luigi chierico
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lunedì 15 settembre 2014
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tanti guai alle hawaii
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Sono trascorsi 60 anni dal 1941: alle ore 7,57 di domenica 7 dicembre nella sala macchina della Helena le lancette dell’orologio si bloccano. Un inferno. I giapponesi affondano la flotta americana parcheggiata nelle tranquille e sicure acque di Pearl Harbor. Oltre alla flotta l’America perde188 apparecchi contro i 29 del Giappone,le vittime 3,303 contro 200 giapponesi. Un affronto, una lesa maestà che gli U.S.A. non mandano giù. Un colpo gravissimo,imperdonabile. Non avevano sentore dell’affronto, ancora più grave, che avrebbero subito proprio in casa l’ormai storico 11 settembre 2001. Questa è Storia.
Da quello che si vede in quest1 160 minuti si deduce che il regista e produttore Michael Bay non abbia avuto nessuna intenzione di fare un film storico,ma di guerra: che abbia voluto inserirvi una sdolcinata storiella,(.
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Sono trascorsi 60 anni dal 1941: alle ore 7,57 di domenica 7 dicembre nella sala macchina della Helena le lancette dell’orologio si bloccano. Un inferno. I giapponesi affondano la flotta americana parcheggiata nelle tranquille e sicure acque di Pearl Harbor. Oltre alla flotta l’America perde188 apparecchi contro i 29 del Giappone,le vittime 3,303 contro 200 giapponesi. Un affronto, una lesa maestà che gli U.S.A. non mandano giù. Un colpo gravissimo,imperdonabile. Non avevano sentore dell’affronto, ancora più grave, che avrebbero subito proprio in casa l’ormai storico 11 settembre 2001. Questa è Storia.
Da quello che si vede in quest1 160 minuti si deduce che il regista e produttore Michael Bay non abbia avuto nessuna intenzione di fare un film storico,ma di guerra: che abbia voluto inserirvi una sdolcinata storiella,(..pescata nel Mare del Nord..), ma tra le migliaia vere e più profonde, che certamente hanno colpito mogli e fidanzate, madri e figli non solo delle 3,303 vittime, ma ti quanti rimasero terribilmente feriti a Pearl Harbor. Il regista bene ha fatto a soffermarsi sui mesi immediatamente precedenti all’evento,per mostrarci un’ America sbarazzina,allegra, tante belle ragazzine, tanto desiderio d’amore sotto la minaccia di una guerra, che pure incombeva, e che in Europa aveva mietuto già centinaia di migliaia di vittime, occupati paesi, fatti migliaia di prigionieri. L’ America indugiava come mostra il regista. A fronte di questo stato di quiete improvvisamente il coinvolgimento. Non interessa il seguito al regista e neanche allo spettatore: non è un film di storia ma di guerra. E questa è mostrata benissimo, vi ci partecipa, il film è tutto qui, il resto una inutile cornice. Anche i sentimenti dei protagonisti non vengono esaltati, sebbene in altre occasioni abbiano dato tutti un contributo alla riuscita del film, in questo caso sono chiamati più a condurre aerei da caccia che ad andare a caccia di fanciulle,tutte graziose, semplici e ben truccate,anche in servizio di infermiere,vicino alla morte che incombe sui feriti più gravi.
In definitiva il film è valido solo per metà, peraltro il regista avrebbe fatto meglio ad evitare di farci partecipare al tentativo esercitato dall’America per tentare di pareggiare il conto.
Meglio forse fare un altro film sulla battaglia di Midway del giugno 1942 in cui i giapponesi furono sconfitti nel più grande scontro aereo-navale della storia.
Ma lasciamo perdere la storia e vediamoci il film come efficace documentario di guerra,con morti,feriti,ospedali,bombe,aerei,battute ed entusiasmi fuori luogo,crolli di case,fuggi fuggi generale,.(o meglio di Generali…!), ed improvviso ritorno alla vita normale con le solite medaglie al merito,distribuite anche a qualche spettatore scontento.chibar22@libero.it
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laurence316
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sabato 21 giugno 2014
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adesso basta!
