a.cesco
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martedì 12 gennaio 2010
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film ben fatto, ma insulso!
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Bellissima fotografia, bellissimi costumi, fantastiche scenografie e magnifica colonna sonora, ma film adolescenziale ed "illusionistico". Dico illusionistico perchè questo film affronta il tema della rivoluzione culturale degli anni '60/'70 mostrandone solamente i lati peggiori, quelli cioè di una vita fatta solo di sesso, droga e rock&roll e di lotta alle regole. Capisco che il film è una commedia provocatoria e non una biografia dettagliata, ma rimane una pessima lettura di quegli anni. Tristissima la scena in cui il Conte dice una parolaccia in radio: è volgare non tanto per il gesto in sè (che in sè, appunto, non deve scandalizzare), ma perchè è troppo facile fare audience dicendo parolacce e andando contro le regole.
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Bellissima fotografia, bellissimi costumi, fantastiche scenografie e magnifica colonna sonora, ma film adolescenziale ed "illusionistico". Dico illusionistico perchè questo film affronta il tema della rivoluzione culturale degli anni '60/'70 mostrandone solamente i lati peggiori, quelli cioè di una vita fatta solo di sesso, droga e rock&roll e di lotta alle regole. Capisco che il film è una commedia provocatoria e non una biografia dettagliata, ma rimane una pessima lettura di quegli anni. Tristissima la scena in cui il Conte dice una parolaccia in radio: è volgare non tanto per il gesto in sè (che in sè, appunto, non deve scandalizzare), ma perchè è troppo facile fare audience dicendo parolacce e andando contro le regole. E' molto più difficile essere un innovatore e fare audience rispettando le regole di buon senso, ma solo i migliori sono capaci di fare questo: i mediocri si rifanno agli altri trucchetti. Come pietra di paragone vi propongo il film Pleasantville, dove si affronta la stessa tematica (la rivoluzione culturale degli anni '60), dove compaiono numerosi riferimenti sessuali, parolacce e droghe, ma il tutto è confezionato con una poesia ed una eleganza che I love radio rock si sogna. Domanda provocatoria: preferireste un mondo in cui le ragazze si concedano a voi dopo 3 minuti che le avete conosciute, ma che giusto il tempo di trovare un preservativo e vi hanno già tradito con un altro uomo (vedi I love radio rock), o un mondo in cui è più difficile farsi accettare da una donna, ma una volta che si è riusciti in questa impresa, avere la possibilità di vivere una vita insieme (vedi Pleasantville)?
A me piace molto il rock anni '60/'70, ma ammetto di non essere un grande esperto: penso tuttavia che questo film incarni l'anima più triste del rock, quella che esalta la rabbia, il sesso e le droghe, ma senza un preciso perchè. A me piacciono molto artisti come Bruce Springsteen, Bob Dylan, (Bob Marley), Tracy Chapman, Neil Young, Leonard Cohen, i C.C.R., i Deep Purple, ecc.. tutti artisti che a mio parere sono il vero volto del rock di quegli anni (e non solo) perchè tutti loro provavano rabbia, ma la usavano per scrivere canzoni in favore dei diritti civili, non per spaccare una chitarra sul palco e/o mandare a quel paese chi gli stava sulle scatole (cose, queste ultime due, che affascinano anche me, davvero, ma che capisco essere delle illusioni, delle cose che in realtà non servono a nulla se non a far presa sulla gente, a emozionare il pubblico, ma nulla di più). Artisti famosi anche per le loro storie legate agli abusi di sesso e droghe, ma che penso quasi tutti siamo disposti a tralasciare in considerazione dell'impegno civile e sociale che hanno messo nelle loro musiche, oltre che per la bellezza delle loro melodie.
Io ringrazio gli anni '60 per tante cose, ma non certo per quelle evocate in I love radio rock.
