greatsteven
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giovedì 29 giugno 2017
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il crepuscolo d'una compagnia al ritmo del country
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RADIO AMERICA (USA, 2006) diretto da ROBERT ALTMAN. Interpretato da WOODY HARRELSON, TOMMY LEE JONES, GARRISON KEILLOR, KEVIN KLINE, LINDSAY LOHAN, VIRGINIA MADSEN, JOHN C. REILLY, MAYA RUDOLPH, MERYL STREEP, LILY TOMLIN
Una piccola stazione radio del Minnesota, denominata La voce amica della prateria, trasmette da almeno un quarantennio sempre l’identico spettacolo, seguito calorosamente da un pubblico cordiale che non si stanca di ripagare gli artisti con una sincera ammirazione. I protagonisti dello show sono veterani dell’arte radiofonica e, ormai invecchiati, hanno sviluppato un’umanità e un talento espressivo che li ha trasformati in pietre miliari degli sketch divertenti ed esuberanti coi quali sbarcano il lunario e si concedono una scampagnata immaginaria fra le risate degli ascoltatori.
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RADIO AMERICA (USA, 2006) diretto da ROBERT ALTMAN. Interpretato da WOODY HARRELSON, TOMMY LEE JONES, GARRISON KEILLOR, KEVIN KLINE, LINDSAY LOHAN, VIRGINIA MADSEN, JOHN C. REILLY, MAYA RUDOLPH, MERYL STREEP, LILY TOMLIN
Una piccola stazione radio del Minnesota, denominata La voce amica della prateria, trasmette da almeno un quarantennio sempre l’identico spettacolo, seguito calorosamente da un pubblico cordiale che non si stanca di ripagare gli artisti con una sincera ammirazione. I protagonisti dello show sono veterani dell’arte radiofonica e, ormai invecchiati, hanno sviluppato un’umanità e un talento espressivo che li ha trasformati in pietre miliari degli sketch divertenti ed esuberanti coi quali sbarcano il lunario e si concedono una scampagnata immaginaria fra le risate degli ascoltatori. Ma un giorno una grossa multinazionale compra la stazione radiofonica, liquida tutto il personale, ordina la demolizione del teatro in cui lo show va in onda e architetta la costruzione di un parcheggio al posto della vecchia struttura. Consci della propria abilità e decisi a non andarsene senza un addio ben più che dignitoso, i cantanti imbastiranno un ultimo spettacolo col quale salutare tutti gli amici che hanno avuto la benevolenza e la simpatia di acclamarli in questi lunghissimi, e fiorenti, anni di attività. Storia corale raccontata da più prospettive, come già era successo 31 anni prima con Nashville (1975), con cui Altman firma il suo testamento artistico-spirituale: la sua ultima opera cinematografica riprende le origini del cinema stesso che, com’è noto, affonda le sue radici primordiali nella radio e nel teatro, e il suo magnifico film li fonde meravigliosamente spiegando, mediante i retroscena e i dietro le quinte, l’assorbimento che entrambi effettuano, dando vita alla settima arte. Un’arte che, in tutte le sue varie sfaccettature, i suoi esecutori praticano per il piacere di farla, senza badando al guadagno o a mete materialistiche. Messo dunque al bando l’edonismo, l’attenzione si concentra sui suoi piccoli personaggi: attori, cantanti, comici, umoristi, presentatori, musicisti e ballerini che si esibiscono con un piacere che, benché fine a sé stesso, non permette che l’autoreferenzialità rovini la magnificenza delle vicende portate a conoscenza del pubblico, desideroso di divorarle. Usando sistemi e metodi come il microfono, la voce musicale, le note, gli strumenti, l’orchestra, le battute, i talking, la conduzione di programmi e la ripresa tramite telecamere. Film di personaggi, e si vede: un cast stellare che mette in scena, una dopo l’altra (o meglio, insieme in uno stupendo coacervo collettivo), una serie di prove recitative di straordinario effetto, fra cui spiccano, nel reparto femminile: le Johnson Girls di M. Streep e L. Tomlin – sorelle la cui alchimia combacia con una voglia di mettersi alla prova che ne nasconde l’intima allegria –; la Lola di L. Lohan, dapprima impacciata, ma poi determinata a mettersi in gioco con un "o la va o la spacca"che la porta ad esibirsi sul palcoscenico dopo la madre e la zia; la Molly di M. Rudolph, segretaria di reperimento sempre con le cuffie alle orecchie e un’ansia insaziabile addosso; la Donna Pericolosa, sottoforma di angelo vagante e insinuante, di V. Madsen. Quanto al gruppo maschile, si distinguono una scoppiettante coppia che mette insieme Lefty (Reilly) e Dusty (Harrelson) in un duetto eccezionale che diverte abbinando la comicità casereccia alla caciara grezza in puro stile western, ma anche l’investigatore privato, il Guy Noir di un K. Kline in formissima, fa