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Sono veramente sconcertato dalla mole delle recensioni positive appiopate a questo film. Non riesco a sopportare che una tale, monumentale schifezza passi da capolavoro a detta di certe recensioni che circolano per questo sito: insomma, Pearl Harbor fa veramente pietà e, se non fosse per la lunghissima (ma anche interminabile) sequenza dell'attacco (cioè, 40 minuti sono un pò troppi) giapponese, sarebbe addirittura da 0 stelle, niente, il nulla più assoluto, la definitiva consacrazione di Michael Bay quale uno dei più commerciali e fastidiosi registi mai esistiti, che si addatta perfettamente a film come Transfomers ma che non si può pretendere che sia in grado di dirigere un qualsiasi altro film apparte un film d'intrattenimento duro, puro e tipicamente americano, con la gnocca di turno che serve ad imbambolare il pubblico maschile, con il suo bel faccino e soprattutto con il suo bel corpicino stereotipato irrealistico dell'infermierina perfettina e, ovviamente, ingenua che prima s'innamora di uno dei due amici, poi l'altro decide di andare a combattere la guerra a cazzo dall'altra parte del mondo per chissà quale ideale patriottico e così lei ha l'occasione per farsi una bella scopatina con l'amico del cuore, che come se non bastasse alla fine sposa quando l'amico andato in guerra muore, senza tanti rimpianti e con buona pace della guerra in corso; con i due protagonisti principali TOTALMENTE incapaci di recitare, a cominciare da Affleck; con una storiellina romantica pseudo-sentimentale di sottofondo veramente penosa, con dialoghi da telenovela, attori imbolsiti e fotografia da suicidio; con un fastidioso retroterra di retorica patriottica ancora una volta tipicamente USA, con i giapponesi raffigurati ovviamente con buona dose di stereotipi ma soprattutto come i cattivi assoluti della vicenda, giusto giusto umanizzati facendo dire una frasetta pacifista ad un generale, che al contrario di quanto scritto non è che annullano l'attaco per un'improvviso senso di pietà, ma semplicemente perché avevano già ottenuto il loro scopo (e comunque è bene ricordare che Pearl Harbor era per gran parte una base militare aeronavale e che pericò era prevalentemente costituita da effettivi militari e difatti le vittime civili furono veramente irrisorie al confronto, circa una sessantina contro gli oltre 2000 soldati uccisi e i 1000 feriti, mentre i successivi attachi NUCLEARI ad Hiroshima e a Nagasaki poi, ufficialmente effettuati per far terminare la guerra, in realtà per colpire al cuore il Giappone e per affermare la supremazia degli Stati Uniti, colpirono quasi esclusivamente civili innocenti e rasero al suolo le suddette città, pertanto il cosiddetto Day of Infamy di Roosevelt più che a Pearl Harbor andrebbe applicato a questi ingiustificabili (chiariamoci, non che quello giapponese sià giustificabile) attachi ad installazioni civili nell'agosto del '45 da parte degli States).