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cantastorie
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sabato 2 gennaio 2010
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bisogna sempre accordarsi per tre uova
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Quando si lavora con passione, con chi ti va a genio - più o meno - si crea un ambiente di libertà e concordia. Se poi si è in un ambiente isolato la libertà appare totale: l'isolamento cancella le regole vedere, ti fa vivere a braccetto nei sogni. Come un trip di acidi tutto positivo, the Boat that Rocked trasferisce la sensazione di benessere allo spettatore. Del resto Curtis stesso ha riferito che talvolta ci si dimenticava d'essere su di un set cinematografico e tutti credevano di essere tornati nei '60.
Non è solo per la musica che torna a galla: i colori stravolgono, i dialoghi fanno stramazzare dalle risate o sorridere con imbarazzo (stiamo parlando sempre di umorismo inglese!).
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Quando si lavora con passione, con chi ti va a genio - più o meno - si crea un ambiente di libertà e concordia. Se poi si è in un ambiente isolato la libertà appare totale: l'isolamento cancella le regole vedere, ti fa vivere a braccetto nei sogni. Come un trip di acidi tutto positivo, the Boat that Rocked trasferisce la sensazione di benessere allo spettatore. Del resto Curtis stesso ha riferito che talvolta ci si dimenticava d'essere su di un set cinematografico e tutti credevano di essere tornati nei '60.
Non è solo per la musica che torna a galla: i colori stravolgono, i dialoghi fanno stramazzare dalle risate o sorridere con imbarazzo (stiamo parlando sempre di umorismo inglese!).. nasce dal contesto una complicità del tutto particolare. Siamo tutti parte di quella barca, siamo tutti ascoltatori di quella radio.
La regia non è eccezionale, ok. I personaggi ricalcano chiaramente grandi della musica e quindi niente di nuovo, ok. Non voglio accusare di poca sensibilità chi ha ritenuto il film banale e superficiale o un incitamento alla pirateria musicale o al sesso senza freni e alle droghe pesanti.
Del resto non può piacere a tutti.
Ma vogliamo parlare di Rhys Ifans? Completa rivelazione, per chi non ne fosse rimasto affascinato già in Notting Hill . O Philip Seymour Hoffman assolutamente incantevole, tanto quanto lo è stato in Truman Capote .
Allora menzionerò le scene eliminate: andatevi a cercare The Meaning of Life e Radio Sunshine.
Lo so che non è proprio corretto usare una parola del genere in una serissima critica cinematografica, ma devo dirlo: è puro fomento. La musica, i personaggi, i colori, il clima, le battute, le scene eliminate e tutti quei minuti spunti per l'immaginazione, quelli che aprono le porte alla nostra fantasia di spettatori del 2009: una ricetta favolosa per due ore e dieci di vera goduria.
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rage and love
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martedì 22 dicembre 2009
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*-*
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Grandissimo questo film, lo voglio rivedere! Peace and Love, gente!
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vittorio
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mercoledì 9 dicembre 2009
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banale!!
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Amo il rock e ero curiosissimo di vedere questo film...risultato? Banale, con delle macchiette che sostituiscono i personaggi...una storia decisamente sopravvalutato...
Mi aspettavo molto di più!
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pilotti
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domenica 6 dicembre 2009
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emmobbasta però
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Un film indubbiamente divertente, ma che poteva esaurirsi in metà del tempo (e il doppio dell'efficacia).
Le trovate da bassa commediola, il ritmo sostenuto e i toni praticamente sempre sopra le righe, dall'inizio alla fine, rendono a conti fatti il film digeribile a fatica.
E' un peccato, perchè trovate anche molto divertenti si perdono in un continuo ripetersi dei soliti stilemi della commedia che si fonde con il videoclip musicale -il montaggio frenetico con lo schermo diviso ha un pò fatto il suo tempo, no?- in un cumulo che alla lunga stanca.
A che pro far vedere per la centesima volta la reazione dei fan scatenati all'ascolto della radio? Una volta va bene, due, al massimo tre. Poi basta, davvero.
