filippo catani
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sabato 31 agosto 2013
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l'amministrazione bush sotto accusa
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Partendo dalla tragedia che sconvolse gli USA e il mondo intero con l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 con la morte di oltre 3000 persone, Moore prende in esame le mosse dell'amministrazione Bush che portarono allo scoppio delle guerre in Afghanistan e Iraq.
Troppe sono state le bugie e le ambiguità che sono seguite ai tragici attentati e che sono sfociate in due "guerre al terrore". Tanti e troppi sono pure i legami economici che legano a doppio filo Bush padre e figlio e altri membri dell'amministrazione con il mondo saudita. L'afghanistan si è velocemente trasformato in un pantano in cui USA e alleati sono ancora impantanati fino almeno alla fine del 2014.
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Partendo dalla tragedia che sconvolse gli USA e il mondo intero con l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 con la morte di oltre 3000 persone, Moore prende in esame le mosse dell'amministrazione Bush che portarono allo scoppio delle guerre in Afghanistan e Iraq.
Troppe sono state le bugie e le ambiguità che sono seguite ai tragici attentati e che sono sfociate in due "guerre al terrore". Tanti e troppi sono pure i legami economici che legano a doppio filo Bush padre e figlio e altri membri dell'amministrazione con il mondo saudita. L'afghanistan si è velocemente trasformato in un pantano in cui USA e alleati sono ancora impantanati fino almeno alla fine del 2014. Formalmente i Talebani non sono più al governo ma si sono ritirati nelle alture da dove guidano la loro resistenza armata a base di attentati. In Iraq è successo più o meno lo stesso: Saddam non c'è più ma il paese vive in uno stato di costante instabilità. Senza dimenticare che sia i Talebani che lo stesso Saddam hanno usufruito negli anni '80 del benevole aiuto statunitense come ricorda Moore. Il film poi si sposta sul campo e precisamente tra le truppe impegnate in Iraq fra turni massacranti, vana ricerca delle armi di distruzione di massa, caldo soffocante e costanti attacchi o campi minati. Purtroppo la guerra insieme alla morte, alla distruzione e alle mutilazioni si porta dietro anche le scorie della tortura; se da una parte venivano rapiti occidentali dall'altra si torturavano prigionieri o civili inermi (basti pensare ai casi di Guantanamo e Abu Grahib tanto per citarne i più conosciuti). In tutto questo gran parte dell'esercito è composto da minoranze etniche, giovani disoccupati senza futuro negli USA che provano a sfidare la sorte per mettere via qualche soldo mentre al momento della realizzazione del documentario solo un membro del Congresso aveva un figlio al fronte. Senza dimenticare che tutta questa sequela di avvenimenti oltre alla tragedia newyorchese si deve alla vittoria di Bush su Al Gore del 2000 che sollevò più di un dubbio. Premiato a Cannes, questo documentario è una lucida disamina di un americano che cerca di fare i conti con se stesso e i propri connazionali su una serie di anni che hanno per sempre sconvolto il nostro mondo. Nonostante tutto ciò e l'auspicio che chiude il documentario, Bush riuscì comunque ad ottenere un secondo mandato.
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tiamaster
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mercoledì 9 novembre 2011
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more micheal moore.
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Credo che la gente che definisca questo film "neorealista" commetta un errore,non proprio un errore..ma quasi.Questo film non è un semplice film:è un inchiesta sul disastro dell'11 settembre 2001,quindi non si può definire la realtà "neorealista",sarebbe come dire che la vita è un film.Micheal moore ama l'america,e in questo film si vede,è indubbiamente un grandissimo patriota...dell'america appunto ma non del suo governo.Un grandissimo film-inchiesta,per simili film guardate "draquila".
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steredoro_lu
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martedì 9 novembre 2010
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moore: la denuncia in presa diretta
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Ho visto e rivisto sia al cinema che in dvd questo autentico capolavoro di un genio come Michael Moore. I fatti alla fine hanno dato ragione al regista americano. Bene o male tutte le amministrazioni che si sono susseguite al vertice del governo USA hanno lasciato degli scheletri nell'armadio. Più di tutti l'ex presidente George W Bush. I suoi intrighi per rialzare le quotazioni delle industrie belliche americane rimandano a quel che accadde durante il mandato del Presidente Kennedy. Ricordo che i vertici dello Stato Maggiore Americano, da sempre guerrafondai, non furono in accordo con il Presidente sulla crisi dei missili di Cuba così come non furono d'accordo per una fine imminente della guerra in Vietnam.
