggi,Wozzon nn è il vecchio epanciuto assistente,ma è giovane e forte non che arguto,il che rende il film più solido,Holmes oltre che essere il solito genio è anche bravo a fare a botte,questo secondo me era evitabile,ma va comunque bene.
Trama avvincente e un ottima sceneggiatura ti fanno credere che quando uscirai di ritrovarti nella Londra ottocentesca
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ciccio capozzi
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mercoledì 6 gennaio 2010
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la pipetta è...crac
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“SHERLOCK HOLMES” di GUY RITCHIE; USA,09. Sherlock e il sodale Watson sono alle prese con una congiura ordita da un criminale-stregone che vuole assumere il controllo dell’Inghilterra. Dal 1922 ad oggi sono più di una ventina le versioni cinematografiche. L’attore che più incisivamente di tutti ha reso un’icona il personaggio, è stato, dagli anni 30, senz’altro l’inglese (ma nato in Sudafrica), Basil Rathbone. Qui, il regista noto soprattutto per essere stato “il signor Madonna”, è riuscito a scardinare completamente la tradizione figurativa che accompagnava la figura dell’allampanato investigatore fin dal 1887. Che invece è qui bassino, non usa il cappotto con la mantellina, il famoso copricapo da cacciatore; fuma una pipetta che sembra più da oppio.
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“SHERLOCK HOLMES” di GUY RITCHIE; USA,09. Sherlock e il sodale Watson sono alle prese con una congiura ordita da un criminale-stregone che vuole assumere il controllo dell’Inghilterra. Dal 1922 ad oggi sono più di una ventina le versioni cinematografiche. L’attore che più incisivamente di tutti ha reso un’icona il personaggio, è stato, dagli anni 30, senz’altro l’inglese (ma nato in Sudafrica), Basil Rathbone. Qui, il regista noto soprattutto per essere stato “il signor Madonna”, è riuscito a scardinare completamente la tradizione figurativa che accompagnava la figura dell’allampanato investigatore fin dal 1887. Che invece è qui bassino, non usa il cappotto con la mantellina, il famoso copricapo da cacciatore; fuma una pipetta che sembra più da oppio. La sua nevrastenia è modernamente, viceversa, ancor più enfatizzata; non rifugge da violenti scontri fisici. Il suo rapporto col Dott. Watson è da pari: non da sudditanza intellettuale; anzi, è spesso lui a salvare l’amico. I due attori, Rob. Downey (Holmes) e Jude Law, ne danno una caratterizzazione nervosa, ma estremamente efficace: sono personaggi calati in un’azione spesso forsennata, sempre con lucidità e anche con ironia. Ma è la potenza grafica dello spazio visuale in cui è immessa la narrazione, curata digitalmente da Haley Easton, e dagli effetti speciali di James R. Biltz e Mark Holt , il punto forte del tesissimo film.
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the man of steel
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giovedì 2 settembre 2010
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perfetto
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E' un film in cui non manca nulla decisamente sottovalutato dalla critica forse perchè nessuno era pronto ad uno Sherlock Holmes così action e irriverente! Come sempre bravissimo Downey Jr che ha vinto pure il golden globe e bravo anche il regista che è stato molto abile nel saper tradurre su celluloide in modo così originale un mito del '900. Conan Doyle ringrazia.
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bella earl!
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domenica 18 dicembre 2011
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elementare, watson.
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- Watson... ma cosa ha fatto? -
Sherlock Holmes (Robert Downey Jr.) e il fidato Dr. John Watson (Jude Law) assicurano Lord Blackwood (Mark Strong) un nobile accusato di pluriomicidio alla giustizia.Egli sarà condannato alla pena di morte. Ma dopo l'esecuzione della pena capitale, qualcosa di imprevisto colpisce Holmes tanto da convincerlo ad occuparsi nuovamente del caso: Blacwood sembra sia risorto. Magia o semplici trucchi?