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Un film indubbiamente divertente, ma che poteva esaurirsi in metà del tempo (e il doppio dell'efficacia).
Le trovate da bassa commediola, il ritmo sostenuto e i toni praticamente sempre sopra le righe, dall'inizio alla fine, rendono a conti fatti il film digeribile a fatica.
E' un peccato, perchè trovate anche molto divertenti si perdono in un continuo ripetersi dei soliti stilemi della commedia che si fonde con il videoclip musicale -il montaggio frenetico con lo schermo diviso ha un pò fatto il suo tempo, no?- in un cumulo che alla lunga stanca.
A che pro far vedere per la centesima volta la reazione dei fan scatenati all'ascolto della radio? Una volta va bene, due, al massimo tre. Poi basta, davvero.
E insistere più e più volte sulla risata facile (il nome del giovane e solerte funzionario statale, la lesbica che fa ridere perchè è una lesbica, il tardo che fa ridere perchè è un tardo...) ad un certo punto fa spegnere la risata. Gradualmente: rido, ridacchio, sorrido, sbuffo. Perchè arriva il momento che mi rendo conto di quanto sia facile e stanca quella risata.
Ok, mi hai fatto ridere, emmobbasta però. Adesso dammi qualcosa di nuovo, qualcosa che non mi aspetto. Dammi una storia, per esempio, una trama.
Oppure non darmela (il vago tentativo di infilarci la vicenda del giovane alla ricerca del padre, del tutto inutile e inconsistente, o certe minitrame tipo il duello tra i due dj, lascia ancora di più l'impressione di abbozzo malriuscito) ma allora dammi gag sempre più divertenti, stupiscimi, non ripeterti.
E invece.
Ripeto, il film fa anche il suo dovere: è leggero e diverte, e la rassegna musicale spacca.
Ma il troppo ripetuto ammiccare a un pubblico "yeah", facendo leva -anche qui- solo su musica fica e sulla morale della ribellione trendy, a tratti pare rivelare una coloratissima mancanza di idee.
Ne viene un film molto più pop che rock, molto più furbetto che intelligente, molto più naif che trasgressivo.
Fa venir voglia di andar per mare e di ascoltare musica.
Tre stelline giusto per questo.
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luke84
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mercoledì 25 novembre 2009
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rock & roll!
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liuk©
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martedì 24 novembre 2009
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cult
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Film strepitoso. Niente da aggiungere alla recensione ufficiale. Da vedere assolutamente!
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gabriella
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giovedì 19 novembre 2009
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l'era del vinile
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Scapigliato , scapestrato e impeccabilmente trasandato, un viaggio musicale nei mitici anni 60, questo il film di Curtis. In un' Inghilterra al tempo delle radio pirata, dove si trasmetteva musica non stop, aria di rivolta, di cambiamento sociale, generazionale, la radio costituiva veramente una grande risorsa, i dischi costavano, non tutti potevano permetterseli, cosa di meglio che ascoltarla per radio? E nel Mare del Nord un ex peschereccio trasmette musica rock a tutte le ore del giorno, il suo equipaggio , una macedonia di personaggi più o meno eccentrici, il tutto innaffiato da humor, sesso droga e naturalmente uno scatenato rock and roll. Il Conte, uno splendido Philip Seymour Hoffman, che smesso i panni di Padre Flynn, entra in quelli di un DJ made in Usa, il timoniere della nave, che però poi entra in contrasto con Kevin e qui farà seguito una divertente scena sul pennone della nave, dove i due finiranno malconci ma ritorneranno amici.