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Sono veramente sconcertato dalla mole delle recensioni positive appiopate a questo film. Non riesco a sopportare che una tale, monumentale schifezza passi da capolavoro a detta di certe recensioni che circolano per questo sito: insomma, Pearl Harbor fa veramente pietà e, se non fosse per la lunghissima (ma anche interminabile) sequenza dell'attacco (cioè, 40 minuti sono un pò troppi) giapponese, sarebbe addirittura da 0 stelle, niente, il nulla più assoluto, la definitiva consacrazione di Michael Bay quale uno dei più commerciali e fastidiosi registi mai esistiti, che si addatta perfettamente a film come Transfomers ma che non si può pretendere che sia in grado di dirigere un qualsiasi altro film apparte un film d'intrattenimento duro, puro e tipicamente americano, con la gnocca di turno che serve ad imbambolare il pubblico maschile, con il suo bel faccino e soprattutto con il suo bel corpicino stereotipato irrealistico dell'infermierina perfettina e, ovviamente, ingenua che prima s'innamora di uno dei due amici, poi l'altro decide di andare a combattere la guerra a cazzo dall'altra parte del mondo per chissà quale ideale patriottico e così lei ha l'occasione per farsi una bella scopatina con l'amico del cuore, che come se non bastasse alla fine sposa quando l'amico andato in guerra muore, senza tanti rimpianti e con buona pace della guerra in corso; con i due protagonisti principali TOTALMENTE incapaci di recitare, a cominciare da Affleck; con una storiellina romantica pseudo-sentimentale di sottofondo veramente penosa, con dialoghi da telenovela, attori imbolsiti e fotografia da suicidio; con un fastidioso retroterra di retorica patriottica ancora una volta tipicamente USA, con i giapponesi raffigurati ovviamente con buona dose di stereotipi ma soprattutto come i cattivi assoluti della vicenda, giusto giusto umanizzati facendo dire una frasetta pacifista ad un generale, che al contrario di quanto scritto non è che annullano l'attaco per un'improvviso senso di pietà, ma semplicemente perché avevano già ottenuto il loro scopo (e comunque è bene ricordare che Pearl Harbor era per gran parte una base militare aeronavale e che pericò era prevalentemente costituita da effettivi militari e difatti le vittime civili furono veramente irrisorie al confronto, circa una sessantina contro gli oltre 2000 soldati uccisi e i 1000 feriti, mentre i successivi attachi NUCLEARI ad Hiroshima e a Nagasaki poi, ufficialmente effettuati per far terminare la guerra, in realtà per colpire al cuore il Giappone e per affermare la supremazia degli Stati Uniti, colpirono quasi esclusivamente civili innocenti e rasero al suolo le suddette città, pertanto il cosiddetto Day of Infamy di Roosevelt più che a Pearl Harbor andrebbe applicato a questi ingiustificabili (chiariamoci, non che quello giapponese sià giustificabile) attachi ad installazioni civili nell'agosto del '45 da parte degli States). L'obiettivo primario di un film di guerra o sulla guerra dovrebbe essere quello di propugnare ideali pacifisti affinché certe cose non si ripetano, ma invece troppo spesso sembrano essere quasi a favore della guerra e di come si sono poi messe le cose, come questo film orribilmente commerciale, che ha infatti ottenuto un enorme successo di pubblico, guarda caso in prevalenza negli USA.
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fabiosistemi
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sabato 1 febbraio 2014
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spreco di mezzi
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Una durata incomprensibile, un indecente spreco di mezzi e tecnologia, una musica tronfia e pompieristica, per un polpettone insopportabile, infarcito di tutto l' armamentario retorico/patriottico/sdolcinato di cui si ciba il peggior cinema americano, quello che investe cifre colossali per produrre filmettini per masticatori di popcorn cerebrolesi, semianalfabeti, e ignari dela reale portata di vicende purtroppo accadute: meno male che c'è chi tratta la storia con mezzi decisamente più modesti, ma con ben altra consapevolezza.
P.S. Che peccato vedere un irriconoscibile John Voight interpretare un F.D.Roosevelt mai esistito...
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valevavvy
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giovedì 12 settembre 2013
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propaganda dei giorni nostri
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Prendi un fatto storico
aggiungi frasi su frasi melense e scontate,
un paio di bei faccini (possibilmete del tipo "bravo ragazzo" )
shakera il tutto con qualche rivisitazioni poco obiettiva
e infine servi il cocktail con patriottismo americano vecchia maniera
Ecco a voi "Pearl Harbor"
...lasciate perdere!
