mitteleurope
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mercoledì 20 febbraio 2008
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molto curato, anche se leggero
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non sembra un film italiano tanto è curato, anche se talvolta un po' leggero. alcune letture dei fatti storici sono sconosciute ai più (la scuola italiana continua a inseguire il paese nella discesa verso la sciatteria) e quindi almeno dal punto di vista opera divulgativa vale la pena vederlo. Inoltre Omar Sharif da una buona prova e riesce a trascinare su livelli accettabili tutto il cast.
mi piacerebbe vedere il regista confrontarsi con altri temi, mi pare meriti una chance. e per favore critici, pensate prima di scrivere: siete pagati per farlo...
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feel
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giovedì 6 dicembre 2007
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un importante parte di storia della nostra terra!
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Non ho visto ancora il film sinceramente, ma dalla spiegazione o meglio delucidazione fatta dallo stesso regista nella presentazione dello stesso film, anche a Pastorano in occasione dell'"Expo Libro" 2007 (realizzato anche per scopi umanitari e beneficenza)si è avvertito il profondo significato che questo film ci propone, i valori fortemente sostenuti un tempo...Il Regista ci ha fatto comprendere oltre tutto l'amore e la passine degli attori nell'interpretare le loro parti, la peculiarità di ogni singolo attore che lo ha reso adatto al ruolo affidatogli. Per concludere ci ha deliziato nel descriverci in parte quelli che voglion essere i diversi significati del film, le emozioni che si proverebbero solo guardando quelle ben realizzate scene; in un film che riesce a render quasi partecipe lo spettatore e quindi a sucitar in lui ciò che il significato di questa parte di storia, vuol tramandarci al meglio.
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Non ho visto ancora il film sinceramente, ma dalla spiegazione o meglio delucidazione fatta dallo stesso regista nella presentazione dello stesso film, anche a Pastorano in occasione dell'"Expo Libro" 2007 (realizzato anche per scopi umanitari e beneficenza)si è avvertito il profondo significato che questo film ci propone, i valori fortemente sostenuti un tempo...Il Regista ci ha fatto comprendere oltre tutto l'amore e la passine degli attori nell'interpretare le loro parti, la peculiarità di ogni singolo attore che lo ha reso adatto al ruolo affidatogli. Per concludere ci ha deliziato nel descriverci in parte quelli che voglion essere i diversi significati del film, le emozioni che si proverebbero solo guardando quelle ben realizzate scene; in un film che riesce a render quasi partecipe lo spettatore e quindi a sucitar in lui ciò che il significato di questa parte di storia, vuol tramandarci al meglio....(saluto e faccio i miei auguri di una ancor più prolifera carriera al Sig. Lamberto Lambertini) dal "ragazzo sognatore della regia conosciuto proprio a Pastorano"
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maryluu
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giovedì 29 novembre 2007
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corsi e ricorsi storici
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La mia opinione su questo film è piuttosto controversa. Sono rimasta un pò delusa dalla staticità degli eventi, staticità di cui quest'epoca, da me tormentosamente ( e non so neanche perchè) analizzata, non gode di certo. Credo che ciò dipenda dalla eccessiva linearità della storia di Edoardo, intrecciata alla storia ottocentesca. Condivido pienamente il ritratto di Gioacchino Murat. Valoroso fino alla morte, tanto da chiedere al capitano, che piange per la sua fucilazione, se non fosse mai stato in guerra. Tanto da morire in piedi, ad occhi aperti intimando egli stesso il fuoco. Tanto da vivere una vita valorosa. Forse anche amareggiato di essere stato una pedina nelle mani di Napoleone. Lui era il cuore.
