mauryt
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mercoledì 20 ottobre 2010
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per le donne, soprattutto quelle che si annullano
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Una bella pellicola sulla violenza domestica girata con delicatezza e intelligenza da una regista donna anche per questo con un occhio più attento ai problemi della donna nei diversi ruoli di moglie, amante, madre e soprattutto individuo.
La vicenda si svolge in Spagna nella graziosa cittadina di Toledo. Pilar è una buona moglie, fedele, attenta ai propri cari e alla propria casa, ha anche un lavoro che le piace, niente di eclatante, e qualche amica con la quale pranzare durante le pause dal lavoro. Il marito sarebbe un buon marito se non avesse deciso che Pilar è: "una sua cosa", la ama, anzi la adora ma ne è gelosissimo. La sua gelosia si manifesta nelle maniere più brutali anche in presenza del loro bimbo.
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Una bella pellicola sulla violenza domestica girata con delicatezza e intelligenza da una regista donna anche per questo con un occhio più attento ai problemi della donna nei diversi ruoli di moglie, amante, madre e soprattutto individuo.
La vicenda si svolge in Spagna nella graziosa cittadina di Toledo. Pilar è una buona moglie, fedele, attenta ai propri cari e alla propria casa, ha anche un lavoro che le piace, niente di eclatante, e qualche amica con la quale pranzare durante le pause dal lavoro. Il marito sarebbe un buon marito se non avesse deciso che Pilar è: "una sua cosa", la ama, anzi la adora ma ne è gelosissimo. La sua gelosia si manifesta nelle maniere più brutali anche in presenza del loro bimbo.
Pilar ha una madre vedova che ha rinunciato a suo tempo e vive ancora di sogni, la sorella Ana invece è più emancipata: ha viaggiato e sta per sposare un ragazzo scozzese.
Ana tenta di convincere Pilar a lasciare il marito dopo l'ennesima violenza subita, non ci riuscirà, Pilar ama troppo Antonio. Le scene d'amore sono cariche di erotismo e sensualità e Pilar ripete "regali" che fa ad Antonio: "ti do la mia bocca, il mio collo, le mie braccia, i miei capelli... ti do i miei occhi". Vale a dire ti do tutta me stessa.
Un maschio sazio e geloso si spoglia delle tenerezze dell'amore molto in fretta, Antonio, nonostante tenti la terapia psicologica, non riesce a superare la sua mania di possesso.
Soltanto una grandissima violenta umiliazione, più che le violenze fisiche, faranno sì che Pilar alzi la testa si guardi dentro e realizzi cosa vuole essere e cosa vorrà diventare, decisa a non far calpestare i suoi sogni da nessuno.
Un film che ha meritato i premi vinti, assolutamente da vedere.
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elgatoloco
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lunedì 22 febbraio 2016
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dramma familiare, violenza contro la donna
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"Te doj mis ojos"(ti do i miei occhi)è film di rara intelligenza drammaturgica, per come rende la situazione(per nulla solo"ipotetica", anzi, purtroppo)della violenza domestica contro la donna: il marito Antonio minaccia psicologicamente ma anche fisicamente Pilàr, la moglie, avviata verso una carriera brillante, come guida a monumenti e opere d'arte, mentre il marito, da sempre insofferente verso ogni anche minimo spazio d'autonomia della donna, non le perdona questa progressiva"que^te d'autonomie"ulteriore... Psicologicamente felice nel cogliere i rapporti domestici ed extra.-domestici. "Te doj..."rende con intelligenza anche la condizione particolare delle vittime di secondo grado(il bambino, a sua volta vittima anche di primo grado, almeno in parte, quando gli viene imposto di tacere dal padre-padrone)in quanto assistenti diretti alla violenza subita da un familiare(qui la madre)e di terzo grado(sorella e madre, in quanto comunque coinvolte dai racconti della familiare).
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"Te doj mis ojos"(ti do i miei occhi)è film di rara intelligenza drammaturgica, per come rende la situazione(per nulla solo"ipotetica", anzi, purtroppo)della violenza domestica contro la donna: il marito Antonio minaccia psicologicamente ma anche fisicamente Pilàr, la moglie, avviata verso una carriera brillante, come guida a monumenti e opere d'arte, mentre il marito, da sempre insofferente verso ogni anche minimo spazio d'autonomia della donna, non le perdona questa progressiva"que^te d'autonomie"ulteriore... Psicologicamente felice nel cogliere i rapporti domestici ed extra.-domestici. "Te doj..."rende con intelligenza anche la condizione particolare delle vittime di secondo grado(il bambino, a sua volta vittima anche di primo grado, almeno in parte, quando gli viene imposto di tacere dal padre-padrone)in quanto assistenti diretti alla violenza subita da un familiare(qui la madre)e di terzo grado(sorella e madre, in quanto comunque coinvolte dai racconti della familiare). TUtto è reso, come si diceva, con grande"proprietà"(nell'accezione francese)e intelligenza da regista e interpreti, senz'altro da seguire sempre, senza alcuna ricerca di"effetti"ed"effettacci"(non è un thriller né un legal thriller). E forse, pur se la situazione sembra opposta a quella dell'hidalgo Alfonso Quijana alias Don Quijote cerventesiano, può essere, per"opposizione", per"contrappasso"che sia oltremodo azzeccata la notazione della dott.Miniati in una recente presentazione pubblica del film(all'Università di Firenze)quando rilevava come forse il riferimento alla Mancha e all'Estremadura possa accennare a Quijote, appunto. Se l'hidalgo-caballero ero oltremodo rispettoso verso Dulcinea ma anche verso ogni altra donna, Antonio, che è il contrario, vorrebbe dimostrare il suo amore per Pilàr(e crede realmente di amarla, così) umilandola e minacciandola in ogni modo... El Gato
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