meltdown
|
martedì 12 aprile 2011
|
la cina di oggi nel mito della sua storia
|
|
|
|
Hero è la storia di una vendetta mancata, di Senza Nome che vuole vendicare la sua terra conquistata dalle truppe imperiali, con la collaborazione dei tre più temibili nemici dell'imperatore. Tuttavia parlare di una semplice storia è riduttivo, poiché Hero è per una buona metà un inganno ai danni dell'imperatore (e dello spettatore) al quale viene propinata una versione dei fatti necessaria al compimento della vendetta. Lo spettatore non comprende fino all'ultima mezz'ora qual è stato il reale svolgersi degli eventi, rimane smarrito difronte al moltiplicarsi dei piani narrativi, e vede la verità farsi strada pian piano di pari passo allo svelamento del senso più profondo di tutto il film. Senso il cui significato è «sotto un unico cielo», lo scopo ultimo del combattente, l'ideale imperialista dell'unità di tutti i popoli della Cina, il bene collettivo prima della giustizia dei singoli, la grandezza della Cina unita prima della vendetta degli oppressi.
[+]
Hero è la storia di una vendetta mancata, di Senza Nome che vuole vendicare la sua terra conquistata dalle truppe imperiali, con la collaborazione dei tre più temibili nemici dell'imperatore. Tuttavia parlare di una semplice storia è riduttivo, poiché Hero è per una buona metà un inganno ai danni dell'imperatore (e dello spettatore) al quale viene propinata una versione dei fatti necessaria al compimento della vendetta. Lo spettatore non comprende fino all'ultima mezz'ora qual è stato il reale svolgersi degli eventi, rimane smarrito difronte al moltiplicarsi dei piani narrativi, e vede la verità farsi strada pian piano di pari passo allo svelamento del senso più profondo di tutto il film. Senso il cui significato è «sotto un unico cielo», lo scopo ultimo del combattente, l'ideale imperialista dell'unità di tutti i popoli della Cina, il bene collettivo prima della giustizia dei singoli, la grandezza della Cina unita prima della vendetta degli oppressi.
Siamo lontani anni luce dai film - e dalla cultura - occidentale, dove la giustizia morale del singolo coincide con quella della collettività, dove la vendetta va compiuta e basta, dove il cattivo è il cattivo e la sua crudeltà non ha giustificazioni. Hero è il trionfo dell'idea della Cine odierna antidemocratica e reazionaria, e dei suoi eroi del passato, coloro i quali hanno compreso «sotto un unico cielo» nei secoli passati adoperandosi per unificare l'impero cinese, e lo hanno mantenuto vivo fino ai giorni nostri.
Il più bel film propagandistico della storia del cinema, in uno sfarzo di colori e di combattimenti spettacolari (indimenticabili quello sul lago e quello iniziale tra Senza Nome e Spada Spezzata) cerca di convincere - forse proprio noi occidentali - che quel periodo di eroi, quegli avvenimenti furono il mito su cui si basa la grandezza della Cina odierna.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a meltdown »
[ - ] lascia un commento a meltdown »
|
|
d'accordo? |
|
giulia-livilla
|
martedì 5 maggio 2009
|
le mie congetture
|
|
|
|
dopo aver visto il film HERO,niente di quello che mi ha trasmesso può essere descritto con facili parole.il fattore importante che questo genere di film può far intravedere al pubblico è la capacità di trasmettere grande senso di rispetto e dignità per coloro che muoiono per il loro popolo, per la ragione più giusta, per un bene migliore!!nessuno decide di morire per qualcuno o qualcosa se non per una ricompensa secondaria. l'uomo non è altro che lupo per l'altro uomo. la gloria, il coraggio, le più grandi virtù umane sono terminate.saper raccoglire ciò che di più grande vi è stato nella storia dell'uomo riducendo il tutto in un film o in un libro è da pochi!!! infatti si potrebbero ricordare i loro nomi in poche righe.
