great steven
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mercoledì 25 agosto 2021
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esplorare il passato per una memoria più partecipe
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IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA (FR/UK/IRL, 2006) di KEN LOACH. Con CILLIAN MURPHY, ORLA FITZGERALD, LIAM CUNNINGHAM, PADRAIC DELANEY, GERARD KEARNEY, WILLIAM RUANE ● Meraviglioso capolavoro di controinformazione storica in immagini audiovisive con radici profonde nel passato remoto: nel XIII secolo l’Irlanda diventò la prima colonia inglese. Fallita l’insurrezione armata del 1916, quattro anni dopo reparti male attrezzati dell’IRA (Irish Republican Army), appoggiati dal partito di Sinn Fien, iniziano a combattere l’esercito imperiale britannico e i Black and Tans (la polizia ausiliaria) che reagisce con una feroce repressione sui civili.
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IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA (FR/UK/IRL, 2006) di KEN LOACH. Con CILLIAN MURPHY, ORLA FITZGERALD, LIAM CUNNINGHAM, PADRAIC DELANEY, GERARD KEARNEY, WILLIAM RUANE ● Meraviglioso capolavoro di controinformazione storica in immagini audiovisive con radici profonde nel passato remoto: nel XIII secolo l’Irlanda diventò la prima colonia inglese. Fallita l’insurrezione armata del 1916, quattro anni dopo reparti male attrezzati dell’IRA (Irish Republican Army), appoggiati dal partito di Sinn Fien, iniziano a combattere l’esercito imperiale britannico e i Black and Tans (la polizia ausiliaria) che reagisce con una feroce repressione sui civili. Il 6 dicembre 1921, con la mediazione di Michael Collins, viene firmato un trattato che concede l’indipendenza e una sovranità limitata a 26 delle 32 contee dell’isola. Le reazioni, impreviste e ugualmente pericolose, mettono uno contro l’altro gli stessi ex guerriglieri che tanto hanno combattuto per la libertà della verde Irlanda. Scritto da Paul Laverty, dal 1996 collaboratore fisso di Loach, questo coraggioso film antitradizionalista affronta la spaccatura tra riformisti e rivoluzionari (nel film utopisti e realisti) che trova la sua massima espressione nel confronto letale tra i fratelli Damien e Teddy O’Donovan, rispettivamente comandante in seconda e capo del principale battaglione che si oppone all’esercito inglese. Non è difficile riscontrarne le qualità che gli valsero la Palma d’oro a Cannes 2006: come in ogni opera ambientata nel passato, ha palesi agganci col presente; abbina all’energia del cinema d’azione il disegno psicologico di personaggi quasi sempre contraddittori. Attori superlativi, fra cui spicca l’ottima prova di Murphy/Damien, il protagonista costretto a troncare sul nascere la carriera di medico per unirsi alla lotta armata, il che gli costerà di pagare allo sfinimento le estreme conseguenze della sua decisione. Restituisce l’atmosfera del tempo (costumi di Eimer Ni Mhaoldomhnaigh) e riassume con accento veritiero un retroterra culturale, sociale e politico pieno di ambivalenze. Sposa l’emozione con la lucidità, il pessimismo con la volontà di ribellione, e il suo pregio migliore è la dimensione drammatica riassunta nel tragico finale, dove la sofferenza della storia sostituisce il fato. Chi, fra Damien e Teddy, è Abele e chi è Caino? Entrambi i fratelli sono l’uno e l’altro. Sceneggiatore e regista aprono agli spettatori la possibilità di scegliere e di schierarsi in assoluta libertà da una parte, ammesso che ci riescano. Infine, la dignità che viene approntata addosso perfino alle vittime di una rivoluzione mancata (o "guerra santa" male indirizzata?) è una scelta molto intelligente che evita di creare facili martiri, a favore di un più sano sguardo sui valori universali, interpretabili da ciascuno a proprio modo, di libertà, diritto di parola, associazione, manifestazione, tradimento, rigore. Il titolo deriva da una ballata del poeta irlandese Robert Dwyer Joyce.
