alessandra
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martedì 1 aprile 2008
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una splendida trasposizione
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Per la prima volta la trasposizione cinematografia commuove come il libro che l'ha preceduta. L'ambientazione e' praticamente perfetta e seppure alcune scene che appaiono nel libro non sono state riversate nel film, cio' non toglie scorrevolezza e comprensione a questa pellicola.
Rabbia, dolore, compassione, dolcezza.. il volo degli aquiloni come allegoria dell'animo e dei sentimenti umani,splendido fino all'ultima scena.
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paola
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martedì 1 aprile 2008
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gli aquiloni possono ancora volare
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Di questo film cosa si può dire? E' un capolavoro.Io non ho le competenze per fare un commento tecnico ma da amante del cinema posso dire che è uno dei migliori film che abbia mai visto. uscendo dalla sala continuavo a provare la sensazione di aver preso un pugno nello stomaco. E' un film che sa arrivare a coloro che siedono nelle poltrone davanti allo schermo, li sa coinvolgere. in alcuni momenti ho sperato di poter essere con Amir e Hassan sotto la pianta di melograno a leggere storie oppure di rincorrere insieme a loro un aquilone. A mio parere il protagonista morale del film è Hassan, magnifico esempio di lealtà, amicizia e coraggio. tre qualità che almeno all'inizio mancano ad Amir. Quello che è successo nel vicolo dopo la gara di aquiloni resterà per sempre nella mente di Amir oltre al rimorso per non aver reagito, per essere scappato di fronte allo scempio che si stava compiendo nei confronti del suo miglior amico.
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Di questo film cosa si può dire? E' un capolavoro.Io non ho le competenze per fare un commento tecnico ma da amante del cinema posso dire che è uno dei migliori film che abbia mai visto. uscendo dalla sala continuavo a provare la sensazione di aver preso un pugno nello stomaco. E' un film che sa arrivare a coloro che siedono nelle poltrone davanti allo schermo, li sa coinvolgere. in alcuni momenti ho sperato di poter essere con Amir e Hassan sotto la pianta di melograno a leggere storie oppure di rincorrere insieme a loro un aquilone. A mio parere il protagonista morale del film è Hassan, magnifico esempio di lealtà, amicizia e coraggio. tre qualità che almeno all'inizio mancano ad Amir. Quello che è successo nel vicolo dopo la gara di aquiloni resterà per sempre nella mente di Amir oltre al rimorso per non aver reagito, per essere scappato di fronte allo scempio che si stava compiendo nei confronti del suo miglior amico.
la telefonata che giunge ad Amir è davvero l'opportunità per essere di nuovo buono. Ciò che lui fa per Sorab è la prova del fatto che è cresciuto e ora sa reagire. Le parole di suo padre "Un ragazzo che non sa difendere se stesso diventerà un uomo che non sa difendere niente" vengono smentite. La frase che colpisce forse maggiormente è "per te un milione di volte". Questa frase sa essere un filo che unisce passato e presente, unisce Hassan, suo figlio ed Amir. Un ruolo molto positivo anche se marginale è quello dell'uomo che dal Pakistan telefona ad Amir dicendogli di tornare a Kabul. Ques'uomo è l'unico che nell'infanzia di Amir ha sempre creduto in lui. per concludere direi che questo film racconta una splendida storia di amicizia che è più forte di ogni regime, di ogni violenza e di ogni oppressione. Una storia che sottolinea come i veri valori resistano a tutto, da cui ognuno di noi dovrebbe imparare.
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angela
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martedì 1 aprile 2008
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peccato aver letto il libro
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Avrei voluto non aver letto il libro..e poter godere in pieno delle emozioni che, comunque, questa pellicola trasmette.
La storia e' bellissima, tragica, poetica e la notevole fedelta' al testo non ha potuto che produrre un discreto film.
Tuttavia racchiudere in due ore tutte le sensazioni, tutti i profumi e i colori, il sentimento profondo che lega i due piccoli protagonisti, in particolare l'Amore Assoluto di Hassan per Amir non e' stato possibile.
Francamente, forse, ci si dilunga un po' troppo sulla parte americana della vita del protagonista , mentre invece si sorvola su quella violenta e tormentata del ritorno in Afghanistan, in cui Amir cerca l'espiazione di una colpa mai dimenticata ma che, anzi, appare ancora piu' pesante quando gli si pone di fronte la verita' sulla sua famiglia, scoperta quando ormai pare troppo tardi per tutto.