[+]
dopo aver visto il film HERO,niente di quello che mi ha trasmesso può essere descritto con facili parole.il fattore importante che questo genere di film può far intravedere al pubblico è la capacità di trasmettere grande senso di rispetto e dignità per coloro che muoiono per il loro popolo, per la ragione più giusta, per un bene migliore!!nessuno decide di morire per qualcuno o qualcosa se non per una ricompensa secondaria. l'uomo non è altro che lupo per l'altro uomo. la gloria, il coraggio, le più grandi virtù umane sono terminate.saper raccoglire ciò che di più grande vi è stato nella storia dell'uomo riducendo il tutto in un film o in un libro è da pochi!!! infatti si potrebbero ricordare i loro nomi in poche righe. ma quei pochi sono stati grandi nel saper cogliere al pieno ciò che è stato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giulia-livilla »
[ - ] lascia un commento a giulia-livilla »
|
|
d'accordo? |
|
marta scattoni
|
martedì 23 aprile 2013
|
della armonia di spada e pennello
|
|
|
|
Poetico e dal punto di vista scenografico esteticamente straordinario, "Hero" (Ying xiong, 2002) di Zhang Yimou è un coinvolgente apologo wuxia sulla nascita della Cina da un'originaria frammentazione di 7 regni in feroce conflitto tra loro: attorno al I s.a.C. infatti il re di Qin muove guerra ai regni vicini in prospettiva di farlo anche con tutti gli altri regni; per tali bellicosi e sanguinari atti e propositi è oggetto di numerosi attentati, tanto da non poter ricevere al suo cospetto nessuno a meno di 100 passi di distanza. Dopo tre anni di 'isolamento' il re riceve un valoroso guerriero che afferma, dandone prova, di aver ucciso tre mortali nemici del sovrano, impresa che gli attribuisce l'onore di sedere a soli 10 passi dal re (tra lui ed il sovrano, che si trova in posizione più alta, si sono un centinaio di candele accese).
[+]
Poetico e dal punto di vista scenografico esteticamente straordinario, "Hero" (Ying xiong, 2002) di Zhang Yimou è un coinvolgente apologo wuxia sulla nascita della Cina da un'originaria frammentazione di 7 regni in feroce conflitto tra loro: attorno al I s.a.C. infatti il re di Qin muove guerra ai regni vicini in prospettiva di farlo anche con tutti gli altri regni; per tali bellicosi e sanguinari atti e propositi è oggetto di numerosi attentati, tanto da non poter ricevere al suo cospetto nessuno a meno di 100 passi di distanza. Dopo tre anni di 'isolamento' il re riceve un valoroso guerriero che afferma, dandone prova, di aver ucciso tre mortali nemici del sovrano, impresa che gli attribuisce l'onore di sedere a soli 10 passi dal re (tra lui ed il sovrano, che si trova in posizione più alta, si sono un centinaio di candele accese).
L'eroe Senza Nome (Wuming) racconta al re come sia riuscito a sconfiggere i suoi impavidi attentatori, tre grandi maestri d'armi: Cielo (ZhangKong), Neve che Vola (Feixue) e Spada Spezzata (Canjian), quest'ultimo compagno di Feixue ed anche maestro di calligrafia.
La parte più coinvolgente del film inizia quando Wuming incontra la coppia Feixue e Canjian, interpretati dalla ormai collaudata coppia Maggie Cheung e Tony Leung, consacrati cinematograficamente dall' intensa esperienza artistica di "In the mood for love" di Wong Kar Wai (2000 o 2001). Proprio in questo momento inizia ad emergere la vera natura del film: una sorta di vorticosa girandola di interpretazioni di fatti e racconti forse veri, forse falsi, ognuno specchio di un diverso punto di vista (alla "Rashomon") e cambiando punto di vista, cambia anche il colore dominante nella scena. osserviamo l'avvicendarsi di almeno quattro versioni dei fatti e quindi quattro colori: rosso, azzurro, verde, bianco.
