elia
|
lunedì 19 dicembre 2005
|
lento, anzi fermo
|
|
|
|
Sinceramente non capisco come si possa parlare bene di questo film. Jim Jarmush continua ad essere considerato un regista cult. Forse è un modo gentile e presuntuoso che i cinefili o i critici cinematografici usano per dimostarre al pubblico che solo loro sono in grado di apprezzare delle autentiche boiate come Broken Flowers. In Italia si continuano a finanziare i film di Pieraccioni, ma per lo meno vengono proiettati solo in Italia (spero!).
Jarmush non è un fenomeno da baraccone come Pieraccioni e sicuramente sa cos'è il cinema ed è persona intelligente. Ma il suo film non scorre mai e la continua attesa di un dialogo più vivace o di una scena appena più movimentata non viene mai premiata ed il sonno prende il sopravvento sullo spettatore.
[+]
Sinceramente non capisco come si possa parlare bene di questo film. Jim Jarmush continua ad essere considerato un regista cult. Forse è un modo gentile e presuntuoso che i cinefili o i critici cinematografici usano per dimostarre al pubblico che solo loro sono in grado di apprezzare delle autentiche boiate come Broken Flowers. In Italia si continuano a finanziare i film di Pieraccioni, ma per lo meno vengono proiettati solo in Italia (spero!).
Jarmush non è un fenomeno da baraccone come Pieraccioni e sicuramente sa cos'è il cinema ed è persona intelligente. Ma il suo film non scorre mai e la continua attesa di un dialogo più vivace o di una scena appena più movimentata non viene mai premiata ed il sonno prende il sopravvento sullo spettatore. Dialoghi brevissimi, dove Murray sembra inabile a pensare ed a parlare, fanno soffrire lo spettatore che non riesce ad andare mai oltre l'aspetto superficiale delle immagini. Qualche battuta divertente c'è, ma è troppo poco per un film di una tale lunghezza. A ravvivare il tutto non ci sono nè paesaggi, di una piattezza disarmante, nè una colonna sonora degna di nota.
Il finale, che sembra svelarci qualcosa è un autentico calcio nei cogl---i.
Unica nota positiva è Sharon Stone, che nonostante ormai tradisca la propria età (ha la pelle stirata come una camicia), rimane bella e brava e lo dimostra in questa piccola parte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elia »
[ - ] lascia un commento a elia »
|
|
d'accordo? |
|
albarok
|
mercoledì 14 dicembre 2005
|
giocare "cinicamente " con gli spettatori...
|
|
|
|
assoluto ribaltamento dei ruoli: lo spettatore viene continuamente depistato in un gioco di grottesche situazioni dove il regista si diverte a inserire continue e grossolane provocazioni che peraltro non vengono recepite.Tutti si aspettano un finale che non puo' esserci.Considero jarmusch fin troppo arrogante ed irriverente verso coloro che vanno a vedere questo suo film.
|
|
[+] lascia un commento a albarok »
[ - ] lascia un commento a albarok »
|
|
d'accordo? |
|
christian frascella
|
mercoledì 14 dicembre 2005
|
nessuno perda il suo cuor!
|
|
|
|
Tra Cassavetes e Carver, un capolavoro minimalista di sguardo e interpretazione, con un attore (Murray) che sta esprimendo al meglio la maschera monocorde dell'uomo moderno. E' uno dei grandi film dell'anno.
|
|
[+] lascia un commento a christian frascella »
[ - ] lascia un commento a christian frascella »
|
|
d'accordo? |
|
a.l.
|
martedì 13 dicembre 2005
|
le belle che amo' il padron mio
|
|
|
|
Le etichette hanno un senso, non solo nelle aule scolastiche per la cosiddetta comodità didattica: ad esempio “Broken Flowers”, l’ultimo film di Jarmusch, è una raffigurazione quasi perfetta di ciò che si intende per “minimalismo”, ovvero la poetica dell’attenzione esasperata alla quotidianità sottintesa ai racconti di Carver, al miglior Leavitt e a molta parte della narrativa statunitense degli anni ‘80. Il lungometraggio mostra infatti un’umanità inerte e periferica, priva di identità sociale, isolata in anacronistiche comuni, volontariamente oziosa o occupata in attività inessenziali, come “ordinare gli armadi”, vendere case prefabbricate di prestigio, comunicare con gli animali domestici; essa dialoga, si innamora, si perde e poi si rivede dopo anni, relega inconsciamente a mazzi di fiori, alle tinte dei loro abiti, a un piatto di carote bollite, a una busta rosa, ai silenzi, a un baciamano o a un sorriso imbarazzato il compito di svelare verità vacillanti, aspirazione vaghe, affetti e rancori soffocati o interrotti, nell’incapacità di dare ad incontri o conversazioni approdi risolutivi.