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luca scial�
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giovedì 10 settembre 2015
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due fratelli irlandesi divisi dalla guerra
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Irlanda, inizio '900. Sull'isola di smeraldo divampa l'odio verso l'Inghilterra, ormai ritenuta un Paese occupante e tiranno. Damien sta per partire per Londra, al fine di concretizzare i suoi studi diventando medico ma poco prima di andare decide di restare e appoggiare il fratello Teddy che guida una frangia ribelle. Quando però Michael Collins firmerà il trattato con gli inglesi, che da' libertà economica ma non politica agli irlandesi, i ribelli si dividono e così anche i due fratelli. Che finiranno anch'essi per farsi la guerra.
Ken Loach decide di rimettere il dito nella piaga e di raccontare a quasi un secolo di distanza da quei fatti, cosa sia stata la guerra civile irlandese.
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Irlanda, inizio '900. Sull'isola di smeraldo divampa l'odio verso l'Inghilterra, ormai ritenuta un Paese occupante e tiranno. Damien sta per partire per Londra, al fine di concretizzare i suoi studi diventando medico ma poco prima di andare decide di restare e appoggiare il fratello Teddy che guida una frangia ribelle. Quando però Michael Collins firmerà il trattato con gli inglesi, che da' libertà economica ma non politica agli irlandesi, i ribelli si dividono e così anche i due fratelli. Che finiranno anch'essi per farsi la guerra.
Ken Loach decide di rimettere il dito nella piaga e di raccontare a quasi un secolo di distanza da quei fatti, cosa sia stata la guerra civile irlandese. Nonché gli anni drammatici di inizio '900. Ancora una volta il regista tira uno schiaffo, con un film intenso e coinvolgente, a quella Gran Bretagna che ha sempre criticato con la sua cinematografia. Questa volta utilizzando una pagina di storia, così lontana, così vicina.
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ruger357mgm
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mercoledì 21 agosto 2013
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per un po' di terra....
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Girato con una evidente ristrettezza di mezzi il film risente della mano di Loach, nel bene e nel male, capace com'è di far recitare anche le capre ma perdendosi a volte in intricati e astrusi monologhi politici.Con lo stesso canone di "terra e libertà" Loach si schiera dalla parte dei perdenti, sconfitti ma non domi, che dopo aver lottato contro l'impero britannico si trovano a dover combattere contro i loro stessi fratelli , leali allo Stato Libero d'Irlanda frutto della trattativa tra Michael Collins e Llyd George. La storia, tra un omcidio e uno stupro, è quella di un neo laureato in medicina rientrato in patria dall'Inghilterra e costretto a schierarsi dalla parte dell'IRA.
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Girato con una evidente ristrettezza di mezzi il film risente della mano di Loach, nel bene e nel male, capace com'è di far recitare anche le capre ma perdendosi a volte in intricati e astrusi monologhi politici.Con lo stesso canone di "terra e libertà" Loach si schiera dalla parte dei perdenti, sconfitti ma non domi, che dopo aver lottato contro l'impero britannico si trovano a dover combattere contro i loro stessi fratelli , leali allo Stato Libero d'Irlanda frutto della trattativa tra Michael Collins e Llyd George. La storia, tra un omcidio e uno stupro, è quella di un neo laureato in medicina rientrato in patria dall'Inghilterra e costretto a schierarsi dalla parte dell'IRA. Assimilati i metodi terroristici , dopo essere evaso insieme al fratello,torturato,dalle carceri britanniche, che, dopo la cacciata degli inglesi sposa per intero la causa repubblicana, impiegando altrettanta violenza contro i suoi stessi compatrioti aderenti all'opposta fazione politica.Soccombendo ,decide di sacrificare la propria vita per l'ideale.Non mancano le sfumature utopistiche e socialisteggianti già emerse in terra e libertà che sono un po' la palla al piede del film. Costumi eccellenti, fotografia degna di un grande, sceneggiatura altalenante,scenari ripetitivi e monotoni ( con tutto quel che offre l'Irlanda!), davvero poveri.Un film adatto a un pubblico già addentro alla questione irlandese, in caso sontrario lento,crudele e retorico.La mano del maestro si stende su ogni errore ma talvolta la troppa presunzione tradisce.....
