mondolariano
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sabato 4 giugno 2011
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"atono"
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Fermo restando il carisma del regista, non capisco il motivo di questo lavoro. Perfino una biografia di scarsa qualità come “Io e Beethoven” lo supera agevolmente. Al limite si può dire che non si tratta di una semplice biografia, Battiato volendo esprimere il mistero dell’atto creativo che si disinteressa della vita comunemente vissuta. In questo caso si sarebbero dovute avvertire delle sensazioni particolari che avrebbero giustificato la carenza del film sotto tutti i punti di vista. Invece niente. Qualche messaggio c’è (il direttore che si lamenta del cemento che invade la città, le inquadrature di livello amatoriale che riprendono automobili e saracinesche creando un contrasto col mondo bucolico di Beethoven) ma il resto è nebbia, atono come l’udito del protagonista.
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Fermo restando il carisma del regista, non capisco il motivo di questo lavoro. Perfino una biografia di scarsa qualità come “Io e Beethoven” lo supera agevolmente. Al limite si può dire che non si tratta di una semplice biografia, Battiato volendo esprimere il mistero dell’atto creativo che si disinteressa della vita comunemente vissuta. In questo caso si sarebbero dovute avvertire delle sensazioni particolari che avrebbero giustificato la carenza del film sotto tutti i punti di vista. Invece niente. Qualche messaggio c’è (il direttore che si lamenta del cemento che invade la città, le inquadrature di livello amatoriale che riprendono automobili e saracinesche creando un contrasto col mondo bucolico di Beethoven) ma il resto è nebbia, atono come l’udito del protagonista. La parte moderna è noiosa e non dice niente. La parte storica non è da meglio e tratteggia un Beethoven legato al solito stereotipo di uomo volgare. Perfino le citazioni musicali sono solo abbozzate e la trama è del tutto sconclusionata. Insomma: un buco nell’acqua.
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sergio pensato
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mercoledì 7 maggio 2008
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e ridaglie
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Nel paese di Fellini, Visconti, De Sica, Rossellini (soltanto per citare alcuni nostri maestri) PerdutoAmor ottenne di essere riconosciuto d'interesse culturale nazionale dalla Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano (Delibera ministeriale 3 luglio 2002). Su Wikipedia leggete che Battiato è entrato nella storia della musica (con Mozart, Bach,Verdi, ecc.?). Celebrato pure come iniziato, esclusivamente da chi di esoterismo non ha fatto esperienza. Non può essere soltanto colpa sua, qui il danno è più serio...
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brambrik
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lunedì 24 dicembre 2007
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un film da vedere..e dimenticare:musikanten
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film assolutamente poco interessante e coinvolgente.La trama e'scarsa cosi' come la recitazione,la sceneggiatura e tutto il resto.
Sono da sempre un grande ammiratore del Battiato musicista ma devo dire che il Battiato cineasta proprio non mi convince!!
Non si possono mascherare sotto il termine di "genialita'" la mancanza di capacita'tecnica e di sceneggiatura.
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freddy kruger
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mercoledì 21 novembre 2007
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una bizzarria d'autore
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certo, a Battiato manca un po' di mestiere, soprattutto nei dialoghi. ma il film non annoia. una bizzarria d'autore che si guarda con un certo divertimento
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antonio
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giovedì 4 ottobre 2007
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vergogna
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UNO SCHIFO!!!!!! DA DENUNCIA!!!!!!! BEETHOVEN SI RIVOLTA NELLA TOMBA!!!! VERGOGNA!!!!!!
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edoardo mazzaferro
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giovedì 14 giugno 2007
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non commenterò il film.
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Non commenterò il film aldilà di un prudente tre. Ognuno dovrà farlo per proprio conto. Perchè ognuno dovrebbe farlo. Piaccia o non piaccia, Musikanten è un film che merita di essere visto, non fosse altro per la curiosità del regista di affrontare certe tematiche perse completamente di vista (o forse quasi mai considerate, benchè centrali, aldilà dei vari R.Kelly, Linklater, Aronofsky e pochi altri)dall'industria cinematografica (specialmente italiana, dato che da anni non si sa andare oltre una qualche storiella adolescenziale di un qualche tipo. Ha ragione Tarantino...). Si domanda chi ha recensito questo film: "come è possibile che un film del genere sia stato prodotto?"
Mi domando io: "Come è possibile tu recensisca film?".
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Non commenterò il film aldilà di un prudente tre. Ognuno dovrà farlo per proprio conto. Perchè ognuno dovrebbe farlo. Piaccia o non piaccia, Musikanten è un film che merita di essere visto, non fosse altro per la curiosità del regista di affrontare certe tematiche perse completamente di vista (o forse quasi mai considerate, benchè centrali, aldilà dei vari R.Kelly, Linklater, Aronofsky e pochi altri)dall'industria cinematografica (specialmente italiana, dato che da anni non si sa andare oltre una qualche storiella adolescenziale di un qualche tipo. Ha ragione Tarantino...). Si domanda chi ha recensito questo film: "come è possibile che un film del genere sia stato prodotto?"