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La mia opinione su questo film è piuttosto controversa. Sono rimasta un pò delusa dalla staticità degli eventi, staticità di cui quest'epoca, da me tormentosamente ( e non so neanche perchè) analizzata, non gode di certo. Credo che ciò dipenda dalla eccessiva linearità della storia di Edoardo, intrecciata alla storia ottocentesca. Condivido pienamente il ritratto di Gioacchino Murat. Valoroso fino alla morte, tanto da chiedere al capitano, che piange per la sua fucilazione, se non fosse mai stato in guerra. Tanto da morire in piedi, ad occhi aperti intimando egli stesso il fuoco. Tanto da vivere una vita valorosa. Forse anche amareggiato di essere stato una pedina nelle mani di Napoleone. Lui era il cuore. Napoleone il cervello. Anche lui una vittima del suo tempo e degli eventi. Particolare invece la figura di Edoardo. Un ragazzo in cerca della sua strada e del senso della sua vita. Non approvo che debba morire senza aver vissuto realmente ma solo sognando di vivere. Lui che odiava le armi e non voleva arruolarsi. Lui l'eterno poeta innamorato della fanciulla lontana. L'eroe romantico alla deriva. Io gli avrei dato un'altra possibilità. Aveva ben altro da imparare e da scrivere. E' morto senza aver trovato il suo senso. Ed è vero: ci vuole più coraggio ad essere niente che ad essere qualcosa.
Infine un applauso fragoroso, forte e senza fine va al nonno. Sia come personaggio che come attore. Che saggezza. Che emozione. Narratore filosofo della storia del tempo. Narratore della vita e della morte. Imprigionatore di farfalle da salvare col piombo. Come noi uomini. Dinnanzi a una via sbagliata, magari imposta. Moriremmo se non arrivasse un segno, una protezione, un aiuto, che ci faccia volare liberi inseguendo la nostra vera strada. L'uccello in gabbia muore ed Edoardo da militare non può che morire.
Il film da moltissimi motivi di riflessione. Sulla storia. Sulla vita. Sui personaggi e su noi stessi. E' proprio vero che la storia non è altro che un fondale dipinto attorno al quale attori diversi recitano sempre la stessa parte. Ieri Edoardo e Gioacchino. Oggi noi.
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mireille
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sabato 10 febbraio 2007
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una nobilità d'animo che non si è persa.
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quando sono uscita da cinema,dopo "Fuoco su di me" pensavo che avessi fatto il bagno
nell'acqua fresca di un fiume.Un bagno nell'infanzia come quando si aggira nel salone dei nonni, dove emergono tra i fantasmi del passato e gli oggetti, volti degli antenati.
un film onirico, con un finale mitologico(mezzo pesce, mezzo uomo!)
Omaggio a Procida, alla bellezza dell'Isola lumeggiatta dalla bellezza di Graziella : Sonali Kulkarni.
Ho visto un film "sulla gentilezza e contro la guerra".
Grazie mille!
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jayan walter - scrittore
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mercoledì 3 gennaio 2007
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un film poetico un messaggio di pace
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Un film splendido, originale, poetico, volutamente di impostazione teatrale, con un grande messaggio di pace, sull'amore, sull'idealismo di un Italia unita e di Napoli capitale. Coloro che si aspettavano un film storico sono rimasti delusi. In realtà la storia è solo un contesto, un pretesto per trasmetterci questo insegnamento di vita. Straordinaria l'interpretazione di Omar Sharif.
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giusga
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giovedì 6 aprile 2006
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gran bel film
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Il film restituisce con grande accuratezza storica uno degli episodi più significativi della storia d'italia, forse tra i meno noti al grande pubblico, dimostrando così un impegno che va senz'altro apprezzato. Da lodare la scenografia e la cura dei particolari nella ricostruzione degli ambienti oltre alla magistrale interpretazione di Omar Sharif inserita in atmosfere di grande suggestione. La sola pecca che trovo è data dal fatto che manca una qualsiasi scena in cui Murat appaia come 'le Roi guerrier' che lo rendeva così tanto amato dai napoletani e al tempo stesso così diverso dai poltroni ed inutili Borboni; mi rendo comunque conto che ricostruire, ad esempio, la battaglia campale di Tolentino avrebbe inciso non poco sul budget a disposizione.
