Radio America

Robert Altman, ha superato gli 80 anni, firma il suo ennesimo affresco americano, corale e variopinto - A PRAIRIE HOME COMPANION - quì in Italia adattato come RADIO AMERICA, forse come parallelo del suo famosissimo AMERICA OGGI che a sua volta si chiamava diversamente (SHORT CUTS, gioco di parole fra "scorciatoie" e il termine tecnico cinematografico riferito ai tagli "cuts" del montaggio breve e alternato). Pullulante di segreti più o meno tristi e grandi e piccole storie, l'America che ci mostra Bob Altman (si legge "olman", non "ALTman come si ostinano molti italiani ed europei da circa 30 anni) è quella che non si vede molto di rado nei film d'oggi: in fondo chi è che ascolta più la musica country se non gli stati del Midwest dimenticati dalla Hollywood odierna? E allora viene in mente il recente film biografico su Johnny Cash leggenda del country e della musica popolare statunitense in genere WALK THE LINE - QUANDO L'AMORE BRUCIA L'ANIMA. RADIO AMERICA quindi potrà suonare a molti di noi europei inconsistente in quanto parla di cose che proprio neanche sforzandoci riusciremo mai a capire e sentire nostrequanto farebbe un vero americano del Midwest. Quasi documentario, come lo era il suo ultimo film a metà fra fiction e veritè THE COMPANY,che si incentrava sull'analisi delle vite dei ballerini della compagnia di balletto Geoffrey Ballet realmente esistente, A PRAIRIE HOME COMPANION usa grandi attori (Meryl Streep, Lili Tomlin, Tommy Lee Jones, Kevin Kline, John C. Reilly e Woody Harrelson) per raccontare come si svolge il programma radiofonico dal vivo che và in onda davvero da tantissimi anni e che però, al contrario di quello che accade nel film, è tutt'ora vivo. Nella parte più di fiction del film abbiamo il "tagliatore di teste" Tommy Lee Jones (ex-Maninblack ormai incatenato a tale ruolo), che appunto arriva davanti al teatro dove sempre si esibisce per la radio la orchestra familiare e vitale della Casa nella prateria, simbolo folk-country appunto - non mancano i cowboy in coppia, che ricordano vagamente i due innamorati del melò sull'America puritana BROKEBACK MOUNTAIN - deciso a far chiudere i battenti alla grande famiglia di musicisti e cantanti per sostituirla con un parcheggio. Ma il tagliatore di teste assomiglia tanto a uno degli spietati produttori cinematografici di Hollywood, vestito di nero e che giunge in una macchina nera e che si gode l'ultimo spettacolo ("The last show which must go on") dall'interno di un piccolo palco ermeticamente invetrato, che lo protegge dal resto del mondo, come il nano-produttore sinistro e glaciale del lynchano MULHOLLAND DRIVE. C'è poi una donna angelo vestita in un impermeabile bianco, ma in realtà non è altro che La Morte, che fa da consigliera un po' a tutti e poi uccide spietatamente senza che però ci venga mostrato il momento truce. Altman da un po' di tempo, in particolare con questi due ultimi film, ci ha abituato a pellicole di alto intrattenimento che sfoggiano il suo ormai proverbiale talento nel gestire una miriade di situazioni e personaggi simulteanei, ma al di là di questo non c'è mai un vero coinvolgimento del pubblico ad un livello di contenuti o di riflessioni socio-politiche come invece accadeva prima davanti ai suoi film. Ma poco importa, perchè RADIO AMERICA è un circo musicale a cui fa piacere assistere per assaporare qualcosa che in effetti sembra davvero sempre più difficile trovare intatto in un'America che è sempre più industriale e anti-analogica.