scintille, almeno quante ne fanno il defunto Chuck di L. Q. Jones – attore consumato che spira durante la rappresentazione di un numero mentre lui si affloscia in poltrona al piano sottostante – e Axeman, il tagliatore di teste, col quale T. L. Jones si diverte a dissacrare la figura del guastafeste nerovestito che affonda la nave con una cannonata alla creatività. E come dimenticare GK, impersonato da Keillor con tanto di iniziali autentiche, fra l’altro autore della superba sceneggiatura che rende vitalità e vigore a questo musical fuori dagli schemi per come si contraddice e supera sé stesso? Il suo showman che presenta la serata d’addio con lo stesso entusiasmo di come si accoglierebbe un debutto, è una veritiera ciliegina sulla torta. Il maestro Altman coinvolge nel suo saluto estremo e ultimo al mondo dei vivi con un inno alla vita interpretabile in numerosi sensi, dall’autobiografico al narrativo, dall’ironico al nostalgico, consentendo a ciascuno dei registri di amalgamare una vicenda – tratta da una storia vera – che racconta la morte di una compagnia che rallegrava il Midwest senza pretese di arte massima, magari a tratti magniloquente, ma sempre e immancabilmente spiritosa e intelligente. In Italia distribuisce Medusa. Una sfilza di canzoni orecchiabilissime, per la maggior parte di stile folk e country, condisce i dialoghi assumendo un tono vivace che sa narrare una storia con l’occhio di un viaggiatore che tutto ha conosciuto e ha da sperimentare soltanto la condivisione di emozioni coi più giovani, nella speranza di tener viva la memoria degli antenati. Dei gloriosi, immortali e intramontabili antenati.
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themichtemp
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martedì 25 gennaio 2011
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ottimo film.
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logan bulsara
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martedì 16 settembre 2008
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bellissimo
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L'ultimo capolavoro di un grande maestro....Poetico e commuovente
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deali
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venerdì 5 settembre 2008
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il talento di altman dove?
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altman viene considerato un bravissimo regista, un maestro quasi. purtroppo ho visto solo 3 dei suoi film. Pret a porter è sconlusionato, troppi personaggi e trame che vi si perdono in mezzo...radio america purtroppo ha lo stesso problema... nonostante lo abbia visto e rivisto quasi 5 volte, ancora nonho capito chi fosse la ragazza col trench bianco e cosa volesse... non ho capito se stessero ricordando o se in quello show vivevano tipo apasch, nel passato...
l'unica cosa positiva sono le canzoni... stupendi i due cowboy harrelson e l'altro di cui non ricordo il nome.. Mitica la streep e la tomlin, la streep dimostra sempre di essere un artista a 360 gradi...
sorpresa lindsay lohan, e gradevolissima e molto divertente la sua versione di frankie's man.
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altman viene considerato un bravissimo regista, un maestro quasi. purtroppo ho visto solo 3 dei suoi film. Pret a porter è sconlusionato, troppi personaggi e trame che vi si perdono in mezzo...radio america purtroppo ha lo stesso problema... nonostante lo abbia visto e rivisto quasi 5 volte, ancora nonho capito chi fosse la ragazza col trench bianco e cosa volesse... non ho capito se stessero ricordando o se in quello show vivevano tipo apasch, nel passato...
l'unica cosa positiva sono le canzoni... stupendi i due cowboy harrelson e l'altro di cui non ricordo il nome.. Mitica la streep e la tomlin, la streep dimostra sempre di essere un artista a 360 gradi...
sorpresa lindsay lohan, e gradevolissima e molto divertente la sua versione di frankie's man... ha anche una bella voce oltretutto e una bella espressività nel cantare se si impegna...
però il film è una noia nelle parti in cui non cantano. mi spiace per il signor altman, ma non ci siamo...
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freaks
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martedì 26 agosto 2008
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capolavoro finale
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Il Maestro Robert Altman ci lascia il suo ultimo toccante film: un capolavoro delizioso. Lucido, disincantato, con la solita levità che dobbiamo riconoscere al grande Bob questo film tocca temi importanti e universali.
