Eric Daniel Metzgar accende la macchina da presa sulla vita dopo la "morte".
di Tirza Bonifazi Tognazzi
La genesi del film
Il regista e musicista Eric Daniel Metzgar e Jason Crigler si conoscono a New York tra la fine degli anni '90 e l'inizio del 2000. Eric si è appena trasferito nella "città che non dorme mai" quando vede Jason esibirsi dal vivo in un locale; lo avvicina e gli propone di suonare la chitarra nella sua band. Pur non essendo celebre fuori dalla scena locale, Jason si è fatto un nome a New York e sono in molti a volerlo come musicista. Nei successivi quattro anni, oltre a continuare a essere il leader dei Goats in Trees (formazione che lo vede dividere il microfono con la moglie Monica), Jeff partecipa attivamente alla scena musicale locale dividendosi fra più band, tra le quali anche quella di Eric. Una sera, proprio mentre si sta esibendo dal vivo, viene colpito da un'emorragia cerebrale (causata da una malformazione artero-venosa) e finisce in uno stato vegetativo dal quale i medici non assicurano recupero. "Ero nel Connecticut quando ho ricevuto una telefonata in cui mi si diceva che Jason era stato ricoverato e sul punto di morire", ricorda Eric. "La mia ragazza ed io ci siamo precipitati su un treno e poche ore dopo osservavo Jason nel letto d'ospedale. Aveva un pessimo aspetto: aveva un buco nel cranio e tubi ovunque. C'erano decine di amici che aspettavano fuori e l'unica cosa che sembrava potessimo fare era abbracciarci gli uni con gli altri. È stato solo molti mesi dopo che i Crigler mi hanno chiamato per propormi di girare un documentario sull'intera vicenda".
imo fare era abbracciarci gli uni con gli altri. È stato solo molti mesi dopo che i Crigler mi hanno chiamato per propormi di girare un documentario sull'intera vicenda".
Una musica può fare
Eric Daniel Metzgar: A mio avviso la musica ha avuto un ruolo centrale nella guarigione di Jason. Il cervello è l'ultima frontiera della medicina; la verità è che ancora non abbiamo idea di come funzioni e non sappiamo come si possa curare. Quando Jason era ancora in ospedale e in stato vegetativo la madre aveva l'abitudine di fargli ascoltare un disco di musica indiana che lui non aveva mai ascoltato prima. Mesi e mesi dopo, mentre si trovavano in macchina, la madre mette su lo stesso disco e Jason lo riconosce. E sebbene sembrasse impossibile che l'avesse sentito nello stato in cui si trovava, conosceva ogni singola canzone del cd. La musica è sempre stata al centro della vita di Jason. Quando, nel corso della guarigione, Jason è finalmente riuscito a riprendere una chitarra in mano, era disperato perché non riusciva a "sentire" la musica come prima. C'è una scena nel film che secondo me è toccante: lo riprendo nel momento in cui per la prima volta la "sente" nuovamente e sono sicuro che per lui si sia trattato di un importantissimo traguardo.
Riprendere uno sconosciuto
Eric Daniel Metzgar: Quando abbiamo iniziato a girare è stato abbastanza deprimente riprendere Jason perché c'era la netta sensazione che mancava qualcosa. Da amico è stato difficile realizzare questo film, almeno così sentivo nella prima fase di lavorazione. Era come se non fosse la persona che conoscevo quella che stavo seguendo nel processo di guarigione. Mi chiedevo dove fosse Jason e se mai lo avrei rivisto; se quello fosse il punto più avanzato che avrebbe raggiunto. Ovviamente la sua famiglia non aveva i miei stessi sentimenti al riguardo. Per loro Jason c'era e sarebbe tornato a essere quello di sempre. Io ero più scettico, ma a un certo punto ho avuto come l'impressione che sì, Jason ce l'avrebbe fatta. E così è stato. Oggi è una nuova persona ed è ancora più forte di prima per via di quello che ha dovuto affrontare.