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Scapigliato , scapestrato e impeccabilmente trasandato, un viaggio musicale nei mitici anni 60, questo il film di Curtis. In un' Inghilterra al tempo delle radio pirata, dove si trasmetteva musica non stop, aria di rivolta, di cambiamento sociale, generazionale, la radio costituiva veramente una grande risorsa, i dischi costavano, non tutti potevano permetterseli, cosa di meglio che ascoltarla per radio? E nel Mare del Nord un ex peschereccio trasmette musica rock a tutte le ore del giorno, il suo equipaggio , una macedonia di personaggi più o meno eccentrici, il tutto innaffiato da humor, sesso droga e naturalmente uno scatenato rock and roll. Il Conte, uno splendido Philip Seymour Hoffman, che smesso i panni di Padre Flynn, entra in quelli di un DJ made in Usa, il timoniere della nave, che però poi entra in contrasto con Kevin e qui farà seguito una divertente scena sul pennone della nave, dove i due finiranno malconci ma ritorneranno amici. Il giovane Carl, che espulso dalla scuola viene ospitato nella nave dal suo patrigno, inizierà una fantastica avventura e perderà anche la sua innocenza, non senza qualche intoppo. Dall'altra parte della barricata, il grigio delle istituzioni ben rappresentate dallo sguardo gelido di Kenneth Branagh, dai suoi vestiti perfettamente grigi e stirati e dai suoi capelli, grigi e schiacciati sulla testa,il quale, contrario a qualsiasi idea di rinnovamento, vuole sopprimere l'invasione delle radio pirate.Seguirà una battaglia a suon di musica, e anche se la vincerà il severo e antipatico ministro british, lo squarcio generazionale è solo all'inizio e la musica di quegli anni si trasmette e si ascolta anche adesso.
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ultimoboyscout
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domenica 15 novembre 2009
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piaciuto piaciuto!!!
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Facce inglesi humour inglese stili ed atmosfere inglesi...poche parole per un film imperdibile assolutamente da guardare!! Poi che dirvi io sono di parte...adoro Philip Seymour Hoffman!!
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orobi
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mercoledì 11 novembre 2009
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macchiette e stereotipi in barca.
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La mia voce fuori dal coro per questo film: un po' troppo stereotipate le figure dei DJ. Non tutte ovviamente, ma il tipo "figo" che viene a salvare gli ascolti (quello che fa sentire la zip dei pantaloni attraverso il microfono) e' stata la goccia che mi ha fatto davvero cadere le braccia. Gia' la scena del preservativo e della ragazza, davvero stupida, abbastanza inutile ai fini del film e' stata sin troppo lunga, ma poi ci si son messe le bizze tra il DJ americano e appunto il nuovo arrivato che han portato all'altra assurda scena del ponte e dell'albero della nave. Senza dimenticare la figura interpretata da Kenneth Branagh... davvero non sapevo cosa pensare: mi sembrava il cattivo di un film di Walt Disney.
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La mia voce fuori dal coro per questo film: un po' troppo stereotipate le figure dei DJ. Non tutte ovviamente, ma il tipo "figo" che viene a salvare gli ascolti (quello che fa sentire la zip dei pantaloni attraverso il microfono) e' stata la goccia che mi ha fatto davvero cadere le braccia. Gia' la scena del preservativo e della ragazza, davvero stupida, abbastanza inutile ai fini del film e' stata sin troppo lunga, ma poi ci si son messe le bizze tra il DJ americano e appunto il nuovo arrivato che han portato all'altra assurda scena del ponte e dell'albero della nave. Senza dimenticare la figura interpretata da Kenneth Branagh... davvero non sapevo cosa pensare: mi sembrava il cattivo di un film di Walt Disney... D'accordo il voler dissacrare le atmosfere "bigotte" dell'epoca, ma mi domando dove gli autori volessero andare a parare.
Salvo invece il clima "corale" di tutto il film, e le prove di tutti gli attori, in definitiva molto bravi (soprattutto lo stiloso Bill Nighy) ma purtroppo "intrappolati" in vere e proprie "macchiette", un po' troppo didascaliche. Ripeto, qualche lungaggine in meno e un po' piu' di musica e forse l'avrei apprezzato maggiormente.
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