Nello svolgersi della vicenda emerge chiaramente il contrasto tra la generosità e la forza temperante dei personaggi maschili e la forza tremenda, alimentata da un inestinguibile desiderio di vendetta posto al di sopra di tutto e tutti del personaggio di Feixue, la quale fa di questa vendetta la missione ed il proposito della propria vita, ad ogni costo. Struggente e sconvolgente il momento del duello tra Feixue e Canjiang, imposto al compagno dalla stessa Feiexu, tra la furia senza speranza, la passione inquieta di lei ed il desiderio di pace ed amore armonico di lui. La generosa dedizione, l'amore di Canjian sembra interrompere il tempo del film e di chi guarda.
Profondamente colpito dalla personalità del saggio Canjian e dalle sue motivazioni, Wuming stravolgerà i propri piani, sostenuto dalla speranza che, dopo l'unificazione dei regni da parte del re di Qin, cessino le lotte fratricide tra le genti di quella che si chiamerà Cina (da Qin). In nome di questa speranza sarà compiuto un secondo eroico sacrificio che lascerà come ultima potentissima immagine una sagoma vuota in mezzo ad un mare di frecce.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marta scattoni »
[ - ] lascia un commento a marta scattoni »
|
|
d'accordo? |
|
paola di giuseppe
|
lunedì 11 ottobre 2010
|
una splendida freddezza
|
|
|
|
Indubbiamente sfarzoso ma capace di quella leggerezza orientale che incanta senza sopraffare, Hero è un prodotto del genere wu-xiapan che attrae per la spettacolarità delle scene, il cromatismo perfetto, la bellezza distribuita a piene mani dei corpi, dei volti, dei costumi, delle chiome fluttuanti, l’eleganza coreografica dei duelli e l’inventiva esuberante della regia nel movimento delle masse, nel dosaggio della gestualità, nella geometria perfetta degli spazi.
Le distese sterminate degli scenari naturali entro cui si muovono presenze di fiaba suggestionano e concorrono alla seduzione dello spettatore, travolto da un’autentico diluvio di effetti speciali.
La colonna sonora è la carta vincente del film, Tan Dun elabora scelte musicali eclettiche, affida a Itzhak Perlman gli assoli di violino, utilizza tamburi taiko e percussioni nei duelli, giunge al pieno orchestrale e coro maschile per le grandi scene di massa con l’esercito in movimento.
[+]
Indubbiamente sfarzoso ma capace di quella leggerezza orientale che incanta senza sopraffare, Hero è un prodotto del genere wu-xiapan che attrae per la spettacolarità delle scene, il cromatismo perfetto, la bellezza distribuita a piene mani dei corpi, dei volti, dei costumi, delle chiome fluttuanti, l’eleganza coreografica dei duelli e l’inventiva esuberante della regia nel movimento delle masse, nel dosaggio della gestualità, nella geometria perfetta degli spazi.
Le distese sterminate degli scenari naturali entro cui si muovono presenze di fiaba suggestionano e concorrono alla seduzione dello spettatore, travolto da un’autentico diluvio di effetti speciali.
La colonna sonora è la carta vincente del film, Tan Dun elabora scelte musicali eclettiche, affida a Itzhak Perlman gli assoli di violino, utilizza tamburi taiko e percussioni nei duelli, giunge al pieno orchestrale e coro maschile per le grandi scene di massa con l’esercito in movimento.
Da tale ridondanza, sempre ben controllata, non si riesce però a ricevere quelle scosse ed emozioni che ci aspetteremmo.
Si resta piuttosto freddi ad ammirare quadri sontuosi.
C’è un momento in cui si sente l’anima, ed è lo svelamento dell’Arte della Spada nel dialogo finale fra il re e Senza Nome e lo stupore del re di fronte al fatto che solo il suo peggior nemico sia riuscito a capire fino in fondo il suo essere e le sue scelte.
Il significato del film, la visione tutta orientale che definisce il potere come custode della cultura e della pace, il tema dei mondi sempre in lotta fra loro “uniti sotto lo stesso cielo”, nella formula chiave che fu alla base della nascita della Cina, non emerge con tutta la sua forza se non qui, mentre per il resto si nota una certa dispersione e il tema amoroso, che pure è un tema chiave, acquista toni forzatamente melodrammatici, in particolare nell’ultima scena.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paola di giuseppe »
[ - ] lascia un commento a paola di giuseppe »
|
|
d'accordo? |
|
|