the mikemaister
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venerdì 2 dicembre 2011
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we love (the movie) radio rock!
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Negli anni ’60, gli anni d’oro del Brit Pop, del Rock ‘n Roll, del Punk, in Gran Bretagna i neo classificati teenager trovavano rifugio dalla società nelle radio pirata, emittenti che trasmettevano musica Pop e Rock h24 contrariamente alle due ore settimanali della BBC. Tra i piani del governo di sua maestà c’è l’intento di rendere tali stazioni trasgressive illegali, facendole chiudere per sempre. Di tale arcigno disegno se ne fa carico il ministro Dormandy (Kenneth Branagh), che a sua volta incarica il suo sgobbino Pirlott (Jack Davenport) di escogitare il modo per porre fine al capitolo stazioni pirata. Nel frattempo sulla nave di Radio Rock, radio pirata ammiraglia, arriva Carl (Tom Sturridge), nonché figlioccio del capitano Quentin (Bill Nighy), a causa di una sua espulsione scolastica.
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Negli anni ’60, gli anni d’oro del Brit Pop, del Rock ‘n Roll, del Punk, in Gran Bretagna i neo classificati teenager trovavano rifugio dalla società nelle radio pirata, emittenti che trasmettevano musica Pop e Rock h24 contrariamente alle due ore settimanali della BBC. Tra i piani del governo di sua maestà c’è l’intento di rendere tali stazioni trasgressive illegali, facendole chiudere per sempre. Di tale arcigno disegno se ne fa carico il ministro Dormandy (Kenneth Branagh), che a sua volta incarica il suo sgobbino Pirlott (Jack Davenport) di escogitare il modo per porre fine al capitolo stazioni pirata. Nel frattempo sulla nave di Radio Rock, radio pirata ammiraglia, arriva Carl (Tom Sturridge), nonché figlioccio del capitano Quentin (Bill Nighy), a causa di una sua espulsione scolastica. A bordo di questa folle imbarcazione Carl troverà l’amicizia, l’amore, la famiglia, ma troverà soprattutto se stesso, il tutto tra le righe di un’esperienza formalmente immorale e al di fuori di ogni schema.
Il Rock ‘n Roll celebrato in tutte le sue forme in una delle pellicole più belle di sempre, quasi ci si dimentica di essere di fronte ad una semplice commedia. La colonna sonora è frutto di una scelta di classe, di un intenditore, vista la sua ambivalenza sui fronti formali e sostanziali. Richard Curtis riesce meravigliosamente nell’intento di innestare nella mente dello spettatore che ciò che è giusto, etico, morale, corretto è quanto di più sbagliato ci possa essere, perchè è nella trasgressione e nella sdogmatizzazione che va cercata la ratio vivendi: adulterio, droghe, musica pornografica, sesso, scorrettezza sono la normalità in questa commedia, che paradossalmente non intacca in alcun modo i valori sacri del rispetto e dell’amicizia, emblematica la scena dove Carl viene razziato del suo tè e dei biscotti dai suoi amici, per poi finire in una filantropica condivisione, quasi torna alla mente quel “la vita è un biscotto ma se piove si scioglie” di Jim Carrey ne Una Settimana Da Dio.
Musica pornografica la definisce quell’ipocrita borghesia inglese. Ma quella “pornografia” si fa carico di una responsabilità enorme, libera le menti, aiuta i bisognosi, diverte gli annoiati: quella pornografia è il vero paciere sociale, e cade a pennello che Radio Rock sia su una nave, perché il suo raggio d’azione è sconfinato, infinito, potente, proprio come lo sono le onde del mare che questa cavalca magnificamente.
La commedia scorre con facilità, diverte, è nelle corde della classica commedia romantica, ma in realtà questa non è che l’abito che il film ha scelto di indossare. Quello che veramente emerge dal film è la denuncia dello stereotipo e del proibizionismo, nemici naturali dei messaggi trasmessi da Radio Rock e dalla musica in questione; basti pensare che il palcoscenico di questa battaglia è lo stesso di quello che solo pochi anni dopo vedrà nascere Anarchy in the U.K, e vista così sembra quasi che il regno di Sua maestà si sia sentenziata anzitempo, dato che, tirando le somme, hanno vinto quella battaglia, ma nella visone d’insieme la guerra è stata catastroficamente persa, lo sbarco in Normandia a confronto sembra quasi una favola a lieto fine.