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bacchiolonzo
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martedì 1 aprile 2008
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un capolavoro!!!
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Questi sono i film che valgono la pena di andarli a vedere al cinema!! é un film che ti tocca il cuore e ti apre gli occhi! Che il film è lento un pò è vero...ma ragazzi stiamo parlando di un film privo d'azione che racconta quello che realmente succede o era successo in passato! e' un film che racconta la realtà e non stupidaggini come Matrix o Natale in crociera!
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monica refe
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lunedì 31 marzo 2008
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onore dignità rispetto dell'essere umano
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Molto aderente al libro, sebbene più soft in alcune scene forti, crude il film restituisce al testo originario la sua liricità ed i valori nobili quali quelli tra un padre ed un figlio, tra due amici, tra due etnìe. Toccante, commovente, etico come già si poteva prevedere e come solo il grande schermo è in grado di amplificare!
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tak58
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lunedì 31 marzo 2008
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da vedere certamente !!!
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E' IL FILM CHE TUTTI I LETTORI DEL LIBRO OMONIMO VOGLIONO VEDERE E, SECONDO ME,ANCHE SE NON TUTTO CORRISPONDE, L'ANIMA DEL FILM RIPORTA PERFETTAMENTE L'ANIMA DEL ROMANZO TRASMETTENDO LE STESSE EMOZIONI. CONSIGLIO DI VEDERLO IN CINEMA TRADIZIONALI (MONOSALE) E NON NEI MULTIPLEX. L'INTIMITA' ED UN PUBBLICO SELEZIONATO SARANNO DI OTTIMA CORNICE PER APPREZZARE QUESTA OPERA LONTANO DAI POP CORN E DAI CONFUSIONARI. UN SALUTO.
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sandra
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lunedì 31 marzo 2008
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vale la pena di vederlo
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questi film che parlano e basta dovrebbero sempre essere incoraggiati e visti comunque se ne possa pensare - la liberta' di poterli vedere è impagabili- peccato che non siano visibili ovunque e per tutte le lingue / stati / religioni...............
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giulia
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lunedì 31 marzo 2008
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il privilegio di essere occidentali
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Non dev'essere facile ricavare una pellicola da uno dei più grandi successi letterari degli ultimi anni. Il peso dell'eredità è forte, e il regista Marc Forster se ne fa capo diligentemente. Fatta questa piccola, ma doverosa, premessa non resta che recensire uno dei più attesi film dell'anno, merito, ripetiamo, del forte eco del successo planetario del romanzo di Khaled Hosseini, una commovente e sorprendente storia di amicizia. Essendo gli spettatori già stati in gran parte lettori dello splendido romanzo, sapranno bene quanto le pagine di Hosseini trasudino forti emozioni ad ogni sillaba, quanto la storia appassioni ad ogni voltata di pagina. Perciò non rimproveriamo il regista se in alcune parti risulta carente di emotività e ricordiamoci sempre il pesante fardello dell'autorità letteraria che incombe sopra la pellicola.
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Non dev'essere facile ricavare una pellicola da uno dei più grandi successi letterari degli ultimi anni. Il peso dell'eredità è forte, e il regista Marc Forster se ne fa capo diligentemente. Fatta questa piccola, ma doverosa, premessa non resta che recensire uno dei più attesi film dell'anno, merito, ripetiamo, del forte eco del successo planetario del romanzo di Khaled Hosseini, una commovente e sorprendente storia di amicizia. Essendo gli spettatori già stati in gran parte lettori dello splendido romanzo, sapranno bene quanto le pagine di Hosseini trasudino forti emozioni ad ogni sillaba, quanto la storia appassioni ad ogni voltata di pagina. Perciò non rimproveriamo il regista se in alcune parti risulta carente di emotività e ricordiamoci sempre il pesante fardello dell'autorità letteraria che incombe sopra la pellicola. Ma allo stesso modo, anche se con linguaggio diverso, Forster trascina sensazioni e sentimenti sul grande schermo, servendosi di un grande e originale cast arabo e di una fedeltà quasi assoluta al libro, riportandone perfino le battute nei dialoghi. I paesaggi sono ben riproposti, i richiami alle usanze e tradizioni della civiltà musulmana sono un costante sottofondo, l'intricata storia dei due amici e il loro cammino verso l'età adultà sono ben narrati. Cosa chiedere di più, quando si proviene da un successo letterario? Fedeltà ed emozioni all'altezza dell'opera magna. Forster ci è riuscito.