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gionni47
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domenica 3 marzo 2013
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lotta socialista
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Il comunista Ken Loach narra una storia in cui il popolo irlandese, oltre a condurre una lotta per la sua indipendenza, lotta per una società egualitaria, più giusta. E’ questo che mi ha colpito di più, a parte le lotte tra fratelli, l’estetica, eccetera. Film come “La battaglia di Algeri” e questo mi permettono di capire che le lotte che la propaganda ha opportunisticamente e sbrigativamente dipinto come “terroristiche” sono anche lotte di classe. Nel film inoltre viene messo in luce come la grande potenza inglese ricorra anche alla divisione del nemico (e quindi le lotte tra fratelli) per continuare ad imporre la sua presenza oppressiva.
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cillover
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lunedì 10 settembre 2012
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il vento dei sentimenti
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Ho visto con piacere questo film di Ken Loach e devo dire che mi è piaciuto davvero molto. In alcuni punti è un pochino lento, ma il messaggio che il regista vuole mandare e ben chiaro in ogni minuto. Oltre alla guerra tra gli Irlandesi e gli Inglesi (che vengono visti come usurpatori e assassini), in primo piano abbiamo l'amore e il confiltto fra i due protagonisti: i fratelli Teddy e Damien. Da inseparabili a nemici: entrambi lottavano per una patria libera, alla fine uno deciderà il destino dell'altro. Un'amara fine direi, perchè non vi è un happy ending. Tenete vicini i fazzoletti, se siete molto emotivi, la fine è abbastanza commovente.
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Ho visto con piacere questo film di Ken Loach e devo dire che mi è piaciuto davvero molto. In alcuni punti è un pochino lento, ma il messaggio che il regista vuole mandare e ben chiaro in ogni minuto. Oltre alla guerra tra gli Irlandesi e gli Inglesi (che vengono visti come usurpatori e assassini), in primo piano abbiamo l'amore e il confiltto fra i due protagonisti: i fratelli Teddy e Damien. Da inseparabili a nemici: entrambi lottavano per una patria libera, alla fine uno deciderà il destino dell'altro. Un'amara fine direi, perchè non vi è un happy ending. Tenete vicini i fazzoletti, se siete molto emotivi, la fine è abbastanza commovente.
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stefano-kun
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sabato 11 giugno 2011
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fratelli contro
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A pochi anni di distanza da “Terra e libertà”, sulla guerra civile spagnola, Ken Loach torna a pescare dalla sanguinosa storia del Novecento. Stavolta il regista inglese si muove tra i patrioti irlandesi e gli occupanti inglesi nel secondo decennio del secolo scorso: anche qui si tratta di uno scontro frontale, che obbliga Loach a prendere una posizione. Saranno gli Irlandesi, combattenti per la libertà dall’Impero Britannico, che il regista seguirà nel suo racconto filmato di questa pagina di storia.
Loach si concentra in particolare su questa povera e combattiva Irlanda di inizio Novecento, sul suo ambiente sociale, il contesto nel quale è venuto a crescere fino all’esplosione questo desiderio di indipendenza dal dominatore straniero.
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A pochi anni di distanza da “Terra e libertà”, sulla guerra civile spagnola, Ken Loach torna a pescare dalla sanguinosa storia del Novecento. Stavolta il regista inglese si muove tra i patrioti irlandesi e gli occupanti inglesi nel secondo decennio del secolo scorso: anche qui si tratta di uno scontro frontale, che obbliga Loach a prendere una posizione. Saranno gli Irlandesi, combattenti per la libertà dall’Impero Britannico, che il regista seguirà nel suo racconto filmato di questa pagina di storia.
Loach si concentra in particolare su questa povera e combattiva Irlanda di inizio Novecento, sul suo ambiente sociale, il contesto nel quale è venuto a crescere fino all’esplosione questo desiderio di indipendenza dal dominatore straniero. Ma pur schierandosi dalla parte degli oppressi, egli non intende dipingerli come eroi senza macchia. Ci sono due scene “gemelle”, una a metà e una alla fine del film, che illustrano con chiarezza le intenzioni di Loach. Si tratta delle due esecuzioni, le due fucilazioni decise in fretta, ma tutt’altro che a cuor leggero. Perché le vittime dei fucili irlandesi non sono i nemici inglesi, ma sono compatrioti, fratelli d’Irlanda. E se nella prima Damien, il giovane medico divenuto uno dei ribelli più accesi, toglie la vita a un ragazzo accusato di aver fatto la spia per gli Inglesi, nella seconda sarà lo stesso Damien a venire giustiziato per mano di suo fratello Teddy, suo compagno d’armi sino a poco prima e poi suo avversario, quando il fronte comune patriota si divide tragicamente in due.