Ma basta con riflessioni cervellotiche e nichiliste: la musica è ciò che veramente conta nel film, e godetevelo così per come è realmente: un gran bel film degno del successo che ha raggiunto, un cult che è scoppiato forse troppo tardi dalla reale uscita nelle sale.
Consentitemi un ringraziamento speciale a Francesco Pannofino, una performance di una bravura che purtroppo il nostro italiano non consente di descrivere con un aggettivo ancora da inventare, si dovrà accontentare di superbo.
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molinari marco
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venerdì 29 luglio 2011
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un'abbuffata di ciliegine
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Vecchio vizio della commedia cinematografica (duro a morire) quello di strizzare l’occhio, ad intervalli regolari, alla musica rock. E questa volta tocca proprio all’Inghilterra nel periodo in cui tutto ha avuto inizio. E di certo non possiamo dire che siamo in presenza di un prodotto che vuole passare inosservato, dal momento che per far affondare una nave, e farne giungere in seguito una miriade in suo soccorso, qualche soldo bisogna pur spenderlo. Gran parte del film, infatti, si ambienta su una nave che ha deciso di battere bandiera indipendente, e sulla quale ha messo le tende una tribù di dee-jay assetati di rock che realizzano il loro sogno: trasmettere le loro canzoni preferite ventiquattro ore su ventiquattro.
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Vecchio vizio della commedia cinematografica (duro a morire) quello di strizzare l’occhio, ad intervalli regolari, alla musica rock. E questa volta tocca proprio all’Inghilterra nel periodo in cui tutto ha avuto inizio. E di certo non possiamo dire che siamo in presenza di un prodotto che vuole passare inosservato, dal momento che per far affondare una nave, e farne giungere in seguito una miriade in suo soccorso, qualche soldo bisogna pur spenderlo. Gran parte del film, infatti, si ambienta su una nave che ha deciso di battere bandiera indipendente, e sulla quale ha messo le tende una tribù di dee-jay assetati di rock che realizzano il loro sogno: trasmettere le loro canzoni preferite ventiquattro ore su ventiquattro. Il tutto nel pacifico Mare del Nord, mantenendosi così alla larga dalle rigide regole conservatrici che vigono nel suolo di Sua Maestà. E sarà proprio un Sir ( interpretato da un Kenneth Branagh in una versione hitleriana molto simile a quella di Bruno Ganz ne La caduta, almeno dal punto di vista figurativo) a mettere il bastone tra le ruote al messaggio di libertà che il rock vuole comunicare al mondo. Il risultato finale, tuttavia, non si può dire sensazionale. Ed è un peccato dal momento che gli ingredienti per poter sfornare un piccolo cult vi erano tutti, a partire da un valido cast e una colonna sonora a dir poco eccezionale (anche se proprio non si riesce a capire che fine abbiano fatto i Doors). In primo luogo, il mondo grigio e conservatore che ci viene mostrato in controcampo è limitato alla stanza in cui risiedono di volta in volta Sir Branagh e colleghi, con il risultato inevitabile di essere fornito con dei tocchi decisamente macchiettistici. Inoltre, l’espediente che ci viene fornito per dare il via alla narrazione (un teenager alla ricerca di suo padre) pare un po’ fuori luogo o, comunque, non viene ben sviluppato, tanto da rimane privo di alcun tipo di spessore. Anche il grido di libertà generazionale che vuole sfidare il rigido conservatorismo vigente all’epoca pare alquanto sottotono. Va bene che il sesso libero, disinibito, è uno dei piaceri più grandi che si possono ottenere nella vita, ma sposarsi solamente per andare sulla barca pirata in questione per fare sesso con il dj più figo lì presente, scaricando per lo scopo il legittimo consorte dopo solo diciassette ore di matrimonio non è che sia proprio il massimo del tono dissacratorio (o per lo meno rischia di far fare una pessima figura alla donna in questione). Restano gli splendidi costumi che fanno assaporare al massimo l’età d’oro messa in scena, e alcuni cliché tipici del genere, come il grido di battaglia “rock n’ roll” nel momento della disfatta. Ma il punto di forza assoluto del film è la piacevole sensazione che si ricava nel ricordare (o immaginare per chi non c’era) che vi è stato un tempo in cui la diffusione della musica era relegata ad un apparecchio che si prefiggeva più che altro di far chiudere gli occhi e sognare, regalando ai suoi fruitori emozioni fantastiche piuttosto che corpi seminudi e provocanti che non concedono alcun tipo di spazio all’immaginazione. I titoli di coda poi sono una vera e propria ciliegina sulla torta per tutti gli intenditori di musica rock, grazie alle copertine dei capolavori che hanno fatto la storia del genere che passano in rassegna sullo schermo ad una velocità vertiginosa ed estasiante. Gli ingredienti giusti e di qualità vi erano tutti, peccato per la torta uscita solo a metà.
