l'uomo nero
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giovedì 1 novembre 2007
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mandarino
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uno dei film cinesi più adatto ai gusti occidentali ma senza snaturarsi
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loris760
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mercoledì 12 settembre 2007
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sopravvalutato
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Se bastasse un ottima fotografia a fare grande un film probabilmente potremmo essere tutti dei registi. Il film è banale e a tratti ridicolo. E' un film cinese.
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maiora
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domenica 9 settembre 2007
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il colore dell'oriente...la musica.
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spettacolare..l'oriente è un mondo che ci affascina sempre più..i colori e la misica sono da pscar...lory
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antonio
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martedì 12 giugno 2007
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alla stregua delle feci!!!!
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sono rimasta allibita davanti all'orribile standard di questo film, trama assolutamente sgradevole ed incomprensibile..........film inaccettabile ed inguardabile, sono davvero rimasta molto(troppo)delusa da ciò che prospettavo migliore...buuuu!
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(di faskyo)
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lina unali
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mercoledì 30 maggio 2007
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integrazione delle arti
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La vicenda sembra ispirarsi a un famoso romanzo del Cinquecento cinese intitolato La Storia dei Tre Regni di Luo Guan Zhong che si basa a sua volta su diverse opere precedenti relative ai regni che si formarono lungo il fiume Yang Tse Chang e alla loro unificazione. Il protagonista presenta se stesso dicendo per prima cosa che, non essendo nessuno, egli si è accinto a studiare la spada. Dopo dieci anni ha acquisito una capacità rara in quest’arte e aggiunge che il Re di Qin lo ha convocato e che le sue azioni hanno stupito il Regno.
Dunque l’arte di cui l’eroe parla per prima è quella della spada. Il Re chiede di quali strumenti si sia servito per sconfiggere il nemico ed egli risponde: “La spada”.
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La vicenda sembra ispirarsi a un famoso romanzo del Cinquecento cinese intitolato La Storia dei Tre Regni di Luo Guan Zhong che si basa a sua volta su diverse opere precedenti relative ai regni che si formarono lungo il fiume Yang Tse Chang e alla loro unificazione. Il protagonista presenta se stesso dicendo per prima cosa che, non essendo nessuno, egli si è accinto a studiare la spada. Dopo dieci anni ha acquisito una capacità rara in quest’arte e aggiunge che il Re di Qin lo ha convocato e che le sue azioni hanno stupito il Regno.
Dunque l’arte di cui l’eroe parla per prima è quella della spada. Il Re chiede di quali strumenti si sia servito per sconfiggere il nemico ed egli risponde: “La spada”. Fa anche partecipe il sovrano di una situazione da lui vissuta all’interno di una casa da gioco in cui il nemico è intento agli scacchi. Egli richiede a un vecchio suonatore di liuto di suonare il suo strumento per lui e per il suo nemico. Viene quindi prima avanzata l’idea dell’affinità tra il gioco degli scacchi e l’arte della spada. Poi il protagonista spiega che le arti marziali e la musica sono tra loro differenti, ma basate sullo stesso principio: entrambe pongono l’accento sul raggiungimento di uno stato superiore.
Spada, musica e scacchi non sono le uniche arti che vengono nel film viste in felice combinazione. C’è anche la calligrafia.
Il Re chiede di nuovo come abbia fatto il suo interlocutore a sconfiggere un nemico così terribile. A questo punto viene presentata la scuola dove si insegna la calligrafia, chiamata in cinese shufa, in cui gli studenti sono vestiti di rosso e sono intenti con i loro grandi pennelli a produrre segni armoniosi sulle loro tavole di scrittura. Segue un’altra teorizzazione da parte del grande spadaccino riguardante i contenuti di una leggenda che egli ha evidentemente udito, secondo cui l’abilità che il nemico aveva nell’uso della spada era radicata nella sua calligrafia.
Finora abbiamo quindi assistito alla congiunzione delle tre arti, quella della spada, del gioco degli scacchi, della musica, e adesso se ne aggiunge una quarta: la calligrafia, arte dello scrivere artistico, a sua volta parallela ai vari generi di pittura quali per esempio la pittura di paesaggio (san shui). Il personaggio che deve affrontare in combattimento potrebbe svelare tramite il segno grafico da lui prodotto il segreto del proprio modo di combattere. Alcune parti del film sembrano composte con l’unico scopo di presentare questa possibilità o necessità di integrazione delle arti a una nazione che forse lo sta dimenticando o all’Occidente che non ha mai avuto consapevolezza di questo importante aspetto della cultura tradizionale cinese.
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dondo92
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domenica 11 marzo 2007
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capolavoro cinese
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Bellissimo film sulle tradizioni cinesi e sul valore delle guerre e dei duelli individuali che, nell'antica cina, venia maggiormente espresse.
Hero rappresenta una storia molto appassionante e appagante, molto semplice e complessa al tempo stesso.
Incredibile caratterizzazione dei personaggi e incredibile sceneggiatura, il tuto contornato da musica da oscar millenario.
bravi gli attori e il cast appaga e riempisce, rendento il film godibilissimo e mai, ripeto mai noioso.
Grandiosi!!!!!!!!!!!!!!!!!1111
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marti b.
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mercoledì 7 febbraio 2007
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vade retro
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Consigliato ad un pubblico di fachiri in cerca di emozioni,per chi non si accontenta dell'autolesionismo o delle tribune politiche,o per chi non sa come finanziare altrimenti il sofisticato e ampolloso cinema orientale.
La trama è esile e si sfalda subito,unicamente sorretta da un buon arrangiamento di musiche e fotografia;gli effetti speciali sono apertamente derisi,secondo una tecnica molto in voga,che consiste nel rivelarli senza preoccuparsi di generare ansie e frustrazioni nello spettatore;occhi a mandorla a profluvie...
Non se ne può più!
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jena
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mercoledì 9 marzo 2005
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noiosissimo
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ho trovato questo film assolutamente privo di significato. Una storia insulsa con combattimenti ripetitivi che alla fine diventano quasi irritanti.
Personaggi caratterizzati in maniera fin troppo superficiale e stile manga spinto all'eccesso hanno risveglaito in me una noia mortale che si è conclusa solo con l'inizio del passaggio dei titoli di coda:
DA EVITARE COME LA PESTE
[+] ma va la
(di simone)
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(di alexander78)
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philippe
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venerdì 17 dicembre 2004
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wuxiapian vs blockbuster
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L'impronta da blockbuster tarpa le ali ad un film che avrebbe tutte le potenzialità per spiccare il volo. Quando a sequenze di combattimento volteggianti seguono siparietti dialogati terribilmente didascalici e infantili, la credibilità estetica della pellicola precipita inesorabilmente e nello spettatore avvertito si fa strada il sospetto che l'appariscente accuratezza figurativa non abbia più spessore di una patina luccicante. Idem per gli intollerabili ammiccamenti a "Rashomon". Un film che parla due lingaggi: quello, arrembante, del wuxiapian e quello, anestetizzante, del blockbuster. Zhang Yimou è responsabile dell'infelice ibridazione.
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metiu
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venerdì 26 novembre 2004
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andrea chiribelli dovrebbe vederli i film...
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Andrea Chiribelli dovrebbe vederli i film...
I killer non sono inviati dal futuro imperatore, in quanto il loro obbiettivo è proprio lui...
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