pletti.a
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martedì 27 maggio 2008
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da vedere
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Bill Murray è straordinario
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amarilli novel
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martedì 27 maggio 2008
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la danza dell'esercito di don
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Don Johnston: no, non Don Johnson di Miami Vice. È buffo confondere un casanova con qualcun altro e vederlo riaffermare la propria identità ad ogni nuova presentazione, proprio lui: Narciso che si è fatto notare da molte donne. È buffo il viso volutamente inespressivo di Bill Murray: impassibile tanto mentre ascolta musica lirica italiana, quanto mentre ascolta musica etiope. Nulla sembra smuovere in lui una qualche emozione: l’arredamento minimale della sua casa è specchio dell’arredamento minimale del suo volto.
Ma come un Siddartha apatico o un mistico indotto, Don/Bill intraprende un viaggio alla ricerca di una sua possibile diramazione: un figlio quasi ventenne che una delle molte ex gli annuncia partito alla ricerca –al contrario- delle sue radici.
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Don Johnston: no, non Don Johnson di Miami Vice. È buffo confondere un casanova con qualcun altro e vederlo riaffermare la propria identità ad ogni nuova presentazione, proprio lui: Narciso che si è fatto notare da molte donne. È buffo il viso volutamente inespressivo di Bill Murray: impassibile tanto mentre ascolta musica lirica italiana, quanto mentre ascolta musica etiope. Nulla sembra smuovere in lui una qualche emozione: l’arredamento minimale della sua casa è specchio dell’arredamento minimale del suo volto.
Ma come un Siddartha apatico o un mistico indotto, Don/Bill intraprende un viaggio alla ricerca di una sua possibile diramazione: un figlio quasi ventenne che una delle molte ex gli annuncia partito alla ricerca –al contrario- delle sue radici. Alberi che non sappiamo neanche se realmente uniti, se reali o solo frutto della mente di un appassionato di romanzi gialli di nome Wilson: ammogliato, affigliato, sempre on-line nonostante non lavori con il computer come il nostro speculare Don. Qualcuno cerca ciò da cui viene, qualcuno cerca ciò che ha prodotto. Ma qualcuno ci crede in questa ricerca? Certo non la dea Fortuna, forse Serendipity, dea delle cianfrusaglie incomprensibili: un’adolescente nuda, una macchina da scrivere rosa, un quadro di fiori ancora rosa, un gatto parlante. È questo l’esercito di Don, esercito che danza al ritmo di una melodia strumentale venuta da Oriente su di un cd masterizzato. Papapa-tarata-tarata-taratata: pa, pa, pa, pa. Tasselli di un puzzle che non necessariamente prevedono un disegno finale.
Don Johnston guida la sua macchina: la cambia? È sempre la stessa? Potrebbe. Potrebbe non. Sembra che percorra tutti gli Stati Uniti, sembra che sia sempre sulla stessa strada: impassibile, sempre uguale. E mentre per lo spettatore la melodia venuta da Oriente su di un cd masterizzato comincia a divenir famigliare, nuovi ciarpami senza senso si amalgamano nell’itinerario indefinito. Cominciamo a distinguere sul volto di Don/Bill qualche simbolo: un’alzata di sopracciglio potrebbe voler dire sì, un labbro inferiore ritratto all’interno della bocca potrebbe voler dire no. Ma potremmo anche sbagliarci. O forse potremmo avere perfettamente ragione.
La ciliegina sulla torta offertaci dalla dea del film o da Jarmusch è il vero figlio di Murray nell’ultima scena del film: muto, impassibile, passa di scorcio a bordo di un vecchio Volkswagen mentre Don/Bill, pedina bloccata, viene aggredito da riprese da troppe angolazioni diverse. È la danza dell’esercito di Don, viene da Oriente su di un cd masterizzato, non porta a un luogo preciso.
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angela cinicolo
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venerdì 18 aprile 2008
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broken flowers, broken loves
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Storia delicata come il rosa candido ricorrente in tutto il film, questa pellicola conferma la bravura di Bill Murray, già apprezzata in Lost in translation, e che tanto ricorda il Kevin Spacey di American Beauty. Un inno alla delicatezza e al ritmo lento tutto nipponico, quello di Kitano per intenderci, Broken flowers si compone di una sceneggiatura debole, che però sa affidare il suo punto di forza al talento degli attori, e in particolare delle attrici, che interpretano con stile personaggi stravaganti psicanalizzati ogni volta dal protagonista, un dongiovanni che cerca tra le donne amate vent'anni prima gli indizi di una paternità messa in dubbio fino alla fine. Perla di piccole dimensioni.
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backtothebasics
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lunedì 8 ottobre 2007
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regia
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lasciate perdere la storia, quel che conta in questo film è la caratterizzazione e dei personaggi non protagonisti e la relativa ambientazione delle scene. Elementi che potranno piacere o non piacere, ma sono sicuramente di un sapiente lavoro.
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antonello
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martedì 1 maggio 2007
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capolavoro o spazzatura?il confine è labile
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Un playboy vecchio stampo e vecchio d'eta viene mollata dalla sua giovane compagna,stanca della sua avversione al matrimonio.Vedendola andare via,raccoglie la posta appena arrivata e una lettera gli rivela una scomoda verita:ha un figlio di 19anni mai conosciuto ma non c'è scritto altro.Crudele burla o crudele verità?Jarmusch cuce addosso a Murray un road movie soffice ma lento,divertente ma a tratti pesante.Il confine tra spazzatura e capolavoro è labile e infatti è un film che divide le platee.Qualcuno rimarrà affascinato dalle mille citazioni dell'autore,altri si addormenteranno di fronte al viso da clown triste del grande Murray.Buone trovate come la incredibile psicologa per animali.Un film piacevole ma non al livello di LOST IN TRANSLATION,per avere un termine di paragone.
