Wendy and Lucy

«Wendy e Lucy», l'America perduta

Un western della Grande Depressione, una versione riuscita e molto più radicale di Into the Wild, John Steinbeck e Gus Van Sant (solo asciuttissimo, ridotto all'osso), un film su una ragazza e un cane che è anche un ritratto lucidissimo di crisi economica, diseguaglianza sociale e solitudine. È Wendy and Lucy, il nuovo lavoro della newyorkese trapiantata (a intermittenza) a Portland, Kelly Reichardt, presentato nella sezione Un Certain Regard. Prodotto, come il suo film precedente, Old Joy, da Todd Haynes, e anche questo girato in Oregon, Wendy and Lucy evoca il lirismo del paesaggio (urbano e non), la narrativa libera, i silenzi, i vuoti e certa reticenza dello sguardo con cui ormai si identifica il gruppo di autori Usa controtendenza, cui appartengono Haynes, Reichardt e il newyorkese Larry Fessenden (attore e produttore esecutivo) e per certi versi lo stesso Van Sant che da Portland ha sempre lavorato. [...]

di Giulia D'Agnolo Vallan, articolo completo (3252 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 24 maggio 2008