Mi domando io: "Come è possibile tu recensisca film?".
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fed
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domenica 15 ottobre 2006
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il commento della felletti
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CHE PALLE QUESTA CRITICA DELLA FELLETTI O PROVA A FARLO UN FILM INVECE DI DISTURBARCI CON LE TUE PALLOSE CRITICHE
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andrea
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sabato 2 settembre 2006
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tra assurdità e sublime: musikanten
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Il secondo film di Franco Battiato è un lungometraggio difficile,non comune e ostico anche ai palati più allenati. Le sequenze che lo compongono sono tre: una troupe televisiva che realizza un programma per la televisione, l'ultima triste parte della vita di Beethoven interpretato da un buon Jodorowsky e infine, ritornati di nuovo nel presente, l'assurdo finale caratterizzato dal colpo di stato di un fantomatico partito democretico mondiale. Già dalla trama si deduce come il film sia del tutto disallineato e, se consentito, anche un po' kitsch. Tra citazioni di Wittgenstein e Orwell, recitazione a tratti imbarazzante e regia di un non-regista, non sorprende affatto che Musikanten sia stato fischiato e non compreso da quasi l'intera platea di Venezia che ha assistito alla proiezione.
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Il secondo film di Franco Battiato è un lungometraggio difficile,non comune e ostico anche ai palati più allenati. Le sequenze che lo compongono sono tre: una troupe televisiva che realizza un programma per la televisione, l'ultima triste parte della vita di Beethoven interpretato da un buon Jodorowsky e infine, ritornati di nuovo nel presente, l'assurdo finale caratterizzato dal colpo di stato di un fantomatico partito democretico mondiale. Già dalla trama si deduce come il film sia del tutto disallineato e, se consentito, anche un po' kitsch. Tra citazioni di Wittgenstein e Orwell, recitazione a tratti imbarazzante e regia di un non-regista, non sorprende affatto che Musikanten sia stato fischiato e non compreso da quasi l'intera platea di Venezia che ha assistito alla proiezione. I motivi di disapprovazione infatti ci sono eccome. Battiato alla conferenza stampa dopo-proiezione ha sentenziato stizzito che "chi fischia, non capisce"; come dire che chi apprezza invece è intelligente come lui. E' un'opinione eccessiva, presuntuosa e antipatica, ma è innegabile che la gazzarra scatenatasi sia fuori luogo e probabilmente fatta da chi non capisce un acca di filosofia. Ma anche Battiato dovrebbe rendersi conto che il "Tractatus" non è esattamente un best seller e che la reazione caciarona del pubblico a conti fatti,poteva essere ampiamente preventivata. Nonostante tutti gli innumerevoli difetti, il film ha momenti deliziosi, affascinanti, notevoli e sublimi. Lo spettatore che volesse avvicinarsi al film deve saperlo: se è abituato a Spielberg o a De Palma lasci perdere.
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fabio
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giovedì 13 luglio 2006
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il cinema di battiato proietta lo spirito
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L'opus numero 2 di Franco Battiato, sperimentale, ardita e preziosa, ci conforta riguardo alle possibilità espressive che il cinema ancora può esprimere.
Musikanten richiede allo spettatore di sintonizzarsi sul flusso di coscienza di immagini che, aborrendo il vetusto linguaggio sequenziale del cinema tradizionale, aprono finestre verso dimensioni "altre", in cui si rivela la ricerca di nuovi valori e di eccellenze. Che poi sia la genialità di un grande compositore, oppure la forza maieutica di un maestro spirituale, il tema che sostanzia il cinema di Battiato - e in generale tutta la sua arte - è la proiezione dello spirito e il perseguimento di un ideale superiore nella vita quotidiana di uomini e donne, per emanciparsi dal disordine e dal caos di una vita che non corrisponde più alla misura del cielo.
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L'opus numero 2 di Franco Battiato, sperimentale, ardita e preziosa, ci conforta riguardo alle possibilità espressive che il cinema ancora può esprimere.
Musikanten richiede allo spettatore di sintonizzarsi sul flusso di coscienza di immagini che, aborrendo il vetusto linguaggio sequenziale del cinema tradizionale, aprono finestre verso dimensioni "altre", in cui si rivela la ricerca di nuovi valori e di eccellenze. Che poi sia la genialità di un grande compositore, oppure la forza maieutica di un maestro spirituale, il tema che sostanzia il cinema di Battiato - e in generale tutta la sua arte - è la proiezione dello spirito e il perseguimento di un ideale superiore nella vita quotidiana di uomini e donne, per emanciparsi dal disordine e dal caos di una vita che non corrisponde più alla misura del cielo.
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(di cellini)
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