rumon
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sabato 6 gennaio 2007
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radici della libertà, radici della violenza
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Un film che si ricorda, che lascia una traccia perla capacità di Loach di rappresentare l'oppressione dell'Irlanda e le radici dell'indipendenza con concretezza figurativa e onestà intellettuale.
Molto bello sul piano figurativo. Nessun compiacimento per la rappresentazione della violenza. Quando la Storia oppone il fratello "buono", medico, che ha imbracciato le armi per amore degli oppressi, al fratello "cattivo" (ma in realtà uno dei meriti del film è di non essere così manicheo nella rappresentazione dei personaggi) che passa coll'esercito regolare irlandese e si ritrova a ordinare "Fuoco!" al plotone che spara al fratello, si arriva alla tragedia greca. Che però è stata tragedia irlandese.
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Un film che si ricorda, che lascia una traccia perla capacità di Loach di rappresentare l'oppressione dell'Irlanda e le radici dell'indipendenza con concretezza figurativa e onestà intellettuale.
Molto bello sul piano figurativo. Nessun compiacimento per la rappresentazione della violenza. Quando la Storia oppone il fratello "buono", medico, che ha imbracciato le armi per amore degli oppressi, al fratello "cattivo" (ma in realtà uno dei meriti del film è di non essere così manicheo nella rappresentazione dei personaggi) che passa coll'esercito regolare irlandese e si ritrova a ordinare "Fuoco!" al plotone che spara al fratello, si arriva alla tragedia greca. Che però è stata tragedia irlandese.
Un film che fa bene vedere, per ricordare che la libertà non è mai scontata e che costa. Costa tanto.
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claudia
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lunedì 18 dicembre 2006
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quando a tradirci sono i nostri fratelli
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Anch'io, come altri del pubblico, quando sono uscita dal cinema credevo di aver visto un film e il giorno dopo ho capito di averne visto un altro.
Pensavo che fosse piuttosto banale e anche un po' inverosimile che un uomo decidesse di giustiziare il fratello solo per impressionare gli avversari, poi ho capito. Ho capito che in questa parola: "avversari", sta una delle chiavi di lettura del film.
Loach denuncia il tradimento della causa socialista, inizialmente "sorella" della lotta per l'indipendenza, in un'Irlanda così povera dove i bambini muoiono per denutrizione e dove gli usurai pretendono il 300% di interessi sui prestiti ai poveracci, dove, quindi, non vi è solo l'esigenza di liberare la propria terra dagli invasori ma anche di instaurare una giustizia sociale che la sottragga alla pratica medievale del latifondo, dalla mercè del signorotto di campagna.
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Anch'io, come altri del pubblico, quando sono uscita dal cinema credevo di aver visto un film e il giorno dopo ho capito di averne visto un altro.
Pensavo che fosse piuttosto banale e anche un po' inverosimile che un uomo decidesse di giustiziare il fratello solo per impressionare gli avversari, poi ho capito. Ho capito che in questa parola: "avversari", sta una delle chiavi di lettura del film.
Loach denuncia il tradimento della causa socialista, inizialmente "sorella" della lotta per l'indipendenza, in un'Irlanda così povera dove i bambini muoiono per denutrizione e dove gli usurai pretendono il 300% di interessi sui prestiti ai poveracci, dove, quindi, non vi è solo l'esigenza di liberare la propria terra dagli invasori ma anche di instaurare una giustizia sociale che la sottragga alla pratica medievale del latifondo, dalla mercè del signorotto di campagna.
Anche in questo caso, come già in Terra e Libertà, non sono i nemici a tradire, bensì gli stessi compagni di lotta, i fratelli irlandesi, che diventano appunto "avversari" perchè accettano il compromesso, rinunciando ad andare fino in fondo, perchè l'illusione di una pace borghese ne smorza la spinta rivoluzionaria, ne spegne gli ideali di uguaglianza.
I traditori sono assassini peggiori degli invasori perchè uccidono i loro stessi fratelli...
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luigi russo
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martedì 12 dicembre 2006
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un canto funebre, un inno alla libertà
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Al Cinema, che mi aspettavo pieno, eravamo io ed altri 7 spettatori e devo dire che si trattava di un Ken Loach un po' diverso dal solito. Sarà per l'argomento che, trattato da un regista "inglese", crea problemi oggettivi di presa di posizione o sarà che, finalmente, l'aspetto crudo della storia umana prende il sopravvento sul dominio dei sentimenti. Non dico che Loach sia un regista "sentimentale" o "romantico", tutt'altro. Ma forse c'è un ritorno di Loach allo spirito di "Family Life", descrittivo e dal forte impatto emotivo proprio in forza della scelta registica di non costruire nulla di più che non sia la mera e brutale descrizione dei fatti.