[+]
Le etichette hanno un senso, non solo nelle aule scolastiche per la cosiddetta comodità didattica: ad esempio “Broken Flowers”, l’ultimo film di Jarmusch, è una raffigurazione quasi perfetta di ciò che si intende per “minimalismo”, ovvero la poetica dell’attenzione esasperata alla quotidianità sottintesa ai racconti di Carver, al miglior Leavitt e a molta parte della narrativa statunitense degli anni ‘80. Il lungometraggio mostra infatti un’umanità inerte e periferica, priva di identità sociale, isolata in anacronistiche comuni, volontariamente oziosa o occupata in attività inessenziali, come “ordinare gli armadi”, vendere case prefabbricate di prestigio, comunicare con gli animali domestici; essa dialoga, si innamora, si perde e poi si rivede dopo anni, relega inconsciamente a mazzi di fiori, alle tinte dei loro abiti, a un piatto di carote bollite, a una busta rosa, ai silenzi, a un baciamano o a un sorriso imbarazzato il compito di svelare verità vacillanti, aspirazione vaghe, affetti e rancori soffocati o interrotti, nell’incapacità di dare ad incontri o conversazioni approdi risolutivi. In realtà il film non è né una commedia né un dramma, quanto piuttosto una traballante indagine sul senso della vita e la questione in ballo, nonostante il tono svagato e lieve, non è affatto minimale: “Broken Flowers” esemplifica sfumandola in un disegno a matita leggerissima l’impossibilità di comporre in una storia di senso compiuto i frammenti dispersi della propria esistenza e di mettere radici stabili su questa terra. I cavalieri erranti di oggi, vecchie e nuove generazioni, nella loro quète cercano svogliati o disperati o curiosi le tracce di sé nella selva contemporanea fatta da autostrade e agglomerati urbani e suburbani anonimi. L’espressione apatica del volto di Don ( Bill Murray) succube e mai protagonista degli eventi è paradigmatica di una condizione di sudditanza inerte e di disorientamento di fronte al destino: la vasta America vista dai finestrini della sua auto è il desolato e sconfinato deserto metropolitano dei quadri di Edward Hopper, ove uomini e donne, delusi e vinti, scrutano l’orizzonte, fuori dai vetri di un bar, in attesa di una qualche impossibile rivincita. Jarmusch non offre allo spettatore che un mazzo di fiori spezzati: frasi banali, gesti minimi, grigia routine, abulia, visite di cortesia ripetute, domande e risposte di circostanza, un enigma non risolto, e un solo insegnamento impartito da un improbabile padre a un improbabile figlio:“Il passato è passato, il futuro non è ancora qui e quindi non lo posso controllare; e allora immagino che si tratti soltanto di questo, del presente.” Nel tempo l’uomo pesa e verifica il proprio valore, e se il passato è irrecuperabile, il futuro imprevedibile, l’ancora di salvezza è la coscienza del presente. Ma è proprio il presente a essere ingannevole, sfuggente, nel caso in cui non si possiedano le armi segrete per imprigionarlo. E’ la tragedia di Don Giovanni, il fatuo scialacquatore di se stesso in mille e nessuna conquista, con cui l’ossessione per l’altro sesso costringe Don a identificarsi. La vita in famiglia, figli e mogli fedeli, rappresentata dal suo pragmatico vicino di casa diventa a questo punto la sola alternativa alla dissipazione di sé del libertino sconfitto? Difficile convincersene davanti a un mazzo di fiori reciso posato su una tomba o alle affascinanti lusinghe del vecchio carpe diem oraziano…
[-]
|
|
[+] lascia un commento a a.l. »
[ - ] lascia un commento a a.l. »
|
|
d'accordo? |
|
greenlife
|
venerdì 9 dicembre 2005
|
non solo i fiori sono 'broken'
|
|
|
|
meno male che è una commedia !
il film si dipana lentamente su un copione superficiale e senza contenuti. Ritmo lento ed esasperante, non trasmette nessun messaggio profondo, anzi il non-finale lascia molti dubbi, ma soprattutto lascia l'amaro in bocca.
Soffre dell'ambientazione delle middle-town statunitensi, è un film americano che merita di essere proiettato solo in USA.
Vabbene che abbiamo il palato europeo, vabbene che al momento non ci sono film decenti... però se potete NON ANDATE A VEDERLO !!!