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fufa78
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sabato 3 agosto 2013
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pieno di americanate
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Concedo tre stelle agli effetti speciali, che effettivamente sono abbastanza spettacolari e realistici; anche il caos all'interno dell'ospedale è reso bene e la ripresa sfocata aumenta il senso di confusione e smarrimento, però, ahimè, come per il Gladiatore, le americanate non mancano, a cominciare dai dialoghi, estremamente impostati e finti. Alcuni trucchi registici così come la colonna sonora, che a tutta prima possono anche conquistare, in realtà sono un po' come la pasta di zucchero che serve a decorare le torte: ottengono il risultato di impreziosire il film, ma dietro a tutto questo c'è poca consistenza reale.
Il personaggio di Rafe è discretamente odioso nella sua smania di dimostrarsi il super macho, eroe a tutti i costi, con quei suoi altisonanti discorsi e la sua superba espressione, che cambia di poco durante tutto il film.
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Concedo tre stelle agli effetti speciali, che effettivamente sono abbastanza spettacolari e realistici; anche il caos all'interno dell'ospedale è reso bene e la ripresa sfocata aumenta il senso di confusione e smarrimento, però, ahimè, come per il Gladiatore, le americanate non mancano, a cominciare dai dialoghi, estremamente impostati e finti. Alcuni trucchi registici così come la colonna sonora, che a tutta prima possono anche conquistare, in realtà sono un po' come la pasta di zucchero che serve a decorare le torte: ottengono il risultato di impreziosire il film, ma dietro a tutto questo c'è poca consistenza reale.
Il personaggio di Rafe è discretamente odioso nella sua smania di dimostrarsi il super macho, eroe a tutti i costi, con quei suoi altisonanti discorsi e la sua superba espressione, che cambia di poco durante tutto il film.
In poche parole, l'attacco a Pearl Harbor appare un semplice pretesto per metter su il teatro degli effetti speciali e sostenere il triangolo amoroso dei tre protagonisti.
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g_andrini
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giovedì 4 aprile 2013
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non male.
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E' un buon film, uscito nei cinema poco prima del 11 settembre americano, quasi a presagire un nuovo Pearl Harbour. Dura tre ore, molte, ma con due intervalli non mi è sembrato stancante.
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shiningeyes
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martedì 2 aprile 2013
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spettacolare, ma non basta!
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Non sempre grandi budget promettono buoni film, soprattutto senza una sceneggiatura interessante e senza un cast e regia di valore.
“Pearl Harbor”, non è altro che un polpettone sentimentale molto noioso, salvato in calcio d'angolo da una bella e lunga sequenza di morte e distruzione dell'attacco aereo giapponese alla base americana delle hawaii, che è lo sfondo della storia del film.
Già, solo uno sfondo, perché il perno centrale del film è un tedioso triangolo amoroso tra un'infermiera e due piloti dell'aviazione americana, che è teatro di sceneggiate viste e riviste, nella quale i due amici litigheranno per lei, e lei non sa di chi è più innamorata tra i due.
Il patriottismo si spreca ed il romanticismo pure; sono elementi sceneggiativi al quanto inutili e tediosi, che non fanno onore ad un classico della guerra come “Tora,Tora, Tora”, su cui il film in questione si veste (male) di remake.
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Non sempre grandi budget promettono buoni film, soprattutto senza una sceneggiatura interessante e senza un cast e regia di valore.
“Pearl Harbor”, non è altro che un polpettone sentimentale molto noioso, salvato in calcio d'angolo da una bella e lunga sequenza di morte e distruzione dell'attacco aereo giapponese alla base americana delle hawaii, che è lo sfondo della storia del film.
Già, solo uno sfondo, perché il perno centrale del film è un tedioso triangolo amoroso tra un'infermiera e due piloti dell'aviazione americana, che è teatro di sceneggiate viste e riviste, nella quale i due amici litigheranno per lei, e lei non sa di chi è più innamorata tra i due.
Il patriottismo si spreca ed il romanticismo pure; sono elementi sceneggiativi al quanto inutili e tediosi, che non fanno onore ad un classico della guerra come “Tora,Tora, Tora”, su cui il film in questione si veste (male) di remake.
