Avrei voluto non aver letto il libro..e poter godere in pieno delle emozioni che, comunque, questa pellicola trasmette.
La storia e' bellissima, tragica, poetica e la notevole fedelta' al testo non ha potuto che produrre un discreto film.
Tuttavia racchiudere in due ore tutte le sensazioni, tutti i profumi e i colori, il sentimento profondo che lega i due piccoli protagonisti, in particolare l'Amore Assoluto di Hassan per Amir non e' stato possibile.
Francamente, forse, ci si dilunga un po' troppo sulla parte americana della vita del protagonista , mentre invece si sorvola su quella violenta e tormentata del ritorno in Afghanistan, in cui Amir cerca l'espiazione di una colpa mai dimenticata ma che, anzi, appare ancora piu' pesante quando gli si pone di fronte la verita' sulla sua famiglia, scoperta quando ormai pare troppo tardi per tutto.
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andrea
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martedì 1 aprile 2008
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sempre questo discorso quantitativo...
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Sono d'accordo sul fatto che questo film sia dignitoso ma non eccezionale, ma vorrei fare un appunto. Si dà la colpa del non aver reso quel che il libro rende alla durata del film. Perché si fa questo discorso meramente quantitativo? Da quando l'arte si giudica in base alla quantità? La Gioconda vale meno di un altro quadro perché è più "piccolo"? Secondo me andrebbe fatto un discorso qualitativo, invece. I lettori del romanzi da cui vengono tratti dei film si aspettano nient'altro che un "riassuntino" del libro, e si sbagliano. Il cinema ha con la letteratura in comune solo il piano narrativo, ma si ignora l'aspetto figurativo, cioè quello essenziale del cinema. Un film tratto da un libro non lo deve riassumere, non lo deve "fotocopiare", ma deve sfruttare le capacità specifiche che il cinema ha, cioè i suoni e le immagini.
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Sono d'accordo sul fatto che questo film sia dignitoso ma non eccezionale, ma vorrei fare un appunto. Si dà la colpa del non aver reso quel che il libro rende alla durata del film. Perché si fa questo discorso meramente quantitativo? Da quando l'arte si giudica in base alla quantità? La Gioconda vale meno di un altro quadro perché è più "piccolo"? Secondo me andrebbe fatto un discorso qualitativo, invece. I lettori del romanzi da cui vengono tratti dei film si aspettano nient'altro che un "riassuntino" del libro, e si sbagliano. Il cinema ha con la letteratura in comune solo il piano narrativo, ma si ignora l'aspetto figurativo, cioè quello essenziale del cinema. Un film tratto da un libro non lo deve riassumere, non lo deve "fotocopiare", ma deve sfruttare le capacità specifiche che il cinema ha, cioè i suoni e le immagini. Se il film non è eccelso, non prendiamocela con la durata, ma prendiamocela col regista, che non ha saputo sfruttare al massimo le potenzialità del cinema.
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andrea
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martedì 1 aprile 2008
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sempre questo discorso quantitativo (2)
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Quindi, non giudichiamo i film tratti da opere letterarie in base a "quanto del libro sono riusciti ad infilare in 2 ore", ma in base a COME il regista ha saputo tradurre il romanzo in un linguaggio DIFFERENTE, che non sarà prolisso come quello letterario, ma ha ben altre caratteristiche. Ci sono cose che le parole non possono dire, e che il cinema, essendo non-verbale, potrebbe... e Marc Forster questo aspetto non l'ha sfruttato al massimo
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angela
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mercoledì 2 aprile 2008
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nn parlavo di quantita'
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veramente devo essermi espressa male.. il mio riferimento alla durata del film era solo per spiegare che mi aspettavo potessero essere ''sorvolate '' parti del libro che invece sono state approfondite.. quali, appunto, la vita di Amir negli stati uniti, mentre, nel contesto del film mi sarebbe sembrato piu' importante rendere piu' spazio al rapporto dei due bambini o al dramma di kabul..
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andrea
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mercoledì 2 aprile 2008
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per angela
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Allora ho capito. Pensavo che tu facessi il solito discorso riguardo al fatto che il film sia un riassuntino del libro. Se si vuole, si può fare anche un film di tre ore e mezzo in cui "infilare" tutto il romanzo, ma questo mi sembrerebbe assurdo, perché quando si trasformano i libri in film, non ci si deve preoccupare di riassumerli, ma di tradurre in un altro, diverso, linguaggio il tutto. Certo, sarebbe stato più opportuno dare spazio a delle parti anziché ad altre, ma questa è una scelta (in questo caso sbagliata) del regista.
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