Il rifugio

1944. Il Presidente americano Roosevelt decide, nonostante molti pareri contrari, di dare accoglienza a 1000 ebrei sopravvissuti alle persecuzioni naziste. Incaricata di accompagnarli nel viaggio per mare e di organizzare il loro arrivo è Ruth Gruber, di origine ebraica e buona conoscitrice della Germania. Il suo non sarà un compito facile perché il Dipartimento di Stato (legato agli isolazionisti) intende boicottare l'operazione in quanto la ritiene una sorta di cavallo di Troia che darà il via libera a decine di migliaia di arrivi successivi. Ruth però non molla la presa.
Tv movie decisamente rivelatore Il rifugio. Fa luce su una fase storica che molti di noi in Europa non conoscevamo. Non sapevamo cioè che negli Stati Uniti, oggi stretti alleati degli israeliani, ci fosse un vasto movimento contrario a dare rifugio agli ebrei sfuggiti ai campi di sterminio. Dalle alte sfere al soldato fortemente contrariato perché sulla nave sono saliti 'gli ebrei', invece dei suoi commilitoni feriti, viene presentata una vasta gamma di persone che hanno chiuso il cuore alla condivisione per barricarlo dietro mura di intolleranza.
Non tutti sono così ovviamente ma quell'arrivo negli States con l'obbligo di dividersi in file come nei campi di sterminio o il forzato rimpatrio in cui si dividono coppie appena costituitesi con regolare matrimonio sono immagini che restano nella memoria. Così come quelle (che alcuni potranno considerare un inutile inserto romantico) legate a un'intensa storia d'amore tra Ruth e un tedesco che nel passato recente si era scontrata con le chiusure di un mondo che rifiutava e perseguitava chi era diverso.
Un film sul passato che non manca di far pensare al presente grazie anche alla presenza di un'intensa ma misurata Natasha Richardson e a due grandi attori (nei ruoli dei suoi genitori) come Anne Bancroft e Martin Landau. 