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sergioleonefan
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domenica 27 marzo 2011
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si carino,ma...
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Tradimenti stile cinepanettone all'italiana con un finale banale,per il resto divertente e ben interpretato!
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lunetta
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venerdì 18 febbraio 2011
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altro cinema
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un film ambientato negli anni 60, nella troppo per bene inghilterra dell'epoca, ricchissimo di musica(favoloso periodo pop-rock), di personaggi "scapestrati", un gruppo di dj legati da un fortissimo amore per la libertà (in questo caso, libertà di far ascoltare a tutti la musica scelta senza controllo, e i commenti di qualche dj non propri ortodossi), Vivono e lavorano su una vecchia nave, e giorno e notte si alternano ai microfoni diffondendo nelle case dei giovani inglesi dell'epoca musica di ottima qualità intrecciata a commenti fuori dalle righe e spaccati di vita in comune. Come i compagni di un collegio, o di un parco giochi, si alternano in piccole e grandi rivalità, fino alla fine, davvero bella del film.
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un film ambientato negli anni 60, nella troppo per bene inghilterra dell'epoca, ricchissimo di musica(favoloso periodo pop-rock), di personaggi "scapestrati", un gruppo di dj legati da un fortissimo amore per la libertà (in questo caso, libertà di far ascoltare a tutti la musica scelta senza controllo, e i commenti di qualche dj non propri ortodossi), Vivono e lavorano su una vecchia nave, e giorno e notte si alternano ai microfoni diffondendo nelle case dei giovani inglesi dell'epoca musica di ottima qualità intrecciata a commenti fuori dalle righe e spaccati di vita in comune. Come i compagni di un collegio, o di un parco giochi, si alternano in piccole e grandi rivalità, fino alla fine, davvero bella del film....da vedere
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nalipa
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domenica 19 settembre 2010
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bellissimo
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Molto, molto, molto divertente.
Recitato benissimo, doppiato ancora meglio e... con la migliore musica di sempre.
Da vedere assolutamente.
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burton99
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venerdì 17 settembre 2010
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we love radio rock!!!!!!!!
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I love radio rock è un film capolavoro perché ha in sé tutto quello che si può volere da un film (sopratutto se a vederlo sono amanti della musica, la buona musica anni '60 e '70 a cui si accenna nei titoli di coda): la storia è bella e i temi (la libertà di pensiero in primis)intramontabili. Mescola momenti esilaranti a momenti quasi drammatici ma sopratutto...la colonna sonora è fantastica!
Insomma: I LOVE RADIO ROCK FOR EVER!!!!!!!!!!
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iltrombettista
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mercoledì 17 marzo 2010
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ottima la colonna sonora, lievemente meno il film.
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Vale sicuramente la pena di esser visto. Lascia qualcosa e soprattutto la voglia di ascoltare per intero le innumerevoli canzoni appena accennate dalla colonna sonora. Mi sarebbe piaciuto che ci fossero meno scene da "riempimento" e qualcosa in più legato alla psicologia dei personaggi, tutti fantastici e ben recitati. Immagino si possa vederlo in più chiavi, comica, satirica e forse anche qualcuno ci ha provato in chiave provocatoria; per me è un film gradevole e per il resto mi vengono in mente le parole di una canzone di Bennato: "sono solo canzonette...."
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hollygoli
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domenica 14 febbraio 2010
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nuova icona del free cinema inglese
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Arrivo fuori tempo massimo, ma a leggere i commenti di chi lo liquida con sufficienza non si può fare a meno di contribuire al ripristino della verità: questo è un signor film, un grande spettacolo, ottimamente congegnato e meravigliosamente recitato. Bisogna vederlo più e più volte per apprezzarlo appieno, aumentando il godimento ad ogni nuova visione. Al di là della rappresentazione volutamente "caotica" di una banda di anarchici rockettari, fumati e ca-doppia z-oni c'è una sceneggiatura che funziona come un orologio, in cui ogni sequenza è perfettamente funzionale allo sviluppo della storia collettiva e delle vicende individuali della miriade di personaggi a cui è impossibile non affezionarsi, tutti stupendamente tratteggiati, dai principali (il grande Bill Nighy, padrone signorilmente dandy della radio; il ragazzino spaesato - sintesi perfetta tra personaggio e spettatore - che sulla barca si "scaferà" progressivamente, la cui storia d'iniziazione sessuale, di agnizione e di maturazione fa da perno a tutte le altre; la variopinta cricca dei dj, ciascuno dei quali avrà il suo momento di gloria; il sublime Kenneth Branagh, perfetto nel ruolo di un'autorità tanto ridicola quanto odiosa al limite del disumano; il gigante Philiph Seymour Hoffman, autentica cifra del film, al quale, profeta della nuova religione, viene dato il mandato di pronunciare la benedizione finale) ai caratteristi di contorno (la cuoca lesbica, le ninfette della swing London, Emma Thompson in uno spettacolare cameo).