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Il film restituisce con grande accuratezza storica uno degli episodi più significativi della storia d'italia, forse tra i meno noti al grande pubblico, dimostrando così un impegno che va senz'altro apprezzato. Da lodare la scenografia e la cura dei particolari nella ricostruzione degli ambienti oltre alla magistrale interpretazione di Omar Sharif inserita in atmosfere di grande suggestione. La sola pecca che trovo è data dal fatto che manca una qualsiasi scena in cui Murat appaia come 'le Roi guerrier' che lo rendeva così tanto amato dai napoletani e al tempo stesso così diverso dai poltroni ed inutili Borboni; mi rendo comunque conto che ricostruire, ad esempio, la battaglia campale di Tolentino avrebbe inciso non poco sul budget a disposizione.
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giovedì 6 aprile 2006
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gran bel film
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ottima ricostruzione storica di avvenimenti poco noti agli italiani ma per loro importantissimi. Le scenografie inoltre sono stupende e curatissime nei dettagi.
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pamila
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martedì 4 aprile 2006
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prima volta che vado via a metà film!
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Noioso, ed impossibile da seguire. Mi aspettavo di meglio. Neanche l'amore per la mia città è riuscito a tenermi sulla poltrona fino alla fine.
Sconsigliato.
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(di sara)
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leonard
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lunedì 3 aprile 2006
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fuoco di di me
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Meravigliosa interpretazione “crepuscolare” del “nonno” Omar Sharif che sembra quasi rievocare il rassegnato lirismo “politico-rievocativo” del migliore Burt Lancaster ne “Il Gattopardo” aiutato da una sapiente e curata ricostruzione dei costumami e degli ambienti degli ultimi mesi del Regno di Gioacchino Murat della Napoli “crocevia d’Europa” agli inizi del 1800.
A fare da sfondo ai discorsi frutto di una sapiente sceneggiatura in un lussuoso interno ove nulla è lasciato al caso, arredi, quadri, suppellettili, neppure i dettagli scientifici scoperti dall'anziano aristocratico nello studio naturalistico-catalogativo, tipico del tempo.
Straordinaria interpretazione della governante, Antonella Stefanucci, capace di dare da sola profondità storica e spazio-temporale a tutto il film, rievocando con una perfetta dizione della “lingua napoletana” proverbi e detti tipici di quella qual certa napoletanità vivissima ancor oggi, in una perfetta ricostruzione degli ambienti della cucina del tempo, della quale in una scena di vita quotidiana sembra quasi sentire sapori ed odori.
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Meravigliosa interpretazione “crepuscolare” del “nonno” Omar Sharif che sembra quasi rievocare il rassegnato lirismo “politico-rievocativo” del migliore Burt Lancaster ne “Il Gattopardo” aiutato da una sapiente e curata ricostruzione dei costumami e degli ambienti degli ultimi mesi del Regno di Gioacchino Murat della Napoli “crocevia d’Europa” agli inizi del 1800.
A fare da sfondo ai discorsi frutto di una sapiente sceneggiatura in un lussuoso interno ove nulla è lasciato al caso, arredi, quadri, suppellettili, neppure i dettagli scientifici scoperti dall'anziano aristocratico nello studio naturalistico-catalogativo, tipico del tempo.
Straordinaria interpretazione della governante, Antonella Stefanucci, capace di dare da sola profondità storica e spazio-temporale a tutto il film, rievocando con una perfetta dizione della “lingua napoletana” proverbi e detti tipici di quella qual certa napoletanità vivissima ancor oggi, in una perfetta ricostruzione degli ambienti della cucina del tempo, della quale in una scena di vita quotidiana sembra quasi sentire sapori ed odori.
Ottima prova per il giovane nipote Eugenio, Massimiliano Varrese, la cui fuga solitaria in mare viene ed il naufragio sull’isola di Procida rappresentano una mirabile metafora di un viaggio iniziatico di fuoriuscita da uno stadio di tranquillizzante e luminosa razionalità verso un’ignota e romantica dimensione di emotività e di scoperta di “amorose corrispondenze” che nemmeno la violenza distruttrice della restaurazione borbonica sarà in grado di arrestare. Perfetta la fotografia, di Pino Sondelli, che sottolinea vividamente il realismo dalle occhiaie del giovane al risveglio, avvolto in una coperta di lana splendidamente ricamata alla maniera dell’epoca.