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Un playboy vecchio stampo e vecchio d'eta viene mollata dalla sua giovane compagna,stanca della sua avversione al matrimonio.Vedendola andare via,raccoglie la posta appena arrivata e una lettera gli rivela una scomoda verita:ha un figlio di 19anni mai conosciuto ma non c'è scritto altro.Crudele burla o crudele verità?Jarmusch cuce addosso a Murray un road movie soffice ma lento,divertente ma a tratti pesante.Il confine tra spazzatura e capolavoro è labile e infatti è un film che divide le platee.Qualcuno rimarrà affascinato dalle mille citazioni dell'autore,altri si addormenteranno di fronte al viso da clown triste del grande Murray.Buone trovate come la incredibile psicologa per animali.Un film piacevole ma non al livello di LOST IN TRANSLATION,per avere un termine di paragone.Finale che divide ma originale.
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donzella
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giovedì 25 gennaio 2007
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da spararsi!
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Ho visto il trailer e mi era piaciuto.
Dopo poco che ero al cinema avevo già il latte alle ginocchia!ma che film è????
nn sarò un genio del cinema ma,era decisamente inguardabile!!!!!!
Tant'è che neanche a metà film me ne sono andata!
Lento e noiso insomma...2 scatole!!!!!
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ivan
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martedì 23 gennaio 2007
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finale-non finale
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Un film lento che ti lascia con mille dubbi ai quali non verrà data una risposta!
Ancora peggio il finale che ti lascia più dubbi di prima.
Mi era stato consigliato,ma ha deluso le aspettative.
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nigel mansell
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sabato 16 dicembre 2006
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indecifrabile
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Bill Murray un uomo sballottato in un universo femminile fatto di donne eterogenee del suo passato e presente, e dalle velleità da detective del suo vicino di casa, viene spinto da una lettera rosa scritta in rosso a cercare un possibile erede.
Belle le scene della provincia americana viste dalle Ford a noleggio di cui il protagonista si serve per ricercare il suo passato.
Bill Murray è inteleggibile, non si capisce se sia bravura o mancanza di espressione.
Il film male non fa, ma si esce dalla sala dibattuti se si sia assistito ad un grande film o ad una pellicola qualsiasi senza senso.
Giudizio sospeso
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nigel mansell
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sabato 16 dicembre 2006
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indecifrabile
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Sono uscito dal cinema con il dubbio se avessi visto un capolavoro e non l'avevo capito o se era proprio un film in cui non c'era nulla da capire.
Il protagonista non ha capito nulla del suo passato, non ha nessuna cognizione del suo futuro, e nel presente è sballottato tra le sue appassionate donne e le velleità invetigative del suo vicino di casa.
La faccia di Bill Murray è imperturbabile, una sfinge, ci si domanda, se è bravissimo o se è proprio inespresivo, mentre si confronta con una girandola di donne parte del suo passato e del suo attuale alla ricerca di un figlio, che una lettera rosa scritta in rosso gli ha annunciato.
Giudizio in sospeso, mi riservo di giudicare: comunque male non fa.
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da
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venerdì 27 ottobre 2006
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il cinema è muto
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questo film è da metabolizzare.esci dal cinema chiedendoti:"ma che cacchio ho visto?".il finale ti lascia a bocca aperta:"ma è davverò finito così?che fine è?".nn parli,nn sai che dire.capolavoro o grande balla cinematografica?.e poi,piano piano,col passare dei giorni,la nebbia si dissolve e capisci di aver visto una vita che ti è passata davanti nel maxischermo cinematografico.hai visto un uomo (RICCO!!) impassibile alla vita,"impermeabile" alla vita,forse apatico,forse incapace di esprimere le proprie emozioni,e lo vedi tornare indietro.
ricerca quelle che una volta sono state "le sue donne"(tutte molto diverse tra loro),anaspando nelle loro tragedie,nella loro finta perfezione,nelle loro stranezze,nella loro povertà e cercare di sapere se esiste veramente un suo figlio,uscito per caso da una di queste storie.
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questo film è da metabolizzare.esci dal cinema chiedendoti:"ma che cacchio ho visto?".il finale ti lascia a bocca aperta:"ma è davverò finito così?che fine è?".nn parli,nn sai che dire.capolavoro o grande balla cinematografica?.e poi,piano piano,col passare dei giorni,la nebbia si dissolve e capisci di aver visto una vita che ti è passata davanti nel maxischermo cinematografico.hai visto un uomo (RICCO!!) impassibile alla vita,"impermeabile" alla vita,forse apatico,forse incapace di esprimere le proprie emozioni,e lo vedi tornare indietro.
ricerca quelle che una volta sono state "le sue donne"(tutte molto diverse tra loro),anaspando nelle loro tragedie,nella loro finta perfezione,nelle loro stranezze,nella loro povertà e cercare di sapere se esiste veramente un suo figlio,uscito per caso da una di queste storie.
con la ricerca di un figlio(che diventa ad un tratto paranoica,che ad un tratto lo stanca e che poi diviene l'unico obiettivo di un'esistenza)si ricerca una vita diversa,una vita che poteva essere e che nn è stata.si può ritrovare questa vita che poteva essere ma nn è?o è solo un'illusione?
in questo film nn ci sono molte battute,le parole sono portate al minimalismo.sono le immagini che parlano,ed è giusto così.
almeno al cinema è sempre meglio nn dire troppe cose.
visogna ricordare che il cinema è nato muto,e un pò ci è rimasto.
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