Con “Il vento che accarezza l’erba” Loach si dimostra interprete anche del genere storico, al quale va assegnato questo film, che racconta in modo classico una pagina di Storia non così lontana, e che ne richiama un’altra, mai direttamente rievocata dal film, quale quella della questione nordirlandese. Ancora una volta fratelli contro.
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paride86
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martedì 18 agosto 2009
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bello
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Film sull'indipendenza irlandese, girato con una splendida fotografia.
La storia è appassionante, ma girata un po' frettolosamente; la morale non è nuova: si passa sempre sui propri fratelli per costruire qualcosa.
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hegel
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domenica 25 gennaio 2009
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tra realismo e idealismo
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Davvero bello come film.La questione messa sul tappeto,cioè,se accettare un compromesso che limiti gli obbiettivi che si perseguivano (Irlanda completamente libera e indipendente,socialisteggiante) o prosecuzione della lotta armata contro gli inglesi e quegli irlandesi che sfruttano una posizione dominante,una lotta che può compromettere la parziale indipendenza raggiunta dall'Irlanda .E' il dilemma che Ken Loach pone agli spettatori,ed è un dilemma che spesso ricorre in tutte le tragedie della storia.
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dony 64
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mercoledì 21 gennaio 2009
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interessante film d'epoca
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Film drammatico d'epoca ambientatao nell' anno 1920.La trama e' andante e la sceneggiatura e l'interpretazione ottime Un film interessante che sottolinea i soprusi e le incivilta' di quegli anni.Voto 7
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je
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mercoledì 15 ottobre 2008
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perchè aspettarsi una favola?
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Il problema di Ken Loach è sempre lo stesso..didascalico, realista, spoglio di ogni spettacolarità, vero. Un problema per chi si aspetta da un film come questo e da tutta la produzione cinematografica di questo regista più che di qualunque altro, un film che possa incantare con la poesia delle immagini. No, Ken Loach non è un grande regista per questo, ma per il suo modo di rendere i conflitti interiori dell' uomo, slegati da ogni tipo di legame affettivo. E' un grande regista perchè non infarcisce i suoi dialoghi di un lessico forbito di grandi intellettuali che creano la società dall' alto delle loro scrivanie. Ken Loach mette in bocca ai suoi personaggi, e nei loro cuori, quei dissidi interiori che caratterizzano ogni uomo.
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Il problema di Ken Loach è sempre lo stesso..didascalico, realista, spoglio di ogni spettacolarità, vero. Un problema per chi si aspetta da un film come questo e da tutta la produzione cinematografica di questo regista più che di qualunque altro, un film che possa incantare con la poesia delle immagini. No, Ken Loach non è un grande regista per questo, ma per il suo modo di rendere i conflitti interiori dell' uomo, slegati da ogni tipo di legame affettivo. E' un grande regista perchè non infarcisce i suoi dialoghi di un lessico forbito di grandi intellettuali che creano la società dall' alto delle loro scrivanie. Ken Loach mette in bocca ai suoi personaggi, e nei loro cuori, quei dissidi interiori che caratterizzano ogni uomo. E passi che per far questo si debba procedere attraverso la crudeltà di immagini, passi che debba violare i nostri occhi puri e distaccati per calarci in una dimensione che osserviamo ma che non ci appartiene. A distanza di poco più di un decennio dal suo indiscusso capolavoro "Terra e Libertà", e del quale sembra ricalcare alcune scene, Ken Loach ci regala un' altro spettacolo di purezza e questa volta le vittime non sono i comunisti dissidenti, questa volta, vittime e carnefici sono due facce di una stessa medaglia, sono sangue che scorre nelle stesse vene. Sono le idee e gli ideali che finché bruceranno nel cuore di un uomo lo porteranno a scontrarsi con se stesso e con una realtà troppo spesso distante da essi e dalla quale, a volte si vorrebbe fuggire.
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