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Ho visto e rivisto sia al cinema che in dvd questo autentico capolavoro di un genio come Michael Moore. I fatti alla fine hanno dato ragione al regista americano. Bene o male tutte le amministrazioni che si sono susseguite al vertice del governo USA hanno lasciato degli scheletri nell'armadio. Più di tutti l'ex presidente George W Bush. I suoi intrighi per rialzare le quotazioni delle industrie belliche americane rimandano a quel che accadde durante il mandato del Presidente Kennedy. Ricordo che i vertici dello Stato Maggiore Americano, da sempre guerrafondai, non furono in accordo con il Presidente sulla crisi dei missili di Cuba così come non furono d'accordo per una fine imminente della guerra in Vietnam. Kennedy era un pacifista e questo gli costò caro in quel tragico venerdì 22 novembre del 1963. Ma Bush non è Kennedy. Bush ha le mani in pasta su diverse società produttrici di armamenti per l'Esercito USA. E a quei tempi era il Presidente,l'uomo più potente della Terra. E per giunta un guerrafondaio. Diciamo semplicemente che ha giocato le carte giuste in una partita che avrebbe poi vinto sbancando il Banco. E quel Banco era l'Iraq e l'Afganistan. Bush è Texano. E quindi è anche un petroliere. E,guarda il caso,nelle due nazioni appena citate ci sono grandi giacimenti petroliferi. Due piccioni con una fava. Ma scriverò di più. Esiste una teoria non del tutto infondata dove viene descritto che gli attentati furono organizzati direttamente all'interno degli Stati Uniti. E il direttore di questo "lavoro sporco" era nientemeno che il Direttore della Central Intelligence Agency. In pratica gli americani hanno pagato Bin Laden e la sua organizzazione per auto attaccare gli Stati Uniti. Moore dovrebbe indagare su questa teoria e farne un altro film- documentario da affiancare a Fahrenheit 9/11 e demolire del tutto il falso mito della politica "repubblicana" della famiglia Bush.Il film scorre in modo eccelso e Moore spiega,senza secondi fini politici,quel che la famiglia Bush ha combinato negli anni in cui sono stati al potere (Bush Sr e Jr)alla faccia degli onesti americani che hanno votato per loro credendo in quelle false promesse ovviamente non mantenute. E chi è arrivato dopo di Bush Jr. ha ereditato una guerra scomoda che alla fine al contribuente americano non ha dato nessun beneficio,anzi!!!! Centinaia di giovani uomini e donne sono morte per difendere unicamente il patrimonio personale della famiglia Bush e, indirettamente, anche quello della famiglia Saudi e della famiglia Bin Laden. Ottimo lavoro Michael!!! Continua così!!! Sveglia il popolo americano (e non solo) da quel sonno che anzichè tonificare la mente la spezza!!!! Siamo ( o meglio...sono...) in attesa di un altro capolavoro che denunci altro marcio che arriva dal profondo occidente. Gian Luca.
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luca scialò
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domenica 17 gennaio 2010
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una verità sull' "11 settembre"
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Michael Moore traspone in un docufilm tutti i principali dubbi sulla veridicità degli attentati dell'11 settembre 2001, gli stessi che hanno reso più impaurito il Mondo, con tanto di due guerre al seguito in Medio Oriente e vari attentati successivi sparsi per il globo. Moore cerca di spiegarceli in modo semplice e anche credibile.
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paride86
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venerdì 13 febbraio 2009
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interessante
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Sicuramente "Fahrenheit 9/11" è un film propagandistico, studiato per convincere lo spettatore delle proprie tesi (non a caso uscì in vista delle elezioni), ma in ogni modo, soprattutto per chi lo ha visto a distanza dagli eventi raccontati, spinge a riflettere su alcuni punti importanti della politica americana e internazionale: i rapporti tra il potere e la finanza e il complesso intreccio di interessi che accomuna arabi e occidentali più di quanto si pensi e - soprattutto - al di là di guerre e attentati terroristici.
Sconcertante la reazione di Bush alla notizia dello schianto del secondo aereo:
"e il presidente continuò a leggere 'La mia capretta'...".
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marcus
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martedì 4 novembre 2008
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una pellicola insulsa
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E' un documentario scadente, insulso. Tutto è basato sull'odio contro bush. non contro il governo, ma contro la persona. e' la stessa cosa dell'Italia che è contro Berlusconi, non il governo, ma la persona.
Le prese per il culo a bush e compagnia non fanno ridere, fanno solo innervosire, non si racconta niente di sensato. Tutte cazzate. Moore è il peggior regista esistente.
Un film assolutamente sconsigliato. Se vuoi sapere la verità sul 11 settembre di certo non bisogna cercarla in questo documentario, che di documentario non si tratta, ma di fandonie.
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rivoluzionario
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lunedì 3 novembre 2008
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michael moore non è di sinistra
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Michael Moore usa le stesse armi di quelli che critica. La spettacolarità del film è molto televisiva, simile agli spot pubblicitari-elettorali di Bush. Non critica l'America o l'ideologia "bushana", ma critica Bush l'individuo, la persona. È come criticare Berlusconi e non il berlusconismo: grande errore che denota ignoranza del Male. Moore e quelli per lui non hanno ancora capito che non si combatte il nemico con le sue armi.
Inoltre Moore ha l'imbecille mito del "buon governo", un mito sciocco: non esistono governi, poteri buoni.
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lucido71
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martedì 2 settembre 2008
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un barlume di verità ogni tanto trapassa...
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Visto al cinema all'epoca, credo che tutto il mondo dovrebbe vedere... e cercare di capire!!!
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resio
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giovedì 21 agosto 2008
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ignoranza
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michel moore ha donato in beneficienza tutti i proventi di questo film e vive in un appartamento di 90 metri quadrati.. quindi fascistello stupidino, studia prima di scrivere boiate!
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lili
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martedì 19 agosto 2008
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la forza di moore
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Questo film ha dato un contributo importantissimo all'umanità.
Moore ha avuto il coraggio di denunciare quello che spesso si sussurra soltanto.
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