tommy
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sabato 29 febbraio 2020
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un buon film o un documentario?
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Da vedere e apprezzare non tanto filmicamente quanto invece come documento...
Ben realizzato come film d'azione, piacevole di primo acchito per chi ama il genere(e c'è anche la sorpresa finale, per chi ama queste cose), il film, che naturalmente è anche violento, e neppure poco.
Non c'è contrapposizione?
O forse non mi è chiaro il concetto di filmicamente?
Me lo spieghi?
Grazie
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elgatoloco
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sabato 31 marzo 2018
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schwarzie quasi spiderman...invecchiato, però
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Andrew Davis aveva probabilmente fatto centro con questo"Collateral Damage"(2001), uscito poco dopo(per ovvi motirivi:uscita ritardata, vista la situazione) l'attentato del 11.09.2001. Ben realizzato come film d'azione, piacevole di primo acchito per chi ama il genere(e c'è anche la sorpresa finale, per chi ama queste cose), il film, che naturalmente è anche violento, e neppure poco, è però anche una rampogna contro i"sovversivi", i guerilleros latinos che hanno l'ardire di combattere, alla loro maniera, certo, contro l0imperialismo USA-non si vuole certo giustificare il terrorismo ma, sappiamo che, da prima della metà del 1800, con la dottrina Monroe, l'America latina è considerata il"giardino di casa"(letterlamente )degli USA, in cui in effetti gli States fanno, notoriamente, il buono e il cattivo tempo.
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Andrew Davis aveva probabilmente fatto centro con questo"Collateral Damage"(2001), uscito poco dopo(per ovvi motirivi:uscita ritardata, vista la situazione) l'attentato del 11.09.2001. Ben realizzato come film d'azione, piacevole di primo acchito per chi ama il genere(e c'è anche la sorpresa finale, per chi ama queste cose), il film, che naturalmente è anche violento, e neppure poco, è però anche una rampogna contro i"sovversivi", i guerilleros latinos che hanno l'ardire di combattere, alla loro maniera, certo, contro l0imperialismo USA-non si vuole certo giustificare il terrorismo ma, sappiamo che, da prima della metà del 1800, con la dottrina Monroe, l'America latina è considerata il"giardino di casa"(letterlamente )degli USA, in cui in effetti gli States fanno, notoriamente, il buono e il cattivo tempo...Qui di mira è la Colombia(pur senza esplicite citazioni della FARC, bisogna dire)e sembra realizzarsi l'equivoco per il quale tutti i Latinos di orientamento non filo-USA siano terroristi. IN questa logica(prendere o lasciare, ovvio)il"play" comunque condotto in modo accorto, ben riuscito, appunto, come film"d'azione", con sparatorie, agguati, fughe e inseguimenti, terrorismo, violenza diffusa, insomma. Da vedere e apprezzare non tanto filmicamente quanto invece come documento(cfr.quanto accennato all'inizio)pur se qui Al Quaida non c'entra per nulla, come accennato. Il già ampiamente ultracinquantenne Arnold Schwarzenegger faceva l'eroe buono, con sequenze(ovviamente non era lui a farle, ma il"cascatore", come si dice in italiano o almeno si diceva)dove sembra Spiderman, ma naturalmente... Vista le sue doti interpretative scarse(salvo qualche film comico dove, volens nolens riesce bene), non poteva fare altro...In un ruolo astutamente ambiguo, invece, l'attrice trentina Francesca Neri era veramente convincente. El Gato
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el baròn
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sabato 5 gennaio 2008
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insulsa propaganda
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Ci risiamo con l'America dei buoni che sgomina i cattivoni di turno.
Se almeno fosse permeato di autoironia forse si riscatterebbe (sia pure in minima parte), ma pensare di rendere credibili le avventure di un pompiere in grado di sgominare da solo un gruppo di terroristi colombiani, laddove neanche la CIA è riuscita ad arrivare, è veramente troppo.
Più propagandistico dei tg di Rete 4.
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dmuy
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sabato 5 gennaio 2008
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così così
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guglielmo
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sabato 5 gennaio 2008
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ridicolo e banale
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ridicolo, banale, il tipico film di schwarzenegger.
appena sufficente
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(di schwarzenegger)
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acidhouse
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lunedì 9 ottobre 2006
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mah
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Senza offesa ma sarei curioso di vedereil tuo di fisico...
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mondo action
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sabato 20 novembre 2004
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i danni di schwarzy...
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Il vecchio Schwarzenegger di danni ne fa. Questo è uno: bruciare potentemente energie in un contesto che non piace, non ravviva e non respira. Storia di terrorismo, con uscita posticipata dopo i fatti dell'11 settembre giunge a noi in pompa magna con budget da 85 milioni di dollari, tanto fuoco, tanta azione, insomma tanto spettacolo. Eppure, sincera e laboriosa rimane l'opera ultima di un entertainment targato Schwarzenegger prossimo alla pensione, a cui capita l'ingrato compito di cercare di risanare senza alcuno spessore i tonfi precedenti di "Giorni Contati" e de "Il sesto giorno". Tanto spettacolo e un coraggio grintoso sia del prodagonista che dei produttori, ma la regia di Davis è monocorde e la forza della pellicola finisce, con operosa magnanimità per precludersi un vero interesse.
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Il vecchio Schwarzenegger di danni ne fa. Questo è uno: bruciare potentemente energie in un contesto che non piace, non ravviva e non respira. Storia di terrorismo, con uscita posticipata dopo i fatti dell'11 settembre giunge a noi in pompa magna con budget da 85 milioni di dollari, tanto fuoco, tanta azione, insomma tanto spettacolo. Eppure, sincera e laboriosa rimane l'opera ultima di un entertainment targato Schwarzenegger prossimo alla pensione, a cui capita l'ingrato compito di cercare di risanare senza alcuno spessore i tonfi precedenti di "Giorni Contati" e de "Il sesto giorno". Tanto spettacolo e un coraggio grintoso sia del prodagonista che dei produttori, ma la regia di Davis è monocorde e la forza della pellicola finisce, con operosa magnanimità per precludersi un vero interesse. E' cinema action di vecchio stampo, con buona pubblicità, tanti soldi e un mastodonte del genere quale eroe di turno, ma nonostante tutto siamo agli sgoccioli. Apprezzabile comunque per i fan della star e per quello che vuole essere, ovvero un onesto tentativo di intrattenimento, che potrebbe piacere, ma senza pretese.
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