Si sorride a sprazzi, alcuni spunti divertenti ci sono, però il film non vale il prezzo del biglietto e non merita di essere ricordato.
Mi sento di salvare solo l'idea; meritava di essere arricchita di contenuti e di sicuro doveva essere più elaborata.
[+]
meno male che è una commedia !
il film si dipana lentamente su un copione superficiale e senza contenuti. Ritmo lento ed esasperante, non trasmette nessun messaggio profondo, anzi il non-finale lascia molti dubbi, ma soprattutto lascia l'amaro in bocca.
Soffre dell'ambientazione delle middle-town statunitensi, è un film americano che merita di essere proiettato solo in USA.
Vabbene che abbiamo il palato europeo, vabbene che al momento non ci sono film decenti... però se potete NON ANDATE A VEDERLO !!!
Si sorride a sprazzi, alcuni spunti divertenti ci sono, però il film non vale il prezzo del biglietto e non merita di essere ricordato.
Mi sento di salvare solo l'idea; meritava di essere arricchita di contenuti e di sicuro doveva essere più elaborata.
Questo mi sembra un esempio di cinema fast-food, girato velocemente per una visione usa-e-getta.
La retrospettiva sulla vita del protagonista si intuisce solo, è tutto lasciato alla fantasia dello spettatore.
Si coglie in sottofondo un pessimismo presente in quasi tutti i personaggi che ruotano attorno al protagonista, una vecchia stella ormai sul viale del tramonto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greenlife »
[ - ] lascia un commento a greenlife »
|
|
d'accordo? |
|
gianluca
|
mercoledì 7 dicembre 2005
|
piattume!
|
|
|
|
Direi un film inutile!Non un film di viaggio,
non un film sul rapporto padre-figli... non si scava sul nulla... insomma un 'non' quasi completo..il quasi è che si intuisce che nella vita è meglio il ricordo che cercare di rinverdire/rivivere storie/emozioni passate! Eppi Murray con quella sua unica espressione...la bella e brava S. Shone inutilizzata...la storia del possibile figlio come pretesto per cosa?!..Jarmush questa volta ha risparmiato con la sceneggiatura ... inesistente ! Un film 'americano' in stile ,come spesso accade, italiano!
Ciao Gluca!
[+] ...colonna sonora...
(di aleb)
[ - ] ...colonna sonora...
|
|
[+] lascia un commento a gianluca »
[ - ] lascia un commento a gianluca »
|
|
d'accordo? |
|
alciotto
|
martedì 6 dicembre 2005
|
un simpatico residuo di curiosità
|
|
|
|
il film finisce e ti lascia in sospeso, ma proprio
quel sospeso ti ci fa ripensare il giorno dopo, curioso di sapere chi fosse ad aver scritto quella lettera. Ogni donna a con se un indizio o una casualità che la potrebbe far essere la misteriosa mittente. Forse la stessa Sherry, che in fondo con Don, vuole costruire qualcosa, per risvegliare dal
torpore (che murray porta con se, più o meno accentuata,in ogni film) la sua voglia di paternità.. Tra momenti divertenti, il FILM si fa apprezzare per la curiosità che lascia allo spettatore. Forse per estimatori del indolente BILL MURRAY.. ce ne sono così tanti ? la sala era grande e bella piena !
|
|
[+] lascia un commento a alciotto »
[ - ] lascia un commento a alciotto »
|
|
d'accordo? |
|
stefano
|
lunedì 5 dicembre 2005
|
un film di jim jarmusch
|
|
|
|
Degno lavoro di Jarmusch...ci sono tutti gli ingredienti del sapiente e collaudato regista. L'introspezione la fa da padrone, con continui momenti di stallo psicologico volto a coinvolgere lo spettatore nei turbolenti moti interiori del protagonista. Tra i vari messaggi inviati dalla pellicola emerge deciso quello della voglia nascosta (ma neanche tanto!!) di paternità e di ricerca di un senso compiuto al proprio percorso vitale. Nel complesso sicuramente un Film da non perdere, pieno di spunti di riflessione e impreziosito da sottofondi musicali di primo livello e interpretazioni con picchi di eccellenza (vedasi lo sguardo del protagonista nei confronti dell'amico Etiope all'esclamazione:"sei papà!").