D'altronde, non credo che Michael Bay sia da riconoscere come uno dei migliori registi in circolazione, è solo uno che sa convincere i produttore ad impiegare fior di quattrini, a mio avviso, dimostrandolo nella direzione di questo film (pessima) e in altri come “Armaggedon” e “Transformers”.
Ad essere peggio della regia ci pensano gli attori: Ben Affleck come interprete è sempre stato un cane, e lo dimostrano la sfilza di Razzie Awards in bacheca (molto meglio come regista) e di certo pure qui non si risparmia in scarsezza; Josh Hartnett è sempre il classico belloccio senza talento e Kate Beckinsale che un poco di bravura ce l'ha, non la mette al servizio di questo film; un poco si salvano i duri Alec Baldwin e Jon Voight.
Insomma, parecchia spettacolarizzazione, che non guasta, però non basta a rendere il film un capolavoro, per via delle grosse lacune sugli altri aspetti del film.
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shiningeyes
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sabato 30 marzo 2013
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spettacolare, ma non basta!
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Esempio di come fior di milioni investiti non facciano un buon film, senza una sceneggiatura interessante e senza un cast e una regia di valore.
“Pearl Harbor” non è altro che un polpettone sentimentale molto noioso, ambientato durante la seconda guerra mondiale, salvato in calcio d'angolo da una bella e lunga sequenza di morte e distruzione dell'attacco aereo giapponese.
Il patriottismo si spreca, il triangolo amoroso, pure; sono elementi sceneggiativi al quanto inutili e tediosi, che non fanno onore ad un classico della guerra come “Tora,Tora, Tora”, su cui il film si veste (male) di remake.
D'altronde, non credo che Michael Bay sia da riconoscere come uno dei migliori registi in circolazione, è solo uno che sa convincere i produttore ad impiegare fior di quattrini, a mio avviso, e lo ha dimostrato nella direzione di questo film (pessima) e in altri come “Armaggedon” e “Transformers”.
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Esempio di come fior di milioni investiti non facciano un buon film, senza una sceneggiatura interessante e senza un cast e una regia di valore.
“Pearl Harbor” non è altro che un polpettone sentimentale molto noioso, ambientato durante la seconda guerra mondiale, salvato in calcio d'angolo da una bella e lunga sequenza di morte e distruzione dell'attacco aereo giapponese.
Il patriottismo si spreca, il triangolo amoroso, pure; sono elementi sceneggiativi al quanto inutili e tediosi, che non fanno onore ad un classico della guerra come “Tora,Tora, Tora”, su cui il film si veste (male) di remake.
D'altronde, non credo che Michael Bay sia da riconoscere come uno dei migliori registi in circolazione, è solo uno che sa convincere i produttore ad impiegare fior di quattrini, a mio avviso, e lo ha dimostrato nella direzione di questo film (pessima) e in altri come “Armaggedon” e “Transformers”.
Ad essere peggio della regia ci pensano gli attori: Ben Affleck come interprete è sempre stato un cane, e lo dimostrano la sfilza di Razzie Awards in bacheca (molto meglio come regista); Josh Hartnett è il classico belloccio senza talento e Kate Beckinsale che un poco di bravura ce l'ha, non la mette al servizio di questo film; un poco si salvano i duri Alec Baldwin e Jon Voight.
Insomma, parecchia spettacolarizzazione, che non guasta, ma è decisamente troppo poco per pretendere di essere un bel film.
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bescolina
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venerdì 29 marzo 2013
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l'amicizia è una cosa molto preziosa
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questo film l'ho visto per la prima volta un paio di setimane fa e credo che sia fantastico perchè rispeccchia la realtà della guerra però è molto bella anche la parte amorosa del film.
secondo me l'insegnamento di questo film è che l'amicizia è la cosa più importante e non bisogna perderla perchè potresti andartene prima di riaverla.