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Arrivo fuori tempo massimo, ma a leggere i commenti di chi lo liquida con sufficienza non si può fare a meno di contribuire al ripristino della verità: questo è un signor film, un grande spettacolo, ottimamente congegnato e meravigliosamente recitato. Bisogna vederlo più e più volte per apprezzarlo appieno, aumentando il godimento ad ogni nuova visione. Al di là della rappresentazione volutamente "caotica" di una banda di anarchici rockettari, fumati e ca-doppia z-oni c'è una sceneggiatura che funziona come un orologio, in cui ogni sequenza è perfettamente funzionale allo sviluppo della storia collettiva e delle vicende individuali della miriade di personaggi a cui è impossibile non affezionarsi, tutti stupendamente tratteggiati, dai principali (il grande Bill Nighy, padrone signorilmente dandy della radio; il ragazzino spaesato - sintesi perfetta tra personaggio e spettatore - che sulla barca si "scaferà" progressivamente, la cui storia d'iniziazione sessuale, di agnizione e di maturazione fa da perno a tutte le altre; la variopinta cricca dei dj, ciascuno dei quali avrà il suo momento di gloria; il sublime Kenneth Branagh, perfetto nel ruolo di un'autorità tanto ridicola quanto odiosa al limite del disumano; il gigante Philiph Seymour Hoffman, autentica cifra del film, al quale, profeta della nuova religione, viene dato il mandato di pronunciare la benedizione finale) ai caratteristi di contorno (la cuoca lesbica, le ninfette della swing London, Emma Thompson in uno spettacolare cameo). Un autentico film corale, genere nel quale gli inglesi sono maestri, che trova il colpo d'ala nel ripetuto riverbero di ogni singolo avvenimento della "boat", da cui si trasmette in diretta ventiquattr'ore su ventiquattro, nelle reazioni amplificate e collettive del pubblico, intimamente unito ai dj pirati ancorati in mezzo al mare del Nord attraverso i fili invisibili della musica, metafora di ogni emozione, sentimento, potere creativo e libertà espressiva incomprimibile con nessun mezzo: i rigidi funzionari governativi otterranno una vittoria di Pirro, in uno dei più commoventi ed entusiasmanti finali della storia del cinema.
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eddie1969
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mercoledì 27 gennaio 2010
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non mi è piaciuto
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Sono partito con l'idea che mi piacesse, vista la trama ed il genere, ma vedendolo mi è parso, purtroppo, "insignificante".
Questo nel senso di nessun sapore, nessun odore, nessun storia particolare: un po' di abbozzi, in varie direzioni, che poi si spengono senza avere percorso una vera strada.
Forse potrebbe piacere a chi ha vissuto quegli anni come ascoltatore di tale radio o, perlomeno per chi non ha vissuto in Inghilterra, con tale spirito.
Per me, invece, che non sono di quel periodo, non ha significato nulla del tipo "bei giorni andati di gioventù". Ecco queto, secondo me, poteva essere l'unico significato.
Mi dispiace perchè quando c'è la musica rock di mezzo di solito i film mi piacciono.
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Sono partito con l'idea che mi piacesse, vista la trama ed il genere, ma vedendolo mi è parso, purtroppo, "insignificante".
Questo nel senso di nessun sapore, nessun odore, nessun storia particolare: un po' di abbozzi, in varie direzioni, che poi si spengono senza avere percorso una vera strada.
Forse potrebbe piacere a chi ha vissuto quegli anni come ascoltatore di tale radio o, perlomeno per chi non ha vissuto in Inghilterra, con tale spirito.
Per me, invece, che non sono di quel periodo, non ha significato nulla del tipo "bei giorni andati di gioventù". Ecco queto, secondo me, poteva essere l'unico significato.
Mi dispiace perchè quando c'è la musica rock di mezzo di solito i film mi piacciono.
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