[+]
Degno lavoro di Jarmusch...ci sono tutti gli ingredienti del sapiente e collaudato regista. L'introspezione la fa da padrone, con continui momenti di stallo psicologico volto a coinvolgere lo spettatore nei turbolenti moti interiori del protagonista. Tra i vari messaggi inviati dalla pellicola emerge deciso quello della voglia nascosta (ma neanche tanto!!) di paternità e di ricerca di un senso compiuto al proprio percorso vitale. Nel complesso sicuramente un Film da non perdere, pieno di spunti di riflessione e impreziosito da sottofondi musicali di primo livello e interpretazioni con picchi di eccellenza (vedasi lo sguardo del protagonista nei confronti dell'amico Etiope all'esclamazione:"sei papà!"). Da apprezzare anche delle perle di raffinata e surreale comicità. Un finale non finale che questa volta è finalmente necessario ed appropriato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano »
[ - ] lascia un commento a stefano »
|
|
d'accordo? |
|
kalina
|
sabato 3 dicembre 2005
|
stiamo scherzando?
|
|
|
|
Andando a vedere ieri Broken Flowers, abbiamo scoperto quanto segue: 1) Da Lost in translation, Bill Murray non sfoggia neanche un'espressione nuova, ma piuttosto l'unico gesto schifato che gli è stato cucito addosso e che ha già mostrato ultimamente in diversi film (anche Avventure acquatiche ecc.). 2) Qua si confonde VUOTO ASSOLUTO sia nel dialogo sia nella SCENEGGIATURA con profondità dei messaggi trasmessi. 3) Il così decantato ritmo dei film americani, qui è scricchiolante, gli episodi sono prevedibili così come la fine. 4) Il protagonista prende l'aereo 4 o 5 volte per essere sempre immerso nel medesimo paesaggio di pini e colline. 5) In passato lui sarebbe stato un Don Giovanni. I maschi del gruppo si sono chiesti: ma come ha fatto! Le donne hanno detto: si capisce perché è stato sempre mollato! Appare piuttosto depresso, annoiato e sopratutto non sa mai che dire né che fare.
[+]
Andando a vedere ieri Broken Flowers, abbiamo scoperto quanto segue: 1) Da Lost in translation, Bill Murray non sfoggia neanche un'espressione nuova, ma piuttosto l'unico gesto schifato che gli è stato cucito addosso e che ha già mostrato ultimamente in diversi film (anche Avventure acquatiche ecc.). 2) Qua si confonde VUOTO ASSOLUTO sia nel dialogo sia nella SCENEGGIATURA con profondità dei messaggi trasmessi. 3) Il così decantato ritmo dei film americani, qui è scricchiolante, gli episodi sono prevedibili così come la fine. 4) Il protagonista prende l'aereo 4 o 5 volte per essere sempre immerso nel medesimo paesaggio di pini e colline. 5) In passato lui sarebbe stato un Don Giovanni. I maschi del gruppo si sono chiesti: ma come ha fatto! Le donne hanno detto: si capisce perché è stato sempre mollato! Appare piuttosto depresso, annoiato e sopratutto non sa mai che dire né che fare. Questo potrebbe suscitare tenerezza, ma da lì a dire che è un gran bel film c’è una bella differenza! 6) La galleria di belle e brave attrici dello scorso decennio non basta a controbilanciare il vuoto di senso. Lo stesso risultato si avrebbe presso un Museo di Arte Contemporanea. Noi ci siamo veramente annoiati tanto, e ci siamo chiesti perché questo film è stato presentato sotto la voce “commedia” a 3 stelle. Io lo definirei triste e noioso. Simpatico è il trailer!!
[-]
[+] assolutamente d'accordo
(di lucia - roma -)
[ - ] assolutamente d'accordo
[+] cocordo pienamente
(di alessandra)
[ - ] cocordo pienamente
[+] sono con kalina
(di lunacatia)
[ - ] sono con kalina
[+] parola
(di da)
[ - ] parola
[+] minimalismo non è assenza
(di kobayashi)
[ - ] minimalismo non è assenza
|
|
[+] lascia un commento a kalina »
[ - ] lascia un commento a kalina »
|
|
d'accordo? |
|
anonimo
|
giovedì 1 dicembre 2005
|
broken flowers.....ma
|
|
|
|
Questo film ha un'ottima trama ed ottima è l'interpretazione del protagonista, quello che lo penalizza è il ritmo del film e la colonna sonora troppo pacati, che rendono il film mono-tono ; probabilmente con una trama così "impegnativa" si sarebbe dovuto dare un pò più tono ai contesti in cui si svolge il film dando ogni tanto un'"accelerata",un colpo di scena per rendere il film più coinvolgente
|
|
[+] lascia un commento a anonimo »
[ - ] lascia un commento a anonimo »
|
|
d'accordo? |
|
|