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globetrotter2
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domenica 30 dicembre 2012
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la sconfitta del blockbuster usa e di michael bay
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Qualcuno acclama questo film come "il più bello che il cinema abbia mai sfornato assieme al Gladiatore". Qualcuno titola una recensione con: "Un film che rimarrà nella storia del cinema". E come dirvi no! Senz'altro! Mi chiedo quanti di questi provetti critici abbiano visto film come "Via col Vento", "Accadde una notte", "Qualcuno volò sul nido del cuculo", tanto per citare i primi che mi vengono in mente. Film girati con 2 euro che fecero man bassa di oscar per un solo motivo: erano arte allo stato puro. Niente effetti speciali, set e scenografie da spese faraoniche o esplosioni gratuite. La storia recente degli Academy purtroppo concede eccezioni...un solo esempio: gli 11 oscar del 3° capitolo de "Il signore degli anelli".
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Qualcuno acclama questo film come "il più bello che il cinema abbia mai sfornato assieme al Gladiatore". Qualcuno titola una recensione con: "Un film che rimarrà nella storia del cinema". E come dirvi no! Senz'altro! Mi chiedo quanti di questi provetti critici abbiano visto film come "Via col Vento", "Accadde una notte", "Qualcuno volò sul nido del cuculo", tanto per citare i primi che mi vengono in mente. Film girati con 2 euro che fecero man bassa di oscar per un solo motivo: erano arte allo stato puro. Niente effetti speciali, set e scenografie da spese faraoniche o esplosioni gratuite. La storia recente degli Academy purtroppo concede eccezioni...un solo esempio: gli 11 oscar del 3° capitolo de "Il signore degli anelli"....anche se grazie a dio questo filmaccio non ha vinto premi per gli attori, ma solo quegli oscar che si possono "comprare", cioè effetti speciali, scenografia, costumi eccetera. Pearl Harbor, film diretto da Michael Bay è un trionfo di scene inutili tronfie di esplosioni, rombi di aeroplani e gonfie di pseudo-spettacolarità. 183 minuti di cui 2/3 si perdono in uno stordimento generale dello spettatore, in un tentativo di overdosi da effetti speciali. In generale risulta abbastanza piacevole per lo spettatore medio la parte "romantica" del film, e complessivamente ci sono alcune belle scene che rendono giustizia alla storia come quella in cui il generale giapponese guarda perplesso dei bambini giocare felici su un prato, la generazione che vivrà sulla sua pelle le conseguenze di quell'attacco, cioè il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. Tuttavia l'insieme risulta penoso e incongruo perchè la sceneggiatura si sbilancia notevolmente verso l'aspetto pseudo-storico/spettacolare/patriottico. Uno scimmiottamento in salsa Michael Bay di un vero capolavoro, quello veramente entrato nella storia del cinema, cioè "Da qui all'eternità", un film splendido che Pearl Harbor prova inutilmente a replicare nella parte romantica. "Da qui all'eternità", costato quanto un cesto di pop corn in confronto al blockbuster di Bay vinse 8 oscar, ne avrebbe vinti senz'altro di più se non si fosse trovato a competere con "Vacanza Romane" e l'ennesimo capolavoro di Billy Wilder "L'inferno dei vivi". A Pearl Harbor, costato centinaia di milioni, non era richiesto di competere con film del calibro di quelli citati sopra e ciononostante ne esce con le ossa rotte e mischiate. Vincerà un solo oscar, quello per il montaggio sonoro, battendo nientemeno che il film d'animazione "Monster&co". In quella notte degli oscar ha vinto il buon cinema, l'anima di quel cinema che spende poco e investe sull'arte, non sugli effetti speciali o sul 3D..l'anima di quel cinema che stupisce con le emozioni, e non con le esplosioni e con i rombi e gli spari dei caccia...quella notte, signori e signore, ha vinto il cinema, e speriamo che non resti un caso isolato ma che tutti i blockbuster made in USA come Pearl Harbor e Avatar siano trattati come meritano dalla critica, e passino sì alla storia ma come filmacci senz'arte nè parte. VOTO: 4.5
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