Peccato però che ad un tratto la perfezione dei dettagli del film si perde e si arresta proprio nella ascesa verso il “sublime” incontro con l’amore romantico. Delude l’interpretazione della, sia pur bellissima Sonali Kulkarni, Graziella la giovane ragazza che aiuterà Eugenio a riprendersi. Delude nella “sgargianza” delle vesti, sue come delle sue compagne, delude nella gestualità troppo raffinata, per una ragazza isolana del tempo, elegante anche quando si toglie le scarpe per ballare scalza nella polvere, discutibile ed anacronistica la scelta del lessico dei dialoghi ove incomprensibilmente non si avverte il divario socio culturale, ma l’aristocratico francofono e la popolana, senza neppure una nota di partenopeo accento, sembrano parlare una sorta di “coinè dialectos” di linguaggio comune, banalmente cinematografico, certamente stridente con le pur apprezzabile scelte linguistiche della prima parte del film.
Apprezzabile risulta il passaggio delle solitarie introspezioni isolane del giovane alla narrazione dell’avvicendarsi incalzante degli ultimi bagliori di quel mondo napoleonico destinato a svanire per sempre ed in fretta, come avvertiva il nonno, al coraggioso grido di “fuoco su di me” rivolto dallo stesso Murat al plotone della esecuzione della sua condanna a morte.
Leonardo Sagnibene.
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(di frrrrrrrrrrrrr)
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jackgavra
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lunedì 3 aprile 2006
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sconsigliato
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Premetto che non sono un critico e potrei non capire nulla di cinema, ma la storia, l'ambientazione, gli scenari potevano essere stupendi in questo film, l'unica cosa che ho visto di eccezionale è stato il nonno che nei suoi monologhi dava spunti di riflessione.
Mi dispiace dirlo ma è stato pessimo per il resto; Napoli è una città stupenda e un film del genere avrebbe potuto dare grande risalto alla storia dei napoletani tanto decantati dai protagonisti del film, ma allo stesso tempo grandi assenti! Le scene girate in esterna sarebbero potute essere magnifiche se ci si fosse degnati di riprendere il panorama, i luoghi, le persone!
Il mio giudizio è negativo forse perchè per i premi vinti mi aspettavo di più!
Assente l'azione, ed il parallelo temporale era pesante da seguire!
Un momento del genere della storia di Napoli a mio avviso potrebbe divenire un colossal da far invidia a quelli americani!
Nulla da togliere al regista, ma sembrava che il budget fosse troppo ridotto per non soffermarsi su qualchecosa che andasse aldilà dei racconti dei protagonisti.
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Premetto che non sono un critico e potrei non capire nulla di cinema, ma la storia, l'ambientazione, gli scenari potevano essere stupendi in questo film, l'unica cosa che ho visto di eccezionale è stato il nonno che nei suoi monologhi dava spunti di riflessione.
Mi dispiace dirlo ma è stato pessimo per il resto; Napoli è una città stupenda e un film del genere avrebbe potuto dare grande risalto alla storia dei napoletani tanto decantati dai protagonisti del film, ma allo stesso tempo grandi assenti! Le scene girate in esterna sarebbero potute essere magnifiche se ci si fosse degnati di riprendere il panorama, i luoghi, le persone!
Il mio giudizio è negativo forse perchè per i premi vinti mi aspettavo di più!
Assente l'azione, ed il parallelo temporale era pesante da seguire!
Un momento del genere della storia di Napoli a mio avviso potrebbe divenire un colossal da far invidia a quelli americani!
Nulla da togliere al regista, ma sembrava che il budget fosse troppo ridotto per non soffermarsi su qualchecosa che andasse aldilà dei racconti dei protagonisti.
Sconsigliato a tutti, cinefili compresi.
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