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silvia
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lunedì 31 marzo 2008
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semplicemente meraviglioso
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Premetto che non ho letto il libro anche se ho ascoltato sempre i commenti più che favorevoli da chi invece l'ha letto.. semplicemente meraviglioso, sia per la storia ma soprattutto per le immagini, la fotografia, le riprese molto affascinanti, dona emozioni forti, vieni completamente catturato dall'ambientazione.Sconvolgente il fatto che sia stato girato in Cina..Complimenti allo scrittore e al regista.
Andatelo a vedere, merita!
Silvia
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andrea
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lunedì 31 marzo 2008
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gli aquiloni volano alto, ma non troppo
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Due ragazzi sono legati da una forte amicizia nella Kabul anni Settanta, e partecipano a delle grandi gare con gli aquiloni. Amir è il figlio di un ricco afgano, Hassan è il figlio del suo servo. Il primo faticherà a sopportare il rapporto di passiva "inferiorità" da parte del suo amico, e colpito dal senso di colpa - che però non viene reso benissimo - farà in modo che lasci la sua casa. Trent'anni dopo, gli aquiloni non volano più su Kabul, gli alberi in città sono stati spezzati, e Amir, emigrato negli Stati Uniti, scopre che Hassan, ormai ucciso dai talebani, era suo fratello. C'è un solo modo per redimersi: recuperare il figlio dell'amico, prigioniero di un vecchio nemico della sua infanzia.
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Due ragazzi sono legati da una forte amicizia nella Kabul anni Settanta, e partecipano a delle grandi gare con gli aquiloni. Amir è il figlio di un ricco afgano, Hassan è il figlio del suo servo. Il primo faticherà a sopportare il rapporto di passiva "inferiorità" da parte del suo amico, e colpito dal senso di colpa - che però non viene reso benissimo - farà in modo che lasci la sua casa. Trent'anni dopo, gli aquiloni non volano più su Kabul, gli alberi in città sono stati spezzati, e Amir, emigrato negli Stati Uniti, scopre che Hassan, ormai ucciso dai talebani, era suo fratello. C'è un solo modo per redimersi: recuperare il figlio dell'amico, prigioniero di un vecchio nemico della sua infanzia. La regia di Foster è apprezzabile, non c'è sicuramente un grosso intervento autoriale, ma della pellicola si apprezza in particolare l'aver evitato scivolate nel patetismo, rischio che è sempre in agguato in storie toccanti come questa. E' un film che emoziona in modo alternato, ma durante la visione ci si interroga se non sarebbe stato possibile fare di più. Risposta: assolutamente sì. Una trama così bella nelle mani di un altro regista sarebbe diventata qualcosa di molto più empatico. Perché è questo il difetto de "Il cacciatore di aquiloni": non tutte le sequenze hanno una sufficiente empatia, o almeno, non quanto ci si aspetterebbe. Ecco perché si parla di "libro migliore del film", continuando a non capire la diversità dei linguaggi, e il fatto che ai registi si richiedono "fotocopie in celluloide" dei romanzi, anziché cercare di utilizzare le potenzialità specifiche del cinema (che la letteratura non ha, così come il cinema non possiede le stesse della letteratura) e sfruttarle. Perché non si vuol capire che ci sono cose che le parole non possono dare, e perché i registi di oggi non sfruttano questa capacità del cinema, cercando soltanto una fedeltà meramente narrativa col testo letterario? Beh, non tutti i registi purtroppo sono Visconti, e non tutte le trasposizioni sono "Morte a Venezia". Quindi, in un panorama cinematografico pressoché catastrofico, applaudiamo il film di Foster come un discreto prodotto del quale non ci si dovrebbe troppo lamentare, e grazie al quale si dovrebbe riflettere su temi universali - non trattati in modo banale - quali il razzismo e il fanatismo religioso, e tutto il male che possono produrre. Durante la lapidazione della donna, ci si chiede: "Il mondo non sarebbe migliore senza le religioni?". Per finire, una curiosità personale: uno spettatore accanto a me, al termine della proiezione, ha detto: "Niente male, ma un po' lento...". Avete capito, non era abbastanza "veloce" per lui. Non sapevo che i film fossero diventati corse automobilistiche. La prossima volta, se vedo un film "lento", evito di portarmi il casco. E ci credo che si finisce per dire che film come questi sono lenti, se dalla mattina alla sera si viene bombardati da una serie di immagini televisive e videoludiche vuote e velocissime! A chi va dicendo che questo film è lento, consiglio di andare a fare una partita… non con la playstation, ma con gli aquiloni.
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