Che poi i fatti invitino (o costingano) gli spettatori a prendere posizione e non solamente a "guardare", fa parte della forza della scelta operata dal regista.
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Al Cinema, che mi aspettavo pieno, eravamo io ed altri 7 spettatori e devo dire che si trattava di un Ken Loach un po' diverso dal solito. Sarà per l'argomento che, trattato da un regista "inglese", crea problemi oggettivi di presa di posizione o sarà che, finalmente, l'aspetto crudo della storia umana prende il sopravvento sul dominio dei sentimenti. Non dico che Loach sia un regista "sentimentale" o "romantico", tutt'altro. Ma forse c'è un ritorno di Loach allo spirito di "Family Life", descrittivo e dal forte impatto emotivo proprio in forza della scelta registica di non costruire nulla di più che non sia la mera e brutale descrizione dei fatti.
Che poi i fatti invitino (o costingano) gli spettatori a prendere posizione e non solamente a "guardare", fa parte della forza della scelta operata dal regista. E i sentimenti affiorano, cazzo se affiorano. E la scena finale, se non è il Cristo alla colonna del polittico di Brescia di Tiziano, poco ci manca.
"Il vento che accarezza l'erba" è la canzone che la donna canta mentre, insieme ai componenti della comunità, piange la morte del figlio diciassettenne ucciso dai militari inglesi perché si era intestardito a pronunciare il proprio nome in gaelico rifiutandosi di dirlo in inglese. E come si fa a trattenere le lacrime? Ma - e qui è la forza del regista - questa non è la scena finale, bensì quella da cui tutto il film (e la presa di coscienza della inevitabilità della lotta del popolo irlandese) prende le mosse.
Insomma, ero uscito dal cinema con la sensazione che il film non mi fosse piaciuto un gran che e invece, mentre ne faccio un breve commento, finisco per constatare che mi è piaciuto un sacco, forse più degli ultimi film di Loach (da "Terra e Libertà" in poi, per capirsi). E per dire che è ancora questo di Loach il tratto asciutto e indispensabile per catturare la realtà. Anche quella violenta e incomprensibile di oggi.
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maurizio
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venerdì 8 dicembre 2006
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freddo e buio
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Questo film ha battuto Volver???? Pedro perdona la giuria, please! Non vedevo l'ora che finisse. Il film è consigliato giusto per i pensionati a 3,5 euro, non vale nemmeno i 5 euro pomeridiani infrasettimanali, provare per credere se non vi fidate.
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(di roberto il bolscevico)
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silvana
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lunedì 27 novembre 2006
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l'inutile ferocia delle guerre di religione.
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Le emozioni pervadono tutto il film......bellisimo, poderoso,umano. Ken Loach -come sempre- è sorprendente
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luciana
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domenica 26 novembre 2006
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la realtà
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semplicememnte un film eccellente ,formativo e informativo altro che tv spazzatura o tg taroccati e fiction un grande film grazie K.L.
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bruin33
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giovedì 23 novembre 2006
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a volte l'ideale e l'abnegazione rendono bestiali
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come sempre Ken Loach ci da un bellissimo film,duro difficile e con alcune scene davvero crude.Questo comunque e' cinema di grande livello,che dovrebbe fare riflettere anche noi italiani su che cosa vuole dire una guerra civile,e che non e' facile da dimenticare.....
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cinemefilm
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martedì 21 novembre 2006
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orzo e caffe'
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Volver,il capolavoro geniale di uno dei pochi maestri rimasti,sconfitto da questo fumettone .Una tragedia "alla greca" filmata in" teatro" da una specie di De Amicis
colpito, per qualche minuto,da un attacco di sadomasochismo.
Vergogna,vergogna.
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franco
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lunedì 20 novembre 2006
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loach militante
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Il film e" molto buono, purnon raggiungendo gli apici del suo cinema.
Piu" affronta temi di politica, dal Nicaragua a Irlanda come in questo caso,
si perde un po la genuinita" di un Loach di Ladybird Ladybird, Piovono pietre,
riff Raff, Sweet sixteen, etc
Il film ha comunque grandemente meritato la Palma d"oro a Cannes
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ronks
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lunedì 20 novembre 2006
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piu' che discutibile
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PER QUANTO MI RIGUARDA, SICURAMENTE NON E' IL MIGLIOR KEN LOACH... IL FILM, DECISAMENTE BEN IMPACCHETTATO IN TUTTE LE SUE PARTI (costumi, fotografia ecc.), NEL SUO STILE, ED EMOZIONALMENTE COINVOLGENTE SUL MOMENTO, USCENDO DAL CINEMA NON LASCIA NESSUNA PRESA PARTICOLARE, NESSUNA "ESALTAZIONE", MA SOLO LA CONSAPEVOLEZZA DI AVER PASSATO DEI BUONI 124 MINUTI...
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(di fabio)
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