Guy Ritchie reinterpreta in chiave moderna ma ambientandola nell'800 il grande personaggio creato dalla mente di Sir Arthur Conan Doyle: il detective Sherlock Holmes. Lo fa puntando sulla simpatia e su quella parte meno trattata dalla cinematografia moderna: l'animo decisamente (ir)razionale di Holmes.
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- Watson... ma cosa ha fatto? -
Sherlock Holmes (Robert Downey Jr.) e il fidato Dr. John Watson (Jude Law) assicurano Lord Blackwood (Mark Strong) un nobile accusato di pluriomicidio alla giustizia.Egli sarà condannato alla pena di morte. Ma dopo l'esecuzione della pena capitale, qualcosa di imprevisto colpisce Holmes tanto da convincerlo ad occuparsi nuovamente del caso: Blacwood sembra sia risorto. Magia o semplici trucchi?
Guy Ritchie reinterpreta in chiave moderna ma ambientandola nell'800 il grande personaggio creato dalla mente di Sir Arthur Conan Doyle: il detective Sherlock Holmes. Lo fa puntando sulla simpatia e su quella parte meno trattata dalla cinematografia moderna: l'animo decisamente (ir)razionale di Holmes. Per farlo si avvale delle sue grandi doti registiche, di un plot di buon livello e di interpreti fantastici.
Downey Jr. è Holmes, scelta più che azzeccata se si osserva il passato alquanto eccentrico del talentuoso attore. La fidata spalla, tale Dr. Watson, è un Jude Law in ottima forma. Irene Adler è interpretata da Rachel McAdams. Misto di adrenalina e forza è un grande film.
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boid1
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giovedì 7 gennaio 2010
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film piacevole ma speravo in qualcosa di meglio
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non posso dire di essere stato deluso da questo film.
Scorre bene. è a tratti divertente, ironico, frenetico. Ottimo cast, bellissimi i motivetti stile irish e belle fotografie e scenografie.
Mi sembra ovvio che l'immagine classica di sherlock holmes è stata completamente e volutamente stravolta dal regista che ha voluto portare una sferzata di novità al personaggio pur restando abbastanza fedele alle manie e alle poliedriche qualità dell'investigatore, risaltandone magari alcune che sono state maggiormente trascurate dall'autore dei romanzi (dopotutto sherlock holmes era esperto pugile e spadaccino provetto).
niente da obiettare nemmeno su watson, in questa pellicola reso molto più dinamico e intrapendente da un ottimo jude law.
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non posso dire di essere stato deluso da questo film.
Scorre bene. è a tratti divertente, ironico, frenetico. Ottimo cast, bellissimi i motivetti stile irish e belle fotografie e scenografie.
Mi sembra ovvio che l'immagine classica di sherlock holmes è stata completamente e volutamente stravolta dal regista che ha voluto portare una sferzata di novità al personaggio pur restando abbastanza fedele alle manie e alle poliedriche qualità dell'investigatore, risaltandone magari alcune che sono state maggiormente trascurate dall'autore dei romanzi (dopotutto sherlock holmes era esperto pugile e spadaccino provetto).
niente da obiettare nemmeno su watson, in questa pellicola reso molto più dinamico e intrapendente da un ottimo jude law.
L'unica pecca è che mi aspettavo una storia un pò più interessante della classica pista esoterica già rivista in altri film. e mi spiace che non si riesca mai ad evitrare i soliti finali d'effetto come l'improbabile ma scontato duello in cima al tower bridge.
Bel lavoro di Guy ritchie, ma poteva rendere il tutto molto più intrigante e stuzzicante per la mente in perfetto stile holmes.
comunque da vedere:-)
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fabruss
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lunedì 23 agosto 2010
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buono per una dormita
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se lo scopo del film era fare cassa, c'è riuscito e va bene, ma non scomodiamo citazioni o riferimenti all'opera di conan doyle perchè non ci siamo. è un filmetto per ragazzi, privo di suspence, con dialoghi che fanno uggia ai protagonisti stessi, quattro effetti speciali e una manciata di cazzotti. peccato perchè gli attori, a parte il protagonista, che fa ridere, sarebbero pure bravi. che pena. un anno ottimo per gli incassi, deprimente per la qualità.
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