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maky
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venerdì 13 giugno 2008
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un'ultima volta
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l'ultima messa in onda di uno show famoso e molto amato...l'ultima volta in cui tutti coloro che lavoravano dietro questo spettacolo, divenuti amici ma certi anche nemici,si vedranno. dopo quella sera ognuno per la sua strada e per qualcuno la strada si conclude proprio quella sera e per altri inizia proprio quella sera....Altman utilizza QUELLA SERA per simboleggiare semplicemente la vita....capolavoro
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max
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domenica 27 aprile 2008
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w lindsay lohan
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allora devo essere sincero nn ho mai visto film di Altman e questo l'ho visto perchè c'è Lindsay...
Volete la verità??una cag**a a momenti mi addormentavo,fortunatamente ogni tanto appariva Linds che mi rianimava un pò sennò giuro mi sarei sicuramente addormentato...Altman sicuramente è stato un grandissimo regista,ma i suoi film nn fanno per me.
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popaye
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domenica 17 febbraio 2008
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l'ultimo altman
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Robert Altman è un pessimo regista. Veramente mediocre. Film corali irrisolti, senza idea e senza senso, involontariamente freddi. Un regista da dimenticare in fretta.
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(di juri)
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giordana
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venerdì 15 febbraio 2008
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noioso
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noioso... triste... ma non triste commovente... triste straziante...
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stufettaalogena
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mercoledì 19 settembre 2007
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senza titolo.
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Fine di una storia,di una vita,di un mondo.cioè morte.di cui si sente l'odore per tutto il film.il microcosmo aperto di una radio attraverso il quale passano vite,persone,figure,prese da Altman tutte insieme,come è solito fare.Un altro film corale dei suoi.Un altro film di musica e sulla musica(country/folk,western).Ma stavolta senza indignazione nè rabbia,nè disperazione.Anzi quest'ultima forse un po'.E' il suo ultimo film,e gli studi di quella radio(che nella realtà trasmette per davvero da più di trent'anni nei paesi anglosassoni,sempre in diretta,e ancora oggi)si confondono con l'idea del suo ultimo set,altro microcosmo complesso,strapopolato,profondamente vitale(perchè il film è anche questo) : la scena in cui Kevin Kline stappa una bottiglia e si scusa,con qualcuno che noi non possiamo vedere,per il tappo schizzato proprio fuori dall'inquadratura è significativa.
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Fine di una storia,di una vita,di un mondo.cioè morte.di cui si sente l'odore per tutto il film.il microcosmo aperto di una radio attraverso il quale passano vite,persone,figure,prese da Altman tutte insieme,come è solito fare.Un altro film corale dei suoi.Un altro film di musica e sulla musica(country/folk,western).Ma stavolta senza indignazione nè rabbia,nè disperazione.Anzi quest'ultima forse un po'.E' il suo ultimo film,e gli studi di quella radio(che nella realtà trasmette per davvero da più di trent'anni nei paesi anglosassoni,sempre in diretta,e ancora oggi)si confondono con l'idea del suo ultimo set,altro microcosmo complesso,strapopolato,profondamente vitale(perchè il film è anche questo) : la scena in cui Kevin Kline stappa una bottiglia e si scusa,con qualcuno che noi non possiamo vedere,per il tappo schizzato proprio fuori dall'inquadratura è significativa.Un veloce passaggio di metacinema che sembra quasi un lapsus,ma non lo è : in tutto il film aleggia,più o meno sotterranea, quaesta similitudine,questa emozione.Si chiude baracca,ci si fa un parcheggio qui,al posto del teatro.Si chiude un'epoca irripetibile nella mente di chi l'ha vissuta(quelle delle radio di provincia).tutto questo attraversato ed espresso da ironia,umorismo,malinconia,dolcezza,cinismo(?),rasse ganzione.tanti aspetti convivono,tanti quasi quanto sono i personaggi,che possono esprimere la profondità delle loro emozioni appena sotto la leggerezza perfetta della narrazione.tutti bravi a mio avviso gli attori.Mamma mia quanto m'è calata la scrittura seria.facciamo che ve lo vedete e bon.è del 2005 mi pare,l ho visto un poco prima di andare a vedere Volver di Almodovar,ho trovato subito questi due film assai vicini,quasi complementari,anche se diversissimi tra loro,è stato bello vederli così di seguito l'uno all'alro : quindi vedetevi anche Volver che è